E' falsa l'esistenza di un logos che possa incarnarsi in un uomo piuttosto di quanto non lo sia già in tutto il resto del creato. Se siamo tutti fratelli, allora siamo tutti figli di Dio, non ci può essere un figlio più figlio degli altri.
Gesù, delle cui predicazioni abbiamo fino a prova contraria solo testimonianze indirette, non si è mai dichiarato Figlio di Dio, quanto piuttosto Figlio dell'Uomo. Nella didachè, che è uno dei nuclei più primitivi del cristianesimo giudeo-cristiano, il termine "Figlio di Dio" compare una sola volta in riferimento all'anticristo, si figuri un pò.
Nè tantomeno Gesù ha mai voluto promulgare una religione universale rivolta ai pagani: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani" (Mt 10,5) - "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele" (Mt 15,24).
Se avessi letto i Vangeli, scopriresti che ci sono dei tempi precisi nei quali Gesù compie la sua missione, partendo dalle genti di Israele che sono i primi ai quali è rivolta l’esposizione della Parola per un fatto di carne. Ma Gesu stesso poi affermerà che non sarà più la discendenza a fare di un uomo un suo discepolo ma lo Spirito che farà discepoli su tutta la terra attraverso la parola e l’evangelizzazione. Sia nei Vangeli che nelle attribuzioni dall’Antico Testamento, Gesù è definito in molti modi, Figlio dell’uomo è uno dei tanti per confermare la sua piena umanità, ma è anche Signore, Messia, Cristo, e si rifà costantemente all’attesa messianica presente nelle scritture, a indicare se stesso.
E' stato Paolo per primo a dare valenza redentrice al battesimo, ad identificare l'eucarestia con l'ultima cena ed a rivolgere il messaggio "cristiano" (per non dire paolino) a tutte le genti. Egli ha posto le basi del cristianesimo gentile su presupposti personali e l'autoreferenzialità non l'ha usata solo per giocare con la popolarità di Gesù.
Paolo ha fatto ciò che gli è stato chiesto, andare per il mondo e predicare il Vangelo, non predicare la parola di Paolo. E lo ha fatto in perfetta complementarietà con l'insegnamento di Cristo. E' divertente leggere di un Paolo che "gioca" con la popolarità di un altro, pagando il disprezzo e la persecuzione dei suoi ex compagni, e per poi essere ucciso come da prassi.
I padri apologisti in seguito hanno preso le rielaborazioni paoline e si sono cimentati nei più disparati voli di fantasia per rendere il cristianesimo il più popolare possibile, rendendolo compatibile con le vecchie credenze pagane. Il cristianesimo gentile non è altro che il vecchio paganesimo con un vestito (quasi) nuovo. Mi sa dire per caso chi ha inventato il concetto di trinità? Gesù?
I concetti di resurrezione, logos incarnato, soter, immortalità dell'anima e dio trascendente erano già presenti nelle concezioni greco-giudaiche e neopitagoriche. Il rito del pasto comunitario, l'attesa messianica, il battesimo e la vita ascetica in povertà erano già presenti negli ambienti giudei, e i cristiani del primo secolo erano molto simili agli esseni.
Si giunge alla paradossale conclusione che il povero Gesù nel cristianesimo c'entra davvero poco, solo come comparsa, come sponsor. I padri della chiesa hanno ridotto Gesù ad una mascotte.
Cosa vorrebbe dire? Chiaro che Gesu nasce in ambiente ebraico e in pieno clima messianico, non è nato in India. Lui si prefigura come nuova Torah che porta a compimento le scritture, che tutti conoscevano, altra cosa è l’ambiente greco.
Il concetto di trinità è presente nel Vangelo “battezzate tutti nel nome del padre e del figlio e dello Spirito Santo”.
Ma se gli stessi greci si fecero beffe di Paolo quando parlava nell’agora di resurrezione dei morti, e l’istituzione dell’ eucarestia è la spiegazione anche delle parole che fecero allontanare una moltitudine di discepoli quando in passato Gesù li scandalizzò affermando che non c’è vita se non si mangia la sua carne e beve il suo sangue.
Uno scandalo dietro l’altro da accettare o meno per i suoi discepoli, altro che vestito rattoppato, in quale cultura si è mai veduto qualcosa di simile, il mangiare il corpo del Dio incarnato per il perdono dei peccati.