Messaggi di ElleG

    Sì mi aiuta ad avere meno carico di ansia, mi scioglie le tensioni e quasi sempre mi fa affrontare ciò che mi terrorizza.

    Non me la sento di scrivere quante gocce prendo, un po' perché dipende dalle singole volte (non ho una 'terapia di mantenimento') e un po' perché è soggettivo l'assunzione del farmaco.

    Bisogna sempre chiedere ai dottori.

    Ti aiuta anche a sentirti meno tesa per il panico da agorafobia?

    Sono anche i miei stessi pensieri. Ti capisco perfettamente.

    Ho queste strutture mentali che sembrano di cemento armato anche io.

    Però pian piano voglio credere che ce la facciamo...ma che fatica!!!

    Sono strutture mentali, hai detto benissimo. In quanto tali, possono essere destrutturate. Sono questi pensieri che ci suscitano determinate emozioni, e la associazione tra pensiero ed emozione scatena la reazione fobica a causa della nostra personalità su cui sono state erette credenze disfunzionali...forse dobbiamo cercare di suggestionarci di più, poco alla volta, anche con qualche farmaco quando è necessario. Il dramma di tutto questo è che sto problema nasce e si sviluppa in persone sempre abituate all'autonomia, a gestire gli altri, a capirli,ma che hanno seppellito un sacco di ambizioni e desideri che vorremmo concretizzare (ma che il panico ci reprime). Tra le molte cose che mi passano per la mente, ne penso una in particolare adesso: se stiamo male quando siamo sole o ci allontaniamo da un rifugio sicuro, è perché dentro di noi fa leva il bisogno di evadere e di essere liberi; però tale bisogno è segnalato come "sbagliato" proprio dalle strutture inconsce che ci condizionano (nel nostro caso, forse, di natura morale o coercitiva) e per questo motivo si innesca il panico. In questo modo si sacrifica la libertà a favore del mantenimento di uno stato di "sicurezza" sia morale (stare a casa perché c'è chi ha bisogno), sia affettiva (se si è troppo liberi magari certi legami si indeboliscono). A me una volta era stato detto che la chiave è dentro di noi, sembra una frase fatta e idiota (vista così lo è), ma credo sia un'espressione utile per decodificare quale sia la nostra serratura, per comprendere come sbloccarla. Nel mio caso quel discorso ha senso, perché per anni sono stata con chii faceva pagare l'autonomia a suon di ricatti emotivi, che ho interiorizzato.

    Cara, sei stata bravissima ad affrontare questa prova, e capisco bene il senso di fastidio che hai avuto dall'incontro di 45 minuti spaccati...se ti piace dormire credo sia perché fisiologicamente e psicologicamente la tua mente ti dica che devi "resettare" la tua giornata. Il sonno è un toccasana anche per ristrutturare certi collegamenti neuronali. Se ti fa sentire sollevata dormire, non privarti del sonno. Io ho avuto una giornata faticosa, ho provato 5 volte a fare una strada provinciale che temo tantissimo, è vicino a casa e proprio perché la temo io voglio farla. Inizialmente ero accompagnata e stavo bene, da sola è sempre difficilissimo. Ieri ci avevo riprovato e mi sentivo molto angosciata, vengono pensieri orribili come "sono da sola, se cado e mi arriva un attacco tremo e perdo il controllo, oppure devo chiamare un ambulanza..". Questi circuiti di pensiero sono terribili e sto cercando di destrutturarli... è difficilissimo, perché se sei cresciuto con la convinzione che da solo non ce la fai, che vali poco e che sei inerme, reiteri questo copione inconscio.

    Guarda, cosa ti dicevo? Ci avrei giurato. Non rimanerci male assolutamente!!

