Messaggi di Thinkpositive

    Non ne faccio una questione territoriale, riferita alla Calabria in sé, quanto alla sua scelta "discutibile" di mettere a repentaglio una famiglia, dei figli, per seguire un sogno che di razionale ha ben poco... a lui piace a giocare a fare l'imprenditore, ma vi dico che ad oggi sono più debiti che altro, quindi mi chiedo... dove sta quest'isola felice? Perché fare impresa è già difficile in una città, figuriamoci in un paesino del Sud (e su questo non puoi obiettare). Allora, il motivo vero è che a lui piace stare giù, il lavoro, l'azienda è solo un' alibi per giustificare questa sua scelta. Sono la moglie, lavoro in banca e qualcosa di economia forse ne mastico...


    E allora ti dico che io ho sbagliato nel fargli una promessa non mantenendola, ma io tiro avanti la baracca e lui è tornato a fare il ragazzo in casa dei genitori per il suo "sogno". Se permetti, quando ti sposi e diventi genitore, hai dei doveri, delle responsabilità, e i tuoi sogni, desideri, passano in secondo piano, mi dispiace... io mi sono annullata, e l'ho fatto per il sacrificio di tenere unita una famiglia. A questo punto sono arrivata alla frutta, perché se sono solo io a cercare sempre di mettere pezze per andare avanti, e tu continui a giocare a fare il ragazzo... io ti mando in quel posto e penso di averne tutte le ragioni, con e senza promesse!

    Ci sarebbe l'alternativa nel continuare a vivere un matrimonio a distanza, come stiamo facendo e ovviamente questa cosa ci sta logorando perché per entrambi è inaccettabile vivere un matrimonio uno da una parte e uno dall'altra. Niente, io sono qui per capire se e dove sto sbagliando. Per trovare delle conferme su quello che penso per il futuro.

    Non volevo far passare il messaggio sbagliato che in un paese si vive male e in una grande città no, ovviamente dipende dai punti di vista e dalle preferenze di ogni persona, perché anche la città è piena di problemi, Roma in primis. Però c'è chi ama la vita più calma e tranquilla, sacrificando magari i servizi che una città offre, chi al contrario preferisce il caos di una metropoli. Sono scelte di vita. Ma io avrei anche lasciato la mia città, che tanto amo, se avessi avuto un rapporto "solido" con mio marito e senza una famiglia d'origine ingombrante che io non tollero. Sono abituata alla riservatezza, all'indipendenza, pertanto queste "connessioni familiari" così strette mi disturbano troppo.

    Anche un grande amore, di fronte a tutto questo, può finire. Ad oggi, il nostro matrimonio è solamente una facciata, perché io soltanto all'idea di scendere giù per un weekend, mi viene l'orticaria.

    Beh son sincera no, io non avrei accettato assolutamente, lui aveva già i suoi piani è chiaro questo; avete pure comprato la casa al mare nel villaggio dove sono i suoi, io sarei scappata a gambe levate! Non so che tipo di compromesso possiate trovare oggi, ma secondo me hai preso troppo alla leggera i suoi piani.

    Esattamente così, avete espresso chiaramente il concetto. Io di una cosa mi prendo la colpa: la leggerezza con cui ho preso sotto gamba tutta la situazione ed il pacchetto che stavo "sposando"... e i nodi sono venuti tutti al pettine, uno per uno, e adesso sto scontando tutte le conseguenze di una scelta sbagliata. Però nonostante ciò, non riesco ad arrivare a quel senso di "accettazione" e provo ancora solo tanta rabbia verso di lui. Invece vorrei arrivare al punto di accettare che lui sia così, profondamente diverso da me e che siamo totalmente "incompatibili" sia per vedute che caratterialmente.

    Esattamente, sono pienamente d'accordo.

    Sì, ho capito, ma se tu ami una persona, ci hai fatto un figlio e avete costruito una famiglia a Roma, come fai a mettermi davanti a questa scelta? Io, se fossi stata al suo posto, non avrei mai trovato il coraggio di lasciare tutto e andarmene, perché prima di tutto viene la "tua" donna. Se metti prima il tuo "smisurato amore per la terra natia", questo mi ha fatto disinnamorare di lui...


    E comunque la questione dei genitori, per ovvi motivi, si è amplificata molto da quando lui è sceso giù, perché finché era a Roma, a 600 km di distanza, da un certo punto chi se ne frega, ovviamente. Una volta sceso giù, molte situazioni sono cambiate ed ho visto da vicino la realtà della situazione, che prima non vedevo e, da un lato, meno male che sia andata così, perché ho aperto gli occhi su tante cose!


    Forse non sono stata chiara, ma prima che noi ci sposassimo, avevamo già un figlio! E tu mi metti davanti a una scelta?

    Scusa ma perché glielo hai promesso?

    Onestamente non capisco perché fare queste promesse se non ne eri del tutto convinta.

    Te lo chiedo perché anch'io ho subìto le conseguenze di promesse non mantenute, di solito quando chiedo una cosa riempio il tutto di "ne sei sicura? Non è che cambi idea? Sicura davvero?", se dall'altra parte mi vengono date garanzie allora per me il patto è fatto. Poi puntualmente non si rispetta nessuno degli accordi presi. Se oggi io e tante altre persone evitiamo di fare e pretendere promesse è a causa di questi atteggiamenti, non lamentiamoci poi se le relazioni si sfasciano.

