Un po' mi ci rivedo in te. La sensazione di non piacere agli altri, la famiglia contrapposta. Quello che mi viene da dirti è frutto della mia esperienza e non ti darò consigli su come comportarti, ma più visioni di vita e consapevolezze. Innanzitutto esiste un'età adulta biologica e una mentale ed emotiva e possono non corrispondere. Il motivo per cui non ti darò consigli su "come comportarsi e cosa devi fare" è perché sei adulta, checchè ne dicano, e perché la base dell'essere adulti è la centralità del proprio essere nella propria vita. Le scelte di vita le fai tu e soltanto tu e non devi render conto a nessuno di queste, in ogni campo, compreso quello relazionale e romantico. L'unica clausola di questa libertà assoluta è l'assumersene le responsabilità economiche e di vita. Detto ciò consiglio sicuramente una terapia per quanto riguarda le tue dinamiche familiari, ma non per rompere alla premessa che ti ho fatto, ma unicamente perché queste dinamiche richiedono una consapevolezza ed un lavoro che fare da soli è difficile, perché si è condizionati dalle stesse. Chiaramente anche lì dev'essere una decisione tua.
Altra cosa che ritengo importante è seguire il proprio istinto, le proprie aspirazioni e capacità. Ti dicono che sei una zitella gattara? A te piacciono i gatti e non hai trovato ancora una persona che ti piace. Innanzitutto che ti piacciano i gatti è un'ottima cosa e denota sensibilità, altruismo, voglia forse anche di evadere un po' da questo contesto familiare poco accogliente (dal tuo punto di vista). Può sembrare una banalità, ma ti posso dire a 35 anni che dalle banalità spesso nascono grandi cose o comunque sia, possono essere in realtà ottime qualità e delle tue bellissime caratteristiche. La narrazione di sé stessi è fondamentale. Sei una zitella gattara o una ragazza che vuole rispettare sé stessa e ha sensibilità e capacità di cura verso gli animali e gli altri? Secondo me è più la seconda.
Per quanto riguarda i ragazzi, probabilmente sei un po' frenata da questa insicurezza sulle relazioni con gli altri e sul sentirti diversa. Quello che ho provato a fare io è capire da dove viene questa sensazione, cosa la causa. Perché alla fin fine siamo tutti strani che cerchiamo di fare i normali, ma tutti siamo un mix di famiglia, esperienze ed indole. Ho provato a capire ciò che non posso modificare e fare ciò che era possibile attraverso le esperienze. Ho iniziato a fare, ma soprattutto fare quello che sentivo giusto per me. Se ai tuoi familiari sembra strano puoi fargli capire che per te è giusto così. Quello che mi sembra strano è il modo rabbioso in cui ha agito tuo fratello, che fa capire che ha qualcosa. C'è qualche problema con vostra zia? Perché a lui brucia tanto? Ma soprattutto, tu non sei tua zia, né tua mamma, né nessun altro se non tu e sei fighissima per questo. Quando sarai tu a dirlo a te stessa, sarai 10 passi avanti e le tue insicurezze saranno molto meno condizionanti.