Messaggi di Iridella

    Carissima, a 38 anni il mio compagno ha iniziato a parlare del desiderio di avere un figlio. Ci eravamo messi insieme pochi anni prima dicendoci che non era necessario, non avevamo preclusioni. Non mi sono mai commossa né entusiasmata davanti a un neonato. Ho provato a diventare mamma con naturalezza, come una qualsiasi altra tappa della vita, ma questo mi è scattato dopo aver visto il film I.A. Intelligenza Artificiale: mi ha commossa il robot umano che aveva nostalgia e amore per la mamma del suo fratellastro umano. A volte basta un niente per aprirti il cuore e farti prendere la direzione.

    Io però avevo anche scontentezze riguardo il mio convivente e il mio istinto continuava a dirmi bene, età a parte, sarebbe perfetto volere un figlio se si sente amore vero, comunicazione e intimità vera col partner, altrimenti manca una parte importante e a me è mancata, ma non ne ero consapevole, era solo l'istinto, purtroppo la ragione mi spingeva a restare con questo essere, ora ex. Se stai bene col tuo uomo, stai un po' senza fare l'amore, rilassati, vivi e poi vedrai che arriva la magia di quella cellulina che sarà sempre tutta la tua vita e ne vorrai altri 6. Io non ho mai avuto paura, ma mi sono sentita molto inadeguata i primi tempi, mio figlio per esempio non smetteva di piangere se lo prendevo in braccio, anzi voleva sempre la tetta, non si calmava, forse anche perché io non ero calma, ma ero influenzata da lui. Le mie amiche erano bravissime, tutte con figli da manuale, ma io ho avuto lui, che non è mai stato un neonato inerme, mai. Lui è la cosa più bella del mondo! Ma nessuno è obbligato a diventare genitore e gli altri se ne dovrebbero stare muti e rispettosi.

    Solitamente il rimedio di base è onanismo anche un paio di volte prima del rapporto, così duri maggiormente. L'altra opzione è un preservativo adatto, però avrai letto che è utile allenarsi a fermarsi e riprendere (stop & go) e, avendo un buon rapporto con tua moglie, potete provarci serenamente.

    Aggiungo due cose: è meraviglioso che tu desideri fare qualcosa in merito, per cui sicuramente consulta un andrologo e/o un sessuologo. Circa un terzo dei maschi ha avuto questo tipo di problema e parecchi, quando lo hanno risolto, hanno imparato a durare a piacere e a stare davvero bene. Mi dispiace che lei si vergogni ad andare e non capisco assolutamente perché, ma tu puoi risolvere da solo se vuoi.

    Seconda cosa, io vengo facilmente se sto sopra e non è per niente per dominare (forse intendi che detta lei il movimento? Io lo facevo anche da sotto a volte quindi non c'entra), semplicemente è più facile raggiungere l'orgasmo e sentire meglio e poi il maschio ha le mani libere e non mi schiaccia.

    Ti ringrazio: mi hai dato un'idea nuova. È infatti molto motivato e ha una memoria impressionante per molte nozioni non scolastiche per cui, se qualcosa non deve studiarlo, solitamente lo impara molto meglio. Io stessa ho sempre vissuto con fatica la noia dovuta ai programmi e ai metodi scolastici e spesso vivevo il divario fra il mio cervello che capiva all'istante e quello di altri che parevano addormentati, ma davo fastidio se alzavo spesso la mano. Pure lui è un alzatore seriale, a me avevano stroncato e fatto passare la voglia, con lui le prof hanno più delicatezza e si dispiacciono di non potergli fare lezioni singole e non poter esaudire ogni curiosità, però l'anno scorso gli avevano calato il voto in condotta perché ai compagni infastidivano i suoi continui interventi per cui gli abbiamo consigliato di ridurre, anche perché sono gli insegnanti che sanno come svolgere la lezione e lui deve seguire il loro filo e aspettare se, durante la spiegazione, arriva una delle sue risposte. Tende ad essere irrefrenabile e a concentrarsi nelle proprie curiosità, perdendo poi le parti fondamentali così come fa con le trame.

    No, non è dsa, è più un superdotato (non emergente più di tanto però :face_with_tears_of_joy:) con apparenze Asperger in alcuni ambiti, un sentire neurotipico, ma esteriorizzazioni da Asperger ne ha. Non migliora ascoltando e neppure se gli spiego io in vari modi. Quello che ho notato più efficace è uno schema scritto in cui gli metto i personaggi e i passaggi principali. Ho scritto perché cercavo un metodo più semplice per educarlo a seguire meglio.

    Ha difficoltà a ricordare i volti e i nomi delle persone?

