Scelta università: attitudini "incompatibili con le richieste del mercato"

  • Revig
    [...] io di base vorrei fare la psicoanalista. [...]

    Se questo è l'obbiettivo devi valutare bene se medicina sia la strada giusta. Tieni conto che sono 6 anni di studio in cui non farai nulla di relativo alla psicanalisi, ma, come ti hanno detto, dovrai studiare materie come anatomia fisiologia biochimica prima, e poi patologia, clinica, chirurgia ecc..

    Dopo 6 anni di studio pesante, devi accedere alla specializzazione, che non so se sbaglio ma sarà anche a numero chiuso...

    Non è per scoraggiarti ma solo perchè devi essere ben conscia e sicura del percorso di studi che stai scegliendo che, seppur bellissimo, ha poco a che fare con la psicanalisi e ti impegnerà pesantemente con tanti sacrifici per 6 anni.

    Quello che voglio dire è che devi essere certa in maniera cristallina che il tuo futuro è fare la psichiatra, altrimenti rischi di perderti perchè il cammino è lungo, difficile, e ti devi confrontare con la realtà che prima di tutto devi diventare medico e solo poi psicoanalista.

    Formarsi la mente da medico vuol dire che, per minimo 6 anni, di psicanalisi non sentirai pronunciare nemmeno il nome e che le priorità di studio saranno altre.



    PS: non farti scoraggiare dalle mie parole mi raccomando. In fondo il mio è solo suggerimento da uno che c'è già passato. Solo informati bene prima su tutto il piano di studi e valuta se fa per te, ogni esame, evitando di lasciare al caso o alla fantasia o al sentito dire il percorso di studi.

    The greatest meditation is a mind that lets go rumpete libros utnam vostra corda rumpatur

  • Ho trovato questa discussione molto interessante ed è uno dei dubbi che sto affrontando pure io (aprirò un post a riguardo, ma in due parole: frequento Economia, sono portata per queste materie ma non sono convinta che faccia per me, ma ci sono molti discorsi oltre a questo).
    Dunque, cercando di andare con ordine: ahimè, concordo con Ipazia per quanto riguarda l'immagine generale di Medicina e di chi la sta frequentando, e sono le stesse sensazioni che provo io. Personalmente, non sono mai stata "la bambina che sin da piccola sognava di diventare medico e aiutare gli altri", mi fa molto piacere ed essere utile e fare volontariato quando possibile, ma diciamo che non ho mai avuto questa "vocazione" per fare il medico. Però quando sento qualcuno che studia Medicina un briciolo di invidia c'è sempre, per svariati motivi: innanzitutto l'idea che chi studia medicina è perchè lo sente davvero, perchè è quello che ha sempre sognato ed è disposto a metterci anima e corpo, studiare 24h al giorno pur di andare bene e quindi raggiungere il proprio obiettivo. La convinzione che a me manca e che spesso, almeno A PAROLE, si sente da chi studia Medicina o chi lo vorrebbe tanto fare ma magari è bloccato a causa del test d'ingresso. Poi c'è il discorso del prestigio e delle possibiità di lavoro: non sto parlando di stipendi altissimi e vita benestante (probabilmente lo sono, ma non so in quale misura) ma proprio l'idea di essere un medico, di studiare e lavorare tanto per ottenere questo titolo. Io sono in piena crisi da ormai due anni e sono anche stata da uno psicologo per questo motivo per cui sto davvero valutando tutte le possibilità e, per quanto sbagliato possa essere, secondo me il mito nei confronti di chi studia Medicina c'è e ci sarà sempre, inevitabilmente.

    E ti capisco, perchè purtroppo sono le sensazioni che provo io. E finchè non troverò la mia strada (ammesso che la troverò) questo pensiero non mi andrà vai, come anche il rimpianto "se avessi provato, se mi fossi impegnata come fanno molti altri magari avrei ottenuto anche io un posto dignitoso in proporzione agli sforzi del passato".

