Messaggi di MissPanico3

    Ciao amico! Non ti crucciare per aver sospeso i farmaci: se in quel motivo sentivi di doverlo fare e i medici erano d'accordo, hai fatto bene. Del resto l'idea di dipendere per sempre da una pastiglietta credo non faccia piacere a nessuno, o meglio, a spaventare è l'idea di dipendere da uno psicofarmaco (nonostante se ne parli molto più che in passato e le persone che ne sofftono sono parecchie, i disturbi psichiatrici in generale sono ancora molto stigmatizzati).

    Io non so le tempistiche dei farmaci, se sia normale questa tua stanchezza e apatia, però vedi tu stesso che dei miglioramenti ci sono stati... Credo che, una volta che la tua mente si sarà riequilibrata, anche il tuo corpo troverà pace e si riposerà/ricaricherà il giusto (per carità, non sono medico e il mio è solo il mio personalissimo parere).

    Tieni duro pensando alla tua famiglia! <3

    Mi piace in generale un fisico proporzionato, certamente sono belli i fisici allenati ma già quello della foto è troppo per i miei gusti. Così, parlando di un ideale meramente estetico, secondo me è bello il fisico maschile allenato al punto che i muscoli si vedano ma non troppo. Niente tartarughe e simili insomma.

    Idem. I fisici troppo muscolosi non mi piacciono nè negli uomini nè nelle donne. Ottimo tenersi in forma ma, a un bicipite in bella mostra o un lato b eccessivamente sodo, preferisco un po' di sana e normale "flaccidità".

    Mi piacerebbe tantissimo sapere la vostra opinione e soprattutto vorrei chiedervi: i superfisicati, nel caso non vi piacciano, il motivo è l'estetica del fisico, oppure non vi piacciono perchè li associate al narcisista bambino invasato di se stesso che pratica l'onanismo davanti allo specchio?

    Personalmente non mi piacciono proprio a livello estetico. Quale sia il motivo di tanta cura della propria muscolatura mi interessa relativamente...

    Mi è quindi anche impossibile puntare sui mezzi pubblici per allontanarmi proprio per questo "secondo" problema.. a prescindere dal fatto che guido oppure no, non posso allontanarmi così tanto da casa come farei con un treno, anzi, banalmente sarebbe peggio perchè non avrei "il controllo"

    Certo, non riuscendoti ad allontanare da casa c'è anche questo problema, non l'avevo considerato...

    Per quanto riguarda i mezzi pubblici, capisco anche qui il tuo stato d'animo: non avere il controllo è terrificante. Io vado al lavoro in treno ma sto male anche lì, eppure non devo guidare... ma, appena si chiudono le porte e si parte, mi sento intrappolata (e non posso far fermare il treno o scendere!).

    Uno dei miei problemi è proprio la questione del controllo: con la psicologa ho realizzato che, nel mio caso, il problema non è tanto la questione della guida in sè quanto quella del movimento, dell'andare, del trovarmi di fronte all'improvviso... tutte cose che si manifestano tanto alla guida della macchina quanto su un treno o un aereo. (la differenza è che io mi sento più sicura sul treno perchè, quando sto male, sono certa di non poter nuocere a nessuno)

    Il discorso farmaci si lega ad una base di ipocondria che mi ha portato dopo 10 anni di crisi di panico a ciò che sono oggi, classica paura di prenderli e avere crisi allergiche o cose strane (da bravo ipocondriaco le penso tutte)

    Capisco. Io con i farmaci sono diventata così dal 2019, quando ho avuto una brutta reazione allergica ad un antibiotico (sono un soggetto fortemente allergico): da allora, se devo prendere qualcosa per la prima volta, faccio in modo di non essere in casa da sola (una volta, addirittura, mi trovavo in ospedale per tutt'altri motivi e ho assunto il nuovo farmaco lì, sentendomi in una "botte di ferro" ^^ ).

    Sono ferite che non guariranno mai, lo so... Ora ho una stabilità sul lavoro e sulla famiglia, ma ho sempre un'ombra addosso e mi resta il carattere che mi sono formato da piccolino. In effetti è come se dovessi essere sempre riconosciuto. Alla fine ho 51 anni, ma sono sempre quel bimbo di 6 anni che cerca di farsi notare per avere un abbraccio dal suo papà...

    Non è un problema solo tuo... chi più chi meno credo che tutti ci portiamo dentro/dietro la nostra infanzia. Però tu hai trovato una tua stabilità, ti sei fatto una vita, la famiglia, il lavoro, ecc.: non sei tuo padre e non sei più nemmeno quel bambino che doveva trovare il modo di farsi spazio nel mondo.

