Messaggi di Amelia2014

    Soffro d'ansia da sempre, se non ho capito male.
    La cosa che più di tutte mi fa paura credo siano le persone.
    Ho paura a fare nuove amicizie, a relazionarmi con il prossimo, anche solo a parlare o a chiedere qualcosa.
    Tutto questo mi ha portato a non avere ne amici, né una vita sociale, nè a costruirmi una mia vita..
    Ho visto gli altri andare avanti, superarmi, avere una vita normale, mentre io sono rimasto sempre nello stesso punto.
    Non capisco cosa c'è che non va in me, perché sono così...perché non sono una persona normale come gli altri...

    Ciao. Ti quoto aggiungendo ciò che ti ho risposto nell'altro tuo Thread sul giudizio altrui... prova a capire se è il caso di rivolgerti ad un professionista: se vivi tutto ciò che debilitante e se pensi che tutti questi "sintomi" di cui hai riportato siano la causa della tua impossibilità di costruirti una vita, forse, a mio parere modestissimo e soggettivo, ci sono cose che non pupi modificare /affrontare da solo...

    Ciao.
    L'autodiagnosi non è mai una buona soluzione: oltre ad essere improduttiva ti riempie la testa "di strane idee" fuorvianti e inesatte...altrimenti gli psicoterapeuti che cosa ci starebbero a fare!
    Non ti ho postato i link per indurti all'autodiagnosi ma bensì nella speranza di schiarirti un po' le idee o aiutarti a focalizzare meglio le sensazioni che provi... rifletti sui tuoi stati d'animo, sulle circostanze che portano al verificarsi di certe emozioni... solo, ripeto, per avere le idee più chiare su di te.

    Sono sempre dell'idea che questo possa essere utile, soprattutto se si decide poi di rivolgersi ad un aiuto professionale.
    A volte è sufficiente anche una visita preliminare: sarà il professionista stesso a dirti se hai bisogno di aiuto professionale oppure no.

    Ciao Love Black :)
    Mi spiace leggere che anche tu ti trovi a vivere questo stato mentale.
    Personalmente ho avuto alti e bassi da questo punto di vista...ora per esempio è un periodo di "normalizzazione" ma in passato ho vissuto periodo che mi hanno portata persino a non uscire mai di casa.

    Non sono ancora riuscita a capire da cosa ha origine tutto ciò, se c'entra, come sempre il vissuto infantile oppure se casualmente si capita in questa spirale fino a ritrovarsi quasi debilitati dai pensieri negativi in cui ci si torva a vorticare.

    A proposito di ciò stavo proprio ora leggendo un paio di articoli a riguardo...in caso ti possano interessare, ti inserisco qui di seguito il loro link:

    http://www.capireladepressione.it/manie-di-persecuzione.html

    http://giuliodesantis.com/psic…ronto-patologie/paranoia/

    Credi che l'aspetto paranoico descritto qui possa essere ciò di cui stai parlando?

    Ciao,
    senza esagerare o arrivare ad estremi o conclusioni affrettate, mi viene da chiedermi se non si tratti di manie di persecuzione o paranoia. Ovviamente, come per ogni altro disturbo, c'è uno spettro di "gravità" soggettivo...magari tua moglie ha solo degli aspetti o ha un profilo lieve e non patologico...

