Vi ringrazio per aver condiviso le vostre esperienze: non pensavo che qualcun altro potesse capire come mi sento quasi sempre. Forse l'essere introversi porta a pensare di essere gli unici a provare certe sensazioni e certe emozioni, che invece sono comuni anche ad altre persone, solo che non lo si sa.
Ho notato che anche voi trovate beneficio nello stare a contatto con la natura o nelle le attività manuali, tipo il giardinaggio, (che piace anche a me ) che pare siano le uniche in grado di dare serenità, anche se non felicità, e a farti sentire in pace con te stesso. Forse perché sono "naturali", mentre le attività dell'intelletto sono sempre create da qualcuno, in cui magari non ci si riconosce, e quindi le si sente un po' estranee, e quindi di conseguenza"noiose".
Anch'io ho voluto provare a fare di tutto e di più nella vita, sperando che "qualcosa", non sapevo bene cosa, alla fine mi appassionasse, e fosse "lei" a decidere per me, "facendomi restare". Invece questo non è mai successo, e sono ancora alla perenne ricerca che, mi sa tanto, che non finirà mai. Ma forse è così per molti, vedere la vita come un'eterna ricerca di qualcosa che non si sa, come un viaggio di cui non si sa la meta. Bisogna rassegnarsi.
Ecco, questo ho notato rileggendo quello che ho scritto: un filo di depressione, anzi di "rassegnazione", non un vero adattamento alle cose, del quale non sono stata capace, ma un fare di necessità virtù, visto che quello che avrei desiderato accadesse, non è successo mai.
E forse è stato questo a farmi perdere l'interesse nelle cose e nella vita, fin da bambina (è molto lontano nel tempo, e non posso ricordare esattamente "come", ma qualche delusione e qualche tristezza la ricordo bene, e quelle sono cose che restano, e forse ti fanno cambiare strada quando sei ad un bivio, e indietro non puoi ritornare più).
Amicizie da bambini che non ci sono state, genitori troppo duri, lutti di persone care, amori infelici, adattarsi a lavori ed ambienti non scelti per necessità, problemi di salute... ognuno ha le sue... fatto sta che la vita non è stata mai "veramente" quella che si sarebbe voluto che fosse. E ti ha fatto perdere la speranza, ti ha fatto perdere tutti i sogni, e anche se sembra che sei "sopravvissuta" abbastanza bene, forse è sopravvissuto solo un guscio vuoto, dentro il quale è rimasto poco, forse solo una capacità di guardarsi dentro e di farsene una ragione per tirare avanti, ma senza molta gioia. Questo forse è successo, senza che me ne rendessi bene conto, senza sapere bene quando, e la noia forse ne è il sintomo principale.
Noia che a poco a poco prende tutto, e come un gatto che si morde la coda, diventa causa ma anche risultato di cose e relazioni subite e non scelte con cui c'è poca affinità, e si pensa ma come faranno gli altri ad adattarsi allegramente a "quello che passa il convento"... e perchè IO NO? Dove sbaglio? Cosa mi manca? Perchè sono così? Ma una risposta non c'è. E allora ci si isola sempre di più, ed oltre alla noia arriva anche la solitudine, che è anche peggiore. Perchè ti pare di fare scappare la gente perchè non vai bene, anche se di loro non ti importa poi molto, nè di quello che pensano nè di quello che dicono, però stare da sola non ti piace comunque, perchè condividere le cose è bello, se c'è qualcuno che ti vuole bene e a cui importa di te, anche se la pensa diversamente, anche se non capisce molto, e tu non capisci le sue cose, va bene lo stesso, però C'E'. Anche se in silenzio. Basta la presenza, sapere che questa persona esiste per te, e che ti vuole bene. Basta questo.
Stanotte è la notte di Natale. E a molte persone la solitudine pesa anche di più in questo giorno. Vorrei fare sentire a chi si sentisse solo, la mia vicinanza: non so bene cosa dire, il mio carattere introverso non è molto adatto a trovare le parole... prendetele per quello che sono... a tutti voi che vi sentite soli e inutili come me, un grosso augurio di cuore di Buon Natale! E grazie per avere condiviso con me questi pensieri.
