Ciao a tutti!!
Volevo chiedervi se vi fosse mai successo quello che succede a me. Per uscire dai momenti di ipocondria (e quindi dai sintomi collegati alla malattia che credo di avere), di solito ci vuole un esame strumentale negativo che mi metta davanti all’evidenza (mi è successo lo scorso anno con la colonscopia: non ho più avuto un mal di pancia dal secondo dopo che l’ho fatta).
Adesso invece, che sono in fissa con la SM, ho iniziato a prendere il Levopraid alla mattina anziché alla sera e i sintomi sono del tutto SCOMPARSI, ma letteralmente della sera alla mattina e io sono qua a chiedermi ‘mah, che strano, chissà perché non li ho’ e ovviamente ho ansia anticipatoria sul fatto che torneranno e allo stesso tempo mi sono fissata su altri aspetti del fisico da scandagliare continuamente.
Vi è mai capitato di restare ‘straniti’ della sparizione improvvisa di sintomi che prima vi facevano dannare?
Sintomi che spariscono all’improvviso (sostituiti da altri) - le vostre esperienze
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E' un fenomeno comune negli ipocondriaci, ma succede anche a persone del tutto normali. I dolori sono reazioni nervose a stimoli, e non sappiamo quale stada prenderanno. I vari morbi, sindromi o patologie sintomatiche per la maggioranza dei casi sono veritieri, ma ci pensa il corpo a provvedere. Quindi si deve avere fiducia nel corpo, e lasciarlo agire, mettendolo nelle condizioni di agire al meglio. Per gli ipocondriaci è un po' diverso, in quanto non riescono a vivere senza qualche sintomo, per cui anche quando stanno bene si èpreoccupano, fino a sentire i dolori più strani, non riconducibili a nessun evento, se non a momenti fisiologici. Un esempio è il gas intestinale, che puo' provocare fitte lancinanti al ventre, per poi sparire di colpo. La spiegazione è che l'ansa intestinale gonfia a spinto l'intestino a distendersi, e appena passato il rigonfiamento, passa ogni dolore. Difficile dire a cosa è dovuta una personalità ipocondriaca. Solitamente è un'ansioso che ha ereditato una èpredisposizione all'eccesso di ansia, ma anche che ha avuto attorno genitori troppo ansiosi, che l'anno educato a pensare subito in termini patologici per ogni sciocchezza. Ricorrere a continui esami, oltre al danno sociale dovuto all'ingolfarsi delle liste d'attesa, è un danno anche personale, in quanto non saranno mai sufficenti, e si passerà meta della vita negli ambulatori medici o a prendere medicinali o impazzire di paura per ogni dolorino. Bisognerebbe capire che quando uno conduce una vita sana, con un'alimentazione sana, con ore di sonno adeguate e scansando ambienti ansiogeni, ha già fatto il necessario. Il resto lo fara il corpo, senza che nessuno gli dica nulla. Ma tanto ansiosi e ipocondriaci non ci crederanno mai, e continueranno a cercare coi malanni l'attenzione di mamma, che evidentemente non gliene ha data abbastanza nei primi anni di vita. E quella poca, condita dall'ansia.
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Ho fatto lo screen a questa risposta per averla sempre a portata di mano. GRAZIE!
Diciamo che l’origine della mia ipocondria resta ancora un mistero, dato che non ho mai vissuto malattie o lutti in famiglia (ho famiglia sia da parte di madre che da parte di madre sana e longeva) e mia mamma non é mai stata iper protettiva, anzi, mi ha sempre fatto fare quello che volevo (e forse anche troppo, tant’è che io da sola mi sono sempre trovata dei modi per auto limitarmi, sono stata anoressica, sono sempre stata molto brava a scuola, non ho mai fatto ‘follie’ in adolescenza), nè mi ha portato ossessivamente dai dottori da piccola, solo quando ce n’era bisogno.
