Come socializzare?

  • Ciao a tutti,


    Non sono mai riuscoto a socializzare con le persone, conoscenti, colleghi alcune volte mi costa tanta fatica ma solo con persone giuste.


    Vorrei trovare magari un aiuto per affrontare questa mia difficoltà.


    Sono diventato molto introverso da adolescente ho cominciato sempre più a chiudermi in me e a nascondermi ed essere pressoché muto non ho mai capito il motivo di questo mio cambiamento, forse cambiando scuola e cambiando compagni o forse mi rendevo più conto del mio carattere oppure mi sentivo troppo diverso dagli altri che volevo starmene chiuso nella mia mente forse per protezione verso giudizi altrui.


    Avevo nell'infanzia una cerchia di amici di vicinato da appartamenti più o meno circa le stesse età, di divertivamo tanto per anni, poi mi allontavarono sempre di più lasciandomi in disparte e ignoravano, sempre per quel periodo dove mi sono chiuso tanto, loro forse se ne sono accorti e non volevano più la mia compagnia perché ero un peso morto che rideva alle battute degli altri e basta.


    Con il tempo e maturando mi sono sbloccato leggermente ma faccio fatica sempre a farmi considerare dagli altri e a parlare con la gente. Le persone a me vicine tendono a ignirarmi anche se non ho fatto nulla e vorrei che le persone accettassero il mio strano comportamento e mi aiutassero a convolgermi di più , per me è più semplice socializzare con più confidenza.


    Vivo con una compagna in cui parliamo poco perché io sono propenso ad ascoltare lei e tutte le persone mentre ne lei e ne nessuno ascolta me.


    Siamo assieme da parecchi anni e lei mi trova una persona magnifica, unica e non mi ha mai ignorato al contrario, il nostro rapporto è più su sensazioni e squardi e ci si comprende.


    Molte volte però vorrei comunicare come si deve dopo gli ultimi anni con vari problemi mentali ho bisogno di confidare tante cose e questo io non riesco un po' per pensieri su di me che rischio di stare ancora più solo e la maggior parte l'introversione del mio carattere chiuso.


    Anche con il lavoro io resto in solitaria e mi estraneo dal resto dei colleghi e loro mi ignorano, qualche volta mi parlano e dico qualcosina ma poi ricominciano ad ignorarmi e a non considerarmi come quasi tutte le persone del resto. Sono anche io che un po' me la cerco di non parlare molto per paura di dire qualcosa di sbagliato oppure offendere involontariamente la persona o mille altri motivi e per non pensarci mi costa tanta fatica e alla fine il mio pensiero è di rimanere nelle mie e non mi interessano più le persone attorno a me che danno bastidio con parole una sopra l'altra battute e alzate di voce che mi fanno spaventare come se si arrabbiassero.


    D'altro canto vorrei instaurare un discorso e condividere la giornata o un pensiero o un esperienza, se la persona è giusta ci riesco anche se con fatica e scherzo pure.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Domanda: come hai fatto a socializzare con la ragazza che poi è diventata la tua compagna se descrivi tutte queste difficoltà?

  • Ciao Lumen, ti ritrovo e qui e beh, da quel che dici sembrano esserci dei tratti di autismo come nel mio caso.

    Mi sono sempre considerata introversa, perché fondamentalmente sto bene da sola, ma ho anche sempre sentito una forte pressione sociale ad avere giri, uscite, amici. Negli anni sono migliorata tantissimo e dall’essere timida sono diventata sempre più spigliata e questo mi ha facilitato nel conoscere persone, ma poi la mia parte autistica emerge, perché sono in grado di mantenere legami solo con pochissime persone, forse perché da fuori traspare questa mia autonomia e voglia di stare sola.

    Ma quello che ho sempre bollato come introversione è in realtà autismo, e solo ora ho capito che mi sono fatta violenza per una vita nel cercare quella socialità che per me non è un bisogno essenziale perché io funziono in modo diverso, generandomi solo una quantità indegna di frustrazione.

    Quindi la domanda fondamentale a cui devi darti una risposta è: soffro realmente nel non avere amicizie, o ci soffro perché non è socialmente concepibile dalla massa non avere amicizie, io sono diverso e da qui la sofferenza?


    I consigli su come socializzare sono i soliti, banali, che forse non sono ciò che vuoi sentirti dire: frequenta un corso su qualcosa che ti appassiona e cerca di interagire con gli altri, se c’è qualche collega che ti ispira fiducia, fai cadere l’argomento e proponi un aperitivo, una gita, un’uscita al cinema. Socializzare è un po’ come lo sport: ci vuole esercizio costante.


    Non so la tua età, paradossalmente da piccoli abbiamo tempo e più connessioni, ma almeno per me è con l’età che ho acquisito facilità a socializzare perché è cresciuta la mia autostima, non mi vergogno a mostrarmi come sono, non mi interessa cosa pensano gli altri di me e sono molto più spontanea.

    Se non ci hai pensato, il fattore autostima è qualcosa di importante su cui lavorare.