    Capisco che il discorso sia un po' contorto, esattamente come la mia situazione, ma spero si sia capito.

    " Vivi, corri per qualcosa, corri per un motivo Che sia la LIBERTA' DI VOLARE, o solo per sentirti vivo " (Nomadi)

  • Resuscito il topic perché la mia situazione non è ancora definita come vorrei....sono in un momento di instabilità completa,e l'unica cosa che andava decisamente bene nella mia vita,la scuola e l'amore per lo studio,ora è anche la fonte delle insicurezze.

    Per l'appunto,ho deciso di fare medicina,e mi sto concretamente preparando al test...ho finito di studiare il programma di biologia e ora ho iniziato chimica...mi sono impegnata seriamente per mesi con lo studio del test,e almeno di questo sono soddisfatta...devo continuare,anche perché non sento più il minimo stimolo a studiare per la maturità,sentendomi profondamente insoddisfatta del mio percorso di studi,su quasi tutti i fronti...sono avvelenata,e appena incontro qualcuno che mi dice di voler fare il classico incomincio a indagare le motivazioni,a cercare di spiegargli tutti i limiti e le difficoltà che una scelta del genere comporta...insomma,tanta fatica per rimanere con un pugno di mosche in mano,e per questo sono profondamente delusa...mi viene quasi da piangere a pensarci.

    NON ripeterò lo stesso errore,mi sono detta.Ho escluso la possibilità di scegliere una laurea umanistica già da mesi,e ormai quello che prima era solo un proponimento ora è una sicurezza: i miei interessi vertono altrove...studiando meglio biologia e chimica,un po' persino fisica,mi sono resa conto che vorrei dirigere la mia curiosità e la mia determinazione (qualità che ho sempre avuto,nonostante l'attitudine a lamentarmi e a recriminare su tutto) verso altri ambiti....ambiti che in parte mi sono preclusi,perché ho iniziato a conoscerli solo ora,a meno di un mese dalla maturità,a pochi mesi da tutti i test d'accesso.

    Pensando alla seconda facoltà da scegliere nel caso non entrassi a medicina mi sono venuti mille dubbi,mille ansie....mi piacerebbe chimica..ma non sarà troppo difficile per me? E' una materia che mi sta iniziando a piacere davvero,nonostante abbia ancora varie difficoltà a causa della basi quasi nulle che ho ricevuto...poi ho pensato che le professioni sanitarie le escludo,non mi piace proprio il concetto di laurea triennale professionalizzante...io voglio studiare.

    Poi ho pensato a farmacia,biotecnologie,CTF...e chi più ne ha più ne metta...ma più vago per la rete alla ricerca di pareri e opinioni,più mi scoraggio e mi sento inutile...per la scuola che ho fatto,per i limiti che mi sono posta da sola in materie come matematica e fisica,per aver creduto per anni di poter scegliere di fare qualsiasi cosa,senza nemmeno preoccuparmi di imparare a conoscere le materie che escludevo a prescindere....e ora pago il conto...basi zero e rabbia schiumante non appena sento qualcuno che glorifica il liceo classico e le sue infinite possibilità di apertura allo scibile umano.

    Per favore,qualcuno che è stato in contatto con queste materie o è iscritto a una facoltà di quelle sopracitate ha qualcosa da dirmi? qualsiasi cosa in questo momento va bene..pareri,consigli,ricette di torte.... :D so talmente in confusione che qualsiasi cosa pur di vederci più chiaro.

