Vivere con l'ansia sociale, come affrontarla?

  • Ciao a tutti, sono nuovo del forum.


    Mi sono iscritto perché ho da diverso tempo una serie di disturbi fisici legati a somatizzazione ansiosa, che inizialmente pensavo fossero associati a depressione, ma che sto riscontrando essere più legati ad ansia sociale.


    Vi scrivo per chiedervi un confronto, magari se qualcuno soffre dello stesso problema e se magari mi dà qualche dritta.


    Ho 38 anni e sto attraversando un periodo complicato, o almeno così avverto. Sto comprando casa e da un paio di mesi ho iniziato a soffrire pesantemente di disturbi ansiosi che ho iniziato a conoscere da quando avevo 26 anni. Sono esplosi durante l’università, periodo in cui ho avuto un burn-out. Da quel momento, l’ansia e i disturbi depressivi sono diventati parte della quotidianità, come se si fosse rotto qualcosa dentro di me.


    L’ansia ha campo libero soprattutto nei contesti di giudizio (esami, situazioni formali) o nelle situazioni sociali con sconosciuti, sia con forti sintomi anticipatori, sia con ansia durante gli eventi.


    Sin dalle superiori avevo ansia anticipatoria quando uscivo con gli amici, e benché pensassi fosse un aspetto caratteriale, col passare del tempo si è intensificata a dismisura, facendomi evitare sempre più contesti sociali (uscite con gli amici, compleanni, matrimoni) e perdere amicizie.


    L’unica sfera che oggi resiste, o almeno si degrada più lentamente, è la sfera lavorativa, in cui mi sento più sicuro di me stesso (periodi di stress a parte) e riesco a tenere rapporti pseudonormali con colleghi e clienti.


    Il problema riguarda soprattutto la vita privata.


    Ho una paralizzante difficoltà a partecipare a situazioni sociali. Ho pochissimi amici e dovrei impegnarmi a socializzare di più. Non ho interessi da condividere con altri (sport, corsi ecc.). Ho provato con la palestra. Tuttavia, l’attività si è tradotta in una routine in cui stavo sempre per i fatti miei. Due anni fa ho fatto un viaggio organizzato all’estero con un gruppo di ragazzi ed è stato estremamente impegnativo dal punto di vista emotivo. L’ansia iniziale era paralizzante e non sapevo se ne sarei sopravvissuto. Ai tempi ero andato con un amico, quindi avevo una spalla, ma che ora ho perso per via dei miei atteggiamenti evitanti. Ripetere una situazione analoga è quindi infattibile.


    Ho cercato di conoscere persone tramite le app di dating e benché sia uscito con diverse persone, ho notato che anche lì la mia resistenza all’ansia si esaurisce quasi subito, dopo la prima uscita.


    Quattro anni fa ho avuto una relazione con una ragazza di cui ero perdutamente innamorato e che però mi ha lasciato dopo sei mesi, ghostandomi. Questa esperienza mi ha demolito e ancora oggi mi porto dietro questo trauma con rimuginìi e ho spesso crisi depressive legate a questa storia.


    La scorsa settimana sono andato a un evento orientato alla socializzazione: erano dei laboratori di argilla e altre attività, approfittando che mio fratello e la sua ragazza ci andavano. La notte prima non ho dormito e sono stato in bilico fino all’ultimo momento per disdire. Poi mi sono forzato e sono andato... Il problema è che ho resistito solo due ore e poi l’ansia era così forte che ho dovuto andarmene letteralmente come un ladro senza salutare nessuno. Non era un ambiente ostile oppure giudicante. Ho cercato di chiacchierare, anche se a fatica, ma non sono riuscito a instaurare un dialogo significativo con nessuno. Il disagio che provavo era eccessivo. C’erano diverse ragazze e addirittura una sembrava mostrarmi simpatia; tuttavia, tutta la situazione era vissuta da me come una costrizione: gambe molli, debolezza, mal di testa, testa leggera, vampate di caldo/freddo, qualche linea di febbre. Faccio tantissimi confronti e rapportavo a me anche gli altri ragazzi. Benché abbia una bassa autostima, io ero oggettivamente il più carino, ma nonostante tutto tremavo come una foglia. Non avevo quindi una paura razionale di non piacere, ma irrazionale.


    Non riesco a capire questo sentire "selvatico" nei confronti del mondo che mi fa scappare da tutti e isolarmi. So che nessuno mi giudica, ma la mia è una reazione irrazionale, come fossi un uccellino che quando si avvicina qualcuno vola via. Durante la notte ho sempre risvegli intorno alle 3-4 con attacchi d’ansia e spesso non riesco a riaddormentarmi.


