Non so, credo che il motivo profondo fosse omofobia, così su due piedi...
Omofobia certamente ma c'erano mille cose che avrebbe potuto dire o fare...e lui cosa sceglie? Di raccontarmi delle sue pratiche autoerotiche giovanili...
Non so, credo che il motivo profondo fosse omofobia, così su due piedi...
Omofobia certamente ma c'erano mille cose che avrebbe potuto dire o fare...e lui cosa sceglie? Di raccontarmi delle sue pratiche autoerotiche giovanili...
Ciao a tutti, vorrei il vostro punto di vista su un fatto che mi è accaduto una decina di anni fa.
Mio padre, convintosi del fatto che io avessi una relazione omosessuale con una ragazza, ha pensato bene di presentarsi alla mia porta, entrare, sedersi e dichiarare che quando lui era ragazzo si chiudeva in bagno e praticava autoerotismo (la cosa era fraseata in modo più diretto, ma il concetto era questo). Il senso era quello di suggerirmi modi per scaricare la libido che fossero alternativi a una, supposta, relazione omosessuale.
Cosa ve ne pare? Qual è il motivo profondo per cui un padre fa una cosa del genere?
Ero già grande e navigata, non ho certamente subito un trauma, tuttavia l'ho digerita con un po' di difficoltà.
Salve a tutti, dopo più di un anno eccomi qui di nuovo a raccontarvi la folle evoluzione di questa storia e a chiedervi cosa ne pensate...mi sono allontanata da lui interessandomi a un altro (con cui, comunque, è stato tutto platonico e a distanza )... poi, dopo più di un anno dalla fine della mia storia con l'uomo di cui vi ho parlato, ho allacciato una relazione con un altro, con leggerezza, perché non è una cosa seria e lo sappiamo entrambi (anche se lui vorrebbe il contrario ma sono stata chiara sul punto).
Insomma la faccio breve... dopo otto mesi di silenzio il tizio ha ricominciato con gli appostamenti... quando arrivo al lavoro o quando esco dal lavoro fa in modo di passarmi davanti. Non posso dire che vedere queste manovre non mi abbia fatto qualche effetto... è passata un po' di acqua sotto ai ponti, sono successe cose, anche brutte, nelle vite di entrambi, ma ero sicura che la sua testa era sempre lì, bloccata su di "noi"... e infatti.
Ho scelto però di non reagire in alcun modo a questi segnali che, in sé, non sono nulla.
Credo che lui pensi che è impossibile uscirne, dopo decenni di utilizzo, quindi è tutto inutile.
Cambio orari, cambio strada, passa una settimana o due ma lui trova sempre il modo di incrociarmi. Apparentemente non fa nulla di molesto ma questa situazione mi logora. So per certo che lui pensa a me quanto io penso a lui. Leggo il suo comportamento come una muta e disperata richiesta di aiuto, un aiuto che non posso dargli perché non lo vuole. Sto ferma, senza fare nulla, cercando nei labirinti dei miei ragionamenti qualcosa di decisivo che mi consenta di fare un passo per avvicinarmi o per allontanarmi ma non lo trovo.
Mostra di PiùCiao. Premetto che non ho letto tutti i post di risposta, ma ho letto i primi e gli ultimi.
Da quel che ho capito mi sembra che lui sia terrorizzato da una relazione e non con tutti i torti. Tu hai la sindrome da crocerossina e sei innamorata e quando si è innamorati non si guarda in faccia niente.
Purtroppo tu non puoi aiutarlo, l'amore non guarisce nulla a meno che lui non lo voglia dal profondo di sé ma probabilmente non è pronto.
Malauguratamente è proprio così ma, dopo tutto questo tempo e il bene che c'è stato, avrei voluto che vuotasse il sacco invece di scaricare su di me, omettendo/mentendo solo perché si vergogna troppo per dire come stanno veramente le cose.
Le benzodiazepine, come tutte le sostanze psicotrope, "alterano la chimica cerebrale", (parole udite da uno psichiatra), per cui se egli le assume da anni può essere che gli abbiano alterato la personalità, anche fino al punto da "non riuscire a distinguere i sintomi della malattia dall'effetto dei farmaci" (altra frase detta dal medico); ma queste sono solo ipotesi.
Io penso, avendolo osservato a lungo, che sia questo il punto e la cosa che mi fa soffrire di più è l' impossibilità di scindere con chiarezza quanto c'è di veramente suo e quanto di "indotto" in ciò che fa e dice. Se si potesse, per me sarebbe tutto più facile, metterei in ordine le cose dentro di me più rapidamente...e invece non sai mai, interagendo con lui, quanto siano le medicine a dettare il suo comportamento.
Personalmente posso dirti che in passato le assunsi per qualche anno e quando le smisi attraversai un periodo di astinenza (lieve per fortuna perché le buttai in tempo) e non ero del tutto io, caratterialmente ero diverso: molto irritabile, rabbioso, irriverente, ironico, persino pungente. Ero rigido, critico, insonne, mi sentivo con i nervi sottopelle tesi. Ma giunti a questo punto cosa si può fare? Io ho tenuto duro ma se quest'uomo li ha assunti per decenni sarà molto più difficile.
