Cosa accadde alle medie?
Messaggi di Jardin
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Udire -ti amo- riguarda le aspettative di lui. Sentirsela di dire -ti amo- è un altro discorso. La ragazza che forse ho amato di più non mi ha mai detto -ti amo- e non me ne è mai potuto fregare di meno. Quello di cui parlava Bea era un ambito abbastanza specifico
e cioè il linguaggio della coppia. Almeno io l'ho letta in questo senso. Sono d'accordo che ci si debba incontrare in una coppia. Essenziale. Dirsi amore bello e pucci pucci e cucciolino e cucciolina? Non essenziale.
Riguardo alla domanda 'noi o loro', era una domanda aperta, non retorica. Non credo che il pensiero della maggioranza sia quello corretto. Bisogna giudicare nel merito.
Al posto di Bea cercherei di essere sincera senza essere brutale e dire come vive la situazione. Lasciarsi, se questo è il destino della coppia, può avvenire anche naturalmente. Finchè tutto sommato si sta bene insieme, perchè lasciarsi? -
Se lui non si sentirà dire "ti amo" è un problema suo, anche se fa sentire in colpa te. Quale la causa di tutto ciò? Penso all'apatia generalizzata o strisciante, diversità intellettuale... Non so te Bea, ma se devo dire con chi riesco a parlare senza rimodulare i concetti mi vengono in mente pochissime persone, e persone con cui aprirsi senza nessun filtro forse non ne ho. Mi apro selettivamente laddove so che ho di fronte una persona a me affine, su un tema affine. Non certo per timore: solo non capirebbero, o non gliene importerebbe.
Siamo noi che non sappiamo stare con loro o al contrario loro che non sanno stare con noi? -
Io credo di capire quello che intendi. Al contrario di te ormai quasi 10 anni fa ero innamorato perso, non da ebete, ma di un'attrazione intensa mentale e fisica. Con ammirazione, rispetto.
Poi ho lasciato quella ragazza e dopo allora anche se ci sono state delle ragazze, non è più stata la stessa cosa. Ovvero, sì mi piacevano, però non ne patisco l'assenza. Ci sono o non ci sono? Bah!
Da cosa dipenda me lo chiedo tuttora. Disillusione, mancanza di fiducia, se vuoi "esperienza". Forse come me hai avuto della fiducia incondizionata che hai scoperto non essere ben riposta (nel tuo caso non necessariamente per amanti) e così il tuo modo di pensare è diverso.
Io, pur con tutto l'amore che sento di avere in me, sento anche una grande e incolmabile distanza. Un bianco banco di nebbia.
Tu hai usato la frase "non riesco a innamorarmi". Come se ci stessi provando. Ma in questo contesto, i sentimenti, non si può tentare di innamorarsi. La volontà non c'entra nulla: o lo sei o non lo sei.
Forse lui non ti piace molto? Possibile. Ma perchè lasciare qualcuno con cui, nei limiti del possibile, comunque stai bene? Negli ultimi anni io ho ragionato così. -
Hai proprio ragione. E ti guardano come un alieno perchè non partecipi ai loro tantra inutili, cliché, il loro ciarlare inutile...
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Non "devi" cambiare niente. nienteE'giusto che tu faccia quello che vuoi. Se vuoi cambiare esteticamente cambia esteticamente.
Io non amo sentirmi dire cosa devo fare, e penso lo stesso per gli altri.
Ero curioso sull'altro a cui accenni della psicoterapia, ma come sopra non è che ne "devi" parlare. -
Nonostante tu soffra non sei disposta a cambiare (o ritieni di non poter cambiare), sbaglio?
Il sucidio e le altre cose oggetto della psicoterapia sono in relazione? -
Sei sicura che non ti senti pronta? Potrebbe essere che non raggiungi quella intimità mentale e fiducia che ad alcuni (tipo me) è necessaria per sentirsi rilassati ed attratti?
Se ti piacciono i 40enni, approfondisci la cosa, testala sul campo.
Se c'è qualcuno per cui valga la pena approfondire la conoscenza approccialo.
Anche io non sono un tipo da uscite e luoghi affollati. Quello che gli altri chiamano divertente per me è spesso tedioso. Tanto che preferirei lavorare piuttosto che 'divertirmi' alla loro maniera.
Però questo è un modo per conoscere gente che potrebbe tornarti utile. L'altro secondo me possono essere corsi o interessi che hai.
Perchè vuoi uscire da questa situazione? Cosa senti? -
Grazie Mercuriana, utile riflessione. Io attualmente abito vicino ad una medio-piccola città senza aereoporti vicini e con una mentalità chiusa. Del resto qui al nord non saprei dove trovarla una città con la mentalità aperta... Esteticamente il luogo mi piace, anche se io soffro i nostri inverni freddi e bui. Con i colleghi ho trovato un equilibrio, mettiamola così, ma questo -potrebbe- essere vero anche per il nuovo posto. Al paesello in realtà non ho mai avuto frequentazioni se non da bambino, perciò in 20 anni potrebbe essere un nuovo inizio (forse!).
L'osservazione sulla soddisfazione lavorativa e i soldi sono i due aspetti sui quali mi sono concentrato di più.
E' vero che l'RSA per me è peggio, ma se ci lavoro 4 ore invece che 8 sarebbe più sopportabile. E da qui arriviamo al nodo cruciale: i soldi. Siccome il part time dovrebbe essere in proporzione più retribuito che il full time, sarei orientato ad accettare solo se il compenso fosse corposo. Cioè se mi dessero sui 900-1000 euro potrei poi integrare con del lavoro aggiuntivo anche se non lo trovassi subito. Credo sia fantascienza perchè mi aspetto qualcosa di vicino ai 700 € che non ritengo compatibile con la vita...
Diciamo che questa proposta ha fatto riesplodere un pensiero sul quale rimugino da tempo. Adesso sono isolato e senza famiglia, tornando a casa sarei isolato ma con la famiglia (che una mano da me la troverebbe utile). -
Preferirei lavorare in ospedale, ma anche riavvicinarmi alla famiglia. In ospedale c'è molto ricambio, quindi non escludo che mi possano riprendere in futuro se dovessi lasciare. Ma lì tra fazioni e lotte interne ci si capirebbe poco. Probabilmente se me ne andassi non tornerei più...
Dopo un po' mi sento soffocare e penso a cambiare aria, per questo dicevo che il problema ce l'ho io nella testa.