Messaggi di Jardin

    Ieri sera tutto a un tratto mi sono ricordato di una ragazza conosciuta all'estero dieci anni fa. Una ragazza molto carina, intelligente. Mi piacque moltissimo, ma avemmo pochissimo tempo per conoscerci. Una fitta al cuore. Già allora, a 17 anni, aveva le idee chiare. Atea, schierata politicamente, determinata, sanguigna. Oggi ha fatto il suo percorso e lavora nell'ambito della comunicazione oltre che essere un'attivista politica.
    Io, oggi, alle soglie dei trent'anni non sono ancora riuscito a trovare una collocazione. Non so dire se sia giusto essere vendicativi o pacifici. Se onesti o disonesti.
    Ho un lavoro ma non è fisso, abito in una piccola città dove non mi ci trovo, non ho una ragazza (dopo averne avute alcune negli anni poco intelligenti).
    Mi piacerebbe essere una persona migliore, che sa bene cosa vuole nella vita, orientata ad uno o più scopi, non necessariamente nobili. Ho le capacità per raggiungere i miei obiettivi, ma non riesco a trovare le motivazioni per uscire di casa (in senso lato).

    Vorrei poter apprezzare la gente ma più che altro la disprezzo. Basta un piccolo conflitto e mi vien voglia di fare i bagagli, mollare il lavoro, andarmene. Ma non saprei dove. Dove di diverso intendo. Di sicuro faccio fatica a trovare persone che io poco fa ho chiamato intelligenti. Persone con personalità forti, con delle idee precise sul bene e il male. Che sanno stare in mezzo alla gente.

    Vedo del grande utilitarismo e questo mi deprime quando ci penso. Siamo tutti amici finchè conviene. O fidanzati finchè conviene. Ma che senso ha?

    - cercare riscontri positivi al di fuori di casa e al di fuori dei soliti amici, per esempio andando a fare volontariato, aiutando gli altri aiuti te stessa e aumenta la tua sicurezza

    Spunti interessanti. Me ne daresti altri sul "cercare riscontri positivi"? Dove li hai trovati questi riscontri positivi oltre al volontariato?

    Certo la vita è nel complesso un affascinante brulicare di eventi ed incontri, ma se invece di guardare gli altri come una massa pressochè indistinta avessi la possibilità di prenderli caso per caso e cogliere i loro pensieri uno per uno allora avresti secondo me un'idea diversa della loro "leggerezza".
    E' vero che un'oceano di persone non pensano neanche un millesimo dei pensieri di cui parlavi tu, certi non li concepiscono proprio, ma di altri hanno il terrore. Ovvero sono sì dominati dalle passioni, ma sono anche terrorizzati dal dover spalancare le ante dell'armadio che tengono in un angolo. E guardare in faccia la morte, il senso della vita, la sofferenza. Evitano il tutto. Non è poi così leggero no?
    Ogni volta che ho pensato di parlare ad uno psicologo della mia ossessione per la morte, intesa come angoscia di non esistere più per il resto dell'eternità mi sono fermato. Mi chiedo sempre cosa mai potrà dirmi questo psicologo? Potrebbe davvero aiutarmi? Non ci ho mai creduto. Ma per uno stato emotivo deflesso, per problemi di relazione, lì potremmo avere più fortuna con uno psicologo.
    Anch'io ho pensato spesso alla vita sperduta e serena di un contadino ad esempio del 1700. Un mondo molto più semplice, dove Dio non era ancora morto. Ma siamo davvero sicuri che questa vita più semplice e monotona lo rendesse tanto immune dalle "nostre" sofferenze? Non credo che essere "ignoranti" renda più felici o di cuor leggero.
    Credo che la mente di certe persone come me sia come un coltello: se la rivoltiamo contro di noi ci facciamo a pezzi, se riusciamo a metterlo avanti invece ci possiamo aprire la strada. Questo non risolve i problemi esistenziali, ma possiamo vivere meglio. Riuscire, forse come facevi riferimento tu, a saper vivere i propri sentimenti.

