Messaggi di anonimotriste

    In ogni caso, gira e rigira alla fine il mondo gira sempre intorno ai soldi.
    Oggi ho saputo che solo ad agosto le ha regalato più di 3000 euro per aiutarla a coprire delle spese.
    Che pena aver come unico strumento per legarsi a una donna i soldi.

    In un tuo precedente intervento, sull'altro thread se non erro, dicevi che la terapeuta ti diceva di viverla, è ancora della stessa opinione?

    Forse hai anche cambiato psicologo nel mentre ^^

    Si, non mi segue più la stessa psicologa. Quella attuale è più razionale, non mi dice di rompere ma nemmeno di godermela come se niente fosse.
    Credo che la precedente psicologa non avesse capito a fondo la situazione..

    Ciao, ho letto parte della tua storia, soprattutto nell'altro thread. A me più che ricerca del brivido sembra un classico caso di attaccamento "insicuro-ambivalente". Io lo chiamo attaccamento preoccupato, rende più l'idea di ambivalente che per la psicologia può avere anche altri significati.

    Visto che vai in terapia e hai visto diversi professionisti, con qualcuno hai mai affrontato l'argomento dell'attaccamento?

    Si certo, si è parlato di questo aspetto.
    Diciamo che in me ci sono dei contrasti, dall'attaccamento alla competizione, dalla autocommiserazione all'auto esaltazione. Questa relazione è solo la punta di un iceberg, la ciliegina su una torta.. (in senso negativo si potrebbe dire..)

    Ok, forse non ho spiegato bene, anche se rimangono informazioni utili in più. Io non dicevo il loro profilo psicologico, mascherina 8o ma il tuo. Bruce ha ipotizzato quello di questo tizio, per cui lui ricalca il suo copione familiare. Io mi chiedo il tuo copione familiare. Nel senso che effettivamente ci si può innamorare di quelle persone che toccano inconsciamente certe corde. Queste corde sono rese sensibili dalla storia familiare.

    Bruce supponeva un certo ordine familiare che spiegasse il comportamento conseguente di questo "rivale". A questo punto quale è la tua storia familiare? Ma non per me, magari è utile per te capirlo. Anzi se vogliamo sono proprio le storie familiari spesso il nodo cruciale.

    Padre narcisista, mancato un po' di anni fa, dalla personalità molto molto forte.
    Cresciuto in un misto di ammirazione/venerazione, paura dell'abbandono e conflitto.

    Praticamente nelle relazioni cerco quel "brivido" (malessere?) che suscitava in me la figura paterna.


    Per me avete entrambi una dipendenza (da lei) affettiva? sessuale? Non lo so...


    Ma lei continua a fare quel lavoro??? Ero convinta avesse smesso.

    Ha smesso solo nei periodi in cui è stata male e ha fatto gli interventi, diciamo che lo fa più discretamente rispetto ad anni fa (niente annunci o cose simili), ma lo fa.
    I soldi piacciono a tutti, lei compresa. e un altro lavoro per lei significherebbe rinunciare a molte, troppe cose (tra cui poter andare a visitare la sua famiglia).

    Quando si ripete un copione di questo tipo l'oggetto del desiderio non è la madre, ma un'altra donna indisponibile a livello sentimentale e/o occupata con un altro.

    Ah ok, scusa non avevo compreso..
    Guarda di quello ne ho sofferto in passato effettivamente, da ragazzino mi innamoravo sistematicamente di ragazze impegnate o comunque non disponibili, il più delle volte senza nemmeno farmi avanti..
    Nel caso specifico non ti so rispondere.
    Nel senso che io mi ci sono innamorato quando non sapevo nemmeno che esistesse sto tizio, e quando ho effettivamente avuto conferma della natura del loro rapporto ero ormai bello che cotto..
    Che poi questa indisponibilità alimenti il desiderio, che questa sorta di "sfida" sia un pò alla base del motivo per cui vado avanti.. beh, non siamo lontani. La psicologa dice che è come se io dovessi per forza fare le cose in competizione con qualcun'altro, e secondo lei se lui andasse via perderei interesse, per ritrovarlo nel momento in cui appare una nuova persona.

    Se fossi un incallito freudiano direi che si tratta di una coazione a ripetere fortemente legata a un copione edipico in cui la trama vede il figlio rubare la madre al padre. anche dal punto di vista sessuale, non riuscendoci e finendo in un loop che causa problemi anche al padre.


    ...se fossi un incallito freudiano. Ma non lo sono.

    Mi sfugge la connessione alla mia situazione onestamente.. :grinning_face_with_sweat:

    Bruce scriveva di un possibile motivo familiare per il tizio che lei frequenta a parte te. E la tua situazione quale potrebbe essere?

    Mah, guarda volendo fare una analisi il più possibile, per quanto possibile, distaccata io la vedrei più o meno così:

    - Lui:
    persona molto introversa, con assenza di comunicazione con i genitori e familiari (non so perchè, magari è successo qualcosa non ho idea), pochissimi amici per non dire nessuno. Iper abitudinario e con sindrome da crocerossino, innamorato di lei che però glielo confessa solo dopo prendere atto della mia esistenza.

