Messaggi di RaisinGirl

    dubito a questo punto, dopo tutte le energie che ho speso in questa relazione, di essere capace di trovare un'altra persona con cui andare perfettamente d'accordo

    Su questo ti capisco perfettamente, è la "paura" che spesso si insinua anche in chi (come me) ha fatto la sua scelta di andare avanti da sola.

    Però in certi momenti i dubbi ti vengono e guardandoti attorno ti chiedi se quel "meglio" che auspicavi esista davvero.

    Però ecco, nel mio caso guardo i fatti, e finora mi confermano che ho fatto bene. Perché è giusto accontentarsi se nel cuore non ci si sente "a posto?" Non ho 80 anni, ho preso il rischio.

    Potrei anche non trovare nessuno, ora sono nell'ottica di stare bene da sola. Poi si vedrà.

    Ma capisco perfettamente le paure che "bloccano" anche quando si sente di voler fare una scelta ma non si è pronti a farla.


    Sono perfettamente d'accordo con Juniz quando dice che si deve pensare all'adesso, perché credo che poi sia quasi automatico, in là con gli anni, lamentarsi di ciò che non si è avuto.

    Prendere una decisione ora perché magari ipoteticamente in futuro si potrà rimpiangere qualcosa non la vedo neanche come una buona base su cui costruire qualcosa di così importante come il progetto di genitorialità.


    Per quello che ha raccontato lariacherespiro però secondo me non ci sono le basi per costruire una famiglia sana ed equilibrata, mi associo agli altri su questo - avete troppi problemi come coppia, per come la vedo io.

    Ciao Apollo, capisco benissimo la sensazione.

    Io la famigerata "affinità elettiva" l'ho sfiorata una sola volta, una persona che non ho neanche frequentato davvero.

    Però negli anni sono riuscita a trovare la mia "nicchia", persone che condividessero (almeno in parte) le mie passioni, il mio modo di ragionare e di vedere le cose, il mio stile di vita. Poche - ma io sono sempre stata selettiva, ero contenta così.


    Ora mi ritrovo al punto di partenza e non è facile per niente, ma io sono più grande e con una vita già "impostata" sotto certi aspetti (città, lavoro).


    Credo che alla tua età anche ripartendo da zero in un'altra città ci siano varie occasioni di conoscere persone.

    Inizieresti un lavoro nuovo, poi se la città è vivace potrebbero esserci molti più eventi legati alle tue passioni.

    Tra l'altro per esperienza indiretta ho notato che l'ambito dell'escursionismo e degli appassionati della montagna è uno tra quelli in cui si fa più facilmente amicizia, in cui è più facile conoscere persone con cui condividere cose.


    Quelle tre volte (che non è detto siano poche sai) ti dovrebbero far capire che è solo questione di "incastri" e un po' di fortuna anche, un po' come diceva diverso. Bisogna trovare le persone adatte - ma se non si prova...



    PS: Se pensi di essere "vecchio" tu a 27 anni io che dovrei fare, spararmi? :grinning_face_with_sweat:

    E' la classica barzelletta in cui lo sfigato/a del gruppo fa una battuta e tutti gli gridano "ma stai zitto, che stupido, che schifo", poi la stessa battuta la fa il protagonista di bell'aspetto e tutti dicono "ma come sei intelligente, che simpatico/a, che romantico/a". Questi stereotipi sono talmente comuni che Paolo Villaggio ci ha fatto una carriera con Fantozzi. In molti meccanismi sociali la regola e' quella del branco, dell'apparenza, e del tornaconto. Chi ha subito bullismo sa perfettamente che una volta che hai addosso l'etichetta di sfigato, sei sfigato a prescindere. Bisogna pero' ricordare che chiunque puo' avere una vita sociale se trova le persone adatte caratterialmente e ha degli interessi da condividere, accettando i propri limiti ed evitando di scavarsi la fossa da solo a causa della mancanza di autostima.

    Ma sì certo esatto, io comunque ero un po' secchiona ma non la sfigata del gruppo, e non ero bullizzata, semplicemente un po' invisibile in certi contesti - è una dinamica più sottile.

