Messaggi di Hagumi

    Quel lavoro di smantellamento di può fare, ma devi farlo tu, a prescindere da tutto. E non si parla di ignorare, ma di capire se vuoi stare bene con te stesso, quel famoso "accettarsi/amarsi", o assecondare i giudizi esterni e rimanere in stallo a vita.
    Magari il come siamo ora può dipendere dal passato, dalla società, dai giudizi etc., ma il cambiare la situazione, se è ciò che desideri e le cose non ti stanno bene, è un tuo compito, nessuno lo farà mai al posto tuo. Per quello parlavo di scusanti (non in riferimento a te, ma in generale).

    Non saprei sai, sarà che io di queste "visioni differenti" non ne ho praticamente mai viste che sono diventato così pessimista e duro con me stesso.

    Poi il mio punto di vista conta fino a un certo punto, considera anche che soffrendo d'ansia sociale un giudizio negativo mi pesa 7 volte di più rispetto ad uno che non ne soffre..

    No ma lo capisco bene. E il tuo punto di vista è valido come quello di tutti. È che si tratta di un meccanismo mentale che in qualche modo andrebbe smantellato e trasformato. Va sciolto quel nodo stretto attorno al giudizio altrui, che negli anni ai nostri occhi diventa l'unico parametro di valutazione valido e reale, quanto è completamene sbagliato e deleterio.
    Come per tutto, è un percorso, ci vuole volontà, tempo e lavoro (cosa che sto cercando di fare).

    Hagumi Intanto 3 su 2 è davvero troppo ottimista, se fosse così il numero di ragazzi depressi perchè si sentono inadeguati calerebbe drasticamente.

    Tra l'altro scusa, ero di corsa, ho risposto in velocità haha intendevo 2 su 3 ovviamente. Era per dire che proprio perché ci sarà sempre quella percentuale e visione differente significa che il giudizio è soggettivo (fortunatamente). La difficoltà sta nell'accogliere quel singolo giudizio rispetto a quello più negativo e pesante che erroneamente ha un impatto e un peso più significativo, tanto che quello positivo e magari più importante, realistico e concreto passa inosservato.

    Sì, il problema diventa però quando quel confronto limita ciò che puoi fare TU nella vita. Perchè ormai ci ha già pensato la società a mettere regole, e non ci possiamo fare niente.

    Poi se sei arrivato al punto da essere così spensierato da fregartene completamente... ti faccio i miei complimenti. Io non ci riesco affatto.

    Parere personale? Lo limita perché sei tu a deciderlo. E ok, dipende dal soggetto e dai vari casi, ma la cosa del "non ci possiamo fare niente" purtroppo mi suona sempre più come una scusante per non affrontare e prendere di petto i problemi (mi permetto di esprimere questo pensiero perché l'ho vissuta anch'io quella fase).
    Poi, ognuno fa quel che vuole della propria vita...

    Dalla mia esperienza, e purtroppo non solo la mia, ti posso dire con certezza che il giudizio altrui il più delle volte NON è soggettivo.

    Ti faccio l'esempio più banale che esista: Immagina tre ragazzi. Uno in soprappeso come me, uno in forma e l'altro palestrato. Prova a chiedere a 100 ragazze chi è il più attraente fra i tre e vedrai che mi darai ragione.

    E quindi essere attraente aumenta la possibilità di avere successo con l'altro sesso, di conseguenza come vuoi che si senta quel ragazzo in sovrappeso, quando vede che non viene considerato neanche? Questa è stata la mia adolescenza.

    Il fatto che 3 su 2 trovi più attraente il ragazzo palestrato non rende oggettivo un giudizio.

    Aggiungo, c'è giudizio e giudizio.

    Ecco, appunto. Vorresti dimagrire perché senti di volerlo fare per te stesso o per il peso proveniente da ciò che credi richieda la società? Perché bisogna dipendere da ciò che arriva dall'esterno? Sprecare tempo prezioso e fare i conti con emozioni negative per via del giudizio altrui, che se ci pensi: 1- è completamente soggettivo, 2- è piuttosto inutile? Visto che poi sei tu a dover convivere con te stesso per il resto della vita.

    Quindi, di nuovo, ok. L'accettarsi o no può derivare da molti fattori, ma a quanto pare la cosa difficile da individuare è come arrivare ad accettarsi e raggiungere un equilibrio con il proprio io interiore.