    Nella mia famiglia ho un parente che mi ha invitato caldamente a "reagire" di fronte alla mia fobia, che neanche conosce, dicendo poi che sono una vigliacca (cito tesguali parole) perché non ho il coraggio di fare le cose che dovrei. Detto da una persona che ha sempre sostenuto di odiare il matrimonio e i bambini, si è sposato e ne ha avuto uno (!!!), che vede come una sua estensione. Persona che urla e sbraita anche solo se c'è una persona anziana che le chiede se può alzarsi per farle posto su un bus. Temo che alcuni credano di essere Dio solo perché non soffrono del nostro male, si sposano, hanno figli e pensano di condurre una vita idilliaca che non deve essere intaccata dai "pazzi", a detta loro, che contaminano la loro quotidianità. Poi i problemi li hanno tutti, trovo IPOCRITA e squallido comportarsi come hanno fatto i tuoi familiari, o i miei, responsabilizzandoci di cose che non esistono ed escludendoci.


    leonardh

    Ho paura di avere un attacco di panico forte e che poi mi blocco ...non lo so...ho fifa

    Di recente mi è successa una cosa del genere, una cosa che ho fatto è stata questa: in caso mi venisse, so che passerà, perché è sempre passato, e ho passato sofferenze analoghe più volte; per prevenirlo, devo cercare di pensare a quello che vorrei e che mi fa sentire forte. Hai qualcosa che ti fa sentire forte e soddisfatta? In genere se il panico arriva non può essere subito bloccato, ma stai certa che se ne va, è come se fosse una scarica di energia vitale che abbiamo represso, compresso o non riconosciuto che ci sta dicendo di fermarci un momento, e di ascoltarci perché dobbiamo coccolarci di più.

    Sorvolando il discorso penosissimo della situazione familiare che hai descritto (ti abbraccio forte, davvero, e ti invito caldamente a pensare che NON SEI SBAGLIATA), sono felice che parlare insieme abbia aiutato. Ha dato tanto sollievo anche a me! Per quanto riguarda il discorso terapeuti e psichiatri, io vivo in Lombardia, nel pavese, e anche qui la situazione non è rosea. Se va bene e ti rivolgi all'ASL il servizio non è eccelso, spesso devi aspettare molto e ti trattano comunque come se fossi un caso clinico da neuro, ti sbattono di fronte ad uno psicologo a caso che ti fa parlare a vanvera e basta. Paradossalmente, il servjzio di sportello psicologico delle università per giovani studenti è molto più efficiente, sarà perché la società schifosa in cui viviamo vuole aiutare chi è prestante e non ha il nostro problema, visto che noi rischiano di essere un ingranaggio rotto che non fa funzionare la grande macchina statale... leonardh penso abbia ragione, anche se non vuoi assumere farmaci, prova anche solo per vedere come ti senti a portarteli dietro. A me era successo nel 2018: dopo un trauma emotivo che mi ha cambiato la vita (il mio malessere era già iniziato a nascere lì) avevo somstizzato ansia forte a livello gastrico, nausea orribile ogni volta che uscivo e mi spostavo da casa. Non ho mai vomitato, ma avevo somstizzato un enorme senso di rifiuto. Mi ero abituata a portarmi a dietro nei viaggi un antiemetico, che mai assumevo: a furia di fare così, poi i sintomi sono regrediti fino a svanire, traducendosi poi in altre forme più gravi di ansia (agorafobia).

    Vero!

    Ho provato questo terribile pregiudizio sulla mia pelle: una cugina di mio marito ha avuto il suo secondo figlio e cercava una persona che aiutasse nella cura del figlio più grande ( all'epoca aveva 2 anni) e nelle faccende di casa. Mi sono proposta in modo molto naturale e frizzante: in quel periodo non lavoravo, mio figlio andava già alla materna e i bimbi mi sono sempre piaciuti un sacco.

    Ricordo ancora il silenzio imbarazzante e lei che prima farfuglia qualcosa e poi mi dice: ne parlo con lui e poi ti dico.

    Dopo un paio di giorni mi manda un messaggio con scritto che, non tanto lei, ma il marito sapeva che avevo avuto gli attacchi di panico e non si fidava a lasciarmi il bambino. Mi fa ancora male lo stomaco se ci penso.

    Che brutto.

    Nooo, mi dispiace tanto! Queste cose non si possono sentire...non ho parole! Che rabbia...incommentabile questo comportamento, poi certa gente crede di essere immacolata e immune da critiche perché apparentemente "senza disagi" (forse perché è più stupida o geneticamente fortunata, così non sviluppa il disturbo, dovrebbe solo ringraziare il cielo e tacere), mentre eticamente è inqualificabile.

    Confrontarsi tra chi conosce bene questo malessere è la cosa più utile che si possa fare,soprattutto per una condizione come la nostra che ti fa sentire come bloccato,diverso,almeno nel mio caso.

