Eccitazione ed ansia: una intuizione da esplorare?

  • Quello lo vorrei anche io, ma purtroppo di uomini che riescono a essere cosi interessanti non ne conosco.

    In realtà, a me va bene conoscere a fondo una persona; personalmente non mi interessa che sia imprevedibile, basta che chi è sia una persona che apprezzo.


    Però lo capisco, perché l'esplorazione e la ricerca generano piacere. È stato fatto anche un esperimento con i topi: è stato verificato che il topo prova più piacere mentre è alla ricerca del cibo e sta magari inseguendo una traccia olfattiva, piuttosto che quando lo sta mangiando.


    Poi, per alcune persone, può anche sommarsi un fattore di noia di fronte a una prevedibilità: lì è soggettivo.


    Oppure tale prevedibilità non offre "di specchio" la possibilità di sondare se stessi attraverso l'altro.

    Sì potrebbe essere, o forse per esplorare la mia di psiche, che mi affascina ancora di più.

    Il partner di una persona svolge un ruolo di "specchio": attraverso il rapporto con l'altro si esplora sé stessi.


    È un po' quello che si fa anche qui in questo sito; interagendo tra persone con somiglianze al nostro "caso", osserviamo gli altri e magari impariamo a conoscere meglio noi stessi.


    Infatti, un occhio non è in grado di vedere sé stesso senza uno specchio esterno.


    Grazie agli altri puoi vederti, perché puoi osservarti con un occhio esterno. Ti osservi esternamente a te, negli altri che ti assomigliano in vari dettagli e che appunto ti rispecchiano, e pian piano ricostruisci un quadro di che "aspetto" hai, di chi sei.


    E rispondi alla domanda fondamentale: chi sono io?


    Infatti, penso che interagire in thread altrui che ti "risuonano" su qualche aspetto aiuti a capire anche te stessa.


    Così come aprire thread come questo, volti a un'autocomprensione dettagliata e non superficiale, quando hai un'intuizione su qualche tuo aspetto psicologico che intendi sondare.

  • Mi sono resa conto, in modo consapevole, che le situazioni che mi eccitano davvero e mi fanno vibrare qualcosa dentro – non solo eccitazione fisica, ma mentale, che parte da qualcosa che ho dentro – le provo solo quando non mi sento al sicuro. Questa cosa mi ha portata spesso a mettermi (lo dico ora, col senno di poi) in situazioni non dico pericolose, ma potenzialmente tali. Non entro nel merito di queste, però spesso mi ritrovavo a pentirmene e a chiedermi: "Ma perché l'ho fatto?".

    Sembrerebbe una sorta di "riflesso condizionato" o comunque un condizionamento dell'eccitazione dato da specifiche circostanze o comunque sentimenti.


    Di base la maggiore eccitazione nel pericolo (persino di vita) è una cosa abbastanza naturale che può accadere a tutti***, ma se diventa una parafilia è possibile che dietro ci sia qualcosa di più importante.


    *** L'eccitazione sessuale è condizionata e viene influenzata dal senso del rischio o dal presagio di morte.

    Dal punto di vista evolutivo, la vicinanza a situazioni di pericolo potrebbe attivare una risposta fisiologica che stimola l'adrenalina e altri ormoni legati allo stato di eccitazione. Questa attivazione del sistema nervoso simpatico è associata sia alla risposta sessuale sia alla risposta alla paura o al rischio. In momenti di pericolo imminente, come nell'idea della morte o del rischio, il corpo entra in uno stato di allerta che può incrementare l'intensità delle emozioni e la percezione sensoriale, inclusa quella sessuale.


    Inoltre, la componente psicologica del rischio o della morte può aggiungere una forma di trasgressione o tabù che può amplificare il desiderio. Il legame tra sesso e morte è un tema presente in varie culture e psicologie, come nel concetto di "eros e thanatos" di Freud, che rappresentano la dualità tra la pulsione di vita e quella di morte, entrambi elementi potenti che influenzano il comportamento umano.

    Infine, l'idea di un "pericolo imminente" può effettivamente aumentare l'eccitazione.


    Dal punto di vista meramente fisiologico basti pensare che alcune tecniche per aumentare il piacere consistono nel provocarsi "problemi fisici" (censuro, perché non so quanto posso scriverne senza dire cose oscene).


    Ora posso dire con certezza che è questo: c'è una parte di me, legata probabilmente a qualcosa di profondo, che si eccita solo quando non si sente al sicuro, quando si sente a rischio e in pericolo. Pensandoci, ho ipotizzato che ciò possa essere legato al fatto che da ragazzina, quando ho scoperto il mio corpo e ho iniziato a provare piacere, l'ho vissuta come una cosa da nascondere assolutamente, di cui vergognarmi, ritrovandomi spesso a toccarmi di nascosto quando potevo, sempre con l'ansia di essere scoperta e i sensi di colpa dopo. Può questo aver contribuito a "settarmi" così? Probabilmente sì. Ma credo ci sia dell'altro, per questo mi interesserebbe capire cosa ne pensate. Qualsiasi commento e riflessione è ben accetto, ovviamente.