Messaggi di littlewombat
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Ho una vita molto noiosa e mi accorgo di diventare anch'io sempre + noiosa. Sono una donna di mezza età e vivo con due genitori anziani. Lavoro per necessità in un ambiente molto negativo con grossi conflitti tra colleghi. Il lavoro non è male e non mi dispiace, anche se lo stipendio è basso. Non mi lamento, c'è anche chi non ha lavoro. Ma non era il lavoro per il quale avevo studiato. Anche se è passato ormai tanto tempo, e la materia dei miei studi ormai non rientra quasi neanche nei miei interessi. Non ho un marito e dei figli ok, pazienza. Ho voluto molto bene al mio ex, ma alla fine se n'è trovata un'altra. All'inizio sono stata molto arrabbiata, ma non mi è più importato di nessuno come di lui, e ho lasciato perdere. C'è chi si trova qualcun altro anche se gli piace meno, ma forse tutto sommato non ero nemmeno molto interessata a sposarmi, così ho lasciato perdere. Magari se mi fossi trovata qualcun altro, avrei potuto avere grossi dispiaceri da un divorzio, o figli inquieti che prendono brutte strade, quindi non mi lamento di quello che ho. Ho pochissimi amici. Qualcuno lontano che non sento da anni. Ma buoni amici. Di cui mi posso fidare. Però non li sento mai. La salute non è buona, però c'è chi sta peggio. Cerco di non lamentarmi troppo. Anche se mi preoccupo per i disturbi, e mi secca di passare molto tempo tra visite ed esami. Tempo che preferirei passare in modo diverso. Ma quando ho del tempo libero... non so cosa fare e mi annoio. La TV mi annoia, i film non riesco a finirli appena intuisco come potrebbero andare a finire. I libri li inizio e non riesco a finirli. Quando incontro qualcuno saluto e comincio a parlare, ma poi mi stanco subito perché mi annoio. Mi annoio perfino dei miei stessi pensieri. Penso che c'è gente che ha un sacco di interessi e non so come facciano. A non perdere l'interesse, appunto. Io sto bene solo quando non penso, quando lavoro, quando mi muovo, quando faccio qualcosa con le mani, quando sto all'aperto. A volte mi sento più un animale che un essere umano, perché sento estranee tutte quelle parole, quei concetti, quei discorsi, che a me producono solamente una cosa, ossia NOIA. Sicuramente ho un carattere introverso, ma l'ho sempre avuto, fin da piccola. Non vorrei cambiarlo per essere qualcun'altra, perché quello è il mio carattere, quella sono io. L'unica cosa che mi dispiace è che sono come un pesce fuor d'acqua con le altre persone e che mi annoio sempre, ma non vedo molte vie d'uscita in questo. Li sento diversi, non vorrei essere come loro, e loro non mi capiscono. Mi pare che il mondo sia stato fatto da e per gente diversa da me. Per questo ho pochissimo amici: solo loro riescono ad accettarmi per quella che sono. Forse perché sono come me, forse perché non gli dà fastidio questa mancanza di parole. Alla fine non tutte le parole vogliono dire qualcosa. A volte si parla solo per parlare, e fare sentire che si esiste. Io tutto sommato sto bene anche da sola. Peccato che mi annoio
Mi piacciono le filosofie orientali (a piccole dosi!), perché guardano solo all'essenziale delle cose. Non è che si può parlare di cose "esistenziali" col primo venuto, a volte anche il migliore amico vuole sentire solo argomenti "leggeri". Ma non sempre e solo leggeri. Se non puoi condividere le cose importanti, che amicizia è? Basta sapere che le può capire, e non è da tutti. Magari sono un po' snob e non lo so. Magari mi annoio perché tutto mi sembra "troppo poco". In realtà è semplicemente "diverso da me" e quindi non mi interessa.... Il fatto è che gli introversi statisticamente sono meno, e centrati su sé stessi, e anche se si incontrassero tra di loro, non è detto che si capirebbero. Poi per il mondo sei sempre "sbagliata", specie ora che è tutto "social". Pare che socializzare sia obbligatorio. Probabilmente lo è, perché ormai il mondo è questo. Magari cent'anni fa sarei andata benissimo, però ora il mondo è cambiato. Dovrei "farmi piacere" cose per le quali non sono portata. Solo che non ci riesco. -
Ciao Halaster, ho letto per caso il tuo post: ho passato la cinquantina e sono una donna, ma ti dirò che posso capire come la pensi. Io non andrei tanto in cerca di significati psicologici in tutto ciò: è semplicemente il tuo carattere, come è il mio. Sei fatto così, ti piace una vita più attiva, le chiacchiere ti annoiano e preferisci agire, fare delle cose, magari parlare sì, ma di quello che stai facendo, meglio se con qualcuno che ne capisca qualcosa, piuttosto che parlare tanto per parlare. Preferisci fare qualcosa assieme a qualcuno che parlare, anche nell'amicizia.
Alla fine parlare, però, è anche una scusa per far passare il tempo stando con qualcuno senza dover fare qualcosa di particolare, un modo per mantenere delle relazioni, più che fine a sé stesso.
Resta il fatto che ti capisco benissimo, perché sentire parlare per ore di cose di cui non mi importa niente non è proprio il massimo nella vita. Solo che io proprio non ce la faccio a subire passivamente: trovo una scusa e me ne vado in un'altra stanza a fare qualcos'altro. Poi quando stanno per andarsene riappaio per un po' e dico altre due parole e saluto. Questo se non erano venuti apposta per me, ovviamente, ma in tal caso il problema non si porrebbe proprio: se fossero venuti per me, penso che di cose di comune interesse di cui parlare, sicuramente ce ne sarebbero state