Convivenza con i suoceri

  • Innanzitutto GRAZIE a tutti voi per l'accoglienza!
    Il mio problema, come accennavo nella presentazione, riguarda il rapporto con i miei suoceri. Sono infatti sposata da 6 anni e ho una bimba di quasi 3. Vivo in una "meravigliosa" casa di campagna, ristrutturata dai miei suoceri, a 200 km di distanza dal mio paese d'origine e dai miei genitori. Abito in uno dei 2 appartamenti (l'altro è abitato dai miei suoceri). Mi sembrava una buona idea, inizialmente, anche perchè i genitori di mio marito hanno fin da subito chiarito che gli ingressi erano indipendenti e che non ci sarebbero state promiscuità. Illusa!
    Oggi sto andando da una psicologa perchè sono sull'orlo di una crisi depressiva. Molti sono i motivi e gli episodi che mi hanno condotta a questo punto. Fatto sta che ora non sopporto più i miei suoceri, vorrei scappare lontano, respirare aria fresca...
    Mi sono sentita tanto cattiva, ingrata... Mi sono messa in discussione profondamente. Mi sentivo "malata". Scappavo, in casa mia, per rifugiarmi in angoli bui dove nessuno (leggi: i miei suoceri) potesse vedermi. Mi sentivo nuda, esposta, in una casa di vetro, senza privacy. Loro sempre incollati, con la fronte, alle mie finestre per vedere dove fossi... E la mia sofferenza è stata quella di dover riconoscere che, probabilmente, loro avevano "buone intenzioni" (salutarmi, farmi compagnia?) e così, alla fine, io ero quella cattiva che nutriva sentimenti negativi verso persone animate dalle migliori intenzioni.
    Con la nascita della mia bimba, le cose sono degenerate. I miei suoceri sempre in casa (3-4 volte al giorno), senza bussare, senza alcun preavviso... Portavano anche amici per mostrare loro la bimba, a tutte le ore...
    Io sono crollata...
    Ora, con l'aiuto della psicologa, sto cercando di rileggere la convivenza con maggiore obiettività. Lei mi sta facendo capire che certi comportamenti erano e sono obiettivamente inaccettabili, anche se animati dalle migliori intenzioni, ma che la reaponsabilità di ciò che sto vivendo è anche mia.
    Peccato che io non sia ancora pronta per affrontare alcun confronto.
    Una persona molto acuta e attenta del forum ha già capito che il mio problema riguarda in misura determinante anche il rapporto con mio marito... Ma questo è un altro capitolo e credo di aver già esagerato con questo lungo e logorroico sfogo.
    Grazie ancora a tutti!

  • Ciao Annalù, piacere di fare la tua conoscenza.
    Quando mio marito mi propose di andare a vivere nella sua casa d'origine, oltre ai suoceri popolata anche da sorella e fratello (entrambi sposati oggi) scoppiai in un pianto fragoroso.
    Pago il mutuo da cinque anni ormai, sono sposata da otto e credo che quella sia stata la scelta più saggia nella mia vita...avrei subito una crisi anche io sicuramente...sarei andata al manicomio!!!!
    Credo che la responsabilità maggiore sia di tuo marito, comunque. E metti subito i freni a questa situazione, anche a costo di apparire maleducata...mia cognata ha dovuto fare così con la suocera (nostra suocera) che le entrava in qualunque momento in casa...Purtroppo alcune persone non si rendono conto di nuocere i sentimenti e soprattutto la privacy degli altri. Non è giusto che tu debba ammalarti perkè qualcuno invade la tua vita! soprattutto poi quando si diventa mamme e si ha il desiderio di restare soli con il marito e il nuovo arrivato...ti capisco benissimo...in forma attenuata ci sono passata anche io (abitavo vicina ai miei suoceri all'inizo del matrimonio e ogni santo giorno vedevo mia suocera arrivare con la sua bici!!! sapessi quanto mi ha salvata il videocitofono!!!:ciglia: )
    Spero che tuo marito capisca e metta i puntini sulle I....
    Non ti abbattere, fallo per la tua bimba...
    A presto...

    Meglio Essere Pazzo Per Conto Proprio, Anziche' Savio Secondo La Volonta' Altrui!

  • Già... Mio marito... Beh, lui c'è molto poco in casa e abbiamo avuto una brutta discussione giacchè lui sostiene:
    1. Che la casa in cui viviamo è dei suoi genitori perciò non abbiamo alcun diritto (su questo la psicologa mi ha aiutata a capire che quand'anche non avessimo diritti in qualità di proprietari, ne avremmo quantomeno in quanto inquilini...);
    2. Che lui non ha nessun problema, dal momento che sono i suoi genitori e non è infastidito dalle loro "incursioni";
    3. Che i miei problemi di relazione me li devo gestire da sola perchè non posso metterlo in mezzo;
    4. Che le mie sono paranoie e che i suoi genitori sono in buonafede (maledetta buonafede!);
    5. Che con i miei genitori sono molto più tollerante (e certo... sono i miei genitori!);
    6. Che con i miei siamo a più stretto contatto quando ci vediamo perchè loro dormono da noi e noi dormiamo da loro (essendo a 200 km di distanza...);
    Ma il problema sono io. Io non riesco a dire niente, nè ai suoi, nè a lui. Dopo 2 minuti di discussione, io scoppio a piangere e tutto finisce lì...
    Problemi profondi, squisitamente miei, risalenti alla mia infanzia...
    Ne uscirò mai?
    Ora che sono qui, con il sostegno di tante persone, e l'aiuto della psicologa, conto di migliorarmi...

