Migranti e Immigrazione

  • Sì Pazzo, però o ho letto male io o qui nessuno stando a quanto ha scritto dubita di quanto hai quotato ed è a favore dell'accoglienza indiscriminata.
    Il punto resta sul "come". E lì c'è da distinguere il wishful thinking dalle cose concretamente praticabili. ed è esattamente qui che c'è il casino. Perché sono cose che non dipendono più da singoli Stati, nel bene e nel male.

    Intanto l'UE tira il fiato per il forfait di Salvini cattivone sovranista, pare che questo forfait abbia rabbonito almeno momentaneamente l'Europa sull'accettare quote di migranti in redistribuzione...(anche se non fisse eh, però senza Salvini la crisi del Viking s'è risolta subito...Stiamo a vedere :rolleyes:

  • Ma guarda Pazzo , quel punto di partenza fra le persone di buonsenso c'è già. E' che poi per ragioni di propaganda ed elettorato o si perde la bussola e si comincia a sragionare o per altri problemi e altri motivi emergono spauracchi xenofobi che fanno "perdere il lume della ragione".

    La sinistra per esempio con la retorica terzomondista, partendo dalla buona idea di non fare indurire il cuore dei borghesi, esagerando è arrivata all'opposto, a fare sentire le persone minacciate incartandosi in assurdità intellettuali tipo che certi abomini o anche determinati comportamenti illegali essendo parte della "cultura" vanno non dico approvati ma tollerati anche qui . Ennò.

    La destra cavalca poi queste paure che rischiano di disarcionare pure lei.

    A proposito di stili di vita e valutazioni oneste
    http://www.vita.it/it/article/…chio-uno-xenofobo/151848/

    (né il sito né l'autore sono minimamente tacciabili di sovranismo e destrismo, anzi :rolleyes: )

    ...comunque credo che in Europa la politica stia provando a capitalizzare il consenso di certi temi dei sovranisti , scippandoglieli ma tentando di edulcorarli un minimo :)

  • La sinistra per esempio con la retorica terzomondista, partendo dalla buona idea di non fare indurire il cuore dei borghesi, esagerando è arrivata all'opposto, a fare sentire le persone minacciate incartandosi in assurdità intellettuali tipo che certi abomini o anche determinati comportamenti illegali essendo parte della "cultura" vanno non dico approvati ma tollerati anche qui . Ennò.

    La destra cavalca poi queste paure che rischiano di disarcionare pure lei.

    E quindi Arianna?
    Come se ne esce?

    Il mondo e' pieno di pazzi

  • Le riflessioni europee di cui parlate, se davvero ci sono e non si tratta dell'ennesimo sfoggio di ipocrisia perché Francia e Germania non vogliono prendersi i migranti economici che quindi sarebbero un accollo della sola Italia, dipendono anche dall'atteggiamento di Salvini.

    E' anche merito suo se la questione si è sollevata. Ma tenete bene a mente l'atteggiamento delle due nazioni citate, che si permettono di fare la morale a noi.

    Ne arrivano migliaia e tra decenni saranno diventati milioni, e osservate l'atteggiamento piacione della sinistra.

    Non è il problema principale? Beh, non deve nemmeno diventarlo no? E in ogni caso non riesco a scrivere queste parole senza pensare alla ragazza a pezzi dopo lo stupro o i pugni sotto la metro, o lo spaccio ...

    Siamo sempre ai soliti discorsi, ognuno si tiene la propria opinione. Chiedetevi come mai nessuno vorrebbe una badante rom ...

    Ma dai ... su ...

    :)

  • Siamo sempre ai soliti discorsi, ognuno si tiene la propria opinione.

    Che ognuno si tiene sempre la propria opinione questo e' evidente, quello che non mi e' chiaro e' dove vuoi portare il discorso.
    Secondo te Salvini e' l'unico che vuole risolvere il problema, bene, ma se adesso non governa lui che ce voi fa?
    Se nessuno cambia la legge elettorale e' anche perche' cosi' nessuno avra' mai la responsabilita' di quello che fa', i governi durano talmente poco che nessuno e' mai responsabile di nulla.

    Il mondo e' pieno di pazzi

  • Ciao ...

