Messaggi di Bwndy

    Concordo.

    In questa società tutti vogliono solo che tu sia allegro, ben disposto, brillante.

    Se per caso sei triste, demoralizzato, arrabbiato, nessuno ti fila.

    Quindi devi indossare una maschera se vuoi delle attenzioni o reazioni.

    Su queste cose ho letto libri e articoli , non di persone stupide qualunque. Sì, è una delle cose normali portate all'eccesso in questa società.

    Lo stare male ma il doversi mostrare sorridenti all'esterno , reprimendo quindi i sentimenti negativi alla lunga, provoca danni alla propria salute. Questo è il contenuto di un articolo che avevo letto poco tempo fa. é come la frase che tanti psichiatri dicono " chi vive con una maschera, si ammala" , che è diverso dal mentire ogni tanto.

    Un altro libro che ho letto di un famoso filosofo tedesco , Han, parla dell'anestesia del dolore nella nostra società e delle sue conseguenze.

    Queste per me sono conferme, mi sembra evidente che questa cose del dover pensare sempre e comunque positivo ormai è sfuggita di mano, è diventata una sorta di mito irraggiungibile.

    Premetto che questo vuole essere in parte uno sfogo e in parte spero di ricevere dei feedback da qualcuno che può capire la mia situazione.

    Tutto comincia l'estate scorsa, a Giugno: comincia la storia con una donna straniera che conoscevo da un po' . Lei bellissima per me e più grande di me, per me motivo di orgoglio. Ma la trovavo anche molto interessante come persona, ci avevo parlato anche di cose personali .

    Da subito qualche sensazione strana c'era: che mentisse su alcune cose, non sapevo esattamente quante e in che misura. All'inizio la prendo alla leggera, poi passano i mesi e lei comincia a parlare di relazione, a dire che non c'è nessun altro e che sono importante per lei. Mi ha coinvolto nella sua vita, parlandomi dei suoi problemi familiari e delle difficoltà del vivere e lavorare all'estero, del suo ex con cui era finita, così diceva lei.

    Il primo grosso campanello d'allarme e la prima grande delusione arriva quando mi dice di essersi vista con questo suo ex, che io conoscevo di vista. Ovviamente capisco che qualcosa che non va, decido di chiudere. Ma lei mi scrive e la cosa riprende. Sta volta con modalità diverse, sta volta uscivamo poco insieme ed era più incentrato sul sesso, in cui c'era una grande affinità .Io comincio ad avere la forte sensazione che lei andasse anche con altri, ma non avevo prove e pensavo di essere paranoico io. Nelle ultime settimane, la sera usciva fino a tardi e tornava da me ubriaca verso l'una o le due, di solito lo facevamo. Purtroppo mi accorgo di essere coinvolto e questa situazione mi faceva male, ovviamente c'era qualcosa sotto, considerando anche la persona ben poco limpida e trasparente. Decido di dirle che vedevo una ragazza nella mia città quando tornavo ( ero fuori sede e qui ho conosciuto questa donna) per vedere la sua reazione. Dalle sue risposte deduco che sì, c'erano altre persone. Capisco , con mio stupore, che lei voleva un rapporto costruito sulle bugie. Andare con altri, a patto di non farsi vedere e non dire nulla. Poco dopo la relazione si chiude perchè per me era insostenibile. Le ho chiesto di avere un rapporto solo sesso, lei ha rifiutato, ma non so nemmeno se avrei potuto reggerlo. Almeno mi sarei risparmiato le bugie e le prese per il chiulo.

    Passano i mesi, arriva il secondo lockdown, inizialmente mi sembrava di aver superato bene la situazione. Ma, col passare dei mesi, non riesco a trovare un'altra ragazza. Ho avuto rapporti con due ragazze, ma non me ne fregava nulla. Avevo sempre questa donna in testa.

    Complice anche lo stress degli esami che non usciva per via del lockdown, sto sempre peggio. Arriva Gennaio/ Febbraio, e scopro che questa donna sco∙∙va con un altro ragazzo( forse anche più di uno) nello stesso posto in cui vivevamo, una residenza per studenti.

    La cosa strana è che io l'ho sempre vista da sola, mai con nessuno. Allora capisco , dopo averci parlato, che era solo sesso e che lei li stava "nascondendo", forse per mostrarsi libera, forse perchè aveva qualche altra relazione in piedi.

    Anche con me aveva iniziato a farlo verso la fine, infatti uscivamo assieme sempre meno.

    Tutte le bugie, la sensazione di essere usato e di essere intercambiabile con altri mi hanno fatto malissimo. Per me lei ha significato molto, io per lei niente.

    Perchè lei per me ha significato molto? Perchè credo di essere portato alla dipendenza affettiva , e questo c'entra col mio passato.

    Mia madre ha tradito mio padre fin da quando ero bambino, con uomini diversi nel corso degli anni. Io da piccolo cercavo di aiutare mia madre e di starle vicino per guadagnarmi il suo affetto e le sue attenzioni, il suo amore. Mi piaceva sentirmi importante per lei. Così è anche con le donne adesso.

    Questa donna straniera non era stupida e aveva capito che qualcosa nel rapporto con mio madre non aveva funzionato, un giorno ho fatto l'errore di parlarle del mio passato. Il fatto di fare questo vittimismo, di mostrarsi una donna fragile e in difficoltà, di farmi complimenti , di dirmi che ero importante per lei e l'unico, che lei aveva scelto me, mi ha fatto sentire importante davvero per lei, al centro della sua vita, pur senza una grande progettualità per il futuro.

