Messaggi di Giak

    Credo che questa situazione sia molto più presente di quanto uno immagina.


    Scrivi che ne eri innamorata, quindi se la vogliamo semplificare è una delle evoluzioni di moltissime storie, si sta insieme per diversi anni o moltissimi anni e poi finisce l'amore, oppure aspetto non secondario è che 5/6 anni fà tu eri una persona ed oggi ne sei un'altra, vale la stessa cosa per tuo marito.


    Però vorrei rispondere alla tua domanda, di base c'è un aspetto molto egoistico, la sensazione che dai è di usare tuo marito come molta gente vede il lavoro.."c'è questo, meglio di niente è, poi mi dà lo stipendio", tu vedi così tuo marito una sorta di sicurezza come tu stessa lo definisci ma perchè come dicevo sopra, meglio di niente è; poi c'è da dire che al momento essendoti pure sposata hai aggravato una situazione che oggettivamente non era buona.


    Adesso secondo me non è che ci siano chissà quali soluzioni davanti, ma EVOLUZIONI, mi spiego:

    1. Vivi una vita infelice che indirettamente si ripercuote su tutta la famiglia, ci sono tante coppie che si sono adeguate a questo e che vivono in tristezza perenne.

    2. come dicono molti altri utenti, ci metti un punto, quindi ti fai una vita tua personale, lavori ti paghi un affitto e tiri avanti.

    3. Fai la brava moglie in apparenza, feste con i parenti, cene di classe etc..poi parallelamente inizi a far vivere la parte che stai reprimendo, quindi arriverai a farti una relazione extra coniugale che ti faccia sentire donna appagata etc.


    Un saluto.

    La prima cosa da fare è lasciare perdere il virtuale.

    Da come scrivi cerchi il rapporto umano reale, non certo dietro alla tastiera.


    Ovviamente una discriminante importante resta il luogo dove ti trovi, un conto stare in un paesino con 1000 abitanti un conto vivere a ridosso di una città.


    Non penso che le occasioni manchino, oggi ci sono attività extra dal classico locale, quindi circoli di vario genere, corsi di vario genere, andando verso l'estate l'opportunità di conoscere nuova gente dovrebbe salire.

    Mi piacerebbe sapere sia da maschi che da femmine le loro esperienze su questo argomento.

    Ti dico il mio punto di vista.

    Secondo me dipende dal grado di fiducia e so che a molti suonerà strano, ma spesso alcune riflessioni si riescono a fare con persone che conosci da poco piuttosto con amici con cui sei cresciuto.


    Io personalmente ho rivalutato il concetto di amicizia, magari ho solo avuto finora "conoscenti stretti", ovvero persone con cui non sono mai riuscito a condividere i miei aspetti personali.

    Poi i maschietti sono sempre riluttanti a parlare di questi aspetti, a volte sono quelli più sensibili.

    Sei entrato in una sorta di Loop dettato dal vedere poche possibilità di "svoltare" per dare una botta di entusiasmo e di dinamicità alla tua vita, capita specie se come nel mondo odierno le possibilità mancano. Ma adagiarsi porta solo ad un lasciarsi vivere, anche un quieto vivere ma noioso, calma piatta.


    Credo occorrerebbe qualche novità. Anche dipingere, fare foto, organizzare qualcosa come hobby o sport.

    Michele® non sono quello che pensa che "il lavoro nobilita l'uomo", il contrario lo debilita e poi i nobili non credo abbiano mai lavorato. ;)


    Vivo in una cittadina con il mare a 5 minuti, il mio tempo riesco a riempirlo, sono un accanito lettore ad esempio ed un discreto sportivo.


    A me pesano i rapporti umani basati sul nulla, sul sentire il collega che parla male di questo o quello (a me non frega niente la chiacchiera), sul politicamente corretto che per quieto vivere occorre avere.

    Non vedo più la carnalità nei rapporti, vedo molta gente egoista, si condividono momenti solo se fanno comodo etc etc, il tutto inserito in un contesto sociale che si è deteriorato.

    Forse mi pesa questa epoca chissà, non saprei bene come spiegare.


    Comunque ti ringrazio del pensiero.