    Intendevo che se nessuno solleva la questione, noi restiamo vittime delle decisioni europee. Salvini con la resistenza ad aprire i porti ha sollevato una questione. Questo è il suo merito, secondo me. Ora, con la sinistra mondialista, vedremo se gli sbarchi aumenteranno oppure no, e quanta di questa gente verrà realmente redistribuita.

    Ciao


    :)

  • ci sono persone che pensano che casa loro sia costituita dalle loro 4 mura altri che individuano casa loro nel posto dove le 4 mura sono costruite.
    Se per assurdo l'accoglienza ai migranti fosse gestita imponendo a ciascuno di prendersi cura direttamente del povero profugo sono convinto che le voci a favore sarebbero minime . scarse , quasi inesistenti .. capisci quanto sia stupido Nathanim fare questo discorso con persone che tutto sommato non vivono direttamente il problema e che finche ad occuparsi della cosa è la cosa pubblica non c'è problema ?
    D'altra parte non è certo su un forum che si puo decidere come risolvere il problema e quali posizioni adottare...
    non vale la pena nemmeno scambiare opinioni perche cè chi si palesa e chi invece molto probabilmente è ipocrita.

    saluti a tutti ..

  • E quindi Arianna?
    Come se ne esce?

    Se lo sapessi avrei già risolto e distribuito a tutti indiscutibili attestati di "scemi" e "intelligenti" :rolleyes:
    Ma la difficoltà è proprio questa. Nell'altro topic ho messo una piccola intervista a Bauman nella quale con molta più semplicità e chiarezza di tanti dottoroni della politica spiega perché è così difficile, oggi, governare fenomeni.

    Di sicuro però il primo passo è non fermarsi agli slogan progressisti o sovranisti che siano (anche perchè ormai pure il progressismo vuol diventare un po' sovranista :D ), ma conoscere la realtà delle cose anche se ci spiazza e ci inquieta e ci può rivelare che quello che vorremmo o pensiamo sono cose fuori dal mondo.

    In un mondo ideale il modo migliore per evitare fenomeni ingovernabili sarebbe promuovere un minimo benessere e stabilità su scala planetaria. Le misure di riduzione del debito ad esempio hanno dissuaso più migranti dallo spostarsi di quanto faccia ora il terrore dei lager libici.

    in ogni caso per qualche spunto di riflessione un po' maturo da parte di gente che a differenza nostra ha impiegato parecchio tempo a conoscere determinate realtà vado a recuperare il link a Bauman e Allievi :) Almeno immettiamo opinioni nuove... anche se ovviamente Nathanim lo diceva anche Eastwood come celeberrimo ispettore Callaghan (almeno per quelli della nostra età), "Le opinioni sono come le palle, ognuno si tiene le sue" :assi:

    edit: ecco qui

    su immigrazione, Allievi
    https://www.letture.org/immigr…re-tutto-stefano-allievi/

    sulle difficoltà e "spine" della globalizzazione (per cui la migrazione è così difficile da gestire oggi ed è così difficile rinchiudersi nel proprio orticello sovranista...perché come fai a fare il sovranismo senza sovranità?...) un estratto da un'intervista più lunga , a Bauman

    A livello concettuale possiamo distinguere gli spazi globali e gli spazi locali, ma di fatto sono interconnessi. Senza alcun dubbio, quella del mondo moderno è una globalizzazione negativa: l’abbattimento delle barriere, infatti, non ha portato soltanto alla globalizzazione del capitale e alla libera circolazione delle merci e dell’informazione, ma anche del crimine e del terrorismo; invece le istituzioni politiche e giuridiche, fondate sulla sovranità nazionale, rimangono escluse da questo processo.
    L’aspetto negativo della globalizzazione, dunque, non è stato controbilanciato da quello positivo, e gli attuali strumenti di controllo e regolamentazione dei processi economici e sociali sono poca cosa rispetto alla portata e alle conseguenze della globalizzazione stessa.

    Questa situazione ha precedenti storici?

