Violenza in famiglia

  • Caro Chris,
    questi meccanismi non solo li usiamo, ma ne restiamo anche vittime.
    A te non è mai successo di fare una cosa perché qualcuno ti ha fatto sentire in colpa?
    Di solito i messaggi manipolativi non sono assertivi. Ora provo a spiegarmi, però è un discorso che pure io devo approfondire.
    Quando qualcuno ci fa del male è il suo COMPORTAMENTO a ferirci, quindi è giusto fare notare alla persona che quel determinato comportamento è per noi inaccettabile.
    Invece di dire "tu sei s∙∙∙∙∙o" è bene dire "quando fai questo io mi arrabbio perché mi sento profondamente ferito nei miei sentimenti (o nei miei valori ecc.)".
    Nota bene.
    Si mette un elemento temporale preciso che evita di generalizzare il comportamento.
    Quante volte usiamo dire "sempre", "mai", "tutte le volte" ecc. ecc. quando critichiamo qualcuno? Io lo facevo anche con me stessa "sbagli sempre", "ogni volta fai così", "sei la solita incapace" ecc. ecc.
    "Sempre", "mai" e compagnia bella sono errori concettuali, errori madornali, perché nella vita vera non esistono, la vita è fluida, anche noi siamo in continuo movimento. Possiamo fare spesso certe cose, ma non certo sempre, o mai!
    Dopo il "quando" segue la descrizione del comportamento e la tua reazione a quel determinato comportamento, il "mi arrabbio" e la persona capisce che sei arrabbiato e che cosa, in particolare, ti ha fatto arrabbiare.
    Dopo questo segue la spiegazione, perché tutti abbiamo diritto a una spiegazione.
    Essere assertivi è un ottimo esercizio di sincerità con se stessi e con gli altri, perché per comunicare qualcosa noi dobbiamo essere i primi a sapere cosa accade e cosa dobbiamo comunicare, cosa proviamo in quel momento e perchè.
    Poi si può continuare la comunicazione dicendo magari " e invece ho bisogno del tuo incoraggiamento (o di un abbraccio, o di un caffè... )".
    In questo modo permettiamo al povero cristo che abbiamo davanti di fare una buona azione per noi, una cosa carina...
    Pensa come sarebbe tutto più facile se noi comunicassimo in questo modo invece di:

    - AAAARGH! Brutto imbecille, sei sempre il solito, non sai fare niente, fai schifo! Guarda come si fa! Mi hai rovinato la giornata (o la vita...), sei una piattola immonda, e io che invece con tanto amore ti avevo preparato la torta. Tu non mi capisci!!! Non mi vuoi bene!!!

