Messaggi di svmmvs

    In un vecchio thread avevo parlato di come avessi cominciato un tirocinio in AdE, durante il quale ho fatto un altro concorso, sempre per funzionario, all'INPS di cui ho ottenuto l'idoneità prima che finisse il tirocinio che pertanto ho lasciato. Se si fosse trattato solo del tirocinio lo avrei portato a compimento ma dovevo preparare l'orale con 8 materie e studiare tributario a livello più che universitario. E sinceramente dopo tanto sbattimento non me la sentivo


    Sono stati mesi molto duri perché ho studiato e lavorato contemporaneamente lontano da casa. Staccavo da lavoro alle 16,30 e iniziavo a studiare alle 17 fino a mezzanotte. Però alla fine ho ottenuto un risultato che, a meno di situazioni imponderabili che provo ad immaginare ma non riesco, mi garantisce l'assunzione.


    Quello che sto vivendo da quel giorno si chiama "sollievo", e mi rendo conto di essere un privilegiato perché adesso posso crearmi un futuro con la sicurezza di uno stipendio. E sono anche orgoglioso perché in vita mia non ho dovuto chiedere favori a nessuno.

    Ma va. C'è una correlazione con l'età, più sei anziano e più sei soggetto a forme gravi del virus. Il che non vuol dire che non muoiano di covid. Lo dimostra il fatto che nel 2020 la speranza di vita è diminuita di 1,2 anni. E poi spiegami, uno di 80 anni con diabete e ipertensione può vivere molti altri anni, perché se muore di covid sarebbe morto con covid? Mio nonno diabetico ha vissuto fino a 95 anni.

    Qui mancano proprio le basi del pensiero logico.

    Quindi implicitamente ci stai dicendo che il virus non è responsabile della morte di questi soggetti.

    No, assolutamente. C'è gente di 80 anni che avrebbe potuto vivere tranquillamente fino ai 90 ma che è morta di covid.

    Dico semplicemente che ad una certa età i fattori di rischio sono maggiori e il covid determina un quadro clinico grave. Anche, ripeto, in persone che avrebbero potuto ancora vivere diversi anni.


    Ti confermo che è così.


    Quindi da un lato hai una patologia che, da linea guida, al suo ultimo stadio di trattamento, deve passare dalla terapia intensiva... dall'altro lato però hai un dato ufficiale ISS che racconta che solo una % marginale di decessi da covid avvengono in terapia intensiva e sappiamo altresì che le terapie intensive dell'intero paese sono più vuote che mai...


    Capisci che le due informazioni (entrambe da fonte ufficiale) non possono coesistere sul medesimo piano logico ?

    Guarda che può essere semplicemente che in molti casi si rinuncia a fare cure invasive perché la situazione è già compromessa. Il che spiegherebbe il fatto che questi soggetti hanno un'età mediamente più alta di quella ricoverati in TI. Non facciamo i complottisti ad ogni costo.


    Un consiglio spassionato, invece che lanciare sentenze su questioni che non conosci, cerca di essere più umile.


    https://www.epicentro.iss.it/c…rs-cov-2-decessi-italia#4

    appena ho tempo ti posto un report dell'Iss che dice che solo il 27% dei decessi è avvenuto in TI.

    Ieri, in tutta Italia, i posti occupati in terapia intensiva erano 476.


    A fronte di questo dato, non trovi assurdo che ogni giorno muoiano 150/200 persone di covid ? Dove muore tutta sta gente ? Sicuro non dentro le terapie intensive... perché è algebricamente impossibile...

    Una parte muore fuori dalle terapie intensive. E sono mediamente le persone più anziane. Infatti se noti c'è una discrepanza tra la percentuale novax nelle TI (mediamente più giovane) e quella sul computo totale dei morti.

    Il computo dei morti è simile più o meno ovunque. Stamattina vedevo un grafico sui decessi cumulativi da Febbraio e più o meno i decessi erano uguali ovunque. Tra l'altro USA ben sopra l'Italia.

    Con restrizioni minime intendo la mascherina al chiuso o una capienza ridotta negli eventi dove c'è assembramento. Niente di trascendentale se si tratta di salvare persone fragili da un potenziale contagio mortale.

    :/ Se parliamo di sacrifici (come nel caso del panettiere) ...non conosco lavoro che non ne comporti. E secondo me resta fondamentale stabilire il rapporto sacrifici/benefici, che può essere più che soggettivo.


    Se, invece, parliamo della "convenienza" di investire in un'attività autonoma...a me viene da dire che quasi tutto dipende dalle capacità globali di chi la svolge, la quale comincia dallo scegliere un settore che possa avere una sua continuità verosimile, prosegue nel saperla svolgere BENE, e si esalta nella capacità di saper intuire e seguire i tempi e le aspettative e le evoluzioni della propria nicchia di mercato.

    Come si dice, si deve lavorare per vivere, non vivere per lavorare. Se passi tutte le notti a lavorare e di giorno dormi, non credo che ne valga la pena sinceramente. Non ti godi i rapporti sociali e neppure la famiglia. Alla lunga diviene insopportabile.


    Sul saperla svolgere bene ho dei dubbi. Ci sono grandi professionisti nei loro campi che nel corso del tempo si sono ritrovati con attività che non fatturavano e a dover chiedere prestiti sempre più svantaggiosi. Il mercato è fin troppo volatile, e non sempre si hanno le risorse per adeguarsi ai nuovi bisogni che magari durano solo poco tempo. In più in Italia c'è un eccesso di lavoro autonomo soprattutto al sud. Il mercato delle partite IVA è fin troppo inflazionato e invogliare la gente a costruirsi un'attività in proprio, significa solamente imbucarla in un percorso difficile e quasi sempre segnato. Poi ovviamente ci sono le eccezioni, qualcuno riesce, ma sono una minoranza.

    I miei amici che hanno aperto attività non se la passano benissimo. Uno che fa il panettiere fa orari assurdi e un altro che ha un negozio di bici in pratica lavora quasi esclusivamente in primavera-estate. Per non parlare di chi ha un'attività ventennale ed è strapieno di debiti.


    Non so fino a che punto convenga mettere soldi in queste attività onestamente.