Tradire da innamorati

  • Insomma, tu pensi che il male sia deliberato (cosciente/volontario) e dunque esista la colpa, mentre io, ritenendo sia un polo negativo, lo considero figlio di una qualche incoscienza, di una qualche lacuna di coscienza, e dunque non possa considerarsi davvero opera di libero arbitrio, anche se illusoriamente lo sembra.


    Dunque, non una colpa, ma una carenza da compensare.


    Personalmente penso che il motivo per cui l'essere umano non voglia staccarsi dal sentimento della colpa sia legato al fatto che non vuole staccarsi dall'emozione della rabbia o del disprezzo che vi è collegato.


    Le emozioni hanno una presa molto forte sulla psiche umana.


    Rabbia e disprezzo gridano soddisfazione, vogliono "mangiare", ovvero gridano al "sangue" del peccatore per "nutrirsi".


    Se venisse riconosciuto il male come polo negativo, rabbia, odio, rancore, disprezzo, ecc. rimarrebbero a bocca asciutta, e questo sarebbe frustrante dal punto di vista emotivo.


    E più una persona è ferita, oppure empatica verso gli altri, più lo troverà frustrante.


    Questo vale ovviamente anche per le emozioni negative di rabbia e disprezzo legate al tradimento.

  • I nostri politici fuori dall'italia vengono derisi e nessuno li prende sul serio. Sono considerati alpha solo da noi cittadini italiani. Musk ha detto alla Meloni che è bella dentro e brutta fuori, ma quando mai qualcuno ha osato dire una cosa del genere alla Merkel? Perché non venitemi a dire che lei è bella, eppure era rispettata in Europa da tutti e anche negli USA.

    Questa è la dimostrazione che si è alpha in base a dove vivi.

  • In molti aspetti della mia vita ho dubbi e incertezze, come tutti. Ma sul fatto di tradire una persona, e non parlo solo di sesso, ma anche di 'tradimenti' nei confroti di amici o parenti, la faccio semplice. Il tradimento per me è un atto ignobile e vile.

    Ma certo che si tratta di un atto deplorevole, è un'ovvietà.


    Sono solo critico nei confronti del "MAI". Pensi di conoscerti talmente tanto, da sapere che non esistono "condizioni spazio-temporali" in cui compieresti certe azioni? Beato te.

    A me piacciono le etichette in alcuni casi e i traditori li etichetto come colgioni/e (creature mitologiche che somigliano a due palle alate).

    Capisco possano piacere le etichette: sono molto rassicuranti.

  • Capisco possano piacere le etichette: sono molto rassicuranti.

    Si perché alcune ci permettono di riconoscere gli squilibrati dalle persone civili. E' un bene per la società che chi tradisce e viene scoperto si ritrovi automaticamente in una prigione sociale visto che la legge non tutela le vittime in quel senso. Possono solo nascondersi i traditori, come i ladri e truffatori.

  • Quindi perché sostenere che esiste questo alpha umano a livello oggettivo quando tale concetto invece è debole e relativo?

    Perchè è relativo ma molto forte a mio avviso, non debole, il fatto che sia relativo non toglie forza al concetto.


    Il concetto di alpha si lega al concetto di potere, il concetto di potere si lega al concetto di presenza di forza.


    La forza non è una virtù, perchè non è morale, in quanto la forza è solo la capacità di compiere un lavoro, è uno strumento, e uno strumento può essere usato tanto per compiere il male quanto per compiere il bene.


    Anche se non è una virtù è un valore, in quanto la forza è misurabile/quantificabile, come il potere monetario ad esempio, o la conta dei cavalli nel motore di un auto.


    La forza è solo la capacità di compiere un lavoro: se hai denaro, puoi ad esempio ordinare di costruire un supermercato, ed ecco che la forza (monetaria) si è tradotta in un lavoro. Se hai seguaci, puoi ugualmente chiedere loro questo e quello.


    Chi è apha è chi ha potere/forza, non importa da quale fonte tale potere gli provenga, se dall'approvazione sociale di massa (es: Bergoglio), se da un eredità (potere monetario), se dalla sua bellezza fisica che ha influenza su gli altri, o se da una sua capacità intrinseca (intelletto e forza interiore/carisma o capacità manipolatoria).


    Poi è ovvio che solo chi lo è per sua capacità intrinseca possa attribuirsene il valore, per tutti gli altri è un valore in prestito. Sono "alpha in prestito".


    Ma per esistere esiste, a mio avviso, proprio perchè la forza è misurabile nella capacità di svolgere un lavoro con quella forza.

