Ciao e benvenuto!
Ho pressocchè il tuo stesso problema: i miei attacchi di panico, di cui soffro da vent'anni, si manifestano principalmente alla guida. Ho seguito per anni un persorso di psicoterapia, poi terminato; poco più di un anno fa, a fronte di una forte ricaduta, ne ho iniziato uno nuovo. Prendo un ansiolitico, senza il quale in certi periodi (tipo questo) credo non riuscirei ad uscire di casa (non per crisi depressive, perchè tutto sono fuorchè depressa, ma proprio per i sintomi fisici dell'ansia). Al momento sono quasi due anni che non guido se non per brevissimi tragitti. Sono perfettamente in grado di guidare, non ho mai avuto traumi in macchina e anzi amo guidare, eppure la sola idea di mettermi al volante mi devasta (perchè l'ansia degli attacchi me li alimenta, mi arrivano, mi spavento, sto male, ecc... il classico cane che si morde la coda).
Il mio percorso di evitamento dall'auto è partito come il tuo dal non guidare in autostrade e superstrade, per poi estendersi ai percorsi senza spazio per un'eventuale sosta; quindi ho iniziato a guidare solo nei paesini, su strade dove mi era possibile fermarmi in caso di malore. Ovviamente, non guidando, ho perso la mia autonomia... quindi inevitabilmente mi sono confinata in casa.
Avendo un bel po' di esperienza in merito, so che si tratta di fasi: come ne sono uscita in passato, ne uscirò anche stavolta. Ma non ti nego che vivere così è veramente dura (ho la grande fortuna di poter andare al lavoro coi mezzi pubblici ma, a parte il lavoro, esco pochissimo perchè non voglio gravare sugli altri o chiedere favori).
Posso chiederti come mai temi che i farmaci possano farti star peggio? Ti sono mai stati prescritti/consigliati?
Io credo che da soli servano a ben poco (alleviano i sintomi e basta) ma, se associati alla psicoterapia (che indaga le cause), possono migliorare decisamente la qualità della vita. Non ti dico che risolvono il problema perchè sono l'esempio vivente che così non è, ma potrebbero permetterti di superare scogli che al momento ti risultano insormontabili (se ti consentissero piano piano di uscire di casa e riprendere a viaggiare - magari inizalmente non in macchina ma in treno - potresti ad esempio portare in giro tua figlia).
Più eviti le situazioni che ti creano disagio, più le eviterai... è piuttosto automatico e normale. Capisco la reticenza ad assumere farmaci, ma se fossero l'unica possibilità per uscire da questa situazione? Non è detto si debbano prendere per sempre. Li escludi a priori o hai avuto esperienze negative passate?
So bene cosa significhi trovarsi da un giorno all'altro a non riuscire ad uscire di casa (con tutto ciò che ne consegue), per cui spero che le mie parole possano esserti di un qualche aiuto o anche solo farti compagnia per qualche minuto!