Sfogo da studente in crisi

  • Buonasera a tutti. Secondo voi vale la pena lasciare l'università al quinto anno di medicina per andare a lavorare? premetto che sono indietro di due anni e mezzo con gli esami per cui non sono neanche a metà del percorso e gli esami a venire li vedo come una montagna inscalabile, visto che sono completamente demotivato...ciò che mi frena è...cosa farò con il solo diploma di liceo scientifico? non ho neanche in mente un lavoro preciso a cui dedicarmi in alternativa all'università, semplicemente da sempre ho puntato tutto sull'università (indipendentemente dalla facoltà) essendo uscito dal liceo con grandi aspettative...e poi con questa crisi, chissà per quanti anni andrei avanti di contratti precari...cosa potrei fare? cameriere, commesso, non lo so...il fatto è che non ho in mente un obiettivo ora, sono demotivato in tutto, sono bloccato e non so cosa fare... c'è nessuno che è passato per una situazione simile e può darmi un consiglio? Potrete dirmi che avrei dovuto pensarci prima, non aspettare di arrivare al quinto anno ecc, ecc, ma vedete questa crisi me la trascino da tre anni e mezzo ormai e non ho mollato con la speranza che andando avanti col tempo i corsi mi sarebbero piaciuti di più e col terrore che se avessi cominciato a lavorare non mi sarei più laureato...in compenso sono rimasto infangato con gli esami del secondo/terzo anno e non sono per nulla motivato a superarli e a mettermi in carreggiata, per cui...la soluzione logica sarebbe lasciare e lavorare...ma per fare cosa? avessi le idee chiare almeno, il fatto è che non le ho, appunto perchè non ho mai preso seriamente in considerazione l'opzione lavoro senza laurea ecc Grazie a chi leggerà e avrà il tempo di rispondere...

  • Secondo voi vale la pena lasciare l'università al quinto anno di medicina per andare a lavorare?

    Assolutamente no.Non troveresti nulla che ti soddisfi sia economicamente che mentalmente.Penseresti sempre "sarei stato medico a quest'ora,avrei dovuto tener duro".
    Quindi tieni duro e supera la demotivazione.
    Ti do alcuni consigli:

    1)non studiare da solo,te la prenderesti comoda.Vai in biblioteca(una silenziosa) e cerca qualche collega(studioso) con cui ripetere.Studierai solo solo per non farti dare del cretino da un tuo coetaneo o peggio da un ragazzino più piccolo che se la tira.

    2)se hai la possibilità economica inizia una terapia da uno psicologo o psicoterapeuta per capire motivi del tuo disagio attuale.Non si può combattere contro l'insoddisfazione generica.

    3)Perdonati.Quel che è stato è stato,puoi cambiare il presente non il passato.

    Coraggio collega :)

  • Secondo me dovresti riuscire ad accantonare tutta quest'ansia che hai e fermarti un attimo a riflettere, tranquillamente.
    Quello che studi ti piace? Il lavoro che andrai a fare ti piace? Non parlo solo del medico a contatto col paziente. Una laurea in medicina ti da anche altre possibilità (ricerca, insegnamento, industria ecc). Prova a considerare tutti i possibili sbocchi e vedi se c'è qualcosa che ti appassiona e per cui valga la pena continuare. Medicina non è una triennale come lettere, lingue, economia che uno riesce a prendere anche controvoglia magari arrancando un po'. E' lunga, pesante, richiede tanti sacrifici. Di sacrifici fino ad ora ne hai fatti molti.
    Hai detto che sei al quinto anno, quindi i corsi li hai seguiti tutti, o quasi. Non è mica poco.
    Adesso sei demoralizzato perché sei indietro con gli esami per cui ti sembra tutto brutto e senti di aver fallito. Magari stai pure pensando che sarebbe meglio ricominciare tutto da capo in un'altra facoltà per avere un'altra possibilità. Lo capisco bene perché ci sono passata anche io.
    Non sempre, e non a tutti, le cose vanno liscie o come le si avevano programmate. Non è detto che chi va fuori corso sia meno meritevole degli altri. I periodi di crisi capitano, gli imprevisti accadono. Non sentire di aver fallito per questo.

