Messaggi di 17 TIR

    È onanismo musicale, certamente. Non superare le dosi consigliate.

    Può dare effetti indesiderati. Maneggiare con cura, ma ogni tanto ci sta.


    ma non puoi evitare il mondo intero, e il mondo intero e' neurotipico

    Hai quasi ragione.

    Il mondo intero non lo puoi evitare perché anche il "diverso" è animale sociale e necessita di contatto umano.

    Il completo solipsismo non è compatibile con la sopravvivenza, e l'eremita finisce ad andare completamente fuori di testa tranne forse qualche evolutissimo iniziato.

    Però può imparare a conoscere i propri nervi scoperti e diventare molto selettivo nei contatti con il mondo.

    Potrebbe essere considerato per questo uno snob ma è una percezione distorta, un equivoco.

    E potrebbe sviluppare gradualmente per tentativi ed errori un forte intuito autoprotettivo nello scegliere con quali "parti di mondo" venire a contatto e quali scartare perché già sa a priori che sarebbe fortemente a disagio e potrebbe reagire male o fare troppa inutile fatica a reprimersi "per quieto vivere" in presenza di determinati inputs.

    In questo modo si adatta ai propri demoni/traumi ed insieme anche al mondo.

    È chiaro che deve riuscire a sviluppare una forte indipendenza intellettuale ed emotiva.

    Cracco non è per lui, lo sa, lo accetta, evita di frequentarlo non si deprime se viene considerato "sfigato", non festeggia cspodanni o è estremamente selettivo nel decidere con chi è dove festeggiarlo, diventa quasi immune dall'altrui giudizio, non pianifica attentati ai ristoranti cracchiani o alle feste capodannesche.

    Come ho già provato a spiegare, ha delle vulnerabilità e deve stare più accorto della media per non cadere in continui conflitti che alla fine lo sfinirebbero e lo porterebbero nelle paludi mortifere della depressione.

    Può vivere benissimo, anche meglio dei neurotipici se impara a stare sempre in campana distraendosi il meno possibile.

    Inizialmente farà fatica, ma poi l'attenzione costante sarà quasi un automatismo, quasi un istinto naturale.


    Linko quanto sopra con un'altra riflessione/domanda dagli sviluppi potenzialmente interessanti.

    È plausibile ipotizzare che l'"attitudine complottista" sia favorita dalla "diversità" e più specificamente da quella aspie/autistica?

    Personalmente sospetto che ci sia una forte correlazione.

    Attenzione: cerchiamo di non mischiare i termini.

    "Più realistico" non significa "più adatto alla vita nella società" e non significa nemmeno "più opportuno

    Uno dei temi centrali della filosofia del linguaggio riguarda il problema dell'approssimazione del linguaggio articolato: essendo quest'ultimo simbolico non coincide MAI con il dato/fatto/oggetto/pensiero/istinto etc etc ma ne è rappresentazione simbolica approssimata per difetto.

    Utile, necessaria all'interazione intersoggettiva, ma sempre con dei limiti ontologici intrinseci.

    Come se non bastasse, una parola che non si riferisce ad un oggetto (in questo contesto anche un animale od un umano è definibile oggetto, CVD) tangibile precisamente definito (un bicchiere, un aereo, un albero, un cammello) ha quasi sempre più significati, dunque l'approssimazione aumenta.

    Realtà/realistico sono termini talmente vasti ed interpretati in talmente tanti modi nella storia del pensiero filosofico che si perdono nella pura astrazione se non vengono contestualizzati di volta in volta.

    Contestualizzando: possono significare adattamento ed opportunità, Sì.

    Lo affermo sulla base di un pensiero sillogistico contestualizzato: se la vita, il vivente vuole sopravvivere (natura, istinto) è assolutamente realistico che cerchi le migliori opportunità disponibili/possibili per farlo e che cerchi di adattarsi all'ambiente.


    A parte queste riflessioni Ot concordo sul resto del post.

    Il "diverso non-martire" declina con una scusa credibile (strategia di adattamento mondano) l'invito da Cracco, va dall'Egiziano, con 7,5 € mangia la pizza più full optionals che c'è ed è felice

    Oppure upgradare la strategia da "basic" a "premium", ovvero:


    Tentare di intortarsi Proxima Centauri ...**


    ... 8) ...