    Secondo me essere ottimisti è da scemi. La base dell'ottimismo è il terrore.
    Sono d'accordo con chi dice che per vivere (bene) bisogna accettare la vita per come viene. E' sempre possibile? No, ma più ci riesci e meglio stai. Questi sono aspetti psicologici sui quali si può lavorare e trovare un'armonia. Ad esempio oggi mi sono capitate grane di tutti i tipi, ma ero comunque felice e sono riuscito tutto sommato a portare a casa dei buoni risultati.
    Ma se invece mi fosse andata male e fossi rimasto a piedi in mezzo al nulla con la macchina per 4 ore in attesa del carro attrezzi? A cosa mi sarebbe servito l'ottimismo? Oppure 'amare' la vita? Non a molto. Ma accettare che certe situazioni si possano verificare e cercare una soluzione con pragmatismo, questo sì che serve.
    Fin qui tutto bene insomma. Poi ci sono degli aspetti biologici che non possiamo controllare. A me per esempio il buio, il freddo e l'inverno mi deprimono, non c'è niente da fare. Per fortuna abbiamo questo novembre caldo e non devo uscire di casa alle 5 di mattina.

    Il lavoro da casa socialmente è una fregatura. Solitario cone sono mi sono scelto un lavoro tranquillo ma a diretto contatto con la gente. Altrimenti finisci per impazzire...
    Fare delle uscite controvoglia se sei motivato possono farti conoscere qualcuno di interessante (se hai fortuna) ma soprattutto rimescolare un po' i tuoi pensieri.
    La tua depressione la senti radicata attorno alla nostra angoscia di morire o è più legata al senso della tua vita?

    Ci sono tipologie di uomini e di donne che apprezzano cose diverse. Ognuno le può categorizzare come meglio crede. Esiste la crocerossina (o il crocerossino), esiste la farfalla (o il farfallone), esistono i "conquistatori teorici" che si tirano indietro sul più bello e via dicendo.

    Quindi ovviamente esistono ragazze a cui piacciono dei ragazzi veramente s∙∙∙∙∙i che le trattano male. Ma in linea generale in amore in un uomo vengono aprezzate un po' di arroganza e una certa dolcezza. La dolcezza sta nelle attenzioni, negli sguardi, nei piccoli gesti. Non nello zerbinaggio da zero autostima. Di solito dove si sviluppa una tensione emotiva si sviluppa l'attrazione. Quindi se un ragazzo è sempre disponibile e assoggettato verrà poco considerato (idem per le ragazze). Questa non è gentilezza, ma temo venga scambiata per tale, e non attrae nessuno.

    Sul sesso... Se una ragazza si fionda facilmente sul ragazzo, e va a letto con uno che non conosce o con cui non ha un minimo di rapporto emotivo, non deve stupirsi se viene considerata facile o z∙∙∙∙∙a. Ovviamente l'uomo beneficia di una cultura maschilista percui se lo fa lui va bene sebbene non ci sia nessuna differenza.

    Circa i tempi con cui andare a letto con qualcuno, li ho sempre trovati un po' assurdi. Non è mai né troppo presto né troppo tardi: se io e te abbiamo voglia di farlo e siamo a nostro agio (adesso o fra 3 mesi) perchè non dovremmo farlo?

    Ma se pensate che non concedervi per mesi sia una garanzia di amore genunino, per me sbagliate di grosso. C'è solo un modo: capire chi avete di fronte e quello che sente.

    Quando ho letto il tuo post Flabrum parlava di me. Da quando ho 14 anni ho realizzato cosa significasse davvero morire. Non esisterò mai più per ll'eternità. Un inutile minuscolo puntino che si stringe nell'immensa oscurità. Posso mettere il pensiero in un angolo della mia testa, ma l'ombra è lì, è sempre lì. Cammino per le strade, per i supermercati, al lavoro e vedo cadaveri che si aggirano. Presi dalla lotta per la loro immagine vacua, ma questo è un altro discorso.
    Quando il pensiero esce 'dall'angolo' della mia testa allora è ogni volta come la prima volta. Mi dilania il petto, mi vengono i brividi e il respiro si espande e si blocca. Non voglio morire!Voglio vivere! Ma anche sopravvivessimo per milioni di anni, prima o poi il sole si spegnerà e la morte sarebbe comunque inevitabile. Non ci possiamo fare niente, ma questo non mi placa affatto, non lo accetto né mi rassegno. Non riesco né voglio mentire a me stesso. Questa giostra che è il mondo sopravviverà a noi, e che senso ha allora vivere? E come è possibile che io mi senta "io" e non esista alla stregua di un sasso o dell'acqua? Nessuna risposta.
    Come stai vivendo tutto questo ora?