    estrapolo: "PARANOIA E MANIE DI PERSECUZIONE
    Una persona entra in sala d’attesa con aria guardinga e inizia a scrutare tutti i presenti con fare dubbioso, attento a qualsiasi segnale di minaccia nei propri confronti. Appoggia l’ombrello fuori dal portaombrelli per evitare che qualcuno lo scambi con il suo, si toglie il cappotto e lo mette vicino a sé affinché nessuno tenti di rubarlo, si siede, prende un giornale e fa finta di leggere coprendosi il viso, ma in realtà controlla tutti con la coda dell’occhio, alternando un falso atteggiamento di rilassatezza a continui controlli alla sua borsa, al suo portafogli e alle chiavi della sua auto. Ad ogni rumore lui scatta sulle difensive in cerca di qualsiasi cambiamento che possa in qualche modo minacciarlo; le persone presenti, sentendosi osservate, lo guardano con sospetto e si mettono anche loro sulle difensive, dopotutto, chi non lo farebbe in presenza di un comportamento così inquietante? L’uomo li osserva e trova la conferma del fatto che hanno qualcosa contro di lui poiché lo stanno osservando con un’aria sinistra e magari sono intenzionati a nuocerlo e giocargli un tiro mancino, non si sente ben accetto, si sente rifiutato, sotto giudizio, vive in uno stato di ansia continua a causa di quegli sguardi intrusivi: ha appena inventato una realtà sulla base delle sue credenze.
    Il dubbio diventa più fitto, pervade l’intera esistenza, si trasforma in sospetto, è il principio della paranoia.
    La paranoia, a causa della sua particolare capacità di mimetizzarsi sotto le sembianze di altri disturbi, viene spesso male diagnosticata o sottovalutata da molti specialisti del settore.
    La classificazione fu introdotta per la prima volta nell’Ottocento da Emil Kraeplin, che chiamava “paranoia pura” l’insieme dei disturbi che si basano su credenze illusorie, non per forza collegate a idee di persecuzione. Ai giorni nostri, nella classificazione del DSM, le ideazioni paranoiche si ritrovano nel Disturbo Paranoide di Personalità, nel Disturbo Delirante Tipo Persecutorio e nella Schizofrenia Tipo Paranoide.
    I paranoici non si fidano di nessuno, solo di loro stessi, questo li porta a pensare che nessuno verrebbe in loro aiuto nel momento del bisogno, pertanto si guardano bene dal chiederlo, non si confidano e non entrano in intimità molto facilmente poiché temono che le informazioni rivelate possano essere utilizzate contro di loro. Un errore di una persona è interpretato come un imbroglio nei suoi confronti, una battuta scherzosa diventa un attacco, un complimento diventa un modo elegante di esprimere una critica, un’offerta d’aiuto, anche se ricevuta da una persona cara, si trasforma in una dichiarazione di incapacità.

    Che ne pensi?

    DesertWolf: Parlo ora non in senso generale ma in senso personale. Quello che dici è giusto, nel mio caso la faccenda è più complessa. La vita in famiglia è sempre stata ostile: mia madre ha sofferto di depressione post parto all'epoca non diagnosticata, un padre assente che se la prendeva quando rientrando in casa trovava una situazione deprimente e distaccata...botte, violenza... l'unica percezione di me stessa che ho avuto è stata solo di essere sbagliata in tutto e per tutto per il semplice fatto di esistere. Quasi scontato che nella vita abbia ricercato inconsapevolmente persone e situazioni che confermassero questo status. Perchè era l'unico che conoscevo. Perchè essendo nata così è un dato di fatto, un assunto di base che sembra immodificabile, come il colore della pelle o degli occhi. Io sono questo....Oggi ho consapevolezza di tutto ciò e cerco di "ricostruirmi" per vivere bene, cerco di costruire il senso di me come essere umano che ha diritti come tutti gli altri, ma non è semplice... non so come spiegarlo bene...ma la paura di non avere il diritto di mordere perchè è normale essere attaccati e feriti è ancora molto forte. E quando lo faccio infatti mi sento in colpa. Perchè ogni volta che lo facevo in passato (l'istinto di conservazione è più forte dei condizionamenti mentali) venivo bastonata o insultata perchè non dovevo permettermi di reagire... non pensi a te come a una persona, ma come ad un oggetto. per cui non desideri, non speri. il futuro è qualcosa che non esiste, il tempo è fatto solo di tanti "presente" senza gioia, senza volontà.

    E' tanto difficile modificare questo imprinting, però...

    DesertWolf: credo tu abbia centrato la questione. "Non aver paura di porgere la mano. Non aver paura di mordere in caso di minaccia." Per quanto mi riguarda ho paura di entrambe la cose. Forse per questo il mio contributo a ciò chela vita mi ha insegnato è pregno di un realismo che più che realismo è pessimismo... Rifletterò su ciò che hai scritto.

