Messaggi di Bwndy

    Riccardo, stavo pensando alla tua risposta.

    Nel mio caso sono sicuro al 100% che incide.

    Prima volta depresso: avevo 16 o 17 anni, ultimi anni di superiori. Mi faceva schifo l'ambiente scolastico in cui ero, ma dovevo finire e ormai non potevo cambiare. Sensazione di essere bloccato in un percorso che odiavo.

    Non credo sia esattamente il lockdown di per se stesso, quanto piú il fatto che mi ha tolto le possibilità o le ha rese piú difficili da raggiungere o meno interessanti.

    Inoltre mi ha costretto a rinunciare a diverse attività per me fondamentali per stare meglio, come lo sport.

    È anche vero che forse hai ragione nel dire che non è una condizione che viene fuori dal nulla.

    Non è che ci sia stato un lutto per capirci.

    È come se fosse frutto di un processo e di un insieme di motivi.

    Ecco, una delle costanti è la sensazione di essere bloccati, senza una soluzione raggiungibile in tempi relativamente brevi e davvero desiderabile per poter cambiare.

    Non so se ci sia una sorta di depressione di fondo che ci accompagna, ma di sicuro gli stimoli e gli obiettivi sanno curare e dare quello che serve.

    Togli quelli e cade un po' tutto

    C'è una novità:

    mercoledì avrò un colloquio con una azienda molto grande, la più grande della mia regione, per la posizione che mi interessa.

    è un qualcosa sicuramente, ma è solo un colloquio. La realtà è che:

    - è un ambiente di m∙∙∙a, lo conosco perchè ci lavora un mio amico che mi ha raccontato molte cose.

    - Non conti nulla

    Dalle descrizioni dei miei amici che lavorano per multinazionali ne è emerso che non è niente di speciale in fondo. C'è un ricambio continuo perchè la gente tempo 6 mesi o 1 anno non ce la fa più e se ne va. Così assumono altri neolaureati da spremere fino a che reggono. Qualcuno regge, ma la maggior parte se ne va.

    Dunque, quando qualche anno fa sentivo parlare di queste aziende, mi sembrava qualcosa di incredibile, e invece non è per niente vero. Non è niente di incredibile.

    Come non è niente di incredibile il dottorato, come non era niente di incredibile s∙∙∙∙∙e la donna russa questa estate.

    Allora mi sono chiesto: cosa c'è di realmente difficile da raggiungere che vorrei tanto ? Non ho una risposta chiara, manca questo in questo momento.

    Allora se ho l'occasione mi devo buttare, non c'è altro modo, però manca comunque una direzione.

    Citazione

    La cosa poi che ho notato, è che durante il 1° lockdown, quello serratissimo, era come se ci fosse una sorta di senso di unione tra le persone.

    Mentre in questa 2° o 3° ondata mi sembra che tutti si siano dispersi.


    Concordo. Secondo me valeva anche un po' il detto mal comune mezzo gaudio tutto sommato. Adesso è un po' più differenziata la situazione e non si vede la fine, mentre prima c'era più fiducia , secondo me, che durasse meno.


    Citazione

    Tornando al thread, Bwndy, purtroppo i tempi non ti aiutano, e ci vuole tanta positività per affrontare questo periodo, che non sappiamo quanto ancora durerà.

    E ti do ragione su una cosa: le persone frivole, quelle parlano solo di stupidaggini, sono quelle che vivono meglio


    Forse sì, in fondo è vero che vivono meglio, nel senso che si sentono male meno spesso o gestiscono la sofferenza in maniera diversa.

    Evasione è la parola che meglio descrive quello che ho visto negli ultimi mesi. Un po' ci sta, il troppo stroppia e non ti fa realmente risolvere i problemi.

    è una questione di gratificazione istantanea e , per me, forma mentis, perché le cose diventano abitudini in fretta.

    Non cerco scorciatoie per uscirne , se non l'appoggio delle persone verso cui mi rendo fragile e rischio di diventare dipendente , e questo è il prezzo.

    Loro pagano il loro di prezzo, diverso dal mio.

    Sicuramente quando li vedi che ridono e fanno cose e tu stai male dentro l'invidia c'è.

    Penso di odiarli anche perché non possono darmi quello che vorrei, cioè un sostegno, una connessione, ascolto, confronto, quindi sono essenzialmente per me inutili, anzi nocivi, perché mi sbattono pure in faccia la vita che non riesco a vivere in questo momento.

    è uno sfogo sterile , è solo da accettare oppure fare come fanno loro e ci ho anche provato davvero, ma sono durato qualche mese. Non è per me.

    Citazione

    Però una cosa vorrei dirti, chi ha già fatto esperienze negative, chi i problemi di depressione li conosce e li ha vissuti, ha anche risorse in più per affrontare una eventuale o meglio potenziale ricaduta.

