Salve a tutti è da tanto che vi seguo ma solo oggi vi scrivo. Volevo porvi una domanda ovvero di quanto, durante momenti depressivi è facile il condizionamento da parte degli altri, sia volontario che involontario Chiedo questo perchè spesso mi capita di essere vulnerabile al pensiero altrui e di far dubitare di tutto quello che faccio. Grazie in anticipo e scusate
Depressione ed condizionamento dagi altri
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Ciao e benvenuto nel forum
Io non sono mai stato depresso, ma mi sento di dire che probabilmente questo fenomeno di cui parli è causato dalla scarsa autostima tipica della depressione, nel senso che, una volta che ci siamo convinti che la "nostra verità", la nostra conoscenza della vita e del mondo è sbagliata, e che siamo dei falliti, non possiamo più affidarci al nostro pensiero con la stessa sicurezza di prima, e quindi ci affidiamo (senza neanche accorgercene forse) al giudizio e al pensiero delle persone esterne... Può essere? -
La persona affetta da un disturbo depressivo tende a vedere il mondo e se stesso con sfiducia, più che dipendenti dalle opinioni altrui e quindi manipolabili, sono persone che si lasciano andare e trascinare dagli altri.
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Mi lasciavo influenzare solo quando ero giovane. Ma attualmente, a forza di prendere fregature, sono diventata testarda e non mi fido di quel che mi dicono gli altri.
I consigli non richiesti, Ora mi danno solo fastidio.
Se qualcuno tenta di trascinarmi fuori dal percorso che avevo stabilito, mi vengono solo i nervi e mi allontano.
Da giovane, invece, mi facevo trascinare da persone che erano ancora meno valide di me e non me ne rendevo nemmeno conto!!!!
Mi hanno danneggiata, ma poiché stavo male erano le uniche persone che potevo avere vicino: le persone poco valide.
Anche oggi, quando sono in un periodo di peggioramento, le persone poco valide sono quelle che mi rimangono vicino, ma oramai so riconoscerle e non mi faccio più trascinare o fregare.
Chi sta male, in ultima analisi, è solo, perché quelli in gamba si allontanano, mentre le chiaviche e i malintenzionati, si avvicinano. -
C'è un modo per tacitare queste persone: dargli subito ragione e poi non dargli retta. Ma è evidente che tu sei molto giovane e quindi non hai ancora trovato una tua via e un tuo modo di agire: ecco perché le persone, magari più grandi, ti appaiono come delle "guide" e riescono solo a farti dubitare di te.
Ti danneggiano senza volerlo. -
anche riflettere sul fatto che gli altri si comportano così, perchè spesso sono infelici o insoddisfatti di qualcosa, può essere utile.
Le persone spesso ignorano che l'altro non è, ed non può essere un contenitore dei propri bisogni. -
guarda che più o meno è un discorso che vale per tutti e più leggo in questo sito e più mi rendo conto che coloro che si dichiarano depressi non sono affatto persone da considerare ammalate ma semplicemente soggetti che hanno una visione alterata della vita, della quotidianità che porta ad uno stato di sofferenza esagerato rispetto alla problematica in se. il nodo sta nel renderesene conto, magari accadesse, non ci sarebbero più stati di depressione, quel che serve, molta comprensione sì, la sensibilità di queste persone a volte commuove e spesso mi chiedo se un po di parteciapzione, collaborazione, fare insieme esperienze e pensieri non fosse più utile di qualsiasi farmaco, presenza morale e fisica, conferme, migliorare le aspettative, crescere insieme nel bene abiurando il male.
ok, belle parole ma i fatti purtroppo mi sconfessano. ridurre in fin di vita una persona per un partita di calcio...è una schifezza che demoralizza chiunque. io per il danno che subiscono le persone sensibili darei un aggravante di 10 anni in più, un gesto così' può creare una tale sfiducia in una persona da mandare all'aria anni di cure. bestie!