    Le persone purtroppo indossano in tanti una maschera che al primo calore si scioglie e mostra la vera faccia sotto,ma non solo quelle sentimentali,è il mondo che va cosi,forse noi siamo talmente diversi,almeno io,che non abbiamo filtri,o ci mostriamo per quello che siamo anche se talvolta mascheriamo il disagio

    Hai ragione, è fondamentale sostenersi in questi frangenti. È brutto da dire ma è come una battaglia il cui campo trova schierati un sacco di "possibili nemici", peggiori forse dei nemici veri e propri. Non sai mai chi hai di fronte, se ti tradirà o ti giudicherà. Almeno siamo a posto con la nostra coscienza, magra consolazione, ma troveremo il modo di uscirne con tutte le scarpe e poterlo dire con orgoglio.


    Sottoscrivo ogni parola. La cosa molto grave parte già dal ghettizzare e gerarchizzare come "meno importante" il disturbo catalogandolo come "malattia mentale". Già questo distinguo contribuisce a creare un divario tra malattie di serie A e B, come se appunto la mente non avesse legami con il corpo e non lo influenzasse. Per non parlare dei pregiudizi orribili che vertono intorno a chi soffre del nostro disagio, o anche solo di depressione. Devi prendere insulina perché ti è venuto il diabete a causa di troppi eccessi? Poverino, vai aiutato. Hai un attacco di panico al supermercato e tremi? O mamma sei pazzo! Anche in ps mi è stato detto che non è raro sentirsi dire "è SOLO un attacco di panico", detto in modo quasi innervosito da chi dovrebbe aiutarti...

    Guardate,sulle relazioni apriamo un portone,non una porta, piena di insidie. Questo disagio ci fa sentire ancora più soli, inutile negarlo. E, sperando di non essere offensiva per qualcuno, io trovo IPOCRITA l'atteggiamento di tante persone che si mobilitano piene di compassione e zelo per varie giornate dedicate a malattie o condizioni particolari di vario tipo, ignorando problemi gravi e limitanti come il nostro. Eppure, io l'ho saputo solo di recente, il nostro disturbo non è una malattia rara, ma una complicazione del panico. E di panico, almeno una volta nella vita, ne soffrono in molti. Dalla mia relazione più lunga, inizialmente un idillio e poi una costruzione consuetudinaria (più di 9 anni di durata), la mia autostima era uscita a pezzi, perché di fronte a questo disagio fioccavano i "sei pazza", accuse di follia, di instabilità psichica, manco fossi una criminale che progetta stermini di massa. Avevo investito emotivamente tantissimo in una persona che prima sembrava volermi poi, poi, avendo scoperto tratti da anaffettivo e narcisista patologico, mi ha mollata senza spiegazioni appena ha "fiutato" che non stavo bene. Avere questo disturbo compromette la vita relazionale...he in ambito familiare la situazione non è diversa, a parte chi ha sofferto di persona per questo disturbo nessuno può capire: i continui "fatti forza", "reagisci" sono offensivi e controproducenti, perché ti fanno sentire colpevole di un malessere che non hai voluto. A questo punto domanderei come reagirebbe la gente se dicessi a chi ha un cancro al polmone causa fumo "eh dovevi reagire! Dipende da te!". Probabilmente riceverei sputi in faccia.


    Allegria!  agosto

    Grazie di cuore per le vostre testimonianze ❤️almeno avrò qualcosa a cui pensare, e da provare, per vedere come riesco a cavarmela. Avevo anche un piccolo manuale di aiuto per chi soffre di agorafobia e panico, con tanto di esercizi mirati...non l'ho mai aperto, proverò a leggerlo comunque. Ce la facciamo, non crediamo ai sintomi impostori.

