Messaggi di littlewombat

    No, non ho delle particolari ossessioni. Ho avuto il DOC dei germi, ma vedo che è molto diffuso. Più che altro, dopo che mi è passato quello specifico DOC, è rimasta questa "ossessività" di fondo, cioè che quando comincio una cosa che non va subito bene, sono costretta a farla e rifarla finchè non ottiene il risultato sperato, e meno lo ottiene, e + ossessiva divento.
    Poi c'è questo DOC di non riuscire a scegliere tra due scelte quasi equivalenti. Continuo ad andare avanti e indietro dall'una all'altra delle due, senza riuscire mai a venirne a capo.
    E' come un perenne oscillare tra due poli, positivo e negativo, che non si possono incontrare mai essendo agli antipodi. Ci vorrebbe un equatore di mezzo, ma la mia ossessività di fondo non lo prevede :S
    E specialmente quando devo fare qualcosa di difficile come un esame, tendo a perdermi nei dettagli, cercando di capire bene, ma perdo la visione d'insieme, e ora che passo ad altro, mi sono dimenticata tutto il resto.
    Quindi più che altro questo DOC assume una connotazione stressante di grande affaticabilità perché è come fare venti volte la stessa cosa prima di poter proseguire, e questo mi consuma una esagerata quantità di energie.
    Ma mi ritengo anche fortunata, perché non ho quelle ossessioni invalidanti che hanno alcuni, di avere il cancro o l'aids o di essere gay. Io per fortuna queste non le ho. Anzi, ho avuto grossi interventi, ma quando è successo sono sempre stata piuttosto serena, confidando in qualcuno più in alto e nel fatto che se doveva succedere era il destino. Ma penso che poi ognuno abbia un po' un doc per conto suo, a seconda dei suoi particolari vissuti. Non è tanto il contenuto, è il modo di vivere la cosa che è simile in tutti, e tu Belfalas, se sei stato ossessivo un tempo, sicuramente lo sai. Siamo un po' tutti nella stessa barca, noi ossessivi, però a dire il vero, sono le persone con cui mi trovo di più :)

    Secondo me alla gente fa paura la parola "ossessione" pare una cosa da film horror che richiama la pazzia.
    Ma non è niente di quello che comunemente si intende. E' come un meccanismo bloccato che si ripete n volte e non riesce a sbloccarsi con la volontà. Sono pensieri che vanno per conto loro, non si sa venuti da dove, che ci si rende conto che sono assurdi, ma non si riescono a fermare.
    E pare che le cose non vadano mai bene, ma per quanto si faccia, la sicurezza che siano a posto non c'è mai.

    Cara Henk, prova a guardare l'altro lato della medaglia. Fai finta di essere lui, e lui è te.
    C'è un tuo ex che tu non ami molto (non so se hai qualcun altro o no, ma non è essenziale) e invece lui è perso. Vuole sapere dove vai, cosa fai, vuole venire via quando esci con le amiche, ti chiama al lavoro, e a te questo scoccia da morire.
    La tua famiglia magari ha delle ambizioni per te, vuole che ti laurei, che fai carriera, e lui vuole solo famiglia e bambini. Quindi la famiglia ti mette in guardia contro di lui.
    Tu prendi le distanze, e più ti allontani più lui si dispera e cerca di ristabilire i contatti...
    Non è la tua storia in particolare, non sei TU come persona, è una dinamica standard delle coppie squilibrate, dove c'è uno che ama e l'altro no.
    Non prenderla come un tuo essere sbagliata. Non lo sei, non hai fatto proprio niente di male, solo che non ti ama.
    Si dice che in amore vince chi fugge... boh, sarà anche vero, ma al di là dei trucchetti, alla fine se l'amore c'è poi si vede, se invece non c'è, non c'è.

    Mi sembra la mia storia con un ex di moltissimi anni fa... mi sa che sarò brutale, non so se vuoi sentirtelo dire... (come non lo volevo io), ma tanto poi ti appiglierai sempre a qualcosa per non mollare, però io sono stata bene solo quando la storia è decisamente FINITA. Ma ho dovuto rendermene conto da sola, perché alcuni non sono molto coraggiosi, e glissano sempre (anzi no, è che una non VUOLE capire, per quanto le dicano il contrario)

    Guarda cosa scrivi punto per punto: ti rispondi già da sola.

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    Sono stata lasciata un anno fa da un ragazzo a cui tengo tantissimo.

