Ciao leila995
Innanzitutto vorrei dirti che sono dispiaciuto per quello che stai passando.
Anch’io sto attraversando un periodo difficile della vita ma credo che questo non possa esimermi dal provare, nel mio piccolo, ad aiutare qualcun altro.
Io sono sempre stato gravemente ipocondriaco, fin da bambino, quando ho perso mio nonno per via della BPCO.
A tratti alterni nella mia vita ho avuto paura delle più disparate patologie, dapprima verso coloro che amavo e poi verso me stesso.
Notti insonni, tachicardie ricorrenti, confusione mentale...erano diventate compagne di vita.
Poi, scioccamente, ho ricacciato tutto questo in qualche angolo oscuro della mia mente invece di chiedere aiuto, e la mia mente mi ha ripagato con ben altro per il modo in cui l’ho usata a mo’ di discarica.
Cosa voglio dire?
Che adesso darei tutto ciò che ho per tornare ad allora ma se la mia nuova compagna di vita (derealizzazione) mi ha insegnato qualcosa è che, talvolta, è necessario fermarsi e riflettere criticamente sulle cose.
So che in un contesto di ansia/panico è difficilissimo ma a me aiuta pormi una domanda: quante volte sono stato certo di avere qualcosa di mortale e incurabile? Infinite. Quante volte questa sensazione si è rivelata pertinente? Nessuna.
Cosa significa? Che non siamo medici, non conosciamo ciò di cui abbiamo paura e che quella maledetta certezza che nasce dentro di noi e ci terrorizza tanto non deriva dal nostro raziocinio, bensì da una parte “disfunzionale” della nostra psiche che ci porta sempre e comunque a temere per il peggio.
Lo so perché ci sono passato e ci passo tuttora ma, nei momenti di lucidità, mi convinco sempre di più che sia necessario imparare a godere della bellezza della vita, che non è sempre bella e scintillante ma è l’unica cosa che abbiamo.
Focalizzati sul presente e lascia che il futuro scopra le sue carte senza provare a prevedere quali disastri avrà in serbo per te.
Un giorno aprirai gli occhi e capirai che, forse, non era orribile come la tua ansia te lo aveva dipinto.