Riapro questo thread a distanza di tre anni perché di acqua sotto i ponti ne è passata. Nella mia mia povera testa sono successe tante cose, aiutato anche, per qualche mese, da uno psicoterapeuta.
Sono semplicemente gay. Punto.
Ho impiegato 40 anni ad ammetterlo a me stesso, e per anni, pur sapendolo nel mio intimo profondo, non l'ho mai accettato per due motivi: il primo è che non volevo darla vinta a mio fratello e ai bulli, il secondo è che avrei, semplicemente, voluto essere come gli altri. E per come gli altri intendo uscire con una ragazza, parlare con i miei amici di ragazze, condividere le stesse esperienze ecc. Tutte cose che non ho mai potuto fare in quanto omosessuale. Un omosessuale non in grado di accettarsi.
Così come da piccolo non ho mai potuto condividere cose "normali" con altri ragazzi quali fare sport insieme, andare al mare o in bicicletta, da grande mi ritrovo a non poter condividere con loro il parlare di una ragazza, il diventare padre e tutte quelle altre cose che fanno i ragazzi/uomini.
Ho sempre mentito a me stesso. Anche quando guardavo una ragazza o andavo a parlarci lo facevo solamente perché volevo essere e sentirmi come gli altri, lei non mi interessava minimamente. Sono sempre stato attratto dai ragazzi, e l'ho ammesso a me stesso alla veneranda età di 40 anni, buttando anni della mia vita dietro a una bugia. Anni che nessuno mi darà mai indietro.
Ora si pone anche un altro problema: "ok, sei gay, trovati un ragazzo, è pieno" direte voi. Il punto è che non sono mai stato minimamente attratto da un ragazzo omosessuale. Attenzione, non è omofobia, è proprio mancanza di desiderio e di attrazione, forse perché rivedo me stesso in loro, quella parte di me stesso che odio profondamente. Mi sento attratto, e fortemente, solo da pochi ragazzi eterosessuali. E il motivo per cui sono tornato su questo forum a parlare un po' con chi avrà voglia di leggermi, è che per l'ennesima volta sto soffrendo perché mi sono invaghito completamente di un ragazzo eterosessuale, e la cosa mi distrugge profondamente.
E' già accaduto altre volte in passato, poco tempo fa con un collega, prima ancora sempre con un collega, e poi con qualcun altro ancora. Invaghirmi, sognare di passare del tempo con loro, anche intimamente, volersi bene. Farsi delle illusioni sulla loro sessualità per poi vedermi la verità sbattuta in faccia. Lo so cosa state pensando, sembrano i discorsi di un ragazzino scemo, forse lo sono, ma vi assicuro che questa situazione, nel suo complesso, mi fa soffrire in modo indicibile. Quando ho la certezza che siano eterosessuali soffro fino a chiudermi in casa e piangere. E' vero che dopo un po' mi passa, ma questo mi sta portando a chiudermi e a non voler avere più rapporti sociali con la gente, rendendo la mia situazione psicologica ancora più delicata.
Arrivo quindi a chiedermi che senso abbia la mia vita. Ho un bel lavoro, posso viaggiare, spendere, ma sono f∙∙∙∙∙∙∙∙∙∙e solo. Nessuno dei ragazzi dei quali mi invaghisco contraccambierà e non sento nessuna attrazione per quelli come me. Ci sono dei momenti nei quali soffro tanto, mi basterebbe un abbraccio, che purtroppo non c'è. Non c'è mai stato.
Tempo fa lo psicoterapeuta mi chiese se avevo mai ricevuto un abbraccio, iniziai a piangere senza rispondere. Grazie per avere letto fin qui, non siate duri, vi prego. Lo sono già io con me stesso.