    Ricorda praticamente tutto quello che uno dice anche a distanza di tempo e fa collegamenti impressionanti, ma a volte non ricorda chi sono le persone con cui non ha avuto dialoghi. Nei film e nei libri non ricorda neppure il protagonista, poi se lo richiamo all'attenzione, metà delle volte risponde bene. È come se i personaggi non fossero un punto importante della storia. Se deve fare il resoconto di un episodio accaduto a scuola, lo racconta perfettamente. Se deve raccontare una trama o un pezzo dell'Odissea per esempio. fatica moltissimo, gli sfuggono il senso, i personaggi, le motivazioni, però se gli chiedo l'analisi psicologica, si riaccende e sa rispondere.

    Giangi80 se ho capito bene stavi rispondendo a me, ma io ho lasciato l'uomo che descrivevo, però ho impiegato troppi anni perché mi sono illusa troppo a lungo di poter trovare il modo per fargli agire quello che raccontava e pareva normale a me. Condivido moltissimo quello che hai scritto. Quando ho affrontato il mio malessere da sola, la psicologa al primo incontro mi ha chiesto se ricordavo quando lui mi aveva fatta felice ... ora una volta la ricordo: quando è uscito di casa! Da quell'incontro ho capito che era anche il carattere il grosso problema: un uomo che disprezzava tutti, faceva il Calimero, ma si riteneva superiore veramente, era antisociale per cui non accettava consigli da nessuno e di nessun tipo, tragico e negativo, ammorbava l'aria e potrei proseguire, ma quando ci sei dentro, speri sempre nel miracolo.

    Un mio grande amico invece ha scelto di provare e ririprovare con la sua compagna, pur avendo capito che il sesso non è cosa anche ora che lei lo cerca, le ha detto lui che non è interessato a causa di quanto sono distanti da quel lato (credo lei sia una stellamarina perché lui donne contente ne aveva avute) e continua a restare e ad aggiustare man mano il quotidiano che lo irrita e a dedicarsi ai suoi impegni di volontariato, oltre che ai due interessi che hanno in comune e che sono l'unica parte in cui vanno da sempre benino, non essendoci neppure ironia o cultura a legarli, ma stare nella propria comfort zone e non lasciare un partner che ti ha sopportano molti anni, che ti vuole bene, cui sei affezionato e che ti lascia spazi, spesso è determinante. Io avevo un figlio e comunque lasciarsi dà la sensazione di aver buttato via tutti gli anni passati insieme, invece restando sembra di no e ci si illude di trovare la sintonia che ripaga il tempo investito. Io sono fiera di essermi decisa, ho appena smesso di rimpiangere di non averlo fatto prima. Spero davvero di conoscere un uomo sano e degno di essere amato anche con passione.

    Mi sono trovata a vivere un sentire simile al tuo in certi aspetti e temo che non lo stai continuando a frequentare per motivi che possano essere positivi né per te né per lui. Un misto di attaccamento e di pietà uniti a quello che solitamente ha incatenato tutti noi a storie che sapevamo sentimentalmente (intendo come Amore) finite. Sentirai dispiacere, solitudine, pena ecc., ma starai meglio e tornerai a respirare davvero solo se lascerai andare: farai bene a te, a lui e ai vostri futuri partner. Anch'io fatico sempre moltissimo in questi casi, oltre al fatto che vedo bene un'amicizia in un caso così, ma credo che vi farebbe (soprattutto ti farebbe) soffrire. La vita ti chiama e hai il diritto e il dovere di godertela. Se fosse destino che in futuro vi ritrovate, succederà, ma credo che sia tempo di andare oltre e pure lui troverà il suo modo per essere felice. Non percepisco amore, per quale motivo incancrenirvi in questa relazione in nome del passato, non avete neppure figli e una bella sessualità è fondamentale in un rapporto sano: è giusto crederci e non accontentarsi.

    Una domanda: proviene da una famiglia molto religiosa?

    Totalmente non religiosa, anche se avevano provato a fargli fare catechismo e i sacramenti, poi hanno accettato il suo rifiuto. Bestemmiare era motivo di vanto anche se non lo faceva davanti a me. Ho tentato tutto, invano. Alle mie provocazioni reagiva con somma indifferenza e, in certi periodi degli ultimi anni, con repulsione. Mi accusava di assillarlo anche dopo anni che non gli chiedevo nulla di fisico. Credo sia non empatico, abbia problemi fisici specifici che non ha affrontato (difficoltà di erezione, rifiuto di sentire se poteva usare la pillola e indisponibilità a soddisfarmi in altri modi quando non riusciva con la penetrazione, nel senso che non ci pensava mai neppure come pratica alternativa, quando per un periodo si è degnato di farlo era orribile perché lo viveva come un compito e non un atto di amore e comunicazione). Non lo auguro a nessuna.