    Ultima cosa sulla tua fidanzata. Tu dici che né lei né nessuno ti ascolta e ti capisce e che solo lei ti parla dei suoi problemi: hai fatto presente a lei la cosa? Hai manifestato i tuoi bisogni? Abbiamo la tendenza a pensare che gli altri intuiscano le nostre emozioni e capiscano cosa ci passa per la testa dai nostri atteggiamenti, ma purtroppo non è così, è da ciò nascono frotte di malintesi e incomprensioni. Banalmente, lei potrebbe non aver mai visto in te la necessità di confidarsi. Se invece ci hai provato e hai percepito disinteresse da parte sua, il problema è più profondo, e qui dovresti chiederti se ti fa stare bene stare in una relazione dove non ti senti visto veramente.

  • Domanda: come hai fatto a socializzare con la ragazza che poi è diventata la tua compagna se descrivi tutte queste difficoltà?

    Non ho socializzato, cioè non con le parole. L'ho conosciuta perché sorella della ragazza di un amico del forum di un simulatore. Eravamo per caso vicini di provincia e ci siamo incontrati con lei che cercava un fidanzato: una giornata a una fiera quasi muta, piena di imbarazzo, però lei mi fissava di continuo, il che rendeva tutto più difficile.


    Poi, dopo un paio di settimane, l'ho contattata su chat, e su chat è tutto diverso per me. Vedo gli altri che ciò che sono nel reale resta nel virtuale, io invece sono molto più libero senza quel blocco nel parlare e riesco a comunicare con molta facilità. Questa cosa non sono mai riuscito a capire, perché è come se fossi diviso in due persone con caratteri diversi.


    Beh, ci siamo conosciuti bene e ci siamo avvicinati con delle uscite.

  • Ciao a tutti,


    Non sono mai riuscoto a socializzare con le persone, conoscenti, colleghi alcune volte mi costa tanta fatica ma solo con persone giuste.


    Vorrei trovare magari un aiuto per affrontare questa mia difficoltà.

    Sembra banale la mia risposta, ma in realtà non ti stai rendendo conto che lo stai già facendo: stai socializzando con noi. Ti sei presentato, hai esposto un tuo dubbio, una tua incertezza e una tua difficoltà.

    Di fatto, tu stai socializzando con persone che non conosci, esponendo una cosa molto personale. E lascia perdere se sei dietro a un monitor. Chi non riesce a socializzare non si sarebbe nemmeno iscritto al forum.

    Quindi credimi: sei già con una base di partenza superiore a chi ha realmente quel tipo di problema.


    Hai una passione, uno sport o qualcosa che condividi o che condivideresti?

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Ciao, sì, infatti come avevo pensato io, il mio carattere sembra proprio autistico, però non ne ho idea se veramente lo sono. Provo a informarmi su come effettuare dei test e spero non a pagamento.


    Esattamente come dici, mi sento bene da solo e mi sento comunque solo, perché nessuno mi comprende mai. Mi sento diverso fin da quando ne ho memoria e ho sempre cercato di raggiungere la normalità degli altri senza riuscire.


    Non mi cambierebbe avere una vita più sociale; più che altro vorrei farmi notare che esisto anche io. Del resto, più tempo passa, più mi rendo conto che sarà per sempre così.


    Come ho detto sopra, sto bene da solo e molte volte cerco la solitudine. Quello che vorrei tanto è essere compreso dalle altre persone.


    Forse dovrei accettare il mio carattere e non cercare più la normalità degli altri.


    Gli altri mi danno come età un 22/25 anni, ma in realtà ne ho 32 e sembro più piccolo rispetto a un ragazzo normale di 25. Sembra che non cresca mai. Una cosa bella è sembrare molto più giovane, ma nello stesso tempo mi penalizza con gli altri e con me stesso.


    Penso che la mia autostima sia pessima. Dico molte volte di non sapere fare qualcosa o di non esserne capace, ma alla fine faccio le cose perfette senza mai averle fatte. Non so come ci riesco. Vedo gli altri che fanno fatica oppure non iniziano proprio...


    In ogni caso mi sottovaluto sempre. La cosa che mi piace è far stupire gli altri di quello che so fare; forse è un modo per farmi notare.


    Sì, le ho fatto notare più volte che mi ascolta poco, io ascolto lei. Sono un buon ascoltatore di tutti. Abbiamo un carattere molto simile: entrambi parliamo poco, ma ci intendiamo e ci aiutiamo a vicenda. Credo che in una relazione non possa esserci tutto e bisogna accettare i difetti e valorizzare i pregi. Io mi trovo bene con lei, anche se molte volte cerco la solitudine.

  • Io ci andrei piano col concetto di normalità. Ti definisci diverso, ma una vita sentimentale l'hai. Qui tanti uomini, anche di 50 anni, non sono mai nemmeno usciti con una ragazza. Se tu non sei "normale", loro cosa sono? Inoltre, che ne sai che gli altri si sentono compresi? Io sento dire spesso: "Non mi sento capito o capita da nessuno".

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