Indeciso sull'attività politica, vorrei un consiglio

  • Da un po' di tempo mi trovo imbattuto in un conflitto di passioni interiore dal quale non riesco a venire a capo.


    Da qualche anno ho intrapreso un percorso con un partito politico del quale sono rimasto molto appassionato, sia per i modi di pensare, che per i modi di agire, che per il modo di essere degli appartenenti. Preso dal fervore iniziale, ho intrapreso questa attività che mi ha portato ad attaccarmi non solo all'ambiente politico, ma anche, a livello sociale, alle persone. Inoltre, questa esperienza, che è stata la prima nella mia vita, ora che ho 40 anni, mi ha fatto capire che mi piace molto l'ambiente politico e le sue attività.


    Andando avanti, questa mia presa ha subìto una flessione, data dal fatto che, nella vita, per via di una serie di vicissitudini e dei miei modi di essere, non mi sono mai attaccato fermamente al paese stesso, l'Italia, dal quale provengo. Ci tengo a precisare che rispetto molto questo paese, pago ogni singola tassa, ancora faccio i biglietti dei mezzi pubblici, nonostante mi senta prendere per il c...o dai miei concittadini che mi dicono di fregarmene. Insomma, nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio per dare un giusto contributo, ma non posso dire di essere un patito di questo luogo. Cerco sempre di emigrare. Viaggiando molto, mi sono trovato spesso più in linea con modi esteri di vivere che con quelli locali, e alla fine mi sento un po' un pesce fuor d'acqua... Indubbiamente non posso escludere che ci siano anche tante cose che amo, ma non so se siano la maggior parte.


    Questa contraddizione genera in me un senso di stranezza nel seguire un percorso politico, perché mi fa venire da chiedermi: che senso ha? Cioè, in poche parole, sono più innamorato del partito politico che del paese stesso che dovrei difendere. E allora mi sembra come se stessi facendo una cosa senza senso.


    Qualcuno mi ha detto che è normale lottare proprio per il proprio paese se ci sono delle cose che non ci piacciono, al fine di cambiarle. Altri mi hanno detto che dovrei lasciar stare e fregarmene, dato come sono fatto.


    Il consiglio che volevo chiedere è questo: devo seguire questa logica di principio e lasciar perdere tutto, oppure fregarmene e seguire il fatto che mi piace la vita di partito, lasciando stare quello che provo per il paese, ecc. ecc.?


    Astenersi per favore eventuali "la politica non serve a nulla, sono tutti ladri e tutto un magna magna" o affermazioni simili. Non mi interessa sapere il parere sul mondo e sulla politica in sé per sé, ma il consiglio che chiedo è riferito a una mia scelta da fare e basta.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Qualcuno mi ha detto che è normale lottare proprio per il proprio paese se ci sono delle cose che non ci piacciono, al fine di cambiarle. Altri mi hanno detto che dovrei lasciar stare e fregarmene, dato come sono fatto.

    Ciao, secondo me, la frase che ho messo in grassetto rappresenta il motivo principale che dovrebbe spingere una persona ad occuparsene attivamente, assumendo un ruolo politico. Dici che non ti senti molto a tuo agio nel luogo dove vivi. C'è qualcosa che potresti cambiare, proseguendo nella tua carriera politica? Cioè, saresti in qualche modo utile ai tuoi concittadini (e anche a te stesso) migliorando alcuni aspetti, anche piccoli, che ora non funzionano o funzionano male?

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • La politica è fatta apposta per cambiare le cose e portare una propria visione personale, anche radicalmente diversa da quella attualmente esistente. Se hai una visione alternativa a quelle già esistenti, puoi fare politica. Se invece sei l'ennesimo progressista, globalista, o berlusconiano, puoi anche farne a meno, siamo già strapieni di persone che rappresentano queste ideologie e tu saresti ininfluente.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Grazie per le vostre risposte, non mancano di senso, anzi... Il fatto è che quando ti trovi così, poi senti anche certi ragionamenti da parte della gente su certi aspetti della vita che ti spengono proprio e ti chiedi: ma per chi devo impegnarmi? Ed è come se ti passa la voglia.


    Però forse è un problema mio, che me la prendo troppo con certe cose. Anche il vostro modo di pensare è del tutto fondato.

  • Il consiglio che volevo chiedere è questo: devo seguire questa logica di principio e lasciar perdere tutto, oppure fregarmene e seguire il fatto che mi piace la vita di partito, lasciando stare quello che provo per il paese, ecc. ecc.?

    Da quello che scrivi sembra che ti piaccia l'attività di partito in sé, mentre le motivazioni appaiono secondarie o comunque subordinate. Per come la penso io fare politica così non ha molto senso.

  • Da quello che scrivi sembra che ti piaccia l'attività di partito in sé, mentre le motivazioni appaiono secondarie o comunque subordinate. Per come la penso io fare politica così non ha molto senso.

    Sono d'accordo


    Potrebbe essere utile riflettere su come la politica che ti interessa possa tradursi in un impatto positivo sulla società, non solo dal punto di vista ideologico, ma anche pratico, e se riusciresti a sentirti soddisfatto a lungo termine, sapendo che il tuo impegno non rispecchia un attaccamento profondo al paese.

    Se invece senti che i tuoi valori e la tua visione si allineano più con un altro paese, potresti considerare di portare la tua passione politica in un contesto che ti faccia sentire più a casa.

    Teniamo quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza soffiamo via il resto. George Eliot

  • L3n, se hai avuto modo di andare in altri paesi e di vedere cose che, nonostante i contesti diversi, potrebbero essere applicate nel nostro, potresti, magari, sfruttare questa sintonia con prassi o norme dei paesi stranieri per migliorare, per quanto possibile ovviamente (mi riferisco sempre alla differenza tra i contesti, che in tal senso potrebbe essere determinante), il nostro. A tutti i livelli (locale, ma non solo).


    Aggiungo che l'impegno politico è sempre qualcosa di nobile in sé, nel senso che, se anche il modo di essere degli interpreti e dei destinatari dell'azione tende a demotivarti, comunque dedicarsi all'attivismo, al dibattito, all'elaborazione di politiche è un investimento di energie che non solo è "creativo", ma è anche, in ultima istanza e ovviamente sotto le migliori condizioni, volto a un miglioramento della collettivitá che giustifica per se stesso l'impegno profuso. Questo è per dire che ci sono mille modi di fare politica: attivismo, come dicevo, dibattito, studio, approfondimento, divulgazione. Credo che tutti quelli che provano interesse per certe tematiche potrebbero trovare una propria particolare strada per impegnarsi per la collettività, anche nell'ambito di gruppi organizzati (quali possono essere i partiti).

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