Calo delle prestazioni cognitive

  • Ehilà.
    Sono mesi che non scrivo su questo forum, dato che non ne avevo bisogno. Ma non perchè magicamente ho risolto i miei problemi o cos'altro, semplicemente perchè la mia reclusione si è sempre di più infittita.
    Sono un hikikomori, ossia un ragazzo che si è isolato dalla società recludendosi in casa. Sono mesi che non esco correttamente o che non svolgo anche una banalità, all'aria aperta, eccetto qualche volta.
    L'ansia ultimamente è aumentata, con sè anche la depressione e tutto ciò che ne consegue. La mia dieta non è più regolare, ma nemmeno il mio modo di ragionare.
    Sono mesi che non faccio praticamente nulla, al massimo gioco ai soliti due videogiochi e guardo due video su Youtube, per il resto non faccio nient'altro. Non studio, non leggo, non guardo film... tutto a causa a questa mia convinzione: mi sto rincoglionendo.
    Capisco che l'inerzia porta a disabituarmi per tutte quelle attività che una persona compie, ma mi chiedo a che punto tutto ciò può influire nelle capacità cognitive. So che il cervello è plastico, so che l'ansia da prestazione ti porta a non ragionare bene... ma fino a che punto può arrivare tutto ciò? Non riesco nemmeno a fare ragionamenti banali. E' come se il mio cervello fosse davvero spento. Quando leggo qualcosa che non capisco e lo rileggo, ci sta che una volta l'ansia non te lo permette, ci sta anche quattro e cinque, ma quando sto lì, a ragionarci su da più di dieci minuti su una singola frase o concetto senza cavarne nulla...
    E' ansia? E' un calo delle prestazioni dovute dall'inerzia? E' la depressione? E' tutto?
    Sono molto insicuro su ciò, e temo anche di arrivare ad un punto in cui è irreversibile tutto il processo. Mi sento davvero ingenuo e stupido, e non capisco da dove deriva, e come potrei risolvere tutto ciò.
    Volevo chiedere se anche a voi è capitato un periodo in cui non riuscivate nemmeno a fare un ragionamento banale, e se si come ne siete usciti.

  • Il cervello oltre ad essere plastico, ha anche una memoria cognitiva, e messo nelle condizioni di farlo può sicuramente recuperare le sue abilià. Infatti in Giappone persone Hikikomori da più di 20 anni, una volta uscite e rimesse in grado di socializzare e di ricrearsi un tessuto sociale, dopo il primo periodo logico di smarrimento e mancanza di abilità sociali, le hanno riacquistate in alcuni casi anche velocemente, questo dimostra che gli anni di socializzazione e di educazione scolastica, non vengono cancellati ma solo dimenticati, quindi il processo non è irreversibile.

    No one knows a prescription drug’s side effects like the person taking it. Make your voice heard.

  • Ciao Oakley, ho studiato un po' questi fenomeni ultimamente e posso dirti che la tua intuizione ha effettivamente una base scientifica. Il cervello è un organo sociale e quando è sottostimolato il numero delle connessioni tra le cellule nervose diminuisce significativamente, è stato fatto recentemente uno studio sui ratti in merito, confrontando il cervello di un ratto tenuto in isolamento per un lungo periodo con quello di ratti che vivevano in compagnia e con vari stimoli ambientali. Inoltre è ormai noto che l'ippocampo, che oltre ad essere responsabile della formazione di nuove memorie è anche implicato nella neurogenesi (ovvero la nascita di nuovi neuroni), si riduce di dimensione nelle persone depresse. Per finire lo stato di isolamento, essendo una condizione innaturale per l'uomo e che originariamente comportava anche una vulnerabilità e un rischio fisico, porta ad un innalzamento dei livelli di cortisolo (l'ormone dello stress) che interferisce col normale funzionamento del sistema immunitario e dunque comporta una maggiore vulnerabilità alle infezioni e una serie di altri problemi di salute.
    Sarebbe dunque importante per la tua salute che uscissi da questo stato quanto prima possibile, posso solo immaginare quanto sia difficile ma ti auguro di riuscirci.