    Purtroppo forse quell'abbraccio che vorresti non arriverà mai... E allora perchè non ti abbracci da solo? Perchè non provi a volerti bene tu, a prenderti cura tu di te stesso?

    Ciao e benvenuto!

    Ho pressocchè il tuo stesso problema: i miei attacchi di panico, di cui soffro da vent'anni, si manifestano principalmente alla guida. Ho seguito per anni un persorso di psicoterapia, poi terminato; poco più di un anno fa, a fronte di una forte ricaduta, ne ho iniziato uno nuovo. Prendo un ansiolitico, senza il quale in certi periodi (tipo questo) credo non riuscirei ad uscire di casa (non per crisi depressive, perchè tutto sono fuorchè depressa, ma proprio per i sintomi fisici dell'ansia). Al momento sono quasi due anni che non guido se non per brevissimi tragitti. Sono perfettamente in grado di guidare, non ho mai avuto traumi in macchina e anzi amo guidare, eppure la sola idea di mettermi al volante mi devasta (perchè l'ansia degli attacchi me li alimenta, mi arrivano, mi spavento, sto male, ecc... il classico cane che si morde la coda).

    Il mio percorso di evitamento dall'auto è partito come il tuo dal non guidare in autostrade e superstrade, per poi estendersi ai percorsi senza spazio per un'eventuale sosta; quindi ho iniziato a guidare solo nei paesini, su strade dove mi era possibile fermarmi in caso di malore. Ovviamente, non guidando, ho perso la mia autonomia... quindi inevitabilmente mi sono confinata in casa.

    Avendo un bel po' di esperienza in merito, so che si tratta di fasi: come ne sono uscita in passato, ne uscirò anche stavolta. Ma non ti nego che vivere così è veramente dura (ho la grande fortuna di poter andare al lavoro coi mezzi pubblici ma, a parte il lavoro, esco pochissimo perchè non voglio gravare sugli altri o chiedere favori).


    Posso chiederti come mai temi che i farmaci possano farti star peggio? Ti sono mai stati prescritti/consigliati?

    Io credo che da soli servano a ben poco (alleviano i sintomi e basta) ma, se associati alla psicoterapia (che indaga le cause), possono migliorare decisamente la qualità della vita. Non ti dico che risolvono il problema perchè sono l'esempio vivente che così non è, ma potrebbero permetterti di superare scogli che al momento ti risultano insormontabili (se ti consentissero piano piano di uscire di casa e riprendere a viaggiare - magari inizalmente non in macchina ma in treno - potresti ad esempio portare in giro tua figlia).

    Più eviti le situazioni che ti creano disagio, più le eviterai... è piuttosto automatico e normale. Capisco la reticenza ad assumere farmaci, ma se fossero l'unica possibilità per uscire da questa situazione? Non è detto si debbano prendere per sempre. Li escludi a priori o hai avuto esperienze negative passate?


    So bene cosa significhi trovarsi da un giorno all'altro a non riuscire ad uscire di casa (con tutto ciò che ne consegue), per cui spero che le mie parole possano esserti di un qualche aiuto o anche solo farti compagnia per qualche minuto!

    Vedi le facce deluse di chi ti sta attorno... Sono realmente deluse o sei tu che le percepisci tali? C'è qualche possibilità che tu ti sia fossilizzato sull'idea che gli altri abbiano delle aspettative nei tuoi confronti, quando in realtà per loro si tratta solo di abitudine? (sono abituati a vederti bere, per cui ad un tuo no semplicemente si straniscono ma in realtà senza giudicarti)


    Mi sembri piuttosto consapevole del fatto che i tuoi timori sono dettati principalmente dalle tue insicurezze, dalla paura di non essere accettato dal gruppo. Sono timori radicati nel tempo? È successo qualcosa di particolare che li ha scatenati?

    Sarebbe per te tanto tragico dire di no portando scuse più o meno credibili (che so, "causa reflusso per un po' devo limitare l'alcool")? Si tratta di persone che pensi potrebbero capire o sei convinto ti escluderebbero dal gruppo solo perchè non ti va di bere?


    Ho paura che, non riuscendo tu a sottrarti ad una sorta di prassi, possa finire per compromettere la tua salute con l'unico scopo di non deludere quelle che tu senti essere le aspettative altrui nei tuoi confronti.

    Gli attacchi di panico non sono per niente piacevoli: sei disposto a viverli "solo" per compiacere gli altri? Non sarebbe meglio indagare le cause che alimentano le tue insicurezze e lavorare su quelle? (magari già l'hai fatto o lo stai facendo, non so, ma io partirei da lì...)