Messaggi di laformadelvuoto

    Che gli Asperger abbiano una spiccata intelligenza rispetto all'autistico medio e che fossero portati per materie scientifiche {quindi razionalità-logica} è uno stereotipo che si è diffuso a partire dalle evidenze trovate da Hans Asperger che chiamava quei bambini "i miei piccoli professori".

    Come al solito occorre fare attenzione a non trasformare una tra le varie evidenze nell'unica regola generale rappresentativa del fenomeno che sminuisce o nega ciò che si discosta da essa.


    Rain man è stato il film che ha diffuso a livello di massa lo stereotipo dell'autistico con "super poteri", in realtà il modello utilizzato per il film si basava su due {o tre ora non ricordo precisamente} persone realmente esistenti.


    Per rientrare nello spettro non basta essere intelligente e/o introverso, timido, occorrono altre caratteristiche.

    Conosco personalmente un signore che ha scoperto di essere Asperger alla tenera età di 72 anni.

    Naturalmente non gli ha cambiato la vita, era più la curiosità/necessità di trovare delle risposte/ragioni non certo la sofferenza di una vita irrisolta; però gli ha fatto piacere scoprirlo e confrontarsi con persone che potevano essere i suoi nipoti.


    E stiamo parlando di un medico che lavorava al Consiglio Nazionale delle Ricerche, eppure non lo aveva mai neppure sospettato.

    Lagggente che è nata in condizioni economiche agiate e ha continuato così per tutta la vita la riconosci subito:


    sono quelli che vogliono spiegarti quanto i soldi non contino, ed è esattamente così per chi non ne ha mai sentito la mancanza e non ha mai raggiunto una certa consapevolezza.


    Quando avevo 11 anni ci hanno sfrattato, nemmeno una casa in affitto in una squallida periferia sembrava fosse nelle nostre possibilità.

    Se non siamo finiti in mezzo ad una strada, mia madre ed io, è solo perché ero minorenne e non avevamo un altro posto dove andare e l'avvocato ha bloccato l'esecuzione dello sfratto.

    Apparentemente semplice quanto profondamente doloroso.

    E questo pensiero riguarda prima di tutto te stessa, sono la tua profondità e il tuo dolore ad essere entrati in connessione con le parole che ho scritto e quindi con una parte di me. Ecco perché ti sei fermata a riflettere su di essi.


    Ognuno vede e trova all'esterno una parte di se stesso, dei propri pensieri, una connessione con la propria dimensione interiore ed in base a questo rapporto ci approcciamo ad un testo scritto, ad un'altra persona, ad un'opera d'arte, un paesaggio naturale etc etc...e così giungiamo alle nostre conclusioni.

    Volevo lasciarveli qui, affamati, mezzi ammazzati dal gelo delle estreme periferie galattiche.


    Viviamo basandoci su forme apparenti.

    Esteriori e interiori.

    La nostra vista è breve e confusa.

    Possediamo un corpo breve e confuso, e di conseguenza sentiamo la necessità di vedere e toccare e possedere.

    E tutto ciò che non possiamo vedere e toccare e possedere, svanisce.

    Non esiste.

    Compresa la nostra interiorità.


    L'interiorità si sente sola.

    Dimenticata al buio.

    Dove si formano buchi neri che risucchiano qualsiasi oggetto che vogliamo vedere e toccare e possedere.

    Minerale, vegetale, animale, umano.

    Nulla basta perché le nostre mani a lungo possono trattenere solo il nulla.

    Nulla basta perché un buco nero risucchia qualsiasi cosa.

    Compresa la nostra interiorità.


    La solitudine non esiste quando sei fisicamente solo ma quando ti senti tale.

    Quando qualcosa ti separa.

    La solitudine non è fisica ma noi vediamo solo quella.

    La solitudine è mancanza di collegamento tra interno ed esterno, tra individuo ed esistenza, e diventa esistenziale.

    Ecco perché puoi sentirti solo in mezzo ad un gruppo di persone o vicino a qualcuno che conosci.

    Quando succede è terribile.


    L'Amore nutre un essere vivente per il solo fatto di esistere.

    L'Amore è privo di possesso e di conseguenza privo di un oggetto esclusivo.

    L'Amore non rende oggetti, non esclude, non si aspetta qualcosa in cambio e trova in se stesso la propria ragione.


    E se queste parole fossero acqua e casa per il corpo, allora si potrebbe camminare e vivere ovunque.

    Sotto la finestra della persona che ha ucciso il tuo egoismo con uno sguardo.

    In un deserto, per accudire un fiore sotto i petali del quale vive e si riposa all'ombra una formica.

    In una biblioteca ascendente le nuvole.

    Insieme ad un violinista di strada nel cuore dell'inverno russo.