    Lei fa parte della sua routine, che non riesce in alcun modo a scalfire (non salta un giorno di lavoro per nessun motivo ad esempio)

    - Lei:
    disillusa dalla vita, pelo sullo stomaco per una passato molto complicato, troppo per uscirne tutti interi.
    Non si illude nè su di me nè sull'altro, lascia che ci scanniamo per lei perchè di fatto le piace la compagnia di entrambi oltre ai vari vantaggi. Io e l'altro siamo esattamente agli antipodi, e le mancanze di uno le colma l'altro. Assieme saremmo "l'uomo perfetto" (se non fosse che siamo bruttini entrambi obiettivamente).
    Io per lei sono il brivido, l'adrenalina e l'ambizione. Lui è la pace e la serenità.
    Se io sono la tempesta, quello è il mare piatto.
    Lui è un bancomat, io meno propenso a coprirla d'oro (soldi) la copro di attenzioni e disponibilità.

    - Io:
    Sto ancora cercando di capirlo.

    Delle volte devo dire che mi sento un pò stufo di questa situazione troppo comoda per certi aspetti, troppo scomoda per altri..
    La psicologa (cambiata circa 6 mesi fa) dice che un giorno semplicemente mi stuferò di prendermela e finirò per fregarmene, e vederla o non vederla sarà per me la stessa cosa.

    E questa storia, seppur abbia di suo l'adrenalina che solitamente dura qualche settimana, inizia a essere pesante.

    E per quanto io voglia bene a questa donna, mi rendo conto che, sarà per il suo trascorso, ha una visione totalmente distorta dei rapporti.

    Saranno le storie precedenti andate malissimo, sarà il suo lavoro, sarà quel che sarà ma mi sento come se giocassi a scacchi con un piccione.
    Sicuramente l'altro ha consolidato in lei l'egoismo, in cambio della sua compagnia nei weekend e feste comandate ha taciuto sempre su qualsiasi decisione o comportamento.


    E lei, forte di questa abitudine, male accetta atteggiamenti più normali quali ho io.


    Certo che a pensarci è incredibile, la persona che più di tutte mi abbia fatto sentire unico è una persona per cui non sono unico manco per nulla.


    Guardando dentro di me ho notato, osservando il passato come questa storia abbia suscitato in me reazioni molto diverse nel tempo.


    - Confusione. Quando mi "innamorai" mi resi contro dell'assurdità del tutto. E confesso che lascia andare a briga sciolta le emozioni illuso di essere forte di una situazione che controllavo. Non rischiavo nessun sputtanamento, non rischiavo che questa donna potesse presentarsi a casa mia e di mia ex, avevo la possibilità di vederla quando volevo semplicemente fissando un appuntamento. E soprattutto non avevo alcuna vergogna a mostrare la mia debolezza data la natura professionale degli incontri.
    Lei non conosceva nessun amico, parente o familiare, quindi non c'era la paura che "raccontasse".
    Il gioco dell'amore però nella mia testa sarebbe durato poco, qualche settimana, il tempo che io rinsavissi o che lei mi bloccasse e cancellasse dalla sua lista.
    Le prime settimane ero in uno stato di confusione mentale assurda, e oggi, onestamente mi chiedo come potessi provare qualcosa del genere verso una persona che di fatto non conoscevo per nulla.

    Avevo un vuoto così grande che è bastato davvero poco per farmi capire che dentro di me c'era una voragine.


    - Inadeguatezza.
    Passato un pò di tempo, e iniziato a conoscerla, ho iniziato a pensare che il motivo per cui le cose non prendessero una piega diversa fosse semplicemente che io "non fossi abbastanza".
    E questa sensazione è durata davvero tanto, sono approdato qui con l'idea di essere una persona di poco valore, così poco valore da non meritare nemmeno una "poco di buono".

    - Ingiustizia.
    Passato altro tempo, usciti dal rapporto cliente-esercente, iniziato a frequentarci e standole affianco anche nella vita reale, col passare del tempo ho iniziato a sentire un senso di ingiustizia.
    Ingiusto sentirmi "quello dopo", ingiusto sentirmi un amante verso una persona che lei definiva un amico, ingiusto ricevere briciole e così via.
    Questa sensazione col tempo mi ha portato a far emergere parti di me non proprio esemplari, tra cui sete di vendetta, e vero e proprio odio verso di lei e verso l'altro.


    - Mancato riconoscimento del mio valore.

    Se all'inizio mi sentivo una nullità, col tempo ho ripreso la mia fiducia verso me stesso, almeno parzialmente. E la sensazione è diventata più un senso di mancata devozione. Un ragionamento tipo "io sono migliore di te, sono migliore di lui, devi ringraziare che ci sono io".

    ovviamente parlo di sensazioni non costanti, a partire dal senso di inferiorità iniziale a quello di superiorità che spesso alleggia nella mia testa nei tempi recenti.


    Ma la cosa, brutta, che ho notato, è che da sempre è stato un susseguirsi di strategie e tentativi di manipolazione. Che lei sia chiaro ha praticamente sempre sgamato. E che col tempo sono diventati più orientati al danneggiare gli altri che avere benefici per me.
    E sono finito in loop di perenne competizione verso l'altro, finendo per preferire il sapere che sta male anche lui che lo stare bene anche io.

    Premesso che sono tuttora dipendente affettivo nei suoi confronti, premesso che non trovo donne che suscitano in me lo stesso interesse, ho dei momenti di lucidità dove mi viene da dire semplicemente "il gioco non vale la candela".

    E niente, avevo voglia di dirlo.