    Ne parli al presente, quindi tu sei ancora innamorata

    Non ho avuto spiegazioni esaustive. L'unica spiegazione che ho ricevuto è stata motivata dal fatto che sono una ragazza molto pesante.
    Ammetto che è stato vero. Ero innamoratissima di questo ragazzo e sono diventata pesante quando ho cominciato a sentirmi esclusa e messa da parte.

    Perché ti escludeva? Forse non era altrettanto innamorato? Risposte evasive come sopra.

    Di fatto io volevo far parte della sua vita, essere partecipe. Non sempre mi era permesso. Delle volte non gliene parlavo. Altre volte invece si, e diventava puntualmente la causa dei nostri peggiori litigi.

    Come dice Hank, probabilmente non eri ben vista da madre e sorella. E lui, non essendo molto innamorato (in ogni caso meno di te) tra loro e te ha scelto loro.

    Quando mi ha lasciata sono stata veramente male, forse più di quanto avrei dovuto.

    Eri molto innamorata, ma lui no, per questo eri ossessiva, perché gli correvi dietro ma lui scappava. Il rifiuto scatena le ossessioni (lasciatelo dire da una che ha avuto il DOC)

    Ero frustrata per il fatto che non riuscivo a motivare le mie colpe, in quanto lui affermava già che non gli interessava più niente. è riuscito a farmi sentire in colpa per un annetto diciamo.

    Che colpe avevi? Tu lo amavi e lui no. Tutto qua. Lui te l'ha girata contro dicendo che era colpa tua perché eri pesante (perché gli correvi dietro anche se scappava)

    Per un anno intero ho tentato in tutti i modi possibili di parlare con lui di spiegargli che se non mi desiderava, potevamo mantenere un minimo di rapporto civile. Nemmeno questo mi è stato concesso.

    Perché pensava che se manteneva un minimo di rapporto, poi ci riprovavi, e lui non voleva

    Mi è giunta voce che parla molto male di me ai suoi amici. Dice loro che sono una rompiscatole. Me la sono presa tantissimo.
    Dopo un anno mi sono decisa a prendere le distanze. Considerato il fatto che si è inventato un giochetto per farmi ingelosire (non mi spiego a cosa serviva dato che sa benissimo cosa provo per lui), mi sono sentita piuttosto presa in giro.

    Magari era un po' narciso, gli piaceva mettere le donne in competizione per sentirsi figo


    La questione è: con i vostri fidanzati, parlate di tutto se vi sentite escluse o trascurate da loro? è stato sbagliato il mio comportamento? insomma mi sento davvero una rompiscatole e ci sto davvero male sapendo che fa queste cose nonostante sappia che c'è qualcuno che gli vuole bene davvero.
    Prendere le distanze significa rispettare ciò che vuole se non ha intenzione di rivolgermi la parola io starò al mio posto. Mi fa paura fare questo. Lo conosco da molti anni e c'è sempre stato un rapporto stretto ma se ha reagito in questo modo capisco che non ha dato molta importanza nè alla nostra amicizia nè alla relazione.

    Lo sa che gli vuoi bene davvero, ma lui no, e non sa come dirtelo. Parli di amicizia, ma sei ancora innamorata cotta, e lui no.
    Mi pare di vedere me a quei tempi, scusa se te l'ho detto. Se ci riesci prendi le distanze in ogni modo. E cerca di conoscere persone nuove, anche se all'inizio l'idea ti fa schifo.

    Essere rifiutati da chi ami alla follia è una cosa che ci vuole del tempo per superare. Tu dopo un anno ci sei ancora dentro fino al collo. Io ci ho messo anche di più.

    Poi ho conosciuto un altro (neanche quello era per la quale, infatti non ha durato, ma questo ha segnato la fine della storia precedente, per fortuna! si dice chiodo scaccia chiodo, ma è vero) alla fine mi sono stufata di storie balorde, e ho optato per un'amicizia bellissima, però una VERA amicizia, non solo un nome per mascherare qualcos'altro, che si chiama AMORE, che non c'è.