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • Sono una laureanda in CTF e ti posso dare la mia opinione su questo corso di Laurea.
    Ho fatto un liceo con una impostazione prettamente umanistica per cui, quando mi sono iscritta, le mie conoscenze in ambito scientifico erano molto ridotte. Colmare le lacune da soli è fattibile, a condizione di avere la giusta determinazione. CTF è una facoltà molto teorica e molto pratica. Non mi soffermo sulla mole di lavoro e studio perché questa è una cosa che sicuramente avrai già letto in giro. Quello che è importante, secondo me, è capire qual è lo scopo di una facoltà del genere. E' un tipo di studio che indirizza verso l'attività di laboratorio e ti insegna cosa è la ricerca, che cosa è il lavoro e come si lavora. Lo si apprende soprattutto durante la tesi, che è di tipo sperimentale. Non necessariamente di sintesi (io ad esempio sto facendo una tesi di proteomica, da più di un anno) però deve essere di laboratorio.
    E' dura. Non lo dico per spaventarti ma è così. Devi gestire la tua vita in base al lavoro da fare perché le analisi hanno i loro tempi e bisogna organizzarsi per rispettarli. E' dura perché non sempre le cose vengono bene, non sempre ci sono risultati e se ci sono possono essere discordanti tra loro. Però è un tipo di lavoro che può dare anche tante soddisfazioni perché alla fine tu, con le tue mani, riesci dal nulla a tirare fuori qualcosa di valido.
    Più che conoscenze di base al momento dell'iscrizione (quelle si colmano, non è un problema) ci vogliono determinazione, costanza, pazienza, spirito critico, organizzazione, precisione e capacità di rendersi autonomi velocemente.

    Il est, paraît-il, des terres brûlées donnant plus de blé qu'un meilleur Avril

  • Grazie di avermi risposto...

    Io sono molto estranea a questo "mondo"...la chimica mi affascina molto,ma a livello estremamente superficiale e basico,viste le mie conoscenze.La mia paura è quella di iscrivermi a una facoltà per la quale scoprirò solo dopo di non essere portata,di fare una scelta poco pensata..solo sulla base di impressioni momentanee.Non posso scegliere diversamente infatti,visto che non conosco la chimica ;(

    Tu come hai scelto CTF da una scuola prevalentemente umanistica,se posso chiedere?

    Non è il duro lavoro o lo studio che mi preoccupano...anzi,per me è stimolante..l'unica cosa che mi mette dubbi è quanto mi possa piacere.Ho l'impressione che lo scoprirò solo se lo farò...il che è troppo rischioso :D

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • Vi dico la mia esperienza. Ho avuto la fortuna di raggiungere sogni impensabili a me che ero figlio di operai in una situazione disgraziata. Ho fatto le scuole superiori su una tematica tecnica, dietro l'influenza del classico "fare una cosa che poi permetta di trovare un lavoro". Alla fine delle scuole superiori, andando contro TUTTI, ho intrapreso una facolta' per la quale la scuola che avevo frequentato non preparava. Inoltre andai molto lontano in una delle universita' piu' importanti di Italia. Nessuno scommise un euro bucato su di me. La facolta' era "difficile". Ma a me interessava e la ho fatta con estrema brillantezza, aprendomi le porte del successo (con il suo prezzo pero').

    Quel che voglio dire e' di fare quello per cui si ha passione. Non e' raggiungere la meta che conta ma divertirsi nel viaggio. Se una cosa piace la si fa con grande passione, con impegno e si diventa bravi e dunque competitivi. E se anche ci saranno pochi posti di lavoro, se si e' disposti a spostarsi, il lavoro si trova!

  • A 18 anni avevo tanti interessi ed ero molto curiosa, mi piacevano sia le materie umanistiche che quelle scientifiche ed avevo voti alti in entrambi gli ambiti. Proprio per questi motivi ho trascorso l'estate nella più totale incertezza. Volevo studiare le scienze, la letteratura, le lingue... Ero anche parecchio ambiziosa, nel senso che amavo le sfide con me stessa: volevo sempre superare i miei limiti. Per questo motivo, unito anche ad un ragionamento di tipo pratico (sbocchi lavorativi), ho scelto il percorso più difficile. Alla fine le lingue, la letteratura, la psicologia ecc sono materie che si possono studiare anche in completa autonomia, se si vuole.

    Il est, paraît-il, des terres brûlées donnant plus de blé qu'un meilleur Avril

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