    Sinceramente non capisco per quale motivo dovresti andare da uno psicologo.


    Hai una tua visione della vita che ti sei formato sulla base della tua personale esperienza, sei lucido e disilluso. Lavori e vivi la tua vita senza drammi.


    Perché andare da uno psicologo? Per alzarti dal divano e vedere il mondo come un posto bello, pieno di occasioni e opportunità?

    Ecco infatti è un po' questo il mio dilemma, effettivamente mi sono sempre ricordato di essere stato tormentato.

    Il problema è che esserlo nell'adoloescenza e nei vent'anni è una cosa, in quanto le opportunità sono limitate ed il frastuono interno che mi accompagnava non mi creava "conseguenze".


    Oggi invece mi rendo conto che interferisce su molte scelte ed approcci ad un mondo/vita sociale e lavorativo. A volte sembra logorarmi, questo è il momento che vivo oggi.

    Grazie a tutti delle risposte.

    Effettivamente io vedo il professionista come una persona con cui trovare una soluzione, non parlarci chissà quanto tempo o quanti mesi.

    Mi piacerebbe trovare un professionista simile a quello di repcar.


    Invece conosco poco, solo per sentito dire la terapia cognitivo comportamentale, Flowerssh potresti darmi qualche nozione in più?


    Ciao e grazie nuovamente.

    Ciao Simone,

    grazie per aver condiviso la tua storia, non è mai semplice.

    Ovviamente il passato ha influenzato le tue scelte e la tua psiche, sei sicuramente una persona che sta cercando un suo equilibrio, questo denota maturità è un punto a tuo favore.


    In merito al lavoro capisco ogni singola parola, fossi in te tornerei a fare il corriere.

    Bada bene, non ritenerlo mai un aspetto codardo perchè tu non sarai mai un corriere, oppure non sarai mai un impiegato. Tu sei Simone e casomai FAI l'operaio, il corriere oppure il manager.

    Impersonare un lavoro non ha alcun senso, prenditi un lavoro che ti possa portare quello che cerchi, potrebbe essere uno stipendio, oppure una gestione del tempo libero importante, inutile guadagnare 2 mila euro per poi avere il tempo per dormire e mangiare.


    Poi cerca un tuo equilibrio, se pensi che un professionista possa aiutarti provaci, ma cerca di focalizzarti su di te, sei giovane ed ancora c'è tempo per fare qualsiasi cosa. Coraggio.


    A presto.

    Ciao a tutti,

    sono nuovo e non so se è questa la sezione adatta per porre questa riflessione.


    Premetto che sono una persona tormentata da sempre, alle spalle ho una famiglia separata, i miei dopo circa 25 anni di matrimonio si sono separati, io di questa cosa ho sofferto molto in maniera silente, soprattutto perchè ho interiorizzato la falsità dei rapporti e la maschera che soprattutto mio padre indossava chissà da quanto tempo.

    Da quel momento in poi lui mi è sceso nettamente, se prima poteva essere un mio idolo oggi io mai vorrei essere come lui.

    Come conseguenza ho notato un crollo della mia fiducia verso le istituzioni e verso il potere in generale e, da appassionato di psicologia ho notato che questo mio disprezzo verso il potere spesso rispecchia chi ha dei conflitti con il padre.


    Adesso ho 36 anni mi trovo con un lavoro precario, sono laureato lavoro da quando ho 24 anni e non ho mai avuto un tempo indeterminato chissà se poi questo deriva anche come ho scritto sopra dal disprezzo che provo verso "i capi" che ho avuto in questi anni.

    Chi vedo fare progetti li vedo come "illusi", dove l'aspetto del "politicamente corretto" è al primo posto, molta gente si sistema perchè "così funziona", oppure lavora per lo stesso motivo "perchè così si fà" e paradossalmente ringrazia per lo schiavismo che il sistema gli pone, poi tempo al tempo vanno in crisi esistenziale, chissà come mai.


    Premetto di avere una ragazza da molti anni, ancora non conviviamo causa mio precariato e problemi logistici (distanza lavoro/casa), abbiamo trovato un equilibrio condividendo i weekend su una vecchia casa di famiglia e non una convivenza quotidiana, ma anche questa situazione causa malcontenti ovvio.