    Mi sono fatta schifo per la mia indolenza. Poi ovviamente ho pensato il contrario: ma, a quest'età, chi me lo fa fare di vivere una vita così di M.... per seguire i miei tentativi di miglioramento? Ovviamente nessuno tranne me. Ma poi mi sono anche detta: tra il rimpianto di non aver fatto niente, e il rimorso di aver fatto qualcosa ma non abbastanza per cambiare, qual è la cosa migliore? O forse "meno peggiore?" Tanto col DOC non mi so rispondere, è una domanda puramente retorica. Non so se "qualcosa sia sempre meglio che niente" o se bisogna almeno raggiungere un "valore soglia" per far scattare il cambiamento, e se questo non viene raggiunto è tutta fatica sprecata... Che ne so!!!
    Nel dubbio ho optato per la prima soluzione, anche se non ne avevo voglia, mi sono vestita e sono uscita. Poi è saltato fuori da un cespuglio il mio amore, il gatto dei vicini che mi ha adottata (lui), e si è messo a farmi le fusa e a strusciarsi. Non c'è nessuno come gli animali che a volte ti riesca a tirare su il morale. Hanno un sesto senso, un istinto per consolare le persone. Così mi sono rincuorata, e ho ricominciato a camminare. Non ho fatto tutto il percorso previsto, ma intanto ho ricominciato di nuovo. Grazie a un gatto :)

    oggi mi sono fatta il diario alimentare, ma mangio sempre troppo rispetto a una vera dieta. Una dieta è una cosa ingestibile, perché non riesco a controllare la fame. Mi sono bloccata e non dimagrisco più. Movimento ne faccio sempre meno perché col freddo sono piena di dolori. E poi a stare sui libri mi viene fame, perché per capire i concetti difficili serve energia. Non era il momento giusto per fare una dieta. Ma come sempre ho deciso così su due piedi, tra diecimila dubbi. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Anzi il mangiare. Cerco di fare un po' e un po' per non far restare indietro niente, ma di due cose che volevo fare, non ne faccio bene nessuna. Perdere tutto quel tempo a camminare è tolto allo studio. Perdere tutto quel tempo a stare seduta, è tolto alla salute. Una scelta non è possibile farla, come sempre. Al diavolo il DOC e tutti i dubbi. Oggi avevo provato anche a iscrivermi, al forum del DOC, ma il programma non ha neanche confermato l'iscrizione. Il destino ha deciso che devo essere guarita :S :S :S

    Ladyparsifal, il cervello è un organo per la maggior parte sconosciuto. Ha tante di quelle caratteristiche che non si conoscono! Alcuni hanno la telepatia, altri riescono a percepire le persone a distanza (come quelli che aiutano la polizia in caso di delitti)... nel buddismo è la normalità parlare di vite precedenti. Le nostre conoscenze sono troppo limitate. Ma mi viene in mente un film triste che ho visto anni fa, protagonista John Travolta. Era convinto di essere stato prelevato dagli alieni, e da quel momento aveva una memoria pazzesca, riusciva a leggere migliaia di libri, ecc. ecc. Solo che il finale del film è triste. Alla fine aveva un tumore al cervello. Non è per spaventare (il tuo caso è molto più complesso da analizzare), ma ci sono delle strutture nervose che, se stimolate direttamente, danno la stessa sensazione degli organi di senso. Ad esempio se stimoli determinate fibre nervose, l'occhio ha la stessa sensazione luminosa della luce che colpisce la retina. Oppure in certe persone alle quali viene amputato un arto, continuano a "sentire di averlo" anche se non ce l'hanno più. Ne sono convinte perché la sensazione che provano è quella, ma questo dipende dalla stimolazione cerebrale, non dalla loro fantasia. Non riesco a spiegarmi meglio perché non sono un medico e questi sono argomenti molto tecnici. Certo avere ricordi non è la stessa cosa che vedere lampi di luce, la situazione è molto più complessa. Per me non sei la scema del villaggio, perché queste esperienze le hai da quando sei piccola, e ti sei quasi affezionata, come se facessero parte di te. Io mi spaventerei se le avessi, non essendoci abituata. Stai attenta a una cosa, se mi posso permettere. Su queste cose c'è molta gente che ci vuole speculare, filosofie strane, sette e cose simili. Magari ti dicono che le hanno anche loro, ma è una truffa. Fidati solo dei tuoi cari, di te e dei medici, e degli altri non fidarti di nessuno.

    P.S.: entrambi i miei genitori sono ossessivi, e anche un fratello. Ma nessuno lo vuole ammettere. Ognuno vede le ossessioni degli altri come se fossero stranezze, e non riesce a vedere le sue. Sarà ereditario il DOC? Può darsi. O forse deriva dall'educazione ricevuta? E chi lo sa...
    Io ce l'ho ma non mi sento inferiore per questo. L'unico modo a suo tempo per potermi curare è stato ammettere di averlo.