    "fare pace con se stessi nel realizzare i propri limiti e le proprie imperfezioni"

    Sì, credo che questo sia alla fine il punto essenziale.

    non continuare a proiettare un'immagine distorta di sé al di la dello specchio della psiche.

    E qui si ritorna al: come fare?
    A questo punto suppongo si tratti di un percorso indefinito. Il riconoscimento di limiti e imperfezioni è il punto di partenza giusto. Accettare che la strada è impervia ma non per questo impercorribile, credo sia un'altra tappa fondamentale e per nulla scontata e semplice. Per il resto, rimane l'esperienza, mettersi in gioco e alla prova costantemente, trovare la corretta motivazione, distaccarsi dal feedback altrui e focalizzarsi sul proprio, imparare ad accoglierlo come valido e reale, autosufficiente. Non so, questi sono solo alcuni pensieri.

    Mi scuso allora, non volevo creare dissapori. Avevo capito di essere OT rispetto alla linea che volevi dare al thread. Ma non mi sembra giusto che per via di un mio fraintendimento l'opener si limiti a leggere. Spero continuerai ad intervenire.

    Non preoccuparti, nessun dissapore. Sono consapevole che a volte data la mia emotività posso esprimere i miei pensieri in modo distorto e fraintendibile.

    Forse dovremmo accettare che questa discussione sull'accettazione sia ormai finita. Ma cosa vuol dire accettare che la discussione sia finita? Come si raggiunge una vera consapevolezza che la discussione sia finita? Se io accetto che sia finita, devono accettarlo anche gli altri? E se lo accettano gli altri, devo accettarlo pure io? Accetto suggerimenti.

    Quoto totalmente laformadelvuoto (escludendo la parte che mi riguarda perché sono terribilmente autocritica ed incapace di accettare i complimenti o tutto ciò che ci assomiglia haha)

    Comunque credo di aver espresso abbastanza il mio parere, che non mi sembra gradito oltre. Quindi da adesso in poi mi taccio.

    Era solo per chiarire.

    Mi dispiace tu abbia percepito questo, quando ogni commento è invece per me prezioso, che io la pensi in modo simile o meno, perché arriva da una mente diversa e quindi può solo che arricchirmi. Proprio per questo avevo aperto questo thread. Ora però mi limiterò anch'io a leggere e basta, per evitare ulteriori fraintendimenti, perché questo onestamente non mi fa bene. Grazie a chi ha risposto e chi vorrà rispondere.

    Mi sa che mi sono spiegata male o forse sono stata mal interpretata. Non sto dicendo che non sia corretta o valida la tua opinione. Penso che siamo tutti concordi sul fatto che la non accettazione possa derivare da traumi, ferite, cause recondite e altro. Stavo solamente cercando, ribadisco, qualche nuova chiave di lettura (cosa che sto ricevendo), perché purtroppo quei pensieri non sono sufficienti.

    In che senso? :/

    Era una leggera provocazione, perché sapevo di potertela lanciare.

    Era riferito a una delle tante filosofie che parlano di accettazione, lati oscuri, archetipi. Dentro di noi abbiamo parti di archetipi che poi ritroviamo negli altri. Quindi quando odi te stesso e' come se odiassi anche gli altri, e viceversa. Penso siano filosofie che hanno a che fare con quello che viene chiamato "inconscio collettivo". Ma era un frase buttata li' a caso, in un contesto che come ti ho detto e' molto complicato e non saprei come approcciare seriamente.

    :/ Proverò a leggere qualcosa al riguardo.

    Accettazione > amarsi, volersi bene.
    Quindi no, non di distacca dall'amor proprio.

    E il punto è proprio che chi quelle ferite non le ha non si pone il problema di accettersi perché già lo fa, vive il rapporto con se stesso in modo sereno.


    Nel caso tu abbia ricevuto amore e sei sereno cosa dovresti cambiare?

    Non credo sia così semplice, o bianco o nero, altrimenti non saremmo qui a parlarne.

    Di nuovo, non avevo aperto un thread per parlare dei motivi per cui non si prova amore verso se stessi (anche se stanno alla base del processo di introspezione). Bensì >


    Cosa significa accettarsi? Come si raggiunge la condizione di amore per se stessi? Non fittizio, ma reale, sincero.
    ...
    Come si arriva al punto in cui quel "mi sento accettato/amato" si trasforma in un "mi accetto/amo

    :)