  • Ciao Oakley, ho studiato un po' questi fenomeni ultimamente e posso dirti che la tua intuizione ha effettivamente una base scientifica. Il cervello è un organo sociale e quando è sottostimolato il numero delle connessioni tra le cellule nervose diminuisce significativamente, è stato fatto recentemente uno studio sui ratti in merito, confrontando il cervello di un ratto tenuto in isolamento per un lungo periodo con quello di ratti che vivevano in compagnia e con vari stimoli ambientali. Inoltre è ormai noto che l'ippocampo, che oltre ad essere responsabile della formazione di nuove memorie è anche implicato nella neurogenesi (ovvero la nascita di nuovi neuroni), si riduce di dimensione nelle persone depresse. Per finire lo stato di isolamento, essendo una condizione innaturale per l'uomo e che originariamente comportava anche una vulnerabilità e un rischio fisico, porta ad un innalzamento dei livelli di cortisolo (l'ormone dello stress) che interferisce col normale funzionamento del sistema immunitario e dunque comporta una maggiore vulnerabilità alle infezioni e una serie di altri problemi di salute.
    Sarebbe dunque importante per la tua salute che uscissi da questo stato quanto prima possibile, posso solo immaginare quanto sia difficile ma ti auguro di riuscirci.

    Un post molto utile il tuo, Nowhere :)

    Fa anche capire perché la persona sola è quella che ha più paura.

    Ciao.

  • Vi ringrazio tutti per le risposte.
    Ho anche un'altro quesito...
    Probabilmente tutto ciò dovrei scriverlo in un altro post, dato che si tratta di qualcosa con radici più profonde e necessita di una visione più generale. Ma il fatto è questo: ho 19 anni, da 19 anni mi sono sempre comportato "così".
    A scuola ci andavo per scaldare il banco, non mi importava niente di nulla o di nessuno. Andavo sempre per inerzia.
    Non mi sono mai impegnato e inoltre spesso rimanevo solo, dato che non sempre mi vedevo con i miei due unici amici che avevo.
    Già da 8 anni soffrivo ansia, che mi portò anche ad avere comportamenti particolari per un bambino di quell'età, come l'autolesionismo.
    E' come se avessi ancora il cervello "incellofanato", e in tutto questo tempo avessi vissuto in una "campana di vetro".
    Mi sento ingenuo, molti ragionamenti anche banali non riesco a concepirli, ma forse è anche per disinteresse o per non attenzione, perchè c'è anche il fatto che io faccio fatica a stare attento (anche se non ho disturbi dell'attenzione).
    Il cervello è plastico e lo so, ma mi chiedo fino a che punto lo è, ancora. In 19 anni non dico di aver vissuto in una caverna di pietra, ma ad ogni modo ho da sempre avuto meno stimoli rispetto i miei coetanei, e una visione "distorta" di tutto, anche perchè ero un bambino viziato e avevo sempre tutto.
    Dopo tutto questo tempo, è possibile un recupero?
    Dalle parole scritte non sembra, ma io sono settimane che sono disperato per questi quesiti. Ultimamente faccio anche pensieri suicidi, ma che lucidamente accantono comunque, per non portare dolore alla mia famiglia.
    Ho sentito una psichiatra, e a breve mi dovrebbe dare un appuntamento. Se tutto va bene, mi dovrebbe prescrivere un farmaco.
    Il farmaco mi aiuterà solamente a calibrare l'ansia e i pensieri ossessivi compulsivi che ho in testa, ma non so comunque se io sono recuperabile, a livello "cognitivo", se potrò avere una vita normale, ma anche solo degli interessi, o qualcosa che mi renda il più umano possibile. Perchè in questa condizione non solo sto perdendo la dignità, ma anche l'umanità.
    Scusatemi per questo sfogo.

  • Ciao, mi dispiace che le mie parole ti abbiano gettato nello sconforto, comunque si tratta di processi reversibili, oltretutto sei ancora giovanissimo. Io posso dirti che su di me gli antidepressivi hanno avuto un buon effetto da questo punto di vista, mi sentivo più lucida, mi concentravo meglio e mi stancavo di meno, ma avevo anche uno scopo, insomma queste nuove energie mentali le ho subito impiegate per raggiungere un obbiettivo e il raggiungimento di questo obbiettivo (la laurea) mi ha dato la fiducia e la motivazione che mi sono servite per poi arrivare a scalare il farmaco e toglierlo. Questo piccolo resoconto personale vuole essere un consiglio, cerca di usare il farmaco come un appoggio, un piccolo aiuto per ottenere qualcosa, non prenderlo come se fosse una bacchetta magica perché non lo è.
    Un altro consiglio che vorrei darti è quello di iniziare a muoverti, fisicamente intendo, fai sport, aiuta sia ad abbassare i livelli di stress che a stimolare la neurogenesi. Un abbraccio

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