    Dopo di che ci sta bene anche la manina alla fronte, gesto drammatico e di effetto!
    Magari per dire: Quando sei nervosa sei distratta da morire, e ora io sono arrabbiato perché hai fatto cadere la torta! Ci avevo messo un giorno a prepararla! Ci sono rimasto malissimo perché ho paura che a te non importi niente di me.
    La poverina, mortificatissima avrebbe la possibilità di dire: mi dispiace!!! Ma non prenderla così, di te mi importa, hai avuto un pensiero davvero bello... hai ragione, quando mi agito divento maldestra!
    Così si disinnesca una tragedia. Grazie a una comunicazione chiara, diretta, assertiva, dove nessuno deve difendersi da nessuno e da niente.
    Altra cosa importante: la comunicazione assertiva lascia lo spazio all'altro per esprimere il suo punto di vista e per dire anche NO.
    E questo è molto importante.
    Il rifiuto è una cosa che frustra i nostri desideri e le nostre aspettative, ma le persone adulte devono far fronte e prendere anche atto di un rifiuto e rispettare chi hanno di fronte. Altrimenti scatta la manipolazione.
    I bambini sono degli esperti manipolatori.
    Un giorno, caro Chris, avrai un pargoletto, e magari, come mio nipote, sarà allergico alla cioccolata.
    Le proverà tutte per ottenere quel pezzetto di cioccolata e per continuare a ingozzarsi di deliziosi biscottini nel pomeriggio, a rischio diarrea e indigestione.
    Egli ti guarderà, magari, con occhi enormi e luccicanti, e ti dirà, con vocina infantile: ti prego... solo un pezzettino! Un altro pezzettino! Guarda, non lo tocco, lo annuso soltanto!!!
    Di fronte a questa scena da Biafra pochi genitori resisteranno!
    E se resisteranno allora si passa alla fase due: urla disumane, pianti, scene da epilettico steso in terra, cosa da camicia di forza.
    Anche qui, forse saranno pochi i genitori che resisteranno.
    Se anche questa fallisce si passa alla fase tre: sei cattivo, non mi vuoi bene! Lasci tuo figlio a morire di fameeee!!!!
    QWuale genitore non capitolerebbe di fronte all'accusa "sei cattivo"?
    Bene.
    Ci sono genitori che si fanno intenerire. I loro figli propenderanno per il primo comportamento. Funziona, no?
    Ci sono genitori che si snervano facilmente e non sopportano scene isteriche. I loro figli ne faranno una ogni volta che vorranno qualcosa e si sentiranno dire di no.
    Ci sono genitori che sono dei sensi di colpa ambulanti. I figli allora impareranno che il senso di colpa è un'arma potentissima per ottenere le cose, e quindi la useranno eccome!!!
    Poi ci sono gli zii insensibili, come la sottoscritta, che non credono a occhioni luccicanti, non cedono alle crisi isteriche, e si fanno un baffo delle accuse.
    Questi sono i baby sitter più scrupolosi nell'eseguire gli ordini, e disinnescheranno la "bomba bambino" mettendo avanti le ferree leggi di natura: tua madre e tuo padre ti proibiscono la cioccolata perché sei allergico. Io non ho nessuna autorità in proposito, quindi non posso violare le regole che loro, in quanto tuoi genitori, ti hanno imposto.
    Il bambino cede alla ferrea concatenazione di sillogismi, capisce perché non può, capisce che le sue tattiche sono acqua fresca, e lungi dal suicidarsi, lo vedi dopo due minuti giocare allegro e contento e scordare la cioccolata. Oppure accettare il compromesso del succo di pera! :rolleyes:

    "Diventa ciò che sei" F. Nietzsche

  • ...mmmm....
    molto interessante il discorso sulla comunicazione assertiva...ci mancava solo un po' di bibliografia :D :D :D
    Credo di aver trovato il libro che mi dicevi...a prestito in biblio...mi sa che non c'è altro modo per il momento!!! Beh...a parte gli scherzi...se conosci qualche buon libro sulla comunicazione assertiva dimmi...che mi secca prenderne alla cieca scegliendo a caso uno dei 500 titoli generici sulla comunicazione assertiva.

    Sapevo già qualcosa in merito...ed in effetti il mio modo di comunicare i miei sentimenti si avvicina parecchio...credo di aver già letto qualcosa a riguardo da ragazzo e mi porto ancora dietro gli "effetti"..ma non sono così preciso nelle indicazioni temporali ecc...si, insomma, similitudini...non uguaglianza.

    Sono riamsto molto colpito dal tuo disquisire del mio futuro bambino (hahahaha..!!!! :happy: )...scherzi a parte.

    Tu hai, in modo semplice, descrittivo, chiaro e completo rappresentato una delle più morbide (o la fase iniziale delle successive..) crisi di lisa. Il suo iter era esattamente quello. Iniziava punzecchiando in tutti i modi...perchè...chissà perchè...doveva assolutamente litigare. Era un bisogno fisiologico il suo, il motivo era una scusa qualunque funzionale allo scopo. Quando (poco dopo...) mi rendevo conto che era una di quelle volte (all'inizio...perchè poi era sempre "una di quelle volte"), io assumevo un atteggiamento "distratto"...non la badavo, continuavo a fare i fatti miei...le avevo tentate tutte...e sapevo bene ormai che, qualsivoglia cosa facessi, lei ne avrebbe trovato spunto per aggredirmi, così optavo per l'opzione fantasma. "che tu parli o no, io non ascolto e non rispondo".

    A quel punto iniziava una crisi nel modo esatto che hai descritto. Anzichè il cioccolatino era la mia attenzione, il resto è perfettamente identico. Talmente tanto identico che le ho sempre detto di smetterla di fare i capricci come i bimbi, che se avesse voluto ragionare sarei stato disponibile, ma fintanto che capivo che intendeva solo raccogliere qualsiasi pretesto come provocatorio per innescare una baruffa, non le avrei dato attenzione.

    ...mmm.....mi fa pensare...ma riesco solo a pormi 100??? senza relativa risposta. Perchè? Perchè una regressione infantile così?? Ah...Freud...qui centra Freud a manetta...la figura del padre...ste menate qua...

