Buonasera a tutti.
Sono nuovo anche se ho lurkato per un po' di tempo. Mi presento: come il mio nick suggerisce, sono un gigante triste. Gigante per le mie dimensioni: 188 cm per beh, tanti, troppi kg. Più vicino ai 30 che ai 20.
Come avrete capito, ero il ragazzino che veniva sempre preso in giro per il peso, oltre che per la goffagine, dovuta anche a una madre opprimente e iper-protettiva, ma contemporaneamente capace di improvvisi scatti di ira, anche violenti, nei miei confronti. E un padre reduce dei corpi speciali, sempre pronto a sfidarmi e farmi vivere in un clima di competizione malata. Sono cresciuto pieno di rabbia e frustrazione, e complice uno sviluppo molto precoce, sono presto diventato il terrore dei miei coetanei. In quarta elementare mandai all'ospedale un bambino con le costole rotte, mentre ogni mese ne mandavo un paio in infermeria. Credo che se non fosse stato per il mio rendimento scolastico gli unici amici che avrei avuto sarebbero stati gli assistenti sociali. Non che ne avessi molti altri. Vi risparmio cosa scrissero la maestre nella scheda personale. Alle medie ho quasi spezzato il braccio a una s∙∙∙∙∙a che tutto sommato se lo meritava.
Alle superiori ho spaccato il setto nasale a uno di quinto. Facevo il primo.
Scuola sbagliata (impostami dai miei), compagni di classe che odiavo. No, in realtà no, mi erano del tutto indifferenti. Non feci comunque nulla per cambiare realmente, sviluppando uno stoicismo degno di Seneca. Ho finito la scuola con un voto abbastanza basso, senza passioni a parte il death metal, molte canne, una sospensione e molte persone pestate.
Ragazze pochissime, ero (e sono) orrendo, una specie di gigante malvagio che peggiorava giorno per giorno.
Comincio l'Università, facoltà imposta dai miei. La odio. Non riesco a dare un esame. Lascio.
Scelgo una facoltà che più mi piace, per quanto offra pochi sbocchi. Non vi dico qual è che poi ridete. Vabbè, chissene, ovviamente Scienze della Comunicazione.
Passo il test. Mi laureo. Senza lode ma con passione e una bella tesi sperimentale. Perdo un anno appresso a una ragazza che meriterebbe solo calci nel c∙∙o, o piuttosto molta, molta psicanalisi. Mi spezza il cuore e mi distrugge l'anima. Incontro un'altra. Lecca le mie ferite. Ci innamoriamo. Due anni insieme. La storia più importante della mia vita. I miei la odiano e fanno di tutto per farci lasciare, soprattutto mia madre. Litigi a non finire.
Abbandono la musica (ero bravino, ma non abbastanza per superare il livello di dilettante) e scopro le arti marziali. Divento incredibilmente bravo in poco tempo. Il Maestro vuole formarmi come suo assistente, essendo andato via l'altro.
Nel frattempo collaboro con un quotidiano e corono il mio sogno nascosto: fare il giornalista. Sfruttamento allucinante nelle redazioni, sudore, pochi soldi ma moltissima passione. Mi iscrivo all'Ordine. Il Quotidiano fallisce. Poco male, per quello che (non) pagavano... Una mia amica che vive all'estero mi invita da lei in estate, lei ha trovato lavoro fuori. Certo, in altri tempi, prima del crak della Lehman Bros., ma ci provo uguale. Sei mesi fuori. Esperienza tanto dura quanto bella. I soldi finiscono. Torno con la coda tra le gambe. Colpo di scena: vengo preso da una grossissima testata. Niente nomi, non voglio guai.
Sudore, fatica, sei mesi senza un soldo, poi i primi pezzi pagati. Mi faccio un nome. Divento discretamente noto. Amici, nemici, soprattutto nemici, adulatori, sfuttatori, qualche ammiratore. Intanto c'è qualcosa che non va col mio corpo, è vero che non mi sto allenando, ma sto decisamente ingrassando.
Passano due anni e mezzo, sbuca un figlio di papà dal nulla. Un mese di prova e gli fanno il contratto. Nonostante avesse già un posto pubblico bello sicuro.
Colleghi e superiori fanno di tutto per farmi capire che per me non c'è più spazio. Io e altri collaboratori veniamo messi in condizioni di andarcene.
Passa qualche settimana.
Iniziano gli attacchi di panico, le notti insonni, la gola che si stringe e non mi fa respirare. Gli ansiolitici, i sonniferi. Ingrasso, ingrasso, ingrasso.
La maggior parte dei miei ex-colleghi mi evita, ma ammetto di aver dato il mio contributo. Sempre meno amici.
Vado dal medico di famiglia. Incompetente pagato dalle aziende farmaceutiche, laurea comprata. "Tranquillo, non hai niente."
Cambio medico, scopro di avere una gravissima disfunzione alla tiroide. Inizio una terapia ormonale, una dieta. Vado anche in psicoterapia.
Trovo lavoro in un call center. In pochi mesi mi fanno l'indeterminato. Guadagno meglio di un collaboratore di una grossa testata, lavorando meno ore, non scherzo.
Ma io quel lavoro lo detesto. Odio la gente. Odio gli ignoranti. Odio gli italiani. Tra clienti e colleghi è una gara di idiozia.
Ricomincio a studiare. Stavolta lingue. "Ma dai, hai quasi trent'anni, ma che vuoi fare". "Wow, ti ammiro, io non ci riuscirei".