E tu puoi farci poco o niente. Piuttosto immagino i dubbi, le complessità, i pensieri che stai vivendo, soprattutto in relazione a questi suoi comportamenti.
Lui non vuole lasciarti però non è nemmeno in grado di decidere e capisco anche quanto tu ci tenga e come ti senta anche "responsabile" della sua sofferenza se dovessi lasciarlo. A 55 anni dovrebbe essere adulto ma non lo è e infatti tu lo accudisci.
Però se devi lasciarlo, non farlo per un altro.
Sì, lui non vuole lasciarmi ma neppure stare con me. Così, lo lascio io, con dolore, un dolore dettato da tante cose.
Ciao Oltre_la_rupe e grazie
Ma tu cosa provi per lui? Ti attrae, ne sei un po' infatuata? È una situazione un po' strana, a naso non mi convince. Se quello che senti deriva unicamente dalla sindrome della crocerossina ti consiglierei di lasciar perdere, tu non sei tenuta a salvarlo, proprio per niente, e tranquilla che non puoi neanche farlo. Se invece provi dei sentimenti è un po' un pasticcio. Sono sincera, non saprei cosa consigliarti, magari qualche altro utente sì.
Sono innamorata, temo.
E' serio e intelligente. Grande lettore. Quando lo ho conosciuto era anche dolcissimo. Non credo millantasse. Credo che, non essendo ancora venute fuori quelle che vede come le sue "debolezze", non si sentisse a disagio. Poi, c'è che io sono accudente, devo ammetterlo.
Se mi sono chiesta se potrebbe funzionare? Sì. Se temo di no? Sì. Se ci sono altre persone che potrebbero interessarmi attualmente? Scremando, un paio sì (uno dei quali è un tizio che lui vede come il suo antagonista storico...e io al pensiero che possa starci male se mi mettessi con lui mi sento morire...). Sono sicura che se vuotasse il sacco il suo comportamento cambierebbe, si rivolterebbe come un guanto ma se poi la storia fra noi "terrebbe"... non so.
So che sembra cretino, stando ai comportamenti, ma per me ha il cervello..."alterato".
A distanza di oltre quattro mesi mi trovo in una situazione paradossale: lui fa in modo di incontrarmi ogni volta che è possibile, come se fosse casuale, ma è assolutamente evidente che casuale non è per niente. In due di queste occasioni ho provato a spingere oltre le cose nella speranza di un chiarimento: la prima volta telefonando, ma era occupato (in effetti lo ho intravisto mentre parlava al telefono in macchina) e la seconda scrivendo un mail. Non ha richiamato nel primo caso e non ha risposto alla mail nel secondo però ha fatto in modo di farsi vedere ancora più spesso. La mia lettura della cosa è la seguente: non vuole fare nulla di "attivo", come richiamare o rispondere, però, siccome sa che le sue sono reazioni demotivanti per me, "corregge" intensificando gli incontri....casuali. Il problema vero, credo, è che non vuole vuotare il sacco dicendomi la verità su se stesso, si vergogna troppo, forse non è neppure del tutto consapevole, si illude di risolvere da solo (peraltro, cercando le soluzioni nei posti sbagliati: ho visto che ha stretto amicizia su un social con un sedicente supervisor, di quelli che aiutano a "rimettersi in forma") e spera che ci sarò ancora quando avrà risolto. Continua a illudersi che ne esce da solo e vuole nascondere tutto per tornare da me quando starà meglio, nella speranza che, nel frattempo, io ci sia ancora. Non è una situazione che può andare, perché io non posso aspettare così nel nulla, perché da solo non ne esce, perché rischia un forte trauma se mi metto con un altro. Si può comunicare con una persona dalla mente...alienata? Come posso fare saltare tutto questo? Sento che devo fare un'azione di forza, che spezzi il meccanismo, ma non so bene quale.
Vorrei che capisse che nell'amore non ci sono imbarazzi né vergogne, se è amore.
Grazie bruce0wayne, i tuoi consigli sono sempre preziosi
In realtà mi chiedo come attaccare bottone perché quando lo ho intravisto sono fuggita...è stata una reazione istintiva...mi ha colto di sorpresa. Non so perché lo ho fatto. Adesso chissà cosa avrà pensato...che lo disprezzo, che non voglio più avere a che fare con lui etc. Starà lì ad arrovellarsi chiedendosi se lo ho visto e sono scappata o se non lo ho visto...è dura perché è un soggetto con cui è difficile avere rapporti. (Ho pensato ancora alla tua domanda sul perché lo amassi e, in aggiunta a quanto avevo risposto, credo ci sia un'alchimia dovuta al fatto che io sono l'esatto contrario di lui, vale a dire un'esplosione di vitalità). Parentesi a parte, non so se aspettare sperando che faccia un altro tentativo (ma potrebbe non accadere perché dipende in larga parte, credo, da come ha interpretato l'incontro mancato) oppure se fare io qualcosa per prima.
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