    Io sono fuori corso e come te faccio una specialistica a ciclo unico (non medicina). Sono entrata in crisi al terzo anno. Tutto mi faceva schifo, odiavo le materie, non riuscivo a studiare e pensavo che tanto non avrei mai fatto un lavoro attinente ai miei studi. Poi ho cercato di riprendermi perché buttare via tutti gli sforzi e sacrifici fatti fino a quel momento (e sono tanti) mi sembrava un sacrilegio. Ho cominciato dalle cose relativamente più piccole e più facili, ho scoperto che ci sono degli ambiti che mi interessano e che non mi faranno passare il resto della vita chiusa in un laboratorio. Insomma, sto cercando di rimettermi in carreggiata e sento che ci sto riuscendo.
    L'importante è trovare una motivazione forte per se stessi (mi piace, è quello che voglio fare) e non per gli altri (non voglio essere un fallito).
    Forza e coraggio :thumbup:

    Il est, paraît-il, des terres brûlées donnant plus de blé qu'un meilleur Avril

  • Che dire?!

    BENVENUTO NEL CLUB!!!
    Non passo esami da un sacco di tempo e la sessione di febbraio sarà il mio test per il recupero che ho cercato di fare in questi mesi. Sono due anni fuori corso e finalmente ne sto uscendo... Ti dico che mi sono fatta un po' aiutare da una terapista (Potresti pensare a quella gratis dell'università, di solito c'è.) e che sto piano piano riacquistando fiducia in me stessa. Ho finito il primo anno e un pezzo del secondo senza problemi e poi mi sono arenata... Beh che dire, ho ritrovato la mia motivazione nello sport. Dopo anni di corsa, dappertutto e velocissima, non so come ma le energie sono tornate a farsi sentire piano piano, mi sono sentita meglio (Avevo cattivo rapporto con il cibo) e sono stata sempre più contenta di me fino ad arrivare a rimettermi sui libri, a studiare davvero, a frequentare le lezioni e penso oramai a capire molte cose. Punto a passare 4 esami questa sessione e so che sono indietro ma ce la posso e ce la devo fare...

    Motivati, ti prego, anche io ho diploma di liceo classico (Studio ingegneria) e so che non farò nulla altrimenti. Trova un progetto, una voglia di farcela perché, che cavolo, hai già fatto 4 anni (o 5) NON PUOI BUTTARE VIA TUTTO!

    Sei fuori corso? Bene, oramai ci sei. Trova compagni, cerca gruppi di studio, chiedi in giro, stai in università o in posti in cui si studia, non dormire fino a tardi e attivati in tutto, sport, cucina, fotografia, pc... Ogni cosa deve incanalare le tue energie, molla la tristezza e la pigrizia in tutti i tuoi gesti e lentamente ti posso dire se ne può uscire.

    E come hanno detto sopra di me, non GIUSTIFICARTI con te stesso, non cercare SCUSE... Però perdonati, perché sbagliare è facile e lo fanno in tanti. Come se ne esce, poi, è un'altra cosa. Fatti forza, ce la farai!

    In bocca al lupo. :minigun:

    • Non è cane, non è lupo. Sa soltanto quello che non è •

  • Ciao,
    ti faccio anzitutto una domanda: ti piace medicina?
    Perchè non è detto che per forza tu debba frequentare questa facoltà, magari ti scopri interessato ad un altro percorso di studi...

    Per il resto, capisco quando si entra in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. Perchè non provi a fermarti un attimo (tanto mi pare di aver capito che ti ritrovi fermo comunque), ti fai un'esperienza lavorativa magari part-time e nel frattempo ti rendi conto di cosa vuoi fare veramente nella vita? Entrando nel mondo del lavoro potrai guardarti intorno e capire quali sono le tue attitudini, riscoprire una passione professionale e allora mettere in moto le tue risorse per perseguirla.