    Lisa tiene spesso un comportamento da "bambina"...più che un comportamento quando è in pubblico, ad esempio se parla in qualche ufficio, all'autista del bus, alla salumiera...assume un tono di voce prettamente infantile che non è il suo tono normale. Se ne rende anche conto...e spesso si fa le imitazioni da sola e se le chiedo "ma perchè usi quel tono?"....lei risponde "non lo so"..e fa spallucce.

    Chissà perchè...capitano tutte a me. E me le tengo pure!!!!

    hibaaaaaaaa!!!!!! fà qualcosaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!


    :happy: ihihih!!!!! :happy:

    Cri :jerk:

    "La violenza, l'ultimo rifugo degli incapaci. " Isaac Asimov

  • Captatio benevolentiae.
    Il tono da bambina coi labbruzzi protesi, magari, e le ciglia che fanno flap flap e le manine giunte a mò di preghierina, vocina tenerella e sottile... tattica più che collaudata da eserciti di ragazze o non-più-ragazze.
    Piano piano smetterà... no, non smetterà, ma attenuerà il personaggio.
    Io un tempo parlavo con un filo di voce. Anche mio fratello aveva notato la cosa e mi chiedeva perché sospirassi invece di parlare costringendo il tabaccaio a leggermi il labiale...
    Per quanto riguarda le crisi è importante il contenimento, e lì non sono esperta haimè, dovresti chiedere alle mamme del forum, io sono solo una ziastra insensibile.
    Ricordo come faceva mia sorella con il pargolo quando gli veniva una crisi da camicia di forza. Se lo prendeva, lo abbracciava, si beccava qualche testata sul naso, ma con voce ferma lo calmava e poi iniziava a ragionarci (per questo ora ho un nipote che rivaleggia con Aristotele e che un domani potrebbe fare il politico!).
    Non so se hai provato.
    Non ho libri sulla comunicazione assertiva. Ho ricavato qua e là, un pò sul libro di M. Beatty che non trovi in libreria, un pò studiandomi il triangolo di Karpmann che trovi descritto dalla Norwood, un pò osservando mia sorella che ora è diventata un campione di assertività grazie al futuro politico, e un pò spulciando in internet dove trovi vere e proprie tabelle schematiche con tanto di esempi pratici.
    Però, quando Lisa è calma, potresti parlarne anche con lei, divertirvi a trovare il vostro stile comunicativo (il mio è passivo, quello del mio lui è aggressivo... schekerandoci un pò ne vien fuori un bel cubalibre!).

    "Diventa ciò che sei" F. Nietzsche

  • ciao a tutti , vi lascio la mia testimonianze e vorrei che qualcuno mi desse il suo parere e anche qualche consiglio........mi chiamo anna, ho 36 anni, sono sposata da 11 anni e ho due bimbi di 8 e 2 anni.
    E da un po di tempo che comincio ad aver paura delle minacce di mio marito.
    a volte mi fa paura anche guardarlo negli occhi quando fa le sue scenate e grida come un pazzo.
    NOn riesco a parlare e a ragionarte con lui, vorrebbe solo che io facessi tutto ciò che vuole lui, senza pensare a me e ai nostri figli.
    Alcuni mesi fa dopo una delle sue scenate, mi sentivo in pericolo e volevo uscire di casa con i bimbi, ma lui mi ha tolto di mano i piccoli, allora ho preso il cell perchè avrei voluto chiamare aiuto, mi ha tolto anche quello. ho visualizzato un muro nero, non vedevo via d'uscita,,,sono stata malissimo e non ero più cosciente e ragionevole, pensavo solo che dovevo farmi del male...lui nmi ha fermata e sono rimasta sotto sciok, poi ha chiamato il 118 ma io sono rimasta a casa, avevo avuto un attacco di panico, il giorno dopo dalla dott di famiglia lui ha raccontato la mia reazione e lei si è stupita dicendo "ma cosa hai combinato alla signora lei è così tranquilla" lui le ha inventato che avevo avuto una discussione accesa con mio fratello. La dottoressa mi ha prescritto compresse per tachicardia e pressione alta, Lui più io sono calma più si agita.
    grida come un pazzo, insulta tutti i componenti della mia famiglia di origine, fa delle vere e proprie scenate a voce molto alta, sia in pubblico che in privato, dice di odiarli e che mi devo allontanare da loro e soprattutto devo allontanare i miei figli. Spesso nei momenti di rabbia distrugge i giochi di mio figlio che sono stati regalati dai miei fratelli, genitori o amici...a volter anche i miei oggetti...non molto tempo fa mi ha scaraventato il secondo cell sul muro.
    Poi da quando mia sorella ha un compagno dal quale aspetta un figlio è diventato assessivo, perchè mio cognato è di colore e lui, senza averlo mai incontrato, gridando lo insulta e lo disprezza.
    Lui è convinto che la nostra crisi dipende dalle persone che mi circondano, spesso ha gridato di voler uccidere mio cognato...
    Ogni volta che lego con una collega a lui non va giù, loro si rendono conto della situazione e si allontanano, sono una persona socievole e mi piacerebbe avere qualche amicizia, ma ne ho solo una che conosce bene la situazione e passa sopra a tutto.
    Io potrei avere un'indipendenza economica, ma invece non la ho. sono una risparmiatrice, vado dal parrucchiere 3 volte all'anno, compro solo le cose essenziali x me, ma lui ogni volta che spendo dei soldi me lo fa pesare. gli ho proposto di separare il conto e lui è andato su tutte le furie. non riesco neanche a ricambiare i regali natalizi eppure lavoro a tempo pieno.
    Non so cosa fare e come comportarmi. a volte mi chiedo dove sbaglio e cosa posso fare per uscire da questo incubo
    vi porgo i miei cordiali saluti in attesa di una vostara risposta