    Non sei mai la stessa persona, ogni esperienza ti lascia anche delle nuove risorse da usare, per cui ti dico....non lasciarti andare ai pensieri negativi. Metti in campo tutto quello che hai imparato dal passato


    è vero, infatti noto una certa differenza rispetto ad anni fa in come sto gestendo il periodo. Conosco meglio questo problema e so che è un problema anche cognitivo, di mancanza di alternative papabili, interessanti, raggiungibili. Non è escluso che io non riesca a vedere possibilità che invece in realtà ci sono.

    Il pensiero si fossilizza sulla mancanza di possibilità o su quelle poche che spaventano o non piacciono e tende quindi a scappare dal presente e anche dal futuro, che spaventa.

    Nel contesto in cui ci troviamo non dipende del tutto da noi per le limitazioni a cui siamo soggetti e questo è un grosso problema.

    Purtroppo , credo realisticamente, da qua non se ne esce senza soffrire un bel po'.

    Ecco perché sarebbe così importante avere dei sostegni in questo momento e infatti li sto cercando.

    Dopo 5 anni in cui tra alti e bassi, ero riuscito piano piano a tirarmi su, sento che la depressione sta tornando a trovarmi.

    Un po' so come funziona e, oltre che le sensazioni che ho provato in passato di grande tristezza , fragilità, auto svalutazione, insicurezza, mi accorgo che a livello cognitivo non riesco a vedere delle possibilità, una obiettivo da perseguire con motivazione ed è questo che penso mi freghi più di tutto.

    Mi mancano stimoli, mi manca la motivazione, di conseguenza non sono lucido e non riesco a concentrarmi come prima, ho poca voglia di fare le cose, poca resistenza allo stress. Il motivo è semplice: non ne vedo realmente il motivo. Se manca un motivo forte cade tutto.

    Con la seconda ondata di covid io vedo che molte persone si stanno chiudendo: in loro stesse, nei loro rapporti più intimi.

    Con diversi miei amici non riesco a parlare come prima. I miei amici erano fondamentali per me, non ho un buon rapporto con la mia famiglia e loro sono stati il mio sostegno, le poche persone che ci sono e di cui ti puoi fidare e con cui puoi aprirti.

    Questa estate ho frequentato una donna che mi piaceva tantissimo, bellissima. Le piacevo davvero, ma sono sicuro mi abbia detto diverse bugie. Non so esattamente quante, so che avevo una sensazione di pericolo più o meno costante, la sensazione di avere a che fare una persona non solo diversa da me, ma anche problematica, poco sincera, ricordo la sensazione che considerasse me davvero poco in quello che faceva.

    A un certo punto, per quanto mi piacesse, non ce la facevo più ed è finita.

    Eravamo nella stessa residenza, lei sarebbe dovuta andare via , invece è rimasta.

    Avevo la paura costante che andasse con altri , come me, più piccoli di lei. Perché è un po' z∙∙∙∙∙a, ma anche perché sono abbastanza sicuro fosse almeno in parte depressa e per stare un po' meglio tendeva ad evadere dai suoi problemi. Aveva problemi di alcolismo, il sesso costituiva sicuramente per lei un modo per stare meglio in modo istantaneo.

    In quella residenza mi ero ambientato, avevo conosciuto tante persone nuove e mi trovavo bene, poi sono arrivate nuove persone e soprattutto è arrivata la seconda ondata e tutto è cambiato.

    Mi sono reso di conto di quanto sia facile essere sostituiti e di quanto rapidamente questo succeda. Si è creato un microcosmo parallelo alla realtà, visto che non si poteva uscire molto, la maggior parte delle persone passava le serate a bere, farsi canne, forse s∙∙∙∙∙e.

    Non si parlava mai di cose realmente serie.

    Sembrava che niente fosse importante, l'unica cosa importante era sentirsi vivi per un po', dimenticare tutto, evadere.

    Zero principi, zero valori, zero altruismo( o, se c'erano, erano sicuramente molto poco radicati oppure non erano legati alle persone).

    C'era una notevole falsità. Alla fine, dopo un po', mi è venuta la nausea.

    Non sono il tipo che riesce a stare bene nella costante frivolezza. Anzi, ho davvero bisogno di un significato, di confronti reali, connessioni.

    Oltre a tutto questo, il Covid è stata una mazzata perché speravo di andare all'estero a lavorare, senza quarantena.

    Invece niente, se ci andrò sarà per pochi soldi e in quarantena, mi aspetto tanto stress e solitudine.

    Mi aspetto un percorso durissimo e non mi sento pronto. Mi sembra che da Ottobre niente sia andato come speravo, che io non abbia nulla sotto controllo, davvero nulla.

    La sera arriva il momento peggiore, i pensieri diventano ripetitivi e dolorosi, sento una grande solitudine e una grande sofferenza e invidio molto chi ha qualcuno che lo fa sentire amato, sicuro , protetto, o semplicemente che per qualche ora permette di dimenticare la propria vita e fornisce un po' di sollievo.