    Solo che anche se sono spariti i sintomi più eclatanti, tuttavia io sono rimasta ossessiva. Non so se è proprio la mia personalità fatta così, non una malattia, e per questo non può cambiare... So che non diventerò mai come gli altri, come potrei? In tutta la mia vita non ho mai visto nessuno cambiare carattere, e non capiterà neanche a me. Non è per scarsa volontà, è per impossibilità. La gente che mi conosce, quando ha capito, di solito accetta la cosa come una "stranezza", anche se ci sfottono pesantemente, e questo mi scoccia, però le mie cose le faccio comunque, e anche molto bene, per via della mania di perfezionismo, che in realtà non è tale, ma solamente il voler fare bene le cose, come vanno fatte, non da cialtroni.

    Però non è facile vivere con questa malattia, per tutto l'inutile dispendio di energie che comporta. A volte vorrei darmi una martellata in testa per ritornare a pensare in modo normale, senza tutti questi dubbi su tutto, che non si risolvono mai.

    Sarebbe bello capire se qualcun altro è guarito, e come ha fatto: io ho preso solo dei farmaci, la psicoterapia non è servita a niente con me.
    Ma forse qualcuno ha imparato qualche "trucco" per funzionare meglio. Se volesse condividerlo potrebbe essere utile. Lo ringrazierei molto! :)

    L'ho scritto in un altro post, ma lo scrivo anche qua, perché mi fa venire il nervoso. Che gli ossessivi si debbano vergognare di esserlo.

    Che ci sarà mai? E' una malattia come un'altra. Si ammette tranquillamente di essere ansiosi, di essere depressi, ma ossessivi mai, per carità. E' una cosa infamante. Ce ne sono tantissimi ovunque, ma per niente al mondo lo ammetterebbero. Di avere paura dei germi, di lavarsi molte volte le mani, di pensare ossessivamente a qualcosa, senza riuscire a distogliere il pensiero per quanto lo vogliano. Di avere delle manie, delle superstizioni, di perdersi nei dettagli, di rifare molte volte le cose, per la paura che non siano mai fatte sufficientemente bene.

    Di fare esageratamente fatica a fare qualsiasi cosa, a concentrarsi se sono studenti, a lavorare per la troppa attenzione ai dettagli, e magari se le cose non sono fatte bene, le si rifà del tutto. A non accontentarsi mai, a ripensare alle cose sbagliate per cercare una soluzione, ma senza trovarla. A pensare a tutto e al contrario di tutto, cercando di vedere tutti gli aspetti delle questioni, tanto da fare alla fine talmente confusione da non capirci più niente.

    Io ne conosco di persone che disinfettano le scrivanie e le penne quando qualcuno le ha prese in mano, che mettono i cuscini sulle sedie perché chissà chi si è seduto, che aprono le porte dei bagni con la carta igienica, e ci vanno nei modi più assurdi possibili per non infettarsi, ma non lo ammetteranno mai con nessuno, anzi, se vedono qualcuno che, quando sternutiscono, si allontana, allora lo accusano di avere le manie e di essere ossessivo.

    Ok. E allora? E' una malattia come un'altra. Perché nasconderla? E' già abbastanza difficile viverla, figurarsi il doverla vivere in segreto.

    Quando parli con la gente non ti capisce. Solo un altro ossessivo a volte ti può capire, ma non è detto, se le sue ossessioni non coincidono con le tue.

    La vita diventa faticosa, pesante, ingestibile. Anche stare con la gente lo diventa. Tanto che alla fine si preferisce farsi i fatti propri e stare da soli.

    E nessuno che ti dia qualche consiglio utile, che ti insegni qualcosa che come un interruttore, riesca a fermare questi pensieri fastidiosi, queste musichette che si ripetono tutto il giorno dalla mattina quando le senti alla radiosveglia, quel pensiero di come fare a fare una cosa che dopo averci pensato e ripensato, ancora non se ne va, o le scelte che non riesci a fare mai, e dopo aver a lungo pensato, l'unica cosa che hai ottenuto è il mal di testa.

    Se gli ossessivi parlassero tra di loro, forse potrebbero darsi una mano. Ma tutti si vergognano di esserlo, e ognuno deve stare da solo, a lottare senza tregua e senza soluzione, con i soliti guai. :(