Mi godo questo momento senza sintomi. Lo so che devo lasciare fare al corpo, sono giovanissima (24 anni), non fumo, non bevo, non mi drogo, sono normopeso, dormo il giusto, l’unica cosa è che per il momento non faccio sport, e ho una stirpe sanissima. Però io vivo sempre con il terrore di avere qualche morbo incurabile e faccio proprio in modo di sentirne i presunti sintomi. Mi alieno da tutto quello che mi sta intorno, divento preoccupata e silenziosa (quando invece sono una persona solare e ‘casinista’). Adesso che sto bene mi sento coi piedi per terra, mi sento qui nella realtà di oggi, nel tempo che scorre normalmente, mi sento in diritto di potermi lasciar andare e divertire. -
Ciao a tutti, ciao doctor Faust, come è vero quello che dici. Mi riconosco nella descrizione che hai fatto. Io non sono mai stata ipocondriaca, lo sono diventata a causa di un evento che mi è successo in gravidanza tra l'altro non dovuto a me o al mio corpo, ma dovuto ad un farmaco che mi hanno dato sbagliato. Quindi oltre ad essere ipocondriaca ho il terrore dei farmaci! Mi viene da ridere da sola! In ogni caso questa cosa mi ha cambiato profondamente e penso di non everlo ancora accettato. Proprio 5 minuti fa, sono andata da mio marito e gli ho detto che ho paura di avere qualcosa di brutto perché ho continui capogiri, e mio marito che mi conosce ormai da 17 anni mi ha guardata e mi ha detto "si hai problemi alla schiena ed è quella la causa" effettivamente io se ci penso come ora che sto scrivendo so che il mio problema è la schiena e non altre malattie mortali o gravi anche perché nel 2017 ho fatto qualsiasi tipo di esame e non è venuto fuori nulla per cui razionalmente io so che è quello ma quando mi succede la mia mente parte da sola e non riesco più a trovare la razionalità. Tutto ciò mi fa venire l'ansia.... Ormai sono 4 anni che convivo con questi alti e bassi e tutto il mio corpo ne ha risentito, ho la schiena che ha tutti i muscoli contratti, mi sento di legno!
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Vi è mai capitato di restare ‘straniti’ della sparizione improvvisa di sintomi che prima vi facevano dannare?
Mi accade di continuo e ...da quando posso avere memoria di me stessa.
Prima accadeva soltanto dopo che venivo tranquillizata da medici, poi (conoscendomi almeno un po') ho cominciato ad inpegnarmi per non ossessionarmi e le cose immaginarie passano ugualmente da sole.Difficile dire a cosa è dovuta una personalità ipocondriaca. Solitamente è un'ansioso che ha ereditato una èpredisposizione all'eccesso di ansia, ma anche che ha avuto attorno genitori troppo ansiosi, che l'anno educato a pensare subito in termini patologici per ogni sciocchezza. Ricorrere a continui esami, oltre al danno sociale dovuto all'ingolfarsi delle liste d'attesa, è un danno anche personale, in quanto non saranno mai sufficenti, e si passerà meta della vita negli ambulatori medici o a prendere medicinali o impazzire di paura per ogni dolorino.
Basandomi solo su me stessa come ipocondriaca, concordo solo con la frase "Difficile dire a cosa è dovuta una personalità ipocondriaca", perchè non solo non ho avuto genitori ansiosi o iperallarmati/allarmanti, ma ho pure avuto una nonna convivente che alle mie domande infantili (ossessive e innate) del tipo "mi fa male se mangio questo?" la risposta classica era una sana risata tranquillizzante e il noto detto popolare "stai tranquilla chè quello che non strozza ingrassa!".
Anche per visite-analisi-esami diagnostici : passato il tempo in cui andavo dallo specialista anche per un foruncolo, ma...onestamente è passato perchè sono peggiorata: io oggi e non da oggi ho un tale terrore di quello che potrebbe essere un responso...che lo evito a priori... -
Mi accade di continuo e ...da quando posso avere memoria di me stessa.
Prima accadeva soltanto dopo che venivo tranquillizata da medici, poi (conoscendomi almeno un po') ho cominciato ad inpegnarmi per non ossessionarmi e le cose immaginarie passano ugualmente da sole.Stessa identica cosa. Prima bastava la parola di un medico (anche di quello di base) per stare meglio. Adesso mah, forse io riesco, dopo aver tirato in ballo 100 medici, ad accettare che se ci fosse qualcosa mi avrebbero fatto fare degli approfondimenti... o magari mi abituo solo ai sintomi tanto da non sentirli più, smetto proprio di pensarci.
Le mie crisi d’ansia sono sempre così: arrivano all’improvviso, un giorno, e per 2/3 mesi mi sconvolgono la vita, poi da un giorno all’altro, come se nulla fosse, vanno via. Mah -
Prima bastava la parola di un medico (anche di quello di base) per stare meglio. Adesso mah, forse io riesco, dopo aver tirato in ballo 100 medici, ad accettare che se ci fosse qualcosa mi avrebbero fatto fare degli approfondimenti... o magari mi abituo solo ai sintomi tanto da non sentirli più, smetto proprio di pensarci.
