Quanto fa male sentirsi esclusi, magari anche quando non è vero!

  • Ecco il mio spauracchio l'ho detto già da un'altra parte ma vorrei approfondirlo su consiglio di Aleamo. Vengo da una famiglia con la capa malata, come premessa. Eravamo in quattro tra l'altro è morto pure mio fratello maggiore prima dei miei genitori e prima di arrivare a 48 anni. I primi ricordi sono quelli di una bambina messa in mostra perché sapeva fare le imitazioni delle attrici/presa in giro e sbugiardata davanti a terzi al minimo errore e derisa per giorni e giorni. E quale era la punizione massima:"Noi usciamo oggi ma tu rimani a casa (tanto c'era la cameriera o la zia di mia madre" con il sottinteso "pigliatelo in tasca noi siamo forti e grandi e tu non conti niente e allora ti escludiamo e ce ne andiamo2. Mio padre e mia madre, mia madre e mio fratello, mio padre e mio fratello la coppia a scelta! E pooi naturalmente crescendo io ero quella che studiava tanto ma aveva solo il sette perché ero esclusa da quelle più brave. Ah, primi ragazzi c'era quella più carina o più sveglia che me lo fregava.....nella vita a parte l'ultimo periodo di lotte e patimenti fede in un Dio molto anticonvenzionale, sono venti anni (ne ho 53) che grazie anche a mio marito e a mia figlia le cose hanno cominciato a giurare per il verso giusto, grazie a tutto, grazie a Dio, di cuore. Ma il triangolo non solo sentimentale ma spesse volte nei rapporti capita. E io sono la terza esclusa. Quanto è vero, quanto lo percepisco così ed è solo la mia nevrosi. Quanti sono nel Forum nella mia condizione? Grazie a tutti. Ah se non rispondo ad alcuni è perché per mia tranquillità li ho bloccati. Senza rancori voglio vivere tranquilla non vedendo scritte certe cose e senza flames reciproci.

  • Ciao dora!! Qualcosa di simile mi è accadut nell'infanzia: mia madre e mio padre partivano e mi lasciavano con mia nonna. Ho sempre sentito questo senso di esclusione. Mia madre, poi, con la scusa che ero figlia unica, invitava bambine con problemi familiari con le quali silidalizzava e mi prendeva piuttosto per i fondelli deridendomi insieme a loro. Avevo 7 anni e mi sentivo già vergognosa di me stessa. In adolescenza mi sentivo spesso esclusa dai gruppi di classe ma solo da poco mi rendo conto che ero perfettamente integrata e quindi mi sono trascinata questa sensazione per molto tempo. Il problema di sentirmi esclusa adeso ce l'ho con le coppie, forse rivivo l'esclusione dell'infanzia, quell'orribile sensazione che mia madre si rubasse mio padre perchè lei non l'aveva più avuto dall'età di 12 anni e quindi era , diciamocelo, un po' figlia sua...bruttissimo.

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

  • Ah be certo anche in termini di triangolo se non amoroso di simpatia. Ricordo quando mia figlia era piccola una simpatia innocente con un collega con cui avevo simpatizzato per motivi sindacali e politici. Gira che ti rigira questa nostra amicizia platonica la metto forse in mostra e naturalmente con chi incoccio? La fatina di turno, quella che fa la gatta che si permette di intromettersi quando parliamo se e come organizzare lo sciopero per fare un dispetto a me e per fargli vedere quanto si è messa in tiro. Poi musi spiegazioni a metà in cui tutti cadevano dalle nuvole, a dire che me le ero inventate io..... per questo ho detto :quanto è nevrotica e quanto è reale sta cosa? Oppure anche tra amiche: ai tempi dell'università mi vado a scegliere una che prima promette di uscire con me e che pi all'ultimoi mi molla per andare a una festa con un'altra (non con un ragazzo).....boh, fissazioni mie, coincidenze. Tanto gelo dentro comunque.....

  • Oggi mi è venuta un'altra riflessione in proposito: ho l'impressione che chi prova queste sensazioni di esclusione le trasmetta all'esterno e che gli altri si accorgano del disagio. Non so l'ho percepito in sala professori, come se il mio non far parte dell'ambiente di lavoro (da cui mi sto a poco a poco autoescludendo) fosse visibile. Un collega mi ha detto che si vede che sono diventata più fredda verso gli altri, vi sono capitate cose simili?

  • Sai, quando ho ricominciato scuola, alle riunioni mi sentivo sempre di troppo. Ho un senso abandonic che non mi abbandona più. Vedevo i colghi che parlavano fra loro ed io non riuscivo ad aprire bocca come se non ne fossi degna. Era una sensazione tutta mia. Lo so che sono un po' paranoica e allora mi faccio coraggio e cerco di affrontare la cosa con serenità . Oggi quella sensazione è scomparsa, anzi, mi sono sentita parte di una comunità. Non è cambiato nulla, solo il mio stato d'animo interno...
    Spesso si costruisce la realtà attraverso i propri stati d'animo perdendo di vista l'oggettività. Io lo chiamo travestimento del mondo attraverso le emozioni.

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

  • é proprio così aleamo,mi consola sapere che non sono l'unica a provare certe cose perchè queste sensazioni ti danno la consapevolezza di non essere mai capita veramente da nessuno e di conseguenza un gran senso di solitudine...io nei gruppi ho avuto sempre problemi,specialmente in ambito lavorativo dove poi c'è pure lo stress del lavoro in se..anni fa persi un lavoro a tempo indeterminato a causa delle mie paranoie..ora va meglio anche per me ma la sensazione si ripresenta a tratti e mi spiace rendermi conto che non posso staccarmi dai farmaci come avrei voluto...

  • Sì ma io a scuola sto schiscia perché ho avuto tante mazzate non mi va neppure di coivolgere le mie energie emotive (a parte i ragazzi).

    Gli unici importanti sono i ragazzi, però con i colleghi cerco di avere un rapporto sereno e di non isolarmi anche se a volte è dura. :)

    Non si nasce liberi, ci si diventa.

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