Era un ragazzo tranquillo...

  • Infatti è questa la differenza fra le persone definite "normali" e le persone che commettono reati violenti.

    Qui sarebbe da aprire un'indagine partendo dalla tua frase e ci sarebbero varie diramazioni. La prima: chi fa del male ad un altro è spinto da una profonda urgenza di proteggersi, irrazionale e scissa dal contesto dove egli agisce?

  • Il mio intento non era solo di provare a fare chiarezza, ma da ponte tra i due punti di vista, in modo che l'uno capisse almeno grossolanamente il punto di vista dell'altro e le sue ragioni.


    Ovvero di depolarizzare.

    Apprezzo tantissimo l'intenzione, ma preferisco evitare. Non leggendo più gli interventi della controparte non sono nemmeno in grado di darti un parere, ma in ogni caso ci sono modi di pensare che sono inconciliabili. Non sempre si può aggiustare una discordia. In questi casi è meglio evitare proprio di mettere insieme le due cose.


    Se la caratteristica di psicopatia è genetica ed innata, ahimé si tratta di una minoranza nel senso comunemente inteso del termine, solo che rispetto ad altre minoranze ha un velo di stigma maggiore.


    La tutela starebbe nel fare si che da psicopatici innati, non degenerino in sociopatici pericolosi tanto per gli altri, quanto anche per sé.

    Sì.

    Ma se sei in una famiglia "del mulino bianco" o comunque in una di quelle famiglie ostentatamente descritte come "perfette": non ammetti le normali discordie, figurati se ammetti una "macchia" come questa. Per questo dico che, caso di quel tizio a parte: la famiglia ha sempre un ruolo, anche quando questo è il tacere un'evidenza.


    D'altronde l'omicidio di una qualche persona che dovrebbe essere amata è uno dei temi a cui non si è mai data risposta nell'arco dei secoli. Ma secondo me c'è una componente innata, qualsiasi cosa essa sia. In alcune persone è presente e si manifesta e, secondo me, in molte è presente ma resta latente per tutta la vita.

    In realtà non è proprio così. Mi spiego,

    come tu stesso dici:

    Lupettadibosco: ma spesso è proprio dove c'è un'alta aspettativa d'amore che nasce un grande odio.

    ...questa è la chiave di lettura che apre al mistero della maggioranza dei delitti in famiglia. I motivi traversi molto spesso sono i soldi, eredità, spartizioni, ma possono essere anche solo sentimenti o discordia data dalla disparità di trattamento tra un figlio e l'altro, etc.


    La maggior parte degli omicidi nelle aree del mondo non in guerra avviene comunque tra persone che si conoscono o in famiglia. Uno dei peggiori delitti possibili immaginabili è l'uccisione dei figli, magari dei propri figli. Questi atti accadono spesso per mano della stessa madre _non psicopatica_ in un episodio psicotico o in un fase di alterazione data da più fattori.


    La famiglia purtroppo è terreno fertile per maltrattamenti e omicidi; tanto da essere tra le più raccontate nelle opere letterarie dall'alba dei tempi.


    Tale tutela, come ho scritto, è un po' un'utopia, perché vorrebbe dire che una famiglia dovrebbe accorgersi da piccolo che il bambino ha qualcosa che non va,

    Può essere che non se ne accorge, oppure può essere che se ne accorge, ma se non vuole uscire dall'illusione del "mulino bianco": manderà tutto in oblio.


    Il tutto rimane comunque sconcertante ma fa riflettere sul fatto che quel soggetto (in questo caso lo psicopatico) evidentemente non può proprio provare quel tipo di emozioni e di sentimenti per quanto noi possiamo ritenere la cosa inconcepibile

    Esattamente.


    è un atteggiamento che spesso accade in un certo tipo di contesti diciamo perbenisti

    Sì, ma sono contesti di ogni tipo. Non c'è una bandiera specifica appesa al balcone delle case in cui possono accadere questo tipo di cose.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ok, diciamo che è uguale o simile il risultato, ma differente il retroscena e le motivazioni.