    I nostri antenati, duecento anni fa, temevano il caos che era sempre in agguato nelle comunità locali come i villaggi, le parrocchie e i paesi, che disponevano di poteri piuttosto limitati. Probabilmente i grandi spazi d’azione, che avrebbero portato alla formazione delle nazioni, sembravano allora pericolosi e minacciosi proprio come lo sono oggi le forze della globalizzazione per gli stati-nazione.
    I nostri antenati sono riusciti a creare strumenti di rappresentanza politica e mezzi legislativi e giuridici per domare il caos, per imbrigliarlo entro un sistema di regole e procedure che favorissero la trasparenza e la prevedibilità delle dinamiche sociali. I pionieri del mondo moderno speravano che le società, in questo modo, sarebbero diventate più controllabili e perciò più sicure. Ma era un’illusione, e oggi, in un mondo postmoderno, viviamo la stessa esperienza dell’Inghilterra del XIX secolo, quando le comunità locali, che all’epoca erano le sole ad avere i mezzi – anche se scarsi – per gestire le forze propulsive dell’economia, persero il controllo della situazione. In piena rivoluzione industriale, il mondo, sfuggito alle maglie del controllo locale, si è ritrovato in una terra di nessuno, qualcosa di simile allo spazio globale dei nostri tempi in cui trionfano potere, furbizia e mancanza di scrupoli, mentre le forze che cercano di governare questi sviluppi rivelano tutta la loro debolezza.

    Quanto tempo c’è voluto per riprendere il controllo delle forze economiche?

    È passato tutto il secolo XIX e buona parte del XX prima che lo Stato moderno riuscisse a gestire questa nuova realtà. Lo Stato moderno, infatti, ha dovuto far fronte a esigenze sociali senza precedenti, come le leggi sul lavoro minorile, la proibizione della schiavitù, la regolamentazione della settimana lavorativa, la fornitura di acqua potabile e di condizioni igieniche adeguate, l’assistenza medica di base. Si trattava di rimediare ai danni prodotti dalla “forza del caos” sfuggita a ogni controllo, e ci sono voluti più o meno cent’anni perché gli aspetti negativi di questa globalizzazione originaria potessero essere controbilanciati da quelli positivi, almeno nell’ambito delle singole nazioni. Nel mondo attuale, la possibilità di un’azione collettiva è ben lontana dal realizzarsi, nonostante l’opinione condivisa sulla necessità di un qualche intervento.
    La globalizzazione va avanti ormai da lungo tempo, ma solo alcuni avvenimenti recenti, spettacolari e scioccanti, ci hanno resi profondamente consapevoli di cose fino a oggi rimaste in sordina, cose che prima ci era stato facile ignorare. I mezzi a nostra disposizione per difendere la legalità e proteggere i cittadini sono chiaramente insufficienti a dominare queste forze globali di natura extraterritoriale.

    (...)

    Le tragedie che gli uomini provocano nel corso di una globalizzazione negativa sono paragonabili alle catastrofi naturali: nessuno sa quando accadono né da dove arrivano. È come camminare su un campo minato: non c’è dubbio che una mina esploderà, ma nessuno può sapere quando e dove. La tentazione di bombardare questo campo minato, di distruggere le mine prima che esplodano, è forte, soprattutto se, per far fronte al problema, si ha a disposizione una quantità illimitata di bombe e quasi nient’altro.
    C’è una bella differenza fra questa realtà e l’immagine che si aveva del futuro all’inizio dell’età moderna. I filosofi illuministi sognavano un mondo ordinato, un mondo regolato dalla volontà degli uomini, un mondo pacifico e ospitale che gli esseri umani avrebbero realizzato da soli, e non in virtù della provvidenza divina. All’esperienza terribile del terremoto di Lisbona del 1755 era seguito un incendio e uno tsunami: catastrofi arrivate all’improvviso una dopo l’altra, dando libero sfogo al caos distruttore che travolge tutto e tutti, buoni e cattivi. Jean-Jacques Rousseau imputava alla civiltà i disastri provocati da quelle catastrofi naturali, perché se gli uomini avessero continuato a vivere allo stato di natura piuttosto che in città sovraffollate, se non avessero costruito edifici incredibilmente alti e se, anziché preoccuparsi di proteggere i loro beni personali, avessero cercato di proteggere se stessi dal fuoco e dall’acqua, non ci sarebbero state tante vittime. Voltaire, invece, non era interessato allo “stato di natura”; egli riponeva la sua fiducia nelle intenzioni e nelle azioni degli individui e pensava che sarebbe bastato usare la ragione per arrivare a realizzare una società civile in cui sentirsi al sicuro. Dunque, nonostante il loro pensiero fosse molto diverso, entrambi i filosofi avevano fiducia negli uomini. E, a quanto pare, si sbagliavano.

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