    La cosa che mi fa sorridere è che avrei potuto avere qualcosa di simile e non ho voluto, perché non era quello che realmente volevo.

    Sento che c'è tanta tanta sofferenza davanti a me e che perché le cose cambino ci vorrà tempo.

    Sarebbe bello che ci fosse qualcosa che trovo bello, che mi faccia sorridere, stare meglio, più sereno, ma non c'è.

    Allora, come mi è successo in passato, invidio la stessa gente che solitamente tendo ad odiare ed evitare: quei c∙∙∙∙∙i a cui sembra che niente importi davvero e che parlano solo di s∙∙∙∙∙∙∙e. Almeno loro stanno meglio di me e non passano le serate a deprimersi.

    Ed è tutto qua.

    Però non è trasparente riguardo il suo amico, non del tutto.



    Citazione

    Vorrei però capire cosa provo io, e imparare a gestire quello che provo, cercando di disintossicarmi da tutte le emozioni forti, ma troppo spesso dolorose


    Chiedo: perché cerchi le emozioni forti e dolorose? Forse che sia lo stesso motivo per cui hai perso la testa per questa donna?

    Ho letto la tua storia e mi ricorda tanto una donna che ho frequentato questa estate.

    Mi rivedo in quello che scrivi su diversi punti, anche sul romanticismo e sulla dipendenza.

    Per caso hai avuto problemi con tua madre da piccolo?

    Concordo con quanto scritto sopra: la sincerità arriva fino ad un certo punto da parte sua.

    Secondo me hai c'entrato dei punti fondamentali in questa vicenda:

    - Come la stai vivendo dipende molto da te

    - Questa donna ti piace molto, ma non riesci a vedere davvero un futuro assieme. Non ci sono realmente le condizioni , anche se le cose possono sempre cambiare. Questa donna, più che altro, colma i vuoti della tua vita.

    Probabilmente anche tu colmi i suoi.

    Non dico niente di nuovo, confermo semplicemente la tua analisi.

    Una psicologa a cui ho parlato della vicenda mi ha detto che razionalmente avevo già deciso di chiudere, ma si vede perchè mi piaceva molto, irrazionalmente facevo molta fatica a staccarmi e a vedere le cose per quelle che erano anche a sensazione " interiore".
    è vero che la sensazione che ho sempre avuto era quella di stare attento. Ma era difficile perchè ero anche sicuro che, a sensazione, io le piacessi.
    Quindi è difficile dire se si sia sfasata o se abbia funzionato, se abbia funzionato magari in parte.
    Il fatto che una persona sia strana e problematica non implica in automatico che menta o che menta su tutto.

    Sto cercando prospettive diverse e ascolto su una questione che mi sta pesando molto .
    Questa estate ho avuto una relazione con una donna russa, lei di 32 anni e io ne ho 27. Sospetto che lei mi abbia raccontato un mare di bugie, eppure ho la conferma da parte sua solo su una bugia riguardo ad un suo ex che viveva nella nostra stessa residenza e che lei mi aveva detto essere solo un suo amico. Io ho sempre sospettato per diversi motivi e alla fine ha ammesso che sono stati insieme. Io ho chiuso dopo aver scoperto questo, ma lei mi ha scritto dopo circa una settimana e abbiamo ripreso.
    In ogni caso, è durata ancora qualche settimana poi è finita perchè non stavo più bene, nonostante lei mi piacesse molto.
    Ho sempre sospettato che avesse altri, però non posso esserne sicuro. Può anche essere di no. Usciva la sera a volte fino a tardi e poi ci vedevamo, non so con chi, lei diceva amici . Non so se sia successo qualcosa o se si stesse solo preparando il terreno per conoscere qualcun altro.
    Purtroppo io sono molto diffidente e un po' paranoico, quindi può essere che io abbia sbagliato nelle mia valutazioni. La sensazione che ho sempre avuto era quella di avere a che fare con una persona che aveva dei problemi e che non era trasparente. Al tempo stesso, ero anche sicuro di piacerle, fin dall'inizio.
    Diciamo che il problema alla base è che non so se ho esagerato nella mia diffidenza e quindi non posso fidarmi delle mie sensazioni, oppure sì. Questo dubbio mi fa male e mi sta mettendo molta insicurezza, perchè di fatto sto dubitando molto di me stesso e , più che altro, ho paura di sbagliare in futuri rapporti, esagerando nella mia diffidenza.

    Penso sia molto più complicato di come è scritto nella citazione.
    La genetica incide eccome, così come l'ambiente di appartenenza, specialmente familiare.
    Accanto a questi fattori, ci metterei anche una sanissima dose di fortuna ( casualità) e delle doti psicologiche importanti, che siano innate( e si torna alla genetica) o sviluppate durante il percorso esistenziale.