chi ti vive intorno non è sempre nel giusto, o risponde agli appelli della vita secondo le proprie esperienze che possono essere sbagliate, abbi più fiducia in te stesso molti si attegiano a maestri di vita e non capiscono una emerita mazza, io se fossi in te mi farei la mia vita sbagliando quanto mi pare e piace per fare esperienza diretta e forgiarmi da solo e prepararmi alla vita a spese mie senza dover dir grazie a nessuno. -
Scusate la tardiva risposta e ringrazio tutti per il vostro contributo.
chi ti vive intorno non è sempre nel giusto, o risponde agli appelli della vita secondo le proprie esperienze che possono essere sbagliate, abbi più fiducia in te stesso molti si attegiano a maestri di vita e non capiscono una emerita mazza, io se fossi in te mi farei la mia vita sbagliando quanto mi pare e piace per fare esperienza diretta e forgiarmi da solo e prepararmi alla vita a spese mie senza dover dir grazie a nessuno.
Credo infatti che hai centrato il problema :D...purtroppo la mia mancanza totale di autostima fa si che quella degli altri diventi assoluta verità ove magari può essere un semplice appunto personale nascondendo totalmente quella che è la mia voce interiore...ogni minima parola fa scattare in me una molla nella quale rimetto in discussione fatti e scelte personali che già per conto mio aiuto ad appensantire...
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anche riflettere sul fatto che gli altri si comportano così, perchè spesso sono infelici o insoddisfatti di qualcosa, può essere utile.
Le persone spesso ignorano che l'altro non è, ed non può essere un contenitore dei propri bisogni.Purtroppo molti si comportano così non solo perché sono infelici e sicuramente insoddisfatti, ma anche perché non hanno un'etica. Avvicinare una persona in chiara difficoltà per desiderio di rivalsa è davvero gretto.
Un conto è essere infelici e un conto è essere gretti.
Quando stavo male non cercavo questo tipo di persone: erano loro a cercare me per rivalersi finalmente su qualcuno più debole!!!!
E quando si è giovani non si ha abbastanza esperienza per capire che alcune delle persone che ci sono vicine possono essere addirittura degli psicotici. Magari con esperienze di vita che possono farle sembrare degli esempi da seguire, ma invece hanno repressioni che non vedono l'ora di scaricare sul debole di turno.
:-TX -
ti dice niente cartesio, penso che autorevolemente lui possa aprire i tuoi occhietti:"cogito ergo sum", ti aiuto, e mi aiuto, facendo copia e incolla da wikipedia, così ci sbrighiamo prima "Cartesio vi perviene mosso dalla ricerca di un metodo che dia la possibilità all'uomo di distinguere il vero dal falso, non soltanto per un fine strettamente speculativo, ma anche in vista di un'applicazione pratica nella vita....Cartesio perviene a questa certezza perché, pur provando a dubitare di tutti i suoi pensieri, si accorge che il dubitare di pensare è ancora un pensare: l'atto di supporre che io possa ingannarmi coincide infatti con l'io che verrebbe ingannato, c'è quindi una perfetta identità tra conoscente e conosciuto..."..."Con il Cogito ergo sum Cartesio sembra rifarsi alla filosofia di Agostino e alla sua affermazione Si fallor sum (Se sbaglio esisto), ma in realtà ne capovolge radicalmente la prospettiva: per Agostino, infatti, il dubbio era espressione della verità, e significava che io ho la capacità di dubitare solo in quanto c'è una Verità che mi trascende e rende possibile il mio pensiero..."Cartesio invece, che tiene lui stesso a sottolineare la differenza col metodo agostiniano, intende affermare che è la verità a scaturire dal dubbio, non viceversa. Il fatto di dubitare, cioè, è la condizione che mi permette di dedurre l'essere o la verità.[4] Solo così il dubbio può diventare "metodico": arrivando a giustificarsi da sé, e non sulla base di una verità ad esso pregressa, il dubbio stesso si assume il compito di distinguere il vero dal falso." etc.etc.etc.
allora amico chi sono i fragili? tu o gli altri? io direi tutti...quindi la tua autostima è un "miraggio" non esiste è la tua fonte (di guai) nel deserto...
fai il geometra?, l'ingengnere?, l'orafo?, stima vuol dire valutazione non rispetto.
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