    Accanto a questo, mi sentivo bene, integrato fuori casa , non mi mancava quasi nulla. Mi sentivo fiducioso per il futuro, finalmente sulla strada giusta. Non gliel'ho mai detto, ma io ero vergine. Non avevo mai avuto rapporti completi. Lei è stata la prima per me. Al contrario lei mi ha detto di averne avuti 9, ma temo abbia dimenticato uno zero.

    Ci sarebbe altro da dire su questa storia, ma le cose principali sono queste.

    L'altro problema è il discorso lavorativo. Ormai sto finendo la magistrale, ho fatto i primi colloqui, ho fatto mio tirocinio all'estero a Malta( brutta esperienza nel complesso) , qualche proposta di lavoro l'ho ricevuta. Penso che finita la magistrale altre ne arriveranno. Tuttavia, non so cosa fare, a Malta ho provato le classiche 40 ore ( che poi spesso diventano 45) ed è pesante, praticamente impossibile se si fa qualcosa che non piace o se si finisce in ambienti lavorativi tossici.

    Un mio caro amico dopo 6 mesi in una grande azienda della mia regione si è licenziato e io lo capisco. Si sa che in questa azienda il clima è pessimo e che la maggior parte dei dipendenti non si trova bene. Ma tanto le aziende così grandi se ne fregano perchè di base sono quasi tutti dei numeri, anche in questo caso sostituibili senza troppi problemi, un giovane ancora di più. L'università è una fucina di nuovi schiavetti da spremere. Se per caso smettono di essere produttivi , vengono sostituiti.

    Mi accorgo allora di essere fondamentalmente un numero, sia per le grandi aziende che per le belle donne.

    La delusione è forte e il dolore profondo.

    Spero di essere riuscito a spiegarmi in maniera decente.

    No non dico che necessariamente ci debba essere uno schema con un co- dipendente.

    Io posso dire che la donna che ho incrociato io mentiva spesso, intelligente, avvenente, fin troppo riservata e paranoica, una sensazione di solitudine che trasmetteva e di insoddisfazione, come una leggera depressione. Era fissata col fatto che gli altri sembrassero felici e diceva spesso , per cose banali, di essere felice, ma come fosse un po' una costrizione.

    La sensazione più forte era che fosse quasi tutto finto, a parte il fatto che le piacessi e alcune cose che diceva di se stessa, legate alla sua vita personale e al suo passato.

    Anche il sesso credo le piacesse davvero, e questo è l'unico punto che non mi torna, nel senso che ho letto i covert vedono il sesso più come uno strumento per ottenere ciò che vogliono.

    Ricordo però anche che diceva che non era la cosa più importante e penso fosse abbastanza sincera in questo.

    Cambia spesso partner con relazioni non molto lunghe e sono quasi certo mi tradisse , ovviamente sempre negando.

    Si circondava di "amici" maschi.

    Aveva problemi di alcolismo.

    Io penso tanti aspetti tornino.

    L'unico dubbio è sulla sessualità.

    L'altra cosa che non tornava era appunto l'introversione e un parziale ritiro sociale, ma a quanto pare esistono i covert.

    Non lo so questo, come mai dici?

    Non penso proprio unilaterale, ma in fondo è la vittima che cade in dipendenza affettiva ed è la vittima del narcisista la persona empatica, quindi potrebbe essere.

    C'è anche da dire che io sono una persona molto diversa da lei, con una vita molto diversa, più tranquilla.

    Provare certe cose era la prima volta e una novità assoluta, per lei la norma.

    Credo che anche per questo motivo siano figure affascinanti.

    Non ho letto tutto il thread quindi forse lo avete già detto, ma in questi giorni ho scoperto che esistono anche i narcisisti covert e mi si è aperto un mondo.

    Pensavo che i narcisisti fossero sempre estroversi, al centro dell'attenzione, e invece non è così.

    Allora sì ho il forte sospetto che una lo fosse, anche se la certezza non la si può avere.

    Lo avevo escluso perché era molto riservata e un po' introversa.

    Per il resto le descrizioni combaciano, ma in ogni caso io penso avesse qualche disturbo di personalità.

    Non so dove ho letto che le relazioni tossiche sono le più intense e per la mia esigua esperienza confermo.

    Per me possono anche tenere lo smart working e la DAD , basta che ridiano le libertà alle persone di vivere come vorrebbero vivere, anche nel quotidiano, che è la cosa più importante. Con buona pace dei timidi e degli introversi che ,spero, dovranno farsene una ragione come era prima, perchè il prezzo è troppo alto per me per così pochi vantaggi.

    Scusate ma senza avanzare teorie più o meno possibili, la Corea e la Svezia sono esempi di paesi che sono riusciti a gestire meglio di noi la pandemia.

    Hanno detto che la Corea è un mondo diverso, ed è vero, hanno criticato sempre la Svezia per le sue scelte, però se non altro hanno dimostrato che altre strade c'erano.

    Io uso il verbo avere per dire "ho amici" , oppure "ho una ragazza" , ma non è solo un modo di dire, per me sono cose o rapporti che ho e che ho raggiunto. Credo sia abbastanza naturale per noi il desiderio del possesso, che sia di cose materiali o non materiali. La nostra caducità e la mutevolezza del presente sono discorsi separati, nel senso che oggi ho, domani chi lo sa, ma per me oggi ho .

    Una cosa a cui ho pensato di recente è che il desiderio di possesso sia legato in qualche modo all'ego, e sento sempre più persone che parlano di mettere da parte il proprio ego.

    Io penso che ogni tanto si debba farlo, ma il proprio ego va anche tutelato per quanto possibile. Un ego distrutto o inesistente produce una persona fragile ed insicura, o almeno questo è ciò che ho visto.