    Con lei sto bene, siamo molto simili, ma la mia visione del mondo condiziona i miei rapporti sia di coppia che sociali in genere, anche a livello lavorativo vado avanti per inerzia, ogni giorno mi sveglio e sono senza entusiasmo, faccio tutto col pilota automatico; anche le amicizie si sono rivelate inutili, diciamo che quello che sto scrivendo su questo forum nessuno dei miei 4 "amici" lo immagina e non mi interessa manco farglielo sapere.


    Come leggete sono in crisi, inutile far finta che la situazione sia semplice, perchè ogni aspetto che noto della mia vita è da sistemare.

    Sento che è arrivato il momento di parlare con qualche professionista, ma anche qui noto qualcosa di storto. Ho la moglie di uno dei 4 amici di cui parlavo sopra che fà la psicologa, beh mi viene da ridere, cioè questa che dovrebbe sistemare le ferite dell'anima è la classica donna che ha fatto l'università spesata dalla famiglia, poi si è sposata con la casa comprata dai genitori e questa dovrebbe conoscere e curare il malessere di vita di una società?

    Molti penseranno che sono limitato, con pregiudizi e ok sicuramente lo sono, però come può una persona che ha avuto un percorso lineare conoscere ad esempio la precarietà del lavoro e l'umiliazione che questa porta? Oppure come si può curare una crisi di coppia basata su problemi economici se questa gente ad esempio in un'ora di consulto prende come me in un giorno? Ovvio non saranno tutti così ma quanti percorsi di psicoterapia sono naufragati solamente con un mega esborso economico? Moltissimi.

    Molti diranno che un ortopedico non deve spaccarsi una gamba per saper curare un paziente e via dicendo, ma i problemi psicologici sono molto diversi da quelli fisici.

    Quindi boh, sinceramente non so da dove partire.


    Grazie per chi leggerà.

    Ciao,

    è molto difficile perdere alcuni "automatismi" che per forza di cose ci sono all'interno di questa relazione.

    Spesso però le risposte sono nelle stesse domande e sfogo che hai scritto. Copio ed incollo " relazione 'nata per forze di cose', con alti e bassi e consapevole di non essere stata mai amata/accettata per quel che sono, cose rinfacciatemi negli anni e che mi hanno posto di fronte al dilemma del perché allora stare in coppia, apparentemente solo per convenzione sociale, per timore di perdere agi, a discapito di perdere la vera me stessa. Non c'è mai stata la fiamma, l'unione o affinità mentale e non solo".


    Adesso quando una relazione nasce in questo modo, lungi da me giudicare, quello che descrivi è l'evoluzione naturale di un malessere che presto o tardi sarebbe arrivato. Quello che potresti fare, come hanno già consigliato altri utenti è ripartire da te ed aspettare, il tempo spesso diventa alleato e sistema le cose.

    Ciao sono nuovo del Forum anche se da ospite ho letto molti post, dirò qualcosa di violento ma spesso i genitori non vivono bene i successi dei figli o i loro desideri.
    Ho lavorato al pubblico per molti anni in un Caf e poi in area tutele del sostegno reddito, posso assicurare che i rapporti più torbidi spesso li notavo tra genitori e figli, peggiori di quelli tra moglie e marito. Spesso i genitori sfogano le loro problematiche sui figli, ma lo fanno a molte volte per far star male pure loro, sò che a molti farà strano questo mio ragionamento ma spesso è così. Alcuni genitori mal sopportano il successo dei figli e la loro realizzazione, per quanto possa sembrare raro è molto più frequente di quanto sembri, ed in altri casi c'è un ragionamento ancora peggiore "se sto male io allora è giusto che anche tu stai come me, perchè siamo appunto una famiglia e devi capirlo, punto e basta".
    Capisco che il volontariato in Africa può generare preoccupazione in un genitore, ma se pensi che la stessa risposta negativa l'avresti potuta avere anche se avessi parlato di andare a lavorare a Londra o New York, purtroppo sei davanti ad uno dei casi di cui parlavo sopra.