  • Cara anna, vorrei tanto dirti qualcosa di diverso per consolarti ma non posso., sarebbe una presa in giro e tu non lo meriti, sei così dolce e carina!
    la violenza non finisce mai allo stadio in cui incomincia, và in escalation...e lui aumenterà le dosi.
    E per la violenza intrafamiliare, che è la più difficle da affrontare, c'è solo un rimedio: Segnalare subito ad un gruppo dedicato per questo, tipo il telefono rosa, o le associazione che tutelano le donne nella tua condizione.
    Ci sono due figli minori ed anche di fronte a loro ciò che accade è una pura gratuita violenza, cui non dovrebbero neanche assistere...
    Non aspettare e soprattutto non sperare che lui cambi, potrebbe arrivare a metterti le mani addosso, se non gli dai ragione.
    Chi deve cambiare rotta subito sei solo tu, impedendogli di essere così aggressivo e violento.
    Sei tu a doverti ribellare a questo stato di cose, da lui c'è da aspettarsi oramai un comportamento di sopraffazione, e mi pare chiaro da ciò che descrivi che in questo periodo 'sragiona'...alla grande!
    Può andare bene anche un colloquio con un'Assistente Sociale, che ha il segreto professionale e può farti sentire sufficientemente tutelata, non limitarti ad un'amica o confidente, non sono sufficienti in casi come questo.
    Dammi retta, inizia a tutelarti subito, non indugiare oltre, un abbraccio e tanti tanti cari auguri che le cose migliorino :hi:

  • Io penso questo: il problema non è la Violenza, Anna, che ha esercitato, esercita ed eserciterà.

    Il problema, penso, nasce osservando una realtà più ampia, che comprende te e moltissime altre persone: questa... CHI ABITA CON UN MALATO MENTALE NON è TUTELATO, DIFESO E PROTETTO.

    Alcuni Malati mentali sono pericolosi. Altri no. Alcuni sono aggressivi, altri no.

    §

    Qual'è allora il problema? Il problema è che abiti con un MALATO MENTALE.

    Ci sono moltissime famiglie che coabitano con Schizofrenici, Paranoidi ed altro.

    I centri di igiene mentale (le istanze sul territorio) fanno ciò che possono ma, per varie ragioni (carenza di fondi...) non è possibile dare un Aiuto concreto.

    §

    Io credo che tu capisca perfettamente che la MALATTIA MENTALE di tuo marito si aggraverà con il tempo. E il problema, dunque, è questo...

    Osservazione pratica: se una Malattia mentale non è curata, si aggrava.

    E in quanto Malato mentale, tu capirai, rischierai sempre di più. Tuo marito, nei deliri gravi, comincerà a picchiarti (io calcolo, diciamo, un 6 mesi di dercorso), per andare, poi, sempre peggio.

    §

    Ora: è evidente che tu non percepisci tuo marito come persona affetta da una gravissima malattia mentale. (Sì: ripeto coscientemente questo termine per spiegare, bene, il concetto).

