ossessione per relazione

  • salve, c'è qualcuno che è ossessionato dal voler avere una relazione? io so che (detto da psicoterapeuti e psichiatri) che non è corretto cercare la felicità negli altri, ma io non riesco ad essere felice senza amore, quindi cosa dovrei fare? spararmi se voglio una donna ed essere felice?

  • Tutti vogliono essere felici ed è naturale che condividendo la vita con un'altra persona questa felicità possa crescere e rafforsarsi. Ma non è soltanto la relazione a darla. Anche io desidero condividere la mia vita con un'altra persona ma non posso pensare solo a quello facendone un'ossessione, quando sarà il momento arriverà. Prima meglio concentrarsi su se stessi.

  • gli psicologi non hanno tutti i torti, anche se le loro sembrano frasi fatte.
    Tutti stiamo bene quando viviamo una relazione appagante, questo è innegabile. E tutti soffriamo quando la relazione finisce.di certo è molto meglio tornare a casa e trovare un partner che ci ama, che aprire la porta e sapere che saremo da soli fino a domani mattina.Non dico che non avere una relazione sia nè bello, nè facile, ma è sbagliato basare tutta la nostra vita su questo. Perchè se la relazione finisce che si fa? soffrirai non solo per la storia finita, o per aver perso la persona amata, ma anche perchè riponevi in questa persona tutto il tuo benessere.
    Prima, dovremmo tutti essere capaci di bastarci anche da soli.....non dico stare bene ed essere appagati, ma essere almeno in grado di stare soli senza soffrire. Poi una relazione è qualcosa che ci completa e ci migliora, ma non è il nostro "antidepressivo".

  • Gentile Peter,

    concordo con lei circa la scarsa utilità che in un momento di disagio possono avere luoghi comuni simili a quelli da lei descritti, i quali agiscono svalorizzandoci e facendoci sentire più incompresi di quanto già non fossimo in partenza. Da psicologo che si attiene al codice deontologico della propria professione, più che imporre delle convinzioni o dei valori personali, posso fornire alcune semplici informazioni, per altro non dissimili da quelle che gli altri utenti le hanno benevolmente offerto. Da quanto ha scritto sembra che per lei riuscire a costruire un rapporto sentimentale sia un importante valore verso cui tendere, in assenza del quale non riuscirebbe a prospettarsi la vita felice che giustamente vorrebbe avere. Se così fosse, è plausibile ipotizzare che il comune suggerimento di “ imparare a bastarsi”, che conoscenti, amici, parenti e molti specialisti offrono nella speranza di ridimensionare l’importanza attribuita a questo scopo, potrebbe essere interpretato come un invito più o meno implicito a rinunciare al perseguimento dell’obiettivo della relazione di coppia; ma se questo fosse un valore, come di sopra è stato ipotizzato, ed essendo la nostra capacità di apprezzarci (auto-stima) strettamente dipendente dai nostro valori, l’esortazione si tradurrebbe in una duplice frustrazione: da un lato si avvertirebbe la deprivazione di uno scopo capace di motivarci durante il giorno e di rendere la nostra vita appagante e soddisfacente; dall’altro verrebbe invece preclusa la possibilità di stimare se stessi ogni qual volta ci si percepisse simili a quell’immagine ideale di se stessi in relazione con un possibile partner. In generale, vale la seguente regola: tanto più si attribuisce importanza ad un obiettivo (es., rapporto di coppia), quanto più è grande l’appagamento/frustrazione nel vederlo realizzato/irrealizzato. Da ciò consegue che l’importanza che si attribuisce ad uno scopo varia lungo un continuum che ha estremi opposti. Solitamente, la salute e il benessere psicologico risiedono nel mezzo, lontano da questi estremi. Così come potrebbe essere disadattivo assumere un atteggiamento di completo evitamento delle implicazioni affettive relazionali, dall’altro viene ritenuto altrettanto controproducente assumere un atteggiamento di completa dipendenza dal proprio partner. Ciò detto, più che lo scopo di per sé, è una questione di importanza che vi si attribuisce; ma questa varia notevolmente anche in relazione al nostro stato attuale. Va da sé che in momenti di maggiore sofferenza la percezione di assenza di un partner si associ ad un grado maggiore di disagio, proprio in quanto rientra tra le funzioni originarie del legame affettivo la gestione di questi momenti di maggiore sconforto (es., è esperienza comune sentirsi maggiormente sollevati nel sapere che il nostro partner ci ama e tiene a noi). Pertanto, in presenza di uno scopo di relazione adattivo e di un’importanza a questo attribuita nella norma, il suggerimento a cui si verrebbe esortati sarebbe più che altro quello di riuscire a ridimensionare l’eccessiva importanza che si sarebbe offerta allo scopo di relazione o di amore (alla base del pensiero ossessivo) come conseguenza di un disagio primario avvertito nella situazione presente (es., percezione di solitudine) che si inviterebbe a gestire in modo autonomo in quanto effettivamente sprovvisti di un partner affettivo. E’ il classico paradosso della natura umana: la sofferenza percepita al termine di un legame affettivo (disagio primario) motiva la persona a ricercare quello stesso partner che riterrebbe in grado di placare quella stessa sofferenza, producendo una successiva sofferenza (disagio secondario) che andrebbe a sommarsi alla prima.

    Riassumendo, si ipotizza che in presenza di una prima forma di sofferenza è più probabile che si attivi la nostra motivazione alla ricerca della relazione, in quanto mentalmente si perseguirebbe come valore un rapporto sano e normale in cui il partner sarebbe in grado di assolvere i nostri bisogni affettivi; sarebbe tale motivazione a dover essere ridimensionata per ridurre la continua ricorrenza dei pensieri di amore e relazione indicati. Laddove lo trovasse di interesse, approfondii tempo fa il discorso in merito al legame affettivo in una nota pubblicata sulla mia pagina professionale di Facebook (“Psicoeducazione: il legame affettivo”).

  • Non è assolutamente snagliato voler una relazione. Il problema è l'ossessione. Le ossessioni si combattono con le distrazioni.
    Passioni =ripetizione di gesti che apportano un senso di felicitá
    Ossessioni=ripetizione di un gesto che apporta tristezza/insoddisfazione

    Cerca di fare tutte le cose che ti apportino senso di benessere ...ripetile falle per piû tempo possibile

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