Citazione da Chris974Mostra di PiùGrande analisi hiba...non ci sarei arrivato senza di te!!!
Già...risentimento (+che legittimo!)...e vittimismo. A questo punto divento quasi retorico...sta qui la manipolazione e controllo di cui mi dicevi, vero? Qui ho usato il vittimismo per entrare in controllo della situazione. Perchè inconsapevole ma bastardo come sempre, ho usato l'arte della leva sui sentimenti per ottenere ciò che volevo: il suo senso di colpa con telefonata immediatamente successiva!!!
Perchè però mi sfugge? E un concetto che esprimo qui per iscritto, perchè tu possa negarlo oppure io rileggerlo fino a capirlo, o a crederci...non so bene quale di questi mi sfugga di più. Forse entrambi. :what:
Auguri insinceri "visto il contesto"??? No...gli auguri erano comunque sinceri. Perchè sono capace di amare e detestare contemporaneamente ed esprimerli pure entrambi. Sono due sentimenti opposti, veri, ed espressi sinceramente entrambi. Ma anche qui, l'ho fatto perchè mi avrebbe aiutato nella manipolazione iniziata la frase precedente... :grin:
Forse piano piano ci arrivo ankio....
Un bacio grande!!!!!
Cri
Caro Chris,
questi meccanismi non solo li usiamo, ma ne restiamo anche vittime.
A te non è mai successo di fare una cosa perché qualcuno ti ha fatto sentire in colpa?
Di solito i messaggi manipolativi non sono assertivi. Ora provo a spiegarmi, però è un discorso che pure io devo approfondire.
Quando qualcuno ci fa del male è il suo COMPORTAMENTO a ferirci, quindi è giusto fare notare alla persona che quel determinato comportamento è per noi inaccettabile.
Invece di dire "tu sei s∙∙∙∙∙o" è bene dire "quando fai questo io mi arrabbio perché mi sento profondamente ferito nei miei sentimenti (o nei miei valori ecc.)".
Nota bene.
Si mette un elemento temporale preciso che evita di generalizzare il comportamento.
Quante volte usiamo dire "sempre", "mai", "tutte le volte" ecc. ecc. quando critichiamo qualcuno? Io lo facevo anche con me stessa "sbagli sempre", "ogni volta fai così", "sei la solita incapace" ecc. ecc.
"Sempre", "mai" e compagnia bella sono errori concettuali, errori madornali, perché nella vita vera non esistono, la vita è fluida, anche noi siamo in continuo movimento. Possiamo fare spesso certe cose, ma non certo sempre, o mai!
Dopo il "quando" segue la descrizione del comportamento e la tua reazione a quel determinato comportamento, il "mi arrabbio" e la persona capisce che sei arrabbiato e che cosa, in particolare, ti ha fatto arrabbiare.
Dopo questo segue la spiegazione, perché tutti abbiamo diritto a una spiegazione.
Essere assertivi è un ottimo esercizio di sincerità con se stessi e con gli altri, perché per comunicare qualcosa noi dobbiamo essere i primi a sapere cosa accade e cosa dobbiamo comunicare, cosa proviamo in quel momento e perchè.
Poi si può continuare la comunicazione dicendo magari " e invece ho bisogno del tuo incoraggiamento (o di un abbraccio, o di un caffè... )".
In questo modo permettiamo al povero cristo che abbiamo davanti di fare una buona azione per noi, una cosa carina...
Pensa come sarebbe tutto più facile se noi comunicassimo in questo modo invece di:
- AAAARGH! Brutto imbecille, sei sempre il solito, non sai fare niente, fai schifo! Guarda come si fa! Mi hai rovinato la giornata (o la vita...), sei una piattola immonda, e io che invece con tanto amore ti avevo preparato la torta. Tu non mi capisci!!! Non mi vuoi bene!!!
Dopo di che ci sta bene anche la manina alla fronte, gesto drammatico e di effetto!
Magari per dire: Quando sei nervosa sei distratta da morire, e ora io sono arrabbiato perché hai fatto cadere la torta! Ci avevo messo un giorno a prepararla! Ci sono rimasto malissimo perché ho paura che a te non importi niente di me.
La poverina, mortificatissima avrebbe la possibilità di dire: mi dispiace!!! Ma non prenderla così, di te mi importa, hai avuto un pensiero davvero bello... hai ragione, quando mi agito divento maldestra!
Così si disinnesca una tragedia. Grazie a una comunicazione chiara, diretta, assertiva, dove nessuno deve difendersi da nessuno e da niente.
Altra cosa importante: la comunicazione assertiva lascia lo spazio all'altro per esprimere il suo punto di vista e per dire anche NO.
E questo è molto importante.
Il rifiuto è una cosa che frustra i nostri desideri e le nostre aspettative, ma le persone adulte devono far fronte e prendere anche atto di un rifiuto e rispettare chi hanno di fronte. Altrimenti scatta la manipolazione.
I bambini sono degli esperti manipolatori.
Un giorno, caro Chris, avrai un pargoletto, e magari, come mio nipote, sarà allergico alla cioccolata.
Le proverà tutte per ottenere quel pezzetto di cioccolata e per continuare a ingozzarsi di deliziosi biscottini nel pomeriggio, a rischio diarrea e indigestione.
Egli ti guarderà, magari, con occhi enormi e luccicanti, e ti dirà, con vocina infantile: ti prego... solo un pezzettino! Un altro pezzettino! Guarda, non lo tocco, lo annuso soltanto!!!
Di fronte a questa scena da Biafra pochi genitori resisteranno!
E se resisteranno allora si passa alla fase due: urla disumane, pianti, scene da epilettico steso in terra, cosa da camicia di forza.
Anche qui, forse saranno pochi i genitori che resisteranno.
Se anche questa fallisce si passa alla fase tre: sei cattivo, non mi vuoi bene! Lasci tuo figlio a morire di fameeee!!!!
QWuale genitore non capitolerebbe di fronte all'accusa "sei cattivo"?
Bene.
Ci sono genitori che si fanno intenerire. I loro figli propenderanno per il primo comportamento. Funziona, no?
Ci sono genitori che si snervano facilmente e non sopportano scene isteriche. I loro figli ne faranno una ogni volta che vorranno qualcosa e si sentiranno dire di no.
Ci sono genitori che sono dei sensi di colpa ambulanti. I figli allora impareranno che il senso di colpa è un'arma potentissima per ottenere le cose, e quindi la useranno eccome!!!
Poi ci sono gli zii insensibili, come la sottoscritta, che non credono a occhioni luccicanti, non cedono alle crisi isteriche, e si fanno un baffo delle accuse.
Questi sono i baby sitter più scrupolosi nell'eseguire gli ordini, e disinnescheranno la "bomba bambino" mettendo avanti le ferree leggi di natura: tua madre e tuo padre ti proibiscono la cioccolata perché sei allergico. Io non ho nessuna autorità in proposito, quindi non posso violare le regole che loro, in quanto tuoi genitori, ti hanno imposto.
Il bambino cede alla ferrea concatenazione di sillogismi, capisce perché non può, capisce che le sue tattiche sono acqua fresca, e lungi dal suicidarsi, lo vedi dopo due minuti giocare allegro e contento e scordare la cioccolata. Oppure accettare il compromesso del succo di pera!