    In altri contesti invece ero io quella di spicco, come dici tu dipende appunto dalle persone che ci circondano (e di cui ci circondiamo).

    Quando non puoi scegliere, come con i colleghi, è più random la cosa. Io ora mi sforzo di socializzare anche quando non ci sono argomenti in comune o affinità.

    Ciao Apollo13, ci credo che ti sia inc..to per questo!


    Purtroppo mi sono resa conto, per mia esperienza e ascoltando racconti altrui, che è pieno di persone invidiose, di vampiri. Di persone pronte a succhiarti energie e creatività da usare per mantenersi a galla. Me ne parlava un amico che lavora in ambito creativo/grafico, quante idee e progetti "rubati" o di cui altri si sono presi il merito.

    Ne parlavamo giusto qualche giorno fa. Ennesimo caso di sua proposta grafica, rigettata... e poi esce il progetto in questione guarda caso quasi identico.


    Al di là di queste dinamiche che sono davvero diffusissime, il tuo post pone un altro elemento in cui mi ritrovo.

    Questa sorta di "invisibilità" per cui se una cosa la fai tu non viene notata o acclamata, mentre invece se la fa qualcuno che nel gruppo gode di autorevolezza, allora la stessa azione/idea assume tutt'altro risalto.


    Sembra una stupidaggine, ma quando ero ancora a scuola sono passata dall'avere i capelli lunghissimi (fino al sedere) ad averli appena sotto le orecchie.

    Bè, il giorno seguente non c'è stata una sola compagna che mi abbia detto qualcosa, che abbia notato il mio cambiamento radicale (tranne le mie due amiche, il mio "gruppetto" di appartenenza)

    Poi arriva la compagna più "popolare", amata... che si era tagliata i capelli 4cm circa, e via a dirle come stesse bene ecc.

    Mi sono sentita presa in giro, ma possibile che fossi così invisibile?


    Pur essendo io socievole ed estroversa (come sono anche malinconica e riservata), in certi gruppi faccio fatica ad integrarmi.

    Un po' sicuramente sono io ad isolarmi perché con persone che non sento affini non mi piace aprirmi troppo, ma anche in contesti neutrali mi capita tuttora di trovarmi un po' ai margini.


    Non so se fossero tuoi amici o colleghi, ma in ogni caso la tua sicuramente è una vicenda più irritante di quelle accadute a me.

    Quindi ecco, volevo offrirti la mia solidarietà e comprensione :)

    Ciao Tiziana, mi ricordo di te. Abbiamo scritto in uno stesso thread tempo fa, prima del cambio forum.

    Mi dispiace tantissimo sai di sentire questo epilogo così drammatico, al tempo pensavo che le tue preoccupazioni fossero un po' infondate ma invece avevi ragione tu.

    Io non saprei davvero cosa consigliarti, ma per me la cosa più grave di tutto è che lui sembra un "impunito" che continua a farsi i fatti suoi, che non ti vuole neanche chiedere perdono e che non mostra di voler fare ciò che serve per recuperare. Questa è l'impressione che traggo ma spero di sbagliarmi.


    Ti abbraccio :hugging_face:

    bruce0wayne:

    Onestamente dissento su questa necessità imprescindibile di essere sui social.

    Chiaramente va tutto contestualizzato anagraficamente: un 18enne per forza di cose ci deve essere perché la vita ora è tutta sviluppata sull'online, sull'essere social. Se non ci sei, sei fuori.


    Per persone di un'altra età e con un altro vissuto (come me) io penso che non sia così importante "esserci" e se mi guardo intorno non mi pare che sia sintomo di problematicità non usare i social: conosco diverse persone realizzate, con vite normali, una buona posizione lavorativa e sociale, cerchie di amici, compagni ecc... ma non sono presenti sui social.

    Sì sì è vero, infatti ognuno si lamenta allo stesso modo!


    Ho amici molto più giovani di me, sui 22-23 anni che mi dicono quanto sia difficile trovare ragazze serie, anche a me sembra a volte che i ruoli si siano invertiti e che ora le femmine siano più "predatrici", cioè più inclini a cose usa e getta...