    ** Per capirla è necessario aver bazzicato il thread gastronomico.

    Non è solo la sua realtà: al netto di personalismi e filtri che può avere anche un asperger (di solito sono enfatizzazioni di alcuni aspetti e soppressioni di altri): la realtà che vede un asperger di solito è più realistica di quella che vede un neurotipico

    Trascurando opportunamente la questione di pura astrazione metafisica riassumibile nella domanda "che cosa è reale?" che sarebbe pesantemente Ot e pressoché infinita: fino a qui tutto bene.

    Nella versione neurotipica dell'interpretazione della realtà sono presenti innumerevoli fattori di natura culturale e convenzionale; compresi i famosi bias cognitivi, ovvero quelle scorciatoie pregiudiziali che semplificano l'elaborazione delle convenzioni sociali e di fatti comuni della vita, ma che comportano un enorme errore sistematico.

    È verissimo, ma bisogna andare oltre e fare un ragionamento concreto e finalistico.

    La psiche umana è plastica ed adattiva (plasticità che tendenzialmente cala con l'avanzare dell'età ma ora non è importante).

    Il "diverso" non fa eccezione, ma tendenzialmente si adatta ai suoi traumi che sono reali e generalmente questo implica proporzione inversa relativamente alle aspettative sociali: mentre mi adatto ai miei traumi alla ricerca di un individuale equilibrio psichico (e lo devo fare perché costretto per non dis-integrare la mia identità) mi disadatto alle istanze mondane che sono prevalentemente neurotipiche.

    Questo comportamento è potenzialmente pericoloso in quanto (auto)lesionista.

    Detta diversamente: il mondo è sbagliato, ingiusto, irrazionale, pieno di bias.

    Ma è molto più grosso di me ed i rapporti di forza sono totalmente squilibrati.

    Devo adattarmi, altrimenti soccombo, divento un martire, certamente purissimo e bellissimo, ma è la pura bellezza di un cadavere.

    Il martire non fa compromessi, piuttosto si lascia ammazzare, non si adatta, non abiura.

    Un martire della fede è certamente "diverso" e molto probabilmente è a pieno titolo nello spettro.

    È un esempio estremo, ma credo che l'attitudine a minori martirii sia tipica degli AS/autistici.

    Per questo ho introdotto l'argomento "propensione al compromesso", a me pare molto importante in questa discussione.

    Detto questo, concretezza finalistica proiettata alla sopravvivenza ed al benessere individuale e non al martirio significa diventare abili nel trovare ed applicare nel quotidiano strategie di adattamento ad un mondo imperfetto e contemporaneamente ai propri traumi.

    In pratica il "diverso" non si può permettere distrazioni, fa più fatica della media a relazionarsi al mondo, cammina sempre su un crinale scivoloso con precipizio a Dx e Sx, si deve proteggere e procedere con imbragatura, caschetto, cordino di sicurezza e piccozza in mano.

    Con il tempo si impara e ci si abitua.

    Poi, come detto ci sono benefits, telefono, auto aziendale con manutenzione inclusa etc etc, certamente.


    LA PIZZA DI CRACCO


    Prendo in prestito il tuo esempio: il "diverso martire" va da Cracco, assaggia la pizza, fa schifo, costa 40 € (la marinara eh, non quella con gli optionals). Si inc∙∙∙a perché quella dell'egiziano sotto casa costa 3,50 € ed è buonissima.

    La tira contro il muro, spacca la bottiglia di vino da 300 €, si ferisce, sanguina ma non sente nulla perché è in botta adrenalinica, con la mezza bottiglia rotta come arma impropria prende in ostaggio un cliente, sale su un tavolo, sbraita che se Cracco non si presenta per conferire con lui entro 15 minuti lo sgozza etc etc.

    Questo è un "diverso" che si sta adattando ai suoi traumi, non al mondo (sbagliato).

    Se non elabora strategie adattive mondane finisce malissimo, ma è stato coerente con se stesso, bello, puro, ma quasi morto.


    Il "diverso non-martire" declina con una scusa credibile (strategia di adattamento mondano) l'invito da Cracco, va dall'Egiziano, con 7,5 € mangia la pizza più full optionals che c'è ed è felice.