  • Certo tuo marito non dimostra alcuna sensibilità nei tuoi confronti e non è in grado di prendersi cura di te!
    Lo stai facendo tu stessa ed è una buona cosa.
    Ma rimane il fatto che lui non è in grado di prendersi cura di te.
    Quando il mio partner ha un problema la cosa mi riguarda, perché io sono comunque responsabile della mia famiglia, se decido di metterne su una!!!
    Non vorrei che il problema dei suoceri sia solo un problema secondario, e che il problema principale sia lui e la scarsa considerazione che dimostra verso le tue esigenze e i tuoi bisogni.
    I tuoi suoceri saranno anche in buona fede, ma lui? E' ancora in buona fede visto che gli hai parlato e sa?
    E' solo la mia opinione, ovviamente, e mi scuso se ti sembra dura.

    "Diventa ciò che sei" F. Nietzsche

  • cara annalu,avevo risposto con una sola frase,ma io avevo tanto da dire.
    Perche' ho passato i peggiori anni della mia vita con queste questioni.
    Ma il mio sbaglio e' stato quello di non chiedere aiuto concreto al di fuori,da uno specialista
    Io non credo di avere avuto mali psicologici,certo la vita era piena di traumi e di momenti duri da superare,ma ho sempre cercato di guardare avanti e avere fiducia nel prossimo.
    Ma non pensavo che si finisse con girare la situazione solo alla mia persona,perche' stando zitta incolpavano me degli errori che si presentavano,delle liti e delle incomprensioni.
    Cosi col tempo,chiudendomi e diventando sorridente ai veri problemi di incomprensione,come loro volevano,perche' i panni sporchi si lavano dentro,sono stata male,sono entrata veamnete nella depressione,e cosa peggio,sono passata dalla parte del torto.
    Si ,infatti i miei comportamneti di adeguamneto,venivano passati per comportameti malati.
    In effetti,non sapevo mai come comportarmi dopo una discussione,perche' centravano anche loro ,i miei suoceri e cognata,pero' dovevo sorridere e non affrontare il problema,loro erano gentili generosi con il figlio che ritenevano giusti i suoi comoportamenti,perche' lo attribuivano al suo carttere,e usciva la falsita' del mio rapporto,a volte stavo zitta e sembravo una musona,altre volte mi comportavo come se nulla fosse successo,per dimenticare la lite e andare a vanti,ma poi si ripetava ancora,e stavo male dentro.
    a nulla e' valso sfogarmi con i dottori di allora,del comportamneto che avevo cosi protetivo con i miei figli,anche perche' poi,dopo che dicevo la verita',mi sentivo una bugiarda,perche' nel frattempo,loro erano gentili, anche se era poi mio marito che si comportava con un tono aggressivo,sempre con un rimprovero un continuo osservare cio' che dicevo o facevo per poi tornare gentile e premuroso davanti agli altri..


    Quando due persone si sposano,anche se non c'e amore,il rispetto e l'unione e il dovere di aver voluto formare una famiglia,fa unire i due in un rapporto solido e umano,e quindi dopo la nascita di un figlio,la situazione dovrebbe svolgersi nell'amore della famiglia stessa.
    Ma quando tutti questi principi vengono a mancare,allora c'e bisogno di aiuto esterno,perche' quando i suoceri o i parenti del marito si permettono di dire o fare sulla molgie,e' sempre responsabile il marito.
    Mi soo dimenticata di dire,che ho vissuto anchio i primi anni di vita matrimoniale accanto ai suoceri,ed ero sempre controllata di tutto,anche se io non avevo nulla da nascondere,volevo solo imparare a fare la moglie perche' avevo smepre lavorato,e il loro aiuto non era un consiglio,era un pretendere le cose fatte in un certo modo.