    Carissimi, mi fa tanto piacere sapere che alcuni di voi abbiano almeno risolto o sopito il panico. È già una grande battaglia vinta, e mi auguro che chi non ci è ancora riuscito, me inclusa, ci riesca presto. Anche io vorrei tanto vivere e fare una vacanza,ma diventa molto complicato...avevo anche una cerimonia a cui presenziare, ma l'idea di stare distante da un luogo sicuro per me in mezzo a tanta gente giudicante mi faceva stare male. Penso che sicuramente gran parte del nostro disagio, per chi è agorafobico o soffre di panico, sia dovuto anche al fatto di esser stato giudicato tante volte o comunque di non sentirsi sicuro. Leggo che alcuni di voi hanno una relazione: è importante che sia un arricchimento,io avevo peggiorato molto la mia condizione perche la usavo come "stampella" (per molto tempo sono stata con una persona che non mi volevo davvero, solo perché avevo paura). Va anche detto che trovare amici o familiari che capiscano questo disagio è un terno al lotto, ma può spingerci a capire che siamo noi a doverci amare per primi, cosa per niente facile ...Non è un caso che chi sviluppa questo disturbo sia spesso molto pensieroso, introverso, riservato, anche incline al senso di colpa e al rimuginio. Per scherzare una volta mi dissi che se fossi nata più s∙∙∙∙∙a, magari sto incubo non lo avrei vissuto.

    ElleG su di me, ha risolto l'esposizione vera, grande, quella dell'autostrada dei 30 km. Perchè anch'io prima, prendevo la macchina e facevo 2 km stando male come un cane. Oppure la bici e facevo il giro della via ma stavo malissimo. Poi il mio psichiatra mi ha presa e mi ha costretta a fare quell'esposizione tremenda la chiamerei veramente "terapia d'urto" e quella mi ha risolto l agorafobia e, nella pratica, da quel giorno sono andata a lavorare, a far spesa, al ristorante senza provare più quello che provavo prima. Mi ha risolto. Mentre le "mini esposizioni" mi facevano stare peggio prima durante e dopo perché mi sentivo veramente un handicap, vedevo che non avanzavo, passava il tempo e lo stesso non sapevo fare 5 km in macchina. Oggi, guido anche per 1000 km, facendo gallerie ponti e tutto quello che prima mi annientava di paura. Anche per questo lungo tragitto (1000 km, abito a Parigi) ho dovuto fare terapia d urto. Non volevo partire ero spaventata ovviamente avevo agorafobia e panico alle stelle. Parto, dopo 100 km mi sento sempre peggio ed esco dall autostrada perché poi volevo riprenderla per tornare a casa. Ma prima mi fermo e tel al mio (Santo🙏😅) psichiatra e lui mi dice: dov"è? Sono uscita dell'autostrada dottore. Benissimo, allora adesso lei riprende quell'autostrada e va sparata, a destinazione. Ma lei è pazzo! 1000 km! Da sola!!. È pericoloso non ce la farò mai mi sento morire e impazzire dottore. E invece ce la farà benissimo. Ma sto male. No lei non starà male. Si! Svengo tremo! Le passa andando..Non è vero poi ho anche il tunnel del Monte Bianco ma lei è pazzo no torno a casa sto morendo! Vuole guarire? Vuole stare bene? Si ma ora sto male! Allora prende quell'autostrada e vada. Mi chiami quando arriva. A qualsiasi ora anche la notte. Mi chiami e mi dica ce l ho fatta.

    E ce l ho fatta. Dopo poco l ansia è scesa, ho guidato per 1000 km sono arrivata l ho chiamato, piangevo dalla felicità, gli ho chiesto scusa, lui mi ha risposto si è fatta e mi ha fatto il più bel regalo. È stata bravissima sono fiero di lei. Da allora, guido sempre anche per lunghi tragitti. Ecco la mia esperienza per dirti che dipende da noi. Il passo, dobbiamo farlo noi e solo noi. E ti dico, io stavo malissimo. Ho fatto la.stessa cosa con l aereo. Ma quello mi fa ancora paura perchè volo pochissimo, evito. Devo espormi di più 😥

    Quello voglio farlo di certo anche io. Le mini esposizioni graduali poco per volta mi aiutavano, ma forse dovrei provare come hai fatto tu. Ma che tu sappia, tu avevi, o ti è stato suggerito, un modo funzionante su di te per gestire l'ansia incipiente evitando che sfoci in panico? Pensare a qualcosa ad esempio, o non pensare a niente lasciando che l'adrenalina scorra? Mi servirebbe molto confrontarmi su questo elemento, anche perché quando il panico è già iniziato non puoi fermarlo. Dunque, se su di te c'è un modo utile per prevenirlo gestendo già l'ansia, ti sarei gratissima. Forse lasciare che il terrore si "saturi" portandolo al massimo?