Messaggi di MissPanico3

    Soprattutto quando pensavi di aver intrapreso la strada giusta e di aver visto la luce in fondo al tunnel, e invece... State bene tutti.

    Capisco bene cosa intendi. È forse la sensazione peggiore: esserci già passato, sapere cosa ti aspetta, metterci tutto l'impegno del mondo e ricaderci comunque.

    Per anni ho vissuto le ricadute come fallimenti veri e propri: non mi davo pace, pensavo di dover ricominciare tutto da capo, sentivo di aver letteralmente buttato via tempo/energie/soldi... Adesso, invece, riesco a viverle per quelle che sono in realtà: battute d'arresto, cambi di rotta. "Semplici" ricadute, che possono succedere a tutti e che non vanno ad azzerare tutto il lavoro fatto in precedenza.

    Fa male lo stesso, ma pensarla così mi aiuta a prendere più consapevolezza del fatto che ne uscirò come ne sono già uscita, che in fondo al tunnel una luce c'è. È devastante, sfiancante, frustrante... ma che alternativa c'è? Ne usciremo, credimi! Più stai male, più significa che il tuo corpo si sta "ribellando" alla tua mente: stai lavorando su te stesso... non è cosa da poco, devi avere pazienza e sopportarti. (non c'è compagnia peggiore di noi stessi quando stiamo così, ma alla fine ognuno ha principalmente se stesso, no? ;) ) Tieni duro ancora un po'! <3

    Tu, MissPanico3, se posso chiedere, stai seguendo una terapia farmacologica o un percorso dallo psicologo?

    Da un anno circa ho ripreso la psicoterapia (con non poche difficoltà perchè ho dovuto cambiare terapeuta - avevo già fatto un lungo percorso con un'altra persona, che però ha smesso la libera professione). Sto prendendo l'ansiolitico, ma nelle ultime settimane sono nettamente peggiorata... quindi domani ho una visita con la psichiatra per capire se è il caso di cambiare la terapia (cosa che in realtà avrei dovuto fare un anno fa, ma ero talmente concentrata sul lavoro con la psicologa che stupidamente ho sottovalutato la questione farmaci).

    Ma che voi sappiate, se prendo malattia per depressione, la società viene a saperlo o per la privacy il motivo della malattia rimane all'INPS?

    Che io sappia le patologie sono protette da privacy, tanto che una volta i medici di base redigevano due certificati: quello completo di patologie per il lavoratore e quello senza per il datore di lavoro. Però tu sei dipendente pubblico, giusto? Magari lì cambia, non saprei...

    Ho pensato ad aggregarmi a quei gruppi di vacanza in solitario, ma mi sembra una fregatura, oltre che essendo una persona parecchio chiusa e poco socievole probabilmente mi sentirei a disagio tutto il tempo.

    Non è detto sia una fregatura! Mia sorella, per esempio, è già andata via da sola due volte con Viaggi e Avventure nel Mondo (e lo farà per la terza volta quest'estate) e si è trovata bene nonostante anche lei sia piuttosto introversa. La prima volta ha trovato un bel gruppo in cui si è trovata subito bene e con cui è rimasta in contatto anche dopo; la seconda volta, invece, il gruppo non le è piaciuto ma si è fatta la sua vacanza organizzata e goduta comunque il viaggio.

    Anche a me piacerebbe provare quest'esperienza, solo che vorrei iniziare con pochi giorni e non con una vacanza "corposa"... chi sa se prima o poi troverò il coraggio!

    Se tu senti forte questa necessità (più che legittima) di partire e cambiare aria, le possibilità di farlo ci sono: devi capire cosa per te è più importante, se il giudizio altrui o la vacanza, se il rischio di non inserirti in un gruppo o la vacanza. Un compromesso potrebbe essere quello di non fare appunto una vacanza "lunga", se l'idea di spaventa troppo, ma magari iniziare con un week-end (sia che tu parta solo o ti aggreghi a qualche gruppo) e vedere come va (non so tu, ma io a volte ho bisogno di "spezzare" le cose per alleggerirle... del tipo una settimana di vacanza non ce la posso fare ma due week-end separati sì).

    Non è semplice! Sul lavoro il mio istinto mi dice di buttarmi, ma non posso nel caso tornare indietro e non vorrei trovarmi disperata a sognare questo tranquillo tran tran. Sullo sport, ho bisogno di una scelta che soddisfi me, e i mie bambini che seguono dei corsi, e vorrei dargli stabilità anche a loro.