Nel momento in cui scrivo mancano cinque esami alla laurea.
Il peso va e viene, ma intanto arriva un'ernia cervicale. Stare seduto per ore e l'aria condizionata non perdonano. E tutto sto peso addosso...
Mando a f∙∙∙∙∙o la mia terapista. Mi ha fatto capire molte cose, è vero, ma a volte mi sembra di avere a che fare con un'idiota. Alterna complimenti altisonanti e poco credibili a malauguri, nel caso decida di non proseguire la terapia. Che cerca di rendermi il suo schiavetto. O meglio, il suo Bancomat. Non ci sto.
Adesso mi ritrovo con la schiena a pezzi, il peso sempre più difficile da buttar giù, visto che ridotto così non posso allenarmi come vorrei, la dieta non riesco sempre a seguirla, mi sento brutto e solo, o meglio, SONO brutto e solo. Non è tanto la mancanza di una donna il problema, quello capita, ma il fatto di essere sistematicamente rifiutato e deriso. Il fatto di non poterne avere una, per quanto brutta, sfigata... Tranne che da qualche esaurita ridotta peggio di me.
Un mio amico mi dice che mi sbaglio e che dovrei puntare su "altri aspetti". Mi viene da ridere solo a pensarci: non sono simpatico, ho un senso dell'umorismo che spaventa la maggior parte delle persone, la cultura... beh quella c'è, ma se l'aspetto fa in modo di non far avvicinare nessuna, sai che me ne faccio... Poi in un Paese di ignoranti...
L'ansia va e viene, anche se sto decisamente meglio.
Ho dei piani per il futuro, ma solo perché sono lottatore dentro. Puro istinto. Altrimenti l'avrei fatta finita da un pezzo. Combatto senza un perché. Funziono così, punto.
Vivo nel terrore che l'istinto venga meno.
Chiedo scusa se vi ho annoiati, è che ho seriamente bisogno di sfogarmi. E di piangere. Non piango mai.

La mia discesa negli Inferi...
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Perdonami, ti rivolgo solo una domanda...
Sei arrabbiatissimo.. Al solo rivolgerti la parola si ha l'impressione che si verrà aggrediti e fucilati a distanza...
La mia domanda è: contro chi stai combattendo? -
Contro tante cose. Ma non saprei definire qualcosa in particolare. Forse proprio questo è il punto.
Grazie per la critica, sicuramente mi è più utile della solita pacca sulla spalla. -
Scusami,
sul fatto che in italia ci siano tanti personaggi ignoranti ed esaltati ti posso dare Ragione, difatti vivo all´estero.
Quello che pero´sento di dirti é che, mi pare tu prenda la vita troppo seriamente con poca filosofia e positivtá. A mio avviso dovresti allenarti a diventare un attimino piu´positivo e non dannarti l´anima in questo modo per Cosa poi?
La fuori é pieno di gente che non sa dove sbattere la testa te lo assicuro, eppure li vedi andare avanti con leggerezza. Come fanno? Grande allenamento e sforzo , positivi non si nasce, sei tu che decidi Cosa vuoi diventare indipendentemente dalle circostanze nelle quali sei cresciuto.
Vuoi cambiare mentalitá, comportamento e visione della vita? vuoi rompere i tuoi schemi mentali? Bene allora é il momento di farlo -
Danny come si va avanti con leggerezza? Io vorrei farlo.......come si diventa positivi? come non si pensa che tutto finirà?????
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Vuoi cambiare mentalitá, comportamento e visione della vita? vuoi rompere i tuoi schemi mentali? Bene allora é il momento di farlo
Ma di cosa stai parlando? Ma quale leggerezza che qua la gente sta disperata?
Per citare Boris, "un Paese di canzonette dove fuori c'è la morte".
Da quanto vivi fuori? Se hai letto quello che ho scritto anche io ci ho vissuto, fuori, e a meno che tu non ci stia da almeno 10 anni perdonami, ma questa è malafede. -
Secondo me invece lui compie già uno sforzo costante.. quello di dimostrarsi migliore degli altri.. perchè suo padre fin da piccolo lo ha "allenato" così!
Il problema è che a volersi dimostrare sempre migliori, si è continuamente in tensione, in competizione col mondo ("contro chi combatti?" - "contro tante cose, ma non saprei definirle..") ed inevitabilmente, quando non si riesce ad esserlo, ci si sente dei perdenti!
Gigante, non sei migliore... Sei normale, sei come tutti gli altri.. E va benissimo così! -
Gigante, non sei migliore... Sei normale, sei come tutti gli altri.. E va benissimo così!
No. Io sono inferiore. Sono un underachiever. A volte per demerito mio, a volte per colpa di altri e del contesto.
Tutto quello che ho sempre chiesto è di potermela giocare alla pari. Ma qui non funziona così.
Adesso mi ritrovo mezzo sciancato e con l'aspetto mostruoso, devastato mentalmente, alle dipendenza di gente a cui non avrei rivolto la parola con disprezzo solo 4/5 anni fa. Però la mia natura mi impedisce di alzare bandiera bianca.
Ma sono stanco. -
bravo caro gigante,
sono fuori da 10 anni.
Per leggerezza intendevo non essere sempre in competizione con qualcuno o qualcosa.
@ azzurra: io prima avrei potuto scrivere il Manuale del perfetto pessimista te lo assicuro; la positivitá non é un dono, é uno sforzo mentale. -
ragazzi siamo alla frutta...il destino ci è contro..non l'avete capito..
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