  • Tutti noi umani possiamo essere Alpha o Zeta, ne abbiamo le capacità a seconda del ramo che scegliamo, poi ci sono quelli che hanno voglia, quelli che non l'hanno e quelli a cui non frega nulla di niente.

    A livello sociale il concetto di "alpha" non è tanto nel cosa sei, ma più in come ti considerano gli altri.

    Diventa "cosa sei", anzi: "come ti comporti" in ambito psicologico.


    Il determinismo degli alpha cambia da epoca ad epoca è dunque relativo a miliardi di possibilità e condizioni. Un neonato appena nato dove il padre e la madre lo accudiscono nei primi anni di vita, è l'Alpha della famiglia, colui che riceve più attenzioni. L'Alpha si trova e si perde anche nel tempo, oggi lo sei, domani non lo sei più e ne arriva un altro/a. Il concetto è così volubile che ha molte più sfaccettature di astratto che di realtà.

    A seconda delle condizioni e delle possibilità, in base a come si comportano gli altri intorno a te: puoi essere identificato come "alpha" o meno.


    Ma la questione che a me interessa è un'altra: non vuoi (o non puoi) seguire riflessioni che escono dal tuo binario, riflessioni che non sono aderenti ai tuoi schemi. Le sorvoli sempre. Avessi di fronte Kant, Schopenhauer o Hegel che ti elaborassero una critica sull'uso della definizione di "Alpha" (come ho cercato di fare fatto io): faresti la stessa cosa e diresti che esiste e che è evidente.

    Il binario che emerge da un'evidenza, ovvero dal fatto che determinati individui (anche solo in un gruppo ristretto di amici) siano considerabili "alpha" in base a una classificazione estremamente semplice non è mio: è fattuale.


    Poi puoi dirmi: non voglio sentire questo racconto di una cosa che sta succedendo. Bene, non lo racconterò, ma che si chiami "pippo", "alpha" o "elemento che spicca": quello continuerà ad essere li e ad essere trattato in modo diverso dagli altri.


    Per te Berlusconi è alpha e questa definizione è comprovata dall'antropologia, dall'evoluzionismo, dalle teorie Darwin? Comportamento umano X = uguale Alpha. Universalmente riconosciuto dalla comunità scientifica.

    No, non è "per me" che Berlusconi è "alpha": è per la classificazione antropologica della sua condizione, per come lo trattano gli altri, per via del potere che ha. Il mio rilevarlo come "alpha" è a valle di una valutazione fatta con criteri standard, condivisi e riproducibili.


    Quanta irremovibile e granitica certezza.

    Infatti siamo tutti "onesti fino a prova contraria"; anche se è vero che per alcuni tradire è molto più difficile che per altri, o se preferisci: a qualcuno riesce più semplice.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Sono solo critico nei confronti del "MAI". Pensi di conoscerti talmente tanto, da sapere che non esistono "condizioni spazio-temporali" in cui compieresti certe azioni? Beato te.

    Si, ho la presunzione di conoscermi piuttosto bene, e fra tutte le cose sbagliate che potrei fare (che ho fatto e farò), l'ultima sarebbe tradire la fiducia di chi me l'ha concessa. E' ovvio che se per primo vengo tradito, mi sentirei libero di agire come ritengo più opportuno per proteggermi, e quindi questa regola salta.

    Ora però mi incuriosisci, potresti farmi un esempio in cui una persona potrebbe tradire, andando contro i suoi principi morali?

    Accettare non significa rassegnarsi - Mai giocare a scacchi con un piccione

  • Non solo "penso" che il male possa essere deliberato e quindi che esista la colpa, ma ho anche elaborato un ragionamento logico supportato da evidenze che dimostrano la fondatezza di questa posizione. Nel mio messaggio precedente ho esposto compiutamente argomenti coerenti basati su osservazioni psicologiche, morali e filosofiche, che evidenziano come le persone siano in grado di compiere scelte consapevoli, anche contro le proprie inclinazioni immediate o i condizionamenti ambientali, e che il concetto di responsabilità morale implichi necessariamente la capacità di scegliere tra bene e male, e come questo processo non possa essere ridotto a una semplice "carenza" da compensare.


    Al contrario, in questa tua risposta non noto evidenze che possano dimostrare altrettanto la tua posizione. La tua affermazione che il male sia solo un "polo negativo", derivante da una mancanza di coscienza, pare più essere una tua personale visione soggettiva della realtà o una credenza, piuttosto che un'argomentazione supportata da un ragionamento solido, e come tale non può essere posta sullo stesso piano di validità.

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