    Sto andando da una psicoterapeuta da diverso tempo a causa dell’abbandono della mia ex, e anni fa ero seguito da uno psichiatra psicoterapeuta con cui, dopo un lungo periodo di terapia, avevamo provato ad introdurre Escitalopram. In sintesi, il problema che hanno evidenziato entrambi gli specialisti è una eccessiva rigidità nella personalità, che per il medico era associata a una tendenza al DOC. Da inizio anno ho smesso con l’escitalopram perché ne sentivo meno la necessità, ma per il periodo che sto attraversando adesso ho preso contatti per rivalutare la situazione.


    Qualcuno di voi si trova per caso in una situazione analoga? Io non ho problemi a fare la spesa, prendere un caffè al bar, andare in un ufficio pubblico, stare in un centro commerciale, ma sento un profondo senso di isolamento e una sostanziale incapacità di creare legami, anche se sono una persona molto sensibile ed empatica. Mi trovo in difficoltà perché non so come affrontare le situazioni e migliorare la mia condizione, che col tempo vedo solo peggiorare. Questa rigidità mi domina e non so come liberarmene.


    Quest’ansia però non scompare né quando sono da solo.


    Spero che in questo guazzabuglio qualcuno possa darmi qualche spunto; sarebbe molto di conforto.


    Vi ringrazio.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Ciao, la mia situazione è diversa a che se simile e non ho capito ancora il mio motivo.


    Per il tuo motivo io penso se sia stato una serie di eventi che ha causatp la tua ansia magari anche da fattori genetici dalla nascita che ti ha creato questa ansia comunque gestibile poi con la relazione con la ragazza che ti ha lasciato senza dire nulla, il tuo subconscio ne ha risentito che ha memorizzato l'evento associandolo all'ansia già presente. In questo modo la tua mente quando incontra magari persone soprattutto ragazze che pensi ti trovano carino, pensa che poi finirà come quella volta con quella ragazza e instaura una difesa cioè l'ansia per allontanare la situazione per non ripeterla ancora. Il pensiero dell'isolazione nei luoghi pubblici è una allerta del tuo subconscio a una possibile instarurazione di un rapporto che finirà in ansia che sia una amicizia o una ragazza.

    • Nuovo

    Ciao, la mia situazione è diversa a che se simile e non ho capito ancora il mio motivo.


    Per il tuo motivo io penso se sia stato una serie di eventi che ha causatp la tua ansia magari anche da fattori genetici dalla nascita che ti ha creato questa ansia comunque gestibile poi con la relazione con la ragazza che ti ha lasciato senza dire nulla, il tuo subconscio ne ha risentito che ha memorizzato l'evento associandolo all'ansia già presente. In questo modo la tua mente quando incontra magari persone soprattutto ragazze che pensi ti trovano carino, pensa che poi finirà come quella volta con quella ragazza e instaura una difesa cioè l'ansia per allontanare la situazione per non ripeterla ancora. Il pensiero dell'isolazione nei luoghi pubblici è una allerta del tuo subconscio a una possibile instarurazione di un rapporto che finirà in ansia che sia una amicizia o una ragazza.

    Ciao Lumen, grazie del pensiero.

    In realtà io avevo questo problema anche prima della ragazza, solo che con adesso è peggiorato.


    Il percorsi con gli specialisti alla fine hanno rilevato sostanzialmente gli stessi elementi: padre perfezionista, razionale e ipercritico, negativo, ossessivo, con carattere facile alla rabbia e tutta quest’ansia indirettamente me la sono respirata.

    Sono cresciuto quindi con il “bravo bambino che riga dritto” e ora mi ritrovo costruito con gli schemi del pessimismo, generalizzazione, giudizio, inadeguatezza, bassa autostima.

    Non so proprio come liberarmene. Il mio Io è praticamente schiacciato da un Super-Io troppo forte.


    Tutte queste cose sembrava cancellate quando avevo la ragazza, che giuro mi faceva sentire veramente la parte migliore di me stesso. Inconsciamente la mia percezione era cambiata, ma poi quando mi hanno scaricato mi hanno praticamente affondando. Io sono uno che si piange addosso, lo so e lo riconosco, però voglio cercare di uscirne. Mi sembra sinceramente impossibile… sono sempre esausto e mi sento fragile, mi piacerebbe anche fare alcune cose, ad esempio un viaggio, ma oltre al fatto che non ho nessuno e quei pochi che sono non sono mai disponibili, ho paura di stare male in un ambiente non protetto e sto vivendo limitando al massimo le energie nella speranza che domani mi senta meglio ed essere più nello spirito per fare qualcosa.


    I miei casini sono questi in sostanza, un bel quadretto, che però non ho idea di come sistemare… perché se provi a fare qualcosa poi tutto il sistema va in allarme.

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