    Le persone sane si innamorano follemente, amano ardentemente, si arrabbiano furentemente, possono provare gelosie violente, lottare per la propria realizzazione o sacrificare tutto, fino a consumarsi, per i valori in cui credono, e giungere alla battaglia. (C. Albasi)

  • Assolutamente no!!! Non fare cavolate! Il lavoro non lo trovi adesso, neanche come lavapiatti e credimi: meglio finire piuttosto quello che hai cominciato. La demotivazione ci può stare e anche il blocco, ma in qualche modo devi cercare di superarli, una volta laureato puoi anche permetterti di scegliere "altro" ma non buttare via anni di facoltà e sacrifici economici (dei tuoi) per andare non si sa dove.
    Stai con i piedi piantati in terra: non illuderti il lavoro non lo trovano i laureati e le persone con anni di esperienza. Per lavorare ti devi ammazzare a cercare roba, spesso si tratta di contratti scadenti e paghe ancora peggiori, per impieghi che nessuno vorrebbe fare, ed è l'unico motivo per cui si trovano. E' una soluzione che consiglierei ai disperati e a quelli che non hanno alternativa, non a chi come te può avere l'opportunità di una solida istruzione e di una laurea che adesso vale ancora qualcosa dal punto di vista lavorativo. Fatti aiutare da qualcuno, senti uno psicologo, ma cerca di superare il tuo blocco, quando ce la farai e ti guarderai indietro sarai felice di non aver mollato.

  • Il titolo dice: sfogo! E infatti spero sia proprio questo: un momento piuttosto brutto che ti fa venire voglia di lasciare tutto. Ma è un momento, non abbandonare, poi magari vedi che passa! Hai una grande opportunità, cioè quella si studiare medicina, cosa che io non ho potuto fare (non ho passato il test e non volevo perdere tempo ancora di più).
    Mi accodo a chi ti ha consigliato di cambiare ambiente di studio o di darti una motivazione.
    Poi, per il fatto del fuoricorso, tranquillo: chi non ci va? Sono davvero poche le persone, le stimo, ma la maggior parte non è riuscita a completare il percorso secondo i tempi stabiliti. Io pure sto in crisi, lo sono stata, ho voluto abbandonare ... ma avendo anche io un diploma di scientifico, cosa avrei potuto fare?
    Coraggio, tifiamo per te!

  • Ti parlo per esperienza, putroppo direttissima: non devi mollare gli studi ma questo non significa che devi per forza laurearti in medicina, perchè se è vero che potresti dedicarti all'insegnamento e non fare per forza il medico, la laurea in medicina è allo stesso tempo limitata, questo lo so perchè una mia parente è medico. Anzi, lei stessa ha cercato di specializzarsi perchè il medico generico trova ancora più difficilmente un lavoro e la specializzazione, come saprai, è ancora più limitante perchè se non trovi in quel settore o ne devi seguire un'altra (e sono anni) o resti a piedi....
    Quello che potresti valutare è di cambiare il corso di studi, ad esempio se provassi a scegliere un corso di laurea sempre medico come dietologia o un'altro indirizzo come l'omeopata, fisioterapista, potresti salvare gran parte degli esami e magari finire prima (se non ricordo male ci sono alcuni corsi di laurea in medicina triennali). Quello che ti consiglio è di non smettere di studiare...perchè un giorno potresti pentirtene. Poi una volta che hai il titolo nessuno ti vieta, mentre lavori di seguire un master e così aumentare le tue conoscenze, ci sono varie opzioni per chi lavora con orari nel weekend...tutto sta a non mollare adesso.
    Un mio conoscente ha lasciato medicina all'ultimo anno si è iscritto a lettere e da quanto era motivato si è laureato in tempi record col massimo dei voti e lavora già...quindi non demordere tutto è possibile se lo vuoi.
    In bocca al lupo

  • Devi capire se la tua crisi di "rigetto" verso l'università dipende da un momento temporaneo di sconforto personale oppure da una più seria mancanza di interesse o di maturità scientifica per affrontare i severi studi di medicina. Ti sei impantanato a partire dagli esami del secondo anno, ciò significa che sei riuscito a dare quelli più "generalisti" del primo anno e hai incontrato difficoltà su materie più professionalizzanti. Non è che non sei portato per studiare medicina? Io ad esempio mi sono trasferito da ingegneria ad una facoltà umanistica dopo il primo anno: certamente mi sono abbattuto e non ho saputo reagire alle prime difficoltà, ma alla base non ero culturalmente "attrezzato" per riuscire a concludere quel corso di studi in un tempo ragionevole e con un voto accettabile. Non tutti sono in grado di ammettere con onestà intellettuale di non essere in grado di affrontare certe discipline, perchè è doloroso ed è un duro colpo alla propria autostima, però è un passo utile a capire le motivazioni sottese alle crisi universitarie.

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