    Perché se gli avessi detto il contrario, lui non si sarebbe sposato... Ad oggi, col senno di poi, ti dico che lo avrei mandato letteralmente al diavolo, perché è stato un vero e proprio "ricatto emotivo". Tu ti sposi a prescindere, perché se ami una persona, puoi stare ovunque. Però certo, avere la pretesa che da Roma, tua moglie si sposti in un paese, è una pretesa un po' azzardata e all'epoca lui ancora lavorava a Roma. Ma io, dal momento che, erano anni che ci lasciavamo e prendevamo, avevamo il primo figlio (all'epoca di 7 anni), pur di non perderlo, ho acconsentito. MA ripeto, in quel momento ci credevo, non è stata una bugia.

    Tutte queste cose, quello che provo e come mi sento, glielo ho detto miliardi di volte, con le buone, litigando, ma niente, non si smuove. Lui è così e non posso avere la pretesa che cambi. Devo solo fare chiarezza dentro di me su cosa voglio per il mio futuro. Di certo, non spero più che lui torni a Roma da noi. O scendo io, o la storia sarà destinata a chiudersi... È triste, ma è così.

    Sì, glielo avevo promesso... ma secondo te, cosa ti fa capire una persona che in un certo senso ti obbliga, dicendo "io mi sposo solo se tu mi segui"? Oggi, a dirtelo chiaramente, gli direi "vai e restaci". Qualche anno fa, non avendo ancora maturato questa consapevolezza ed essendo succube delle sue manipolazioni, pur di non perderlo ho acconsentito. Ma poi, nel frattempo, ci siamo sposati, abbiamo messo su famiglia a Roma... e quando lui ha preso la decisione di scendere (in pochi giorni), lo sfacelo... perché poi si è aperto il vaso di Pandora. Ho capito di che pasta veramente era fatto, e permettimi, nella vita, per fortuna, si possono cambiare anche delle scelte se ritieni che così facendo finiresti per rovinarti la vita, in balia di un marito profondamente egoista e dei genitori che lavorano con lui tutti i giorni, mettendo il becco in ogni cosa. Per giunta, andare ad abitare nel palazzo di famiglia, perché lui ha un appartamento da ristrutturare proprio sopra ai suoi genitori. Ed ovviamente, lui ha sempre saputo che a me non piaceva l'idea di vivere là, ma non ha mai voluto sentire ragioni. Il pacchetto è questo, prendere o lasciare... e ti dico anche, abbiamo acquistato casa al mare qualche anno fa (in Calabria), indovina dove? Nello stesso villaggio dove sono i suoi... e lì ho sbagliato io ad acconsentire e mi mangio ancora le mani... pertanto mi si propone davanti un quadretto "perfetto" per andare sulla strada del manicomio!

    Mi permetto, tralasciando i tuoi motivi personali che vorrebbero farti chiudere il matrimonio, di spezzare una lancia per i piccoli paesi.

    Non avranno i servizi della grande città, non avranno le prospettive di futuro che ti può garantire, per così dire, una metropoli (anche se è tutto da vedere, se hai un'attività già avviata a conduzione familiare o qualcosa di simile), eppure la pace, la calma, i rapporti umani, i costi della vita più bassi, non cedono al confronto.

    Poi ognuno è libero di fare ciò che vuole ma conosco diverse persone che dopo anni in grandi città come Roma e Milano hanno lasciato tutto per tornare in Sicilia o in Puglia prendendo a gestione attività di famiglia e non se ne sono mai pentiti.

    Certamente, ed in parte condivido, ma non con il contesto che mi propone mio marito, io mammeta e tu! Ci sono situazioni e situazioni, e poi soprattutto, dipende anche da come è fatta una persona e da quello che vuole. Altrimenti, tutte le città sarebbero spopolate...

    Mi ritrovo in quello che scrivi e sinceramente mi hai fatto riflettere su un paio di cose su cui, probabilmente, inconsapevolmente non ci ero arrivata. Non ritengo che il mio sia un atteggiamento vittimistico. Certo, è semplice pensare questo non conoscendo cosa ho vissuto in questi anni (ovviamente non posso entrare nei dettagli in poche righe), completamente "sola", senza alcun aiuto. Ho perso anche i miei genitori nel frattempo e mancando anche un suo vero conforto emotivo in queste situazioni, per giunta. Ho abbozzato troppe cose da lui che non andavano bene. Non mi ritengo una vittima, però è evidente quello che ho vissuto e subito, e non posso non tenerne conto pensando alla sorte del nostro futuro. Cosa penso di buono? I figli, la famiglia unita, i momenti che abbiamo condiviso insieme... ma per il resto, se guardo al futuro, vedo solo incertezza, instabilità, solitudine e incomprensione, sacrificio... un sacrificio che continuerei anche a fare, sia chiaro, ma con una persona che lo capisca e mi comprenda e con la prospettiva di un ricongiungimento.