    Qui il discorso si fa più interessante, perché intuisci la presenza di un problema profondo nonostante tu stia praticamente tenendo inconsciamente conto di parte di quanto scrivevo sopra.


    Sì: è possibile che vi sia una ragione, sia legata al senso di vergogna, sia a un altro ricordo/trauma (magari rimosso o ritenuto ininfluente) che ha condizionato in parte (anche se mi pare poco) la tua eccitazione.


    Per essere più precisi bisognerebbe capire di che tipo di pericolo si tratta, se l'hai capito. Perché quello dato dal pudore è diverso da quello dato dall'esibizionismo che a sua volta è completamente diverso da quello dato da rischi più basilari, come quello di farsi male o peggio.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Scusate, non sono brava a citare più interventi, quindi vi ringrazio per gli interessanti stimoli e rispondo qui.


    Per quanto riguarda il coinvolgimento, ho bisogno che ci sia sempre un forte coinvolgimento mentale, anche se non ci si conosce bene.

    L’aspetto che diceva Garden sui topi mi ha fatto sorridere, perché sono un topo... mi piace il gioco che si crea prima, più dell’atto in sé.

    La questione fondamentale e fondante del “chi sono io?” per me è centrale, perché non so assolutamente chi sono.


    La morte di cui parlava Bruce è un altro tema che mi ritorna spesso, e l’avevo affrontato anche con lo psicoterapeuta.

    Ho un rapporto di paura e attrazione profonda per la morte: la temo e mi fa stare molto male. Secondo il mio psicoterapeuta, certe situazioni in cui mi mettevo e di cui poi mi pentivo, come se rinsavissi da uno stato di trance, erano dovute a un mio bisogno profondo di illudermi di poter controllare qualcosa di molto vicino alla morte: il pericolo, il rischio, la perdita... come se mi mettessi in situazioni pericolose per poi dimostrarmi che potevo uscirne e salvarmi. In parte mi ritrovo in questa spiegazione, ma sento che manca qualcosa.


    Se penso all’ultima situazione che mi ha turbata molto, mi sono fidata e ossessionata di un uomo molto più grande di me, che aveva molte caratteristiche (che non sto a riportare) che avrebbero fatto fuggire chiunque. Io, invece, più una persona sembra fuori dagli schemi, potenzialmente pericolosa, affascinante, turbata, più mi attrae. Se poi questa persona mi dà attenzioni o un riconoscimento (o rispecchiamento, nel caso dello specchio), è la fine: l’ossessione prende forma.

    Credo che sia un meccanismo legato anche all’insicurezza che ho, come se dovessi dimostrarmi di poter “conquistare” una persona che, per motivi che ho deciso io, è affascinante.


    Grazie per gli spunti preziosi... spero di continuare, perché viene fuori tanta roba da questi confronti.

  • In realtà, a me va bene conoscere a fondo una persona; personalmente non mi interessa che sia imprevedibile, basta che chi è sia una persona che apprezzo.


    Però lo capisco, perché l'esplorazione e la ricerca generano piacere. È stato fatto anche un esperimento con i topi: è stato verificato che il topo prova più piacere mentre è alla ricerca del cibo e sta magari inseguendo una traccia olfattiva, piuttosto che quando lo sta mangiando.


    Poi, per alcune persone, può anche sommarsi un fattore di noia di fronte a una prevedibilità: lì è soggettivo.


    Oppure tale prevedibilità non offre "di specchio" la possibilità di sondare se stessi attraverso l'altro.

    Credo che più che imprevedibile è che molti uomini sono privi di argomenti, sono pochi quelli con cui si riesce ad avere un confronto stimolante, che sanno come non annoiare. E' davvero difficile, infatti ormai mi nutro di conoscenze, parlare con persone, conoscerle, chiedere come affrontano determinate problematiche, ma anche trovare gente che si apre più profondamente è complicato, per questo sono su questo forum alla fine.

  • Credo che più che imprevedibile è che molti uomini sono privi di argomenti, sono pochi quelli con cui si riesce ad avere un confronto stimolante, che sanno come non annoiare. E' davvero difficile, infatti ormai mi nutro di conoscenze, parlare con persone, conoscerle, chiedere come affrontano determinate problematiche, ma anche trovare gente che si apre più profondamente è complicato, per questo sono su questo forum alla fine.

    Questo è un problema umano in generale, quando sono arrivata in questo forum sono rimasta sorpresa dall'apertura mentale media.

    In parte mi ritrovo in questa spiegazione, ma sento che manca qualcosa.

    Forse un istinto autolesionista? Una rabbia repressa che sfoghi su te stessa in questo modo?

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