    Più precisamente una persona autistica ad un certo punto capisce che i suoi comportamenti autistici hanno un qualche impatto sociale negativo e allora si sforza di non averli perché vuole essere accettata. Un esempio è la sincerità fin troppo diretta che può arrivare all'inopportuno e allora si sforza di tacere e non dire un pensiero. Oppure si sforza di abbracciare gli altri anche se le manifestazioni affettive "non le ritiene essenziali" e fosse per lei non le avrebbe.


    Uno psicopatico invece devi immaginarlo come una persona che si ti seduce e ti racconta pure tante bugie per sfruttarti o approfittarsi di te.

  • Complimenti per gli interventi molto approfonditi che sto continuando a leggere da giorni.

    Io (molto umilmente perché non so assolutamente nulla in questo campo se non nozioni apprese per interesse personale) penso che il fulcro sia proprio la mancanza di empatia. Un gelo interiore che mi immagino come una specie di distacco tra sé stessi e il mondo. Come se si fosse un'entità a sé stante, che vive nel mondo, ma non con il mondo.

    Anche se visto dal fondo dell'acqua appare deformato, il cielo è cielo.

    Banana Yoshimoto

  • Personalmente (ma ho avuto modo di vedere che sono un po' una mosca bianca in questa mia opinione) metto le madri che uccidono i figli in una categoria a parte.


    Tornando al resto, è proprio ciò che volevo dire io: per ammazzare qualcuno deve esserci una forte motivazione (le persone che uccidono casualmente in mezzo alla strada penso siano persone distaccate dalla realtà che su di essa proiettano chissà che fantasmi interiori).

    E come ha detto Juniz: alcune persone non sono in grado di provare le emozioni nello stesso modo in cui la maggioranza delle persone le concepisce.

    Fermo restando che ognuno percepisce con sue proprie sfumature le emozioni, penso ci sia chi sperimenta una forma autentica di amore e chi una forma profondamente egoistica.

  • Apprezzo tantissimo l'intenzione, ma preferisco evitare. Non leggendo più gli interventi della controparte non sono nemmeno in grado di darti un parere, ma in ogni caso ci sono modi di pensare che sono inconciliabili. Non sempre si può aggiustare una discordia. In questi casi è meglio evitare proprio di mettere insieme le due cose.

    :smirking_face: Ok, al prossimo "scontro epico" allora mi limiterò a contrabbandare i pop corn a Fran, :/ o a scambiarli con la registrazione audio della cena di cui parlava.

  • Ma tu sei una brava persona Garden, anzi, penso tu sia una persona "pura", io certe cose le sento ;)

    Quelle persone che anche dicessero una cosa inopportuna non lo fanno mai per malizia o per colpire gli altri a mani basse.

    No in effetti non agisco per gli scopi che hai scritto, gli scrupoli per quello li ho, ma una parziale apatia emotiva in certi frangenti in effetti la manifesto. Comunque thanks.

  • Già pagine fa volevo fare questa domanda ma poi ci ho ripensato, ma visto che il thread è ancora vivo la faccio.

    Riguarda sempre la psicopatia e la sociopatia...

    La domanda è: c'è differenza o similitudine tra un serial killer e un affiliato ad una delle tante mafie? E se c'è qual è?

    Perchè faccio questa domanda?

    Ricordo che nella serie The Mentalist il protagonista leggeva la mente dei vari criminali e dava spesso del sociopatico e psicopatico (a ragione?) sia ai serial killer classici che agli affiliati dei cartelli messicani od ai terroristi islamici ad esempio.

    Mi chiedo se ci sia similitudine...

    Tutti loro ammazzano, ma i primi sanno solo loro perchè, i secondi per denaro...carriera nel cartello, i terzi per la religione.

    Sono tutti psicopatici sociopatici antisociali alla stessa maniera?

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