    Sono decisioni che devi prendere entrambe adesso, contemporaneamente? Perché mi rendo conto che, dovendo gestire due bambini piccoli, un lavoro, una famiglia (tua suocera come sta?) e i tuoi spazi, anche solo una scelta costerebbe parecchio... figuriamoci due! L'eventuale cambio lavoro, soprattutto, avrebbe un peso non da poco (capisco il tuo desiderio di stimoli nuovi, ma tu stessa sei consapevole di quanto sei fortunata ora con orari flessibili e smartworking).

    O ti butti e come va va, o ponderi ancor più di quanto già fai ogni minima variabile; in entrambi i casi, però, il rischio che ti possa pentire c'è comunque. Come sei messa a rimorsi/rimpianti? :grinning_face_with_smiling_eyes:

    Anch'io le chiederei una conferma veloce, giusto per non presentarti all'incontro inutilmente. Il rischio che si sia dimenticata c'è, ma trovo sia peggio che tu trascorra la giornata pensando di vedervi quando invece non sarà così o col dubbio fino all'ipotetico orario.

    Che tipo di persona è? È una che può dimenticarsi queste cose o è affidabile e precisa? Trovi insolito che in due settimane non si sia più fatta sentire o, conoscendola, la cosa non ti sorprende più di tanto?

    leggendo l'ultimo fatto di cronaca dell'aereo della Singapore Airlines mi si è gelato il sangue ... 1 morto e molti feriti per i traumi subiti dal violento e improvviso precipitare dell'aereo (si parla di 2mila metri in pochi minuti). Il tutto a causa di una fortissima e improvvisa turbolenza avvenuta in una sacca d'aria limpida, quindi difficile da prevedere e non visibile dai radar; ho letto che queste turbolenze sono causate dai cambiamenti climatici e saranno sempre più frequenti negli anni a venire, con conseguenze disastrose... insomma, ottimo!

    Non ci crederai ma ti ho pensata!! (e mi si è raggirato il sangue quanto te).

    come sappiamo la depressione si presenta sempre dopo il primo attacco di panico

    Mhm... non mi ci ritrovo. Non sono medico e ammetto di non sapere con precisione cosa (clinicamente) si intenda per depressione, ma a me non è mai stata diagnosticata alcuna depressione e io tutto mi sento fuorché depressa nonostante soffra di attacchi di panico intensi (da ignorante in materia, se penso a una persona depressa penso a una persona apatica, triste, spenta... esattamente l'opposto della persona ansiosa, che è iperattiva, eccessivamente "accesa").

    Comunque ti ringrazio tanto per la risposta! Forse, come dici tu, le due patologie sono comunque connesse al di là di come si manifestano in ognuno (immagino ci siamo dei sintomi chiari, comuni per tutti, e altri più soggettivi...).

    Per quanto riguarda la mia esperienza posso dirti che mi è stato sempre detto dai diversi psichiatri consultati, che su sporadici attacchi di panico/ansia può bastare l’ansiolitico al bisogno, ma quando si hanno attacchi frequenti, giornalieri, che condizionano la vita in maniera importante, bisogna curarsi con l’antidepressivo e l’ansiolitico (nella fase iniziale) che in associazione possono dare effetti migliori nel tempo.

    Ti ringrazio! Effettivamente questa motivazione sembra avere un senso... La interpreto in questo modo: la patologia primaria è l'ansia, ma una persona perennemente ansiosa (attacchi di panico, attacchi d'ansia e via dicendo) probabilmente non è una persona "trallalero-trallallà"; di conseguenza si sviluppa una sorta di patologia secondaria (depressione) dovuta alla pessima qualità di vita di chi soffre di ansia generalizzata.

    Dici che il mio ragionamento sta in piedi?

    e anziché godere di questa fortuna che non tutti hanno, sono sopraffatta da questo malessere che mi impedisce di vivere.

    Mi spiace tanto perchè ti capisco alla perfezione.

    Purtroppo, quando siamo in preda all'ansia, non siamo prettamente lucidi e riuscire a godere del positivo diventa un'impresa davvero ardua... eppure, razionalmente, sappiamo di essere fortunati e che non è tutto nero.

    eliminate il caffè - anche quella minima dose di caffeina in questi momenti può far male - io ho tolto completamente di mezzo caffeina, alcool, sigarette.

    Io non bevo un caffè dal primo attacco di panico del 2003! Mi agita anche solo il cioccolato fondente. ^^ Non bevo (se non occasionalmente e mai quando sono in preda all'ansia) e non fumo.


    Vi ripropongo un quesito che risale a qualche pagina fa: sapete come mai, per disturbi d'ansia, a volte viene prescritto solo l'ansiolitico mentre altre ansiolitico + antidepressivo?