    Ha preso le misure con se stesso, con il mondo.

    È bello anche lui, e soprattutto vivo.


    ...strategie...

    si tratta di essere diversi

    Penso che diverso non avrà dubbi in merito ;)

    Non esiste una cura,

    Torno subito serio: se esistesse sarebbe criminale oltre che assurda, come criminale ed assurda sarebbe la pretesa di "curare" una semplice modalità di stare nel mondo e di relazionarcisi.

    Storicamente questo purtroppo è accaduto frequentemente.

    La diversità è un dato di fatto, come ieri pioveva ed oggi c'è sole.

    Se, SE! crea importanti malesseri al "diverso" o ad altri bisogna proporre e modulare ad personam gli strumenti cui fran ha accennato ed andare per tentativi scientificamente ed/od (Cit.^^) empiricamente fondati senza nulla escludere, dato che diverse sono le tipologie dei "diversi"...

    Credo che il primo gradino da salire sia il far accettare serenamente all'individuo i dati di fatto e che questi non rappresentano necessariamente qualcosa di terribile, anzi, se accettati ed adeguatamente elaborati possono essere una preziosa risorsa.

    Questo primo step può essere il più difficile da superare, in quanto quasi sempre il "diverso" ha una seria storia di importanti traumi e sofferenze alle spalle, dunque avrà una percezione molto distorta del mondo e tenderà a difenderla ad oltranza, perché è la sua realtà.

    In un certo senso è un processo di liberazione e di profonda identificazione del Sè, che è certamente determinato dall'esperienza indelebile (traumi) ma che è a livello profondo anche "altro" che l'esperienza ha sovrascritto, ma senza cancellare.

    Superato questo primo difficilissimo ostacolo, può iniziare un processo di progressivo adattamento che dovrebbe avere carattere eminentemente concreto pratico e funzionale e ben poco teorico.

    Tutto questo non è da tutti, servono competenze molto specialistiche da aggiungere a skills innate e non apprendibili/trasmissibili accademicamente.

    È probabile che queste ultime siano proprie di "terapeuti" che hanno vissuto la diversità per esperienza diretta.

    Poi non e' detto che non parli, magari parla solo quando gli interessa farlo, e non gli interessa farlo con te.

    È come ho scritto, fidati.

    Se gli interessano i trattori ne avra' uno anche lui.

    No, mai avuto uno, è per questo che forse sono diventato aspie/bipo/autistico.

    Perché non ho mai potuto essere autista di trattori a pedali.

    Finalmente ho ricevuto l'illuminazione!!!

    :saint: :S E posso uscire dal thread :D

    Non ne so nulla,

    A pensarci bene qualcosa da dire ce l'ho anche io:

    Nulla di teorico, la mia formazione comprendeva solo qualche incursione nella psicologia pura, più che altro erano materie solo tangenti.

    Neurologia zero.


    Giusto un aneddoto: conosco e frequento una famiglia con un bambino di anni 4, bello, vivace, ama giocare, sorride, si diverte, eppure MAI sentito pronunciare una parola, neppure mamma, papà.

    Quando provo a buttare lì una battuta con genitori presenti del tipo Hey Davide (nome di fantasia) mi racconti del trattorino (a pedali)? No? Non vuoi parlare con me?

    Sono tanto brutto? (Mia faccia da clown, se ho due mandarini sotto mano me li metto sugli occhi etc e lui se la ride felice, ma parole ZERO).

    Rapido sguardo ai genitori: freddezza glaciale, chiusura assoluta.

    Ne ho parlato ad un loro stretto parente, molto direttamente gli ho detto che Davide ha degli evidenti problemi e che dovrebbero fare qualcosa, e la risposta è stata non è vero, parla sempre, ogni tanto per giocare smette di parlare per un pò.

    Ok, certo, vabbè mi hai convinto, penso.


    Questo va anche oltre quanto riportato da bruce0wayne: a questo bimbo è stato addirittura negata ab origine la possibilità di essere visto da uno specialista.

    È tristissimo.

    Credo che dovrei andare secco dai genitori e buttargli sul muso la realtà, con tutte le prevedibili spiacevolissime conseguenze.