Vorrei, ma non posso?

Un po' entrambe le cose, Fran.
Mi è più facile partire dall'ansia da doverizzazione, come la chiami tu. Tengo molto al mio lavoro e a fare le cose per bene in generale. Purtroppo, raramente ci riesco, un po' per l'ansia che di certo non aiuta, un po' per la sicurezza che noto nelle persone che mi circondano. Ogni volta che mi fanno notare una mia mancanza, mi sembra che abbiano ragione, perché espongono i loro concetti con una sicurezza che a me manca. In altre parole, mi fanno sentire le mie mancanze o - almeno- quelle che loro percepiscono come tali.
Quet'ansia da doverizzazione fa si che si scateni la depressione.

Ragazzi, grazie dei consigli....Mica facile, però. Proprio un evento di questo periodo (anzi, due eventi) mi hanno mandato in crisi. Con mia madre e la mia fidanzata è successa la stessa cosa in due frangenti diversi, per tempo e per luogo.
In entrambi i casi, stavamo parlando del più e del meno: non ricordo l'argomento con la mia ragazza, ma ricordo che con mia madre stavamo parlando della mia psicanalisi. Comunque, con entrambe le persone, ad un certo punto, sono andato in crisi. Il motivo è lo stesso: avevo detto una certa frase (diversa nei due frangenti, ovvio) che esprimeva per me un concetto abbastanza semplice, che non richiedesse chissà quale interpretazione, eppure...Eppure è come se il concetto non fosse così banale e/o non fosse "passato" come mi attendevo.
Mia madre ha confuso la psicanalisi con la psicodinamica, che saranno sì parenti strette, ma hanno peculiarità proprie. Per una parola che mia madre ha frainteso, ho patito le pene dell'inferno: lei continua a chiedere con insistenza "Quando finirà la terapia",ma la psicanalisi non è così breve. C'è voluto un bel po' per fargli assimilare il concetto.
Tutto bene, quindi? No, perché mia madre non cambierà mai. Adesso si è trattato della terapia, domani si tratterà di un'altro argomento, ma io dovrò spiegare le mie azioni per non farla preoccupare e, in ultima analisi, darmi un po' di libertà.