    Cosicchè la questione si riduce ad una tua scelta: VUOI CONTINUARE AD ABITARE CON UN MALATO MENTALE GRAVE O NO?

    Vedi: paradossalmente tutte e due le soluzioni possono essere giuste.

    Se hai il coraggio, la tenacia, la volontà di stargli accanto nella Malattia, fallo.

    La mia opinione personale è questa: SE NON SEI UN'OPERATRICE PSICHIATRICA ESPERTA, NON FARLO.

    Occorre davvero una Durissima scorza per stare accanto alle persone che, come tuo marito, hanno sviluppato questa forma di Delirio paranoide.

    Nessuno potrà criticarti se scegli di accollarti il PESO DI TUO MARITO E DELLA SUA CONDIZIONE MENTALE.

    §

    Io vorrei darti un consiglio: qualsiasi cosa tu scelga di fare, io ti propongo di allontanare le Bambine da voi.

    Questa è una cosa essenziale.

    E' bene sapere questo: ai Minori non è permesso entrare nei Reparti di Igiene mentale e negli Ospedali psichiatrici giudiziari.

    LA SCELTA CHE STAI COMPIENDO: CIOè QUELLA DI FAR ABITARE LE TUE BAMBINE ACCANTO AD UN MALATO DI MENTE, DUNQUE, è DA IRRESPONSABILI.

    E' bene che ti comporti in modo responsabile con le tue bambine, Anna.

    Ed è bene che loro crescano in un ambiente tranquillo e positivo.

    E finquando il papà non si cura, è bene allontarle.

    §

    Ovviamente puoi scegliere di non farlo.

    Puoi scegliere di non allontanarti loro e tu.

    §

    Io ci terrei a dire questo: la prossima volta che tuo marito avrà una CRISI, vai dalla Polizia ed esponi il problema. Fai una denuncia.

    Fatti accompagnare a casa con i poliziotti, fai la valigia (con loro IN CASA), e poi vai da tua sorella, dai tuoi genitori...

    Osservazione pratica: se i Poliziotti, a seguito della tua denuncia, ti accompagnano (ti scortano) a casa a prendere le bambine, tu sei tutelata SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA.

    E per tuo marito inizierà un Calvario che lo metterà con le spalle al muro.

    §

    Esattamente: con le leggi attuali sullo Stalking, sei ampiamente protetta.

    §

    Sono con te.

    Ho letto le tue parole...

    E con TUTTA LA FORZA DEL MONDO... da una Roma estiva ti mando un abbraccio più che forte.

    Resisti Anna.. resisti più che puoi.

    Mein Herz, halt Dich an mir fest

  • Vorrei aggiungere questo: NELLE STAZIONI DI POLIZIA CI SONO POLIZIOTTE DEDICATE A QUESTO LAVORO.

    Sono PERSONE MERAVIGLIOSE, STUPENDE, che mettono le Vittime di abusi a loro agio...

    Già nella Stazione di Polizia è possibile contattare Associazioni, Comunità, Case sicure dove dormire.

    Il problema è riuscire, da sole, a superare la Paura di andare lì.

    §

    A distanza di anni, però, tutte le donne vittime di Abusi famigliari, ricordano IL GIORNO IN CUI VARCARONO LA PORTA DEL COMMISSARIATO, come uno dei giorni più IMPORTANTI E PREZIOSI E UTILI della loro vita.

    Lo hanno fatto in tantissime.

    Ma tante...

    E questo è un bene: indice di una Società che evolve e migliora (solo pochissimi anni fa, tutto questo non era possibile...).

    Mein Herz, halt Dich an mir fest

  • se mi ricapiterà una crisi come quella passata, ricorderò le tue parole e le metterò in pratica.
    grazie infinitamente

    Ciao Anna
    la tua storia mi ricorda tantissimo quella della mia amica.

    Putroppo, anche se mi spiace dirtelo, ricapiterà molto presto e sempre più sovente.

    Sono d'accordo con Pavely nel dire che si tratta di una malattia ma non solo: secondo me si tratta di persone senza spina dorsale ed il loro unico modo di sentirsi forti è incutere terrore a chi gli sta vicino.

    Se mi è possibile darti un consiglio affronta queste scene senza fargli vedere la tua paura perchè, persone come lui, si alimentano del terrore che riescono ad incutere e rafforza la loro pochezza.

    Auguri

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