  • Wow... Ma quanto è bello sentire tutta questa solidarietà? Fa davvero bene al cuore! Ho sempre creduto nei gruppi di auto-mutuo-aiuto ma devo dire che non pensavo potessero funzionare virtualmente... E invece mi ricredo con infinito piacere! Grazie a tutti-tutti!
    A chi mi ha detto le cose chiaramente, rispondo che ha colto nel segno... E a chi ha vissuto una situazione simile alla mia, dico: Se siete qui ad aiutare e sostenere me, è perchè siete GRANDI! Avete ancora la forza di rendere positivo un vissuto quantomento spiacevole...
    I problemi, come avrete ormai capito, sono molteplici e tutti aggrovigliati, come spesso accade nelle vicende psico-emotive.
    Nel mio caso, le difficoltà che ho con i miei suoceri nascono e prendono linfa dalle mie profonde insicurezze... non sono mai stata una persona che fosse in grado di difendere le proprie opinioni con forza. Se qualcuno mi prende di petto, io cedo all'istante. Non sposo l'opinione altrui... Mi limito a tacere... Sorrido e soffoco tutto dentro.
    Con mio marito, certo, oso dire la mia ma arrivo poco prima del punto di rottura... Dopodichè, lascio perdere... Piango, faccio la vittima... E la mia autostima scende... E, probabilmente, anche la sua stima nei miei confronti...
    Ogni tanto la frustrazione è tanta e tale che mi sembra di sentire in me la forza per affrontare tutto e tutti... Poi, quando mi trovo davanti l'interlocutore, crollo... E la mia rabbia soffocata cresce...
    Certo, se i miei suoceri fossero chiaramente malvagi o aggressivi, forse, sarebbe più facile... Ma così, tra sorrisi e dogmatiche affermazioni ("Non puoi non farlo! Non può non piacerti! Devi venire! ..."), e nessun punto di domanda, io mi logoro dentro, mi sento sempre più dalla parte del torto (come MariaSud...), l'unica e sola cattiva, spregevole, ingrata e irriconoscente, spesso anche paranoica e malata...
    Ho passato gli ultimi anni a chiedermi come fosse possibile che la situazione mi stesse sfuggendo di mano... E, per fortuna, mi sono sentita malata. Dico per fortuna perchè è stato questo il motivo che mi ha spinta a rivolgermi ad una psicologa.
    Beh, mio marito dice che io e la psicologa stiamo sbagliando tutto... Ho sentito una fitta al petto, come se mi stessero strappando dal cuore quella piccola valvola di salvezza che mi stava dando un po' d'ossigeno.
    Anche mio marito, come i suoi genitori, sembra sempre perfetto ed inattaccabile. Mi ha detto, infatti, che se il problema era vivere vicino ai suoi, avrei potuto treasferirmi vicino ai miei con la bimba (a 200 km di distanza da lui) ed avrebbe fatto avanti e indietro lui nel week-end... All'inizio, gli ho fatto un monumento... Ho pensato: pensa a quanto è comprensivo e a quanto mi ama... Ora, mi sto ricredendo. Se ne è lavato le mani. Mi ha dato la responsabilità di una scelta che avrebbe di sicuro pesato sulla nostra famiglia, e su nostra figlia, per un'incapacità o una non volontà sua di difendere il nostro nucleo familiare.
    Ma perchè?
    Certo, se il problema è mio, devo affrontarlo, gestirlo e superarlo io. Ma se io non ce la faccio?
    Ci sto provando, da pochissimo, in verità, partendo dalle piccole cose... Ma sono più i fallimenti che le conquiste. Avete tutti ragione. Dovrei parlare chiaramente e direttamente ai miei suoceri ma è più forte di me. Non ci riesco. Mi limito a tacere (passando così per la musona, come MariaSud...).
    Se avessi a che fare con persone attente e sensibili, primo, non avrei problemi di questo genere, secondo, capirebbero senza bisogno di dover dire le cose troppo duramente. Quando mi hanno portato in casa un venditore d'antiquariato con un letto in ferro battuto che non mi piaceva, alle mie ripetute dichiarazioni (testuali parole) "No, non mi piace proprio!" mi è stato risposto: "non può non piacerti!". E ci dormo dentro da 6 anni... Mio marito dice che è una stupidaggine, una fissazione la mia... Sarà...
    La psicologa dice che il letto non avrebbe dovuto "salire" in camera mia...
    E in tutto questo io mi sento sempre più una perdente...
    Ma è la solita storia: mi sto ancora piangendo addosso!
    Che disastro!

  • Annalù,
    non sei una perdente, ma sei sottoposta a forti pressioni psicologiche e forse il tuo carattere timido e riservato non è il più adatto a far fronte. Ma questa non è una tua mancanza, molti al tuo posto si sentirebbero in questo modo. Tu sei sola, loro sono in tre!
    Purtroppo da quello che scrivi emerge che le cose non cambieranno se non decidi di far uscire allo scoperto il conflitto.

    "Diventa ciò che sei" F. Nietzsche

  • Non sono più così sola...
    Grazie!
    Forse troverò anche il modo per far sentire la mia voce... E per imparare a credere che le mie sensazioni ed emozioni non sono sempre e solo sbagliate.

  • E' vero, l'importante è non essere soli, avere dei riscontri, potersi confrontare anche all'esterno del nucleo familiare.
    Poi è anche importante osservare e ascoltare. Da quello che scrivi si vede che sei riuscita bene a inquadrare il modo di fare dei suoceri e del marito.
    Sai, anche la conoscenza aiuta a prendere consapevolezza.
    Vorrei darti un suggerimento, prova a proporre alla tua psicologa di lavorare un pò anche sull'assertività e sui modelli di comunicazione.
    Potresti trarne qualche spunto interessante e scoprire anche il modo migliore di comunicare con loro e di gestire eventuali conflitti senza farli degenerare in tragedie! ;)

    "Diventa ciò che sei" F. Nietzsche

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