    Ma non so se i miei campioni siano rappresentativi perché immagino che oltre ai ragazzi intelligenti e posati con cui parlo io ci siano pure altrettanti più terra terra.

    E immagino sia la stessa cosa per le ragazze.


    In generale noto anche io tantissimo l'impoverimento nei rapporti interpersonali, la mancanza di educazione sentimentale (non solo sessuale), e una sorta di superficialità, la famosa liquidità che anche io spesso cito, che poi si nota in mille ambiti della vita di oggi.


    Mamma mia quanto sembro vecchia con questi discorsi, però in effetti..

    :grinning_face_with_sweat:

    La carrellata filiale era in risposta alla mia morale e materna esortazione : "figlio mio, ma certo che quella <giusta> non la troverai mai tra la gente che frequenti!" , dove la sua prima risposta era "si ho capito, ma queste carrozzerie attizzano anche me, mentre non mi succederebbe con la bravissima ragazza che è tutta testa-amore-impegno!" ... :P

    Questa cosa la verifico anche io parlando con alcuni amici che si lamentano della mancanza di serietà o della superficialità delle ragazze che frequentano, che poi li mollano o li trattano male o da "portafogli vivente" ecc.


    E il tuo virgolettato è la stessa esclamazione che mi sorge spontanea: ma se ti vai ad interessare a quella tipologia di donna fighettina, la classica "popolare" da commediola americana, la gallina top del pollaio dove stai... ma cosa pretendi?

    Sarebbe come pretendere di non essere morsicato da un serpente, se metti le mani in una vasca piena.


    Ma questa cosa i miei interlocutori non la capiscono, ed è ovvio che il target brava ragazza non molto appariscente e con cervello funzionante, che si cura ma non spicca, non è appetibile e la scartano.

    Ma di cosa si stupiscono però? E poi fanno di tutta l'erba un fascio e sputano livore sulle donne, su "tutte" le donne.

    Chi è causa del suo mal mi viene da dire... almeno lo sappia ;)


    (nota: non parlo di tutti gli uomini bensì di questi miei amici che però mi sembrano in linea con certe posizioni che ho letto anche su internet forum ecc)

    Anche io ho lo stesso problema.

    Ora che la mia migliore amica si è allontanata, io rimango sola con un discreto numero di conoscenti, di persone che non posso definire amiche.


    Mi sento come in stallo: non riesco a riallacciare i rapporti con le vecchie amicizie (ci ho provato ma gli sforzi sono stati vani), non riesco a conoscerne di nuove e sono sfortunata anche nell'ambiente lavorativo, in cui non ci sono persone interessate a uscire fuori dal contesto lavorativo o magari hanno famiglia, figli e non hanno tempo/voglia.


    Sono sempre stata selettiva, ora cerco di essere molto più accomodante, ma nonostante questo è molto difficile inserirsi in vite già "impostate", in cui non c'è posto per l'amicizia come la intendo io ma neanche per frequentazioni del venerdì sera, cose meno impegnative.


    :pensive_face:

    Infatti il tema della discussione è come comportarsi dopo un battibecco.

    Eh siccome DaniSadness ha scritto

    Voi come riuscite ad iniziare - a riavere "contatti virtuali" con qualcuno concreti e duraturi - dopo aver vissuto un esperienza di "illusione/delusione"?

    Come siete riusciti a "rientrare nel giro"?


    Ho pensato che volesse sentire pareri in generale su queste dinamiche, mi scuso se sono andata OT :grinning_face_with_sweat:


    Comunque adesso che ci penso con la mia amica più cara c'è stata una situazione più pertinente col tema, chissà perché non ci avevo pensato prima.

    Abbiamo fatto una litigata molto accesa, in cui veramente ci siamo dette cose pesanti... dopo qualche settimana di gelo in cui i rapporti erano telegrafici messaggi su WhatsApp, abbiamo ripreso a frequentarci quasi come se nulla fosse.

    Ma il rapporto però non è più quello di prima, sicuramente non per me.

    Penso che ogni situazione sia a sé e dipende molto dal carattere delle persone coinvolte e dal tipo di rapporto.