E anche questo ha la sua SANA logica : da ragazzina vivi l'autorevolezza del medico in quanto tale. E man mano che cresci e accumuli esperienze, anche indirette (parenti, amici, conoscenti) quell'autorevolezza va scemando a velocità esponenziale perchè ti rendi conto che prima del medico, in ogni medico, c'è anzitutto un umano...con tutti i suoi ptenziali pregi, ma anche con tutti i suoi potenziali limiti (intellettivi, culturali, esperienziali e...etici!) .
E questo è abbastanza disperante per chi, come noi, ha la piega dell'iper-controllo di tutto, e già fatica moltissimo ad "affidarsi", ma quando vacilla anche la possibilità teorica dell'afffidamento...sono davvero guai.
O forse possiamo provare a convertire queste amare conclusioni in qualcosa di positivo, magari con l'aiuto di una dose omeopatica di Fatalismo.
Intanto possiamo renderci conto del FATTO che quel che realmente possiamo controllare, malgrado ogni nostro sfinimento, è davvero NULLA rispetto all'effettivamente controllabile. E quindi: a che pro tanto spreco di energie?
Naturalmente non ho nulla contro Medici-Farmaci-Esami diagnostici (e mi sentirei solo pazza in caso contrario) , però penso che sia indispensabile trovare un equilibrio che potrebbe essere (tanto per dire) in una ragionevole via di mezzo tra il nostro atteggiamento che va letteralmente a cercarsi le "ragioni" di ansia ipocondriaca e quello dei nostri bisnonni che al medico si rivolgevano quando stavano oggettivamente male e...quasi sempre dopo aver provato i piccoli rimedi della tradizione popolare, con calma e pazienza e fiducia/speranza nella buona sorte.
Io, oggi, non leggerei un articolo di Medicina neanche se mi pagassero come lettrice in un convegno.
Cambio immediatamente canale in TV quando ci sono programmi che trattano di malattie.
E tendo a sviare il discorso anche con care amiche che sono quelle della prevenzione medica ossessiva e del forsennato "turismo sanitario" (sto riflettendo - a latere - che almeno io conosco molte più donne ipocondriache che uomini).
E GIURO che, essendo molto meno giovane di te, mi sono molto vicine persone che si sono disastrate l'esistenza per star dietro a questa ossessione, perchè non solo hanno fatto una fatica bestiale per "controllare tutto", ma in alcuni casi si sono incanalate in percorsi terapeutici pesantissmi (sia fisicamente che psicologicamente) e che si sono rivelati molto più che discutibili a detta di altri medici. -
Bene. Direi di dare una conclusione a questa prima salva, con qualche osservazione: Se sei geneticamente incline all'ansia immotivata, basta poco per ravvivarla.
Guardare troppa televisione, soprattutto di questi tempi, è ansiogeno e l'ipocondria non è altro che ansia localizzata e diretta ad un focus ipotetico.
Anche film esagerati, violenti o orridi non favoriscono il rilassamento.
Avere amici o amiche che ne hanno sempre una, alla lunga diventa un fattore stressante e ansiogeno, e accende l'ipocondria, perchè indirizza sempre l'attenzione alle malattie.
Una bella passeggiata nel parco o fra i boschi, o in campagna, è sicuramente una buona cura. Mentre infilarsi in luoghi affollati,rumorosi, ossessivi, con troppi stimoli negativi è un modo per aumentare ansia, ipocondria e attacchi di panico.
Cerchiamo di razionalizzare tutto anche a discapito dei sentimenti, se necessario. Meglio una vita con qualche momento di noia, che una vita alla ricerca dello sballo sensoriale.
Mi rendo conto che i più giovani non ne vogliano sapere, e forse fanno bene ad orientare l'attenzione all'esterno, invece che all'interno.
A questo proposito sono diffidente verso percorsi psicologici o parapsicologici, e mi atterrei ai fatti.
Percio' valutate con attenzione cosa vi fa bene e cosa no, come dice l'ultimo intervento, e agite di conseguenza. E infine, ricordatevi che il vostro corpo e la vostra mente sono i vostri migliori alleati. Loro sanno già cosa fare in ogni momento, prima ancora che voi ve ne rendiate conto. In noi c'è l'istinto di sopravvivenza, che dobbiamo ascoltare.
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