    a camminare guardingo come un commando israeliano in terra palestinese, la mattina appena alzato, dopo il quotidiano di routine, prima di uscire indossare immancabilemente mutande in acciaio inox, quindi assunto fondamentale dell'esperiena di vita "attendo a come ti muovi che qulcuno vuole fott...ti", elargisci a piene mani tutto ciò che puoi, dare al massimo dei tuoi mezzi, meno che una cosa, in senso assoluto mai, per nessun motivo o ragione fino all'illogico, mai fiducia a nessuno!!! come ripeto di continuo vivo sull'esperienza e non pretendo di fare scuola di vita a nessuno perchè non ne sono in grado ma durante il percorso dalla nascita ad ora ne viste di cose...dipendenti ben pagati, trattati come figli che ti piazzano il tritolo sotto la ruspa, mariti felici resi cornuti da grandissime tr... e mogli vittime di donnnaioli e puttanieri, prestiti concessi e mai restituiti, il vicino che ti riga la macchina nuova... fregature su ogni cosa acquistata, e chi più ne ha più ne metta...come fai a fidarti se chi ti ha fregato siede accanto a te a messa la domenica mattina...avrà la prestesa di prendere per il c∙∙o pure il padreterno????

    IN linea id massima condivido tutto, in pieno. Chiedo solo: come si fa a non abbassare mai la guardia?
    La mia non è una domanda provocatoria! Davvero. E' che non sempre ci riesco e purtroppo, come vita insegna, mi ritrovo a passare dal via, molto spesso, anche per questo...

    wavesequence: non ti demoralizzare. Come già detto anche da altri, credo sia come in tutti i casi della vita: essere un certo tipo di professionista non ti rende automaticamente IL professionista: gli idioti ci sono sempre e ovunque. Bisogna lavorare e lavorare sodo, anche nella ricerca, nel capire se ci si trova o meno con il terapeuta scelto...serve dialogo, questo l'ho imparato subito, serve tanto dialogo per comunicare realmente, non per sfogarsi.

    Se senti il bisogno di rivolgerti a qualcuno fallo: lasciare le cose come stanno non è mai una cosa positiva. Questo posso dirlo solo per mia esperienza personale, è ovvio, non lo assurgo a regola generale, ma se si avverte un disagio, si deve fare qualcosa.

    Dora, da un po' volevo consigliarti questo autore, ma non sapendo esattamente che percorso di studi hai seguito nella vita non volevo sembrare invadenti consigliandoti qualcosa che magari hai già letto approfondito! In ogni caso, ci provo: volevo consigliarti Durkheim e la sua teoria sul dualismo devianza / conformità all'interno del tessuto sociale, ripreso e sviluppato da Merton. Riguarda a livello teorico la funzione di un soggetto come attore sociale all'interno dei gruppi di riferimento, nello specifico quello di appartenenza e quello di riferimento. E poi un testo a cui non smetto mai di pensare come ad un riferimento: "La vita quotidiana come rappresentazione" di Goffman. a me sembrano molto interessanti ed hanno dato, a suo tempo, un'apertura definitiva su concetti che mi sono serviti, sembra incredibile, anche a livello pratico.

    La vita? vediamo...

    - Che se non mi aiuto, non mi sostengo, non ho fiducia in me, non mi do pacche sulle spalle da sola, nessuno lo farà al mio posto o assieme a me;
    - Che è più frequente che le persone ti deludano o feriscano, piuttosto che ti facciano sentire bene o ti sorprendano;
    - Che non bisogna mai fidarsi completamente di nessuno, nemmeno i familiari, i parenti più stretti, i c.d. migliori amici: ognuno fa del bene solo per se stesso e se questo significa usarti, lo faranno, no matter what;
    - Che si è soli, qualsiasi cosa significhi, in qualunque condizione ci si trovi, anche quando non sembra, in ultima istanza, si è soli, sempre;
    - Tieni gli occhi aperti, informati, poniti delle domande, sempre, su ogni cosa, su ogni questione, su chiunque: non dare mai nulla per scontato;
    - Meglio ascoltare molto e parlare poco, sempre, tenersi per sè le opinioni più forti e comportarsi di conseguenze, ma dare poco fiato alla bocca;
    - Che è meglio essere creditori che debitori, anche se non sembra è così.
    - Che la vita finisce in fretta e il tempo passa, che tu lo voglia o meno e tutte quelle balle del non è mai troppo tardi, ci si può reinventare, la vita comincia a quarant'anni sono appunto solo questo balle. Ma nessuno te lo dice quando hai vent'anni. O diciotto.