I Miei GENITORI Mi Hanno Rovinato La Vita

  • EDIT: chiedo scusa ai mod per il linguaggio volgare. E' uno sfogo e ho scritto quello che mi veniva in mente.

    Non avrei mai pensato di scrivere una cosa simile, il solo pensiero mi risultava aberrante fino a qualche momento fa ma oggi è ripartito di nuovo il senso di collera nei loro confronti.

    Sono uno sfigato, uno sfigato tremendo, insicuro, debole di carattere, malleabile come non mai, ignorante come una capra e stupido, preso dal panico e dall'ansia e quasi completamente scollegato dalla realtà. E la verità è che le mie colpe sono le LORO COLPE. E' COLPA LORO.

    Sin da piccolo non hanno fatto altro che non pensare alla mia crescita. Prima di andare all'asilo o quando ci andavo (sono stato in un convento di monache e lasciare mia madre ogni mattina per entrare in quel posto di m∙∙∙a mi faceva sentire solo e abbandonato a me stesso) ma non entravo a scuola mi lasciavano con una mia zia che abitava proprio sopra l'ufficio di mio padre (una santa donna) perchè LORO dovevano lavorare, perchè mia madre doveva aiutare mio padre in ufficio e non avevano tempo per pensare a me. Nonostante stessi bene con mia zia (che adesso è vecchia, ma per me è come una seconda madre) non avevano nemmeno tempo per venirmi a dare un occhiata ogni tanto, una parola dolce. NULLA. INOLTRE mi toccava sentirli mentre litigavano per questioni di lavoro, mi toccava sentire le urla di mio padre contro mia madre perchè lei faceva un mestiere che non riusciva evidentemente a svolgere.

    Poi mio padre ebbe la bellissima pensata di andare a lavorare al nord per garantire uno stile di vita migliore alla famiglia (MIGLIORE? STAVAMO GIA' BENE! A CHE SERVIVA AVERE UNO STILE DI VITA ANCORA MIGLIORE?). In tutta risposta una volta mio padre mi chiese "Vuoi venire al nord? Ci trasferiamo io, tu, la mamma e Simo (mio fratello). Ti và?".
    GIUSTAMENTE risposi di no e lui accettò. MA COME DIAVOLO SI FA A CHIEDERE UNA COSA SIMILE AD UN BAMBINO? SEI TU IL GENITORE. TU DEVI DECIDERE, IO AVEVO SI E NO 11 ANNI. E' normale che non volevo lasciare i miei amici, pensavo che non sarei mai riuscito a farmene di altri, tutti i bambini lo pensano!!! Intanto le liti tra di loro per motivi di lavoro continuarono.

    Poi, un giorno in estate quando uscivo con un mio amico e mi godevo il bellissimo periodo che va tra i 14 e i 15 anni, mia madre venne a prendermi ed era i∙∙∙∙∙∙∙a nera. Mi carica in macchina e mi fa "qualunque cosa succeda ti voglio bene" con le lacrime agli occhi. Io la guardavo ma non riuscivo a capire che cosa fosse successo. Arrivammo a casa e incominciò ad urlare contro mio padre (che era sceso momentaneamente) che lui l'aveva tradita e che lei aveva le prove (che mai vennero fuori). Mio padre continuò a negare (e nega tuttora) che fosse mai successo. Il rapporto andò in declino, litigavano da mattina a sera di fronte a me e a mio fratello senza alcun ritegno, come se non dovessimo assistere alla scena per poter confermare in futuro quello che dissero in quel momento. Orribile. UNA DELLE REGOLE PRINCIPALI E' QUELLA DI NON LITIGARE MAI DAVANTI AI PROPRI FIGLI. E io? Io cambiai comitiva, incominciai a girare con un gruppo di teppistelli e figli di veri e propri delinquenti, incominciai a fare uso di droghe (seppur leggere a quell'età non mi pare il caso di fare roba simile) e a vivere una vita da teppista. E questi demoni del passato tuttora mi perseguitano nonostante sia una vita che mi sono lasciato alle spalle. Persi tra l'altro il primo anno di superiori e cambiai scuola. Intanto il tempo passava.

    Arrivato alle superiori mi iscrissi in un istituto commerciale, arrivato al terzo anno potevo decidere se prendere l'indirizzo tecnico commerciale o turistico. Pregai mia madre e mio padre di farmi scegliere l'indirizzo turistico sia per non farmi allontanare dai miei amici sia perchè non ero in grado di fare economia in maniera decente (bisogna anche dire che non studiavo affatto, non ne avevo voglia e non ne vedevo l'utilità. NO. Mio padre pensava che avrei perso un altro anno a correre dietro ai miei amici e poi lui è un imprenditore, quindi dovevo fare l'aziendale per forza. Mia madre, che era d'accordo con mio padre solo quando gli conveniva disse la stessa cosa.
    Passai il 3 e il 4 con i debiti a studiare anche d'estate ma riuscì a frequentare i miei amici (che intanto, a 15 anni, dopo il cambio di scuola...erano cambiati. Bravi ragazzi stavolta, ma culturalmente a terra, che non offrivano nulla.).

    A 17 anni il mondo mi diede un ennesimo calcio nel sedere. Attacchi di panico e ansia a gogo. Senza motivo, senza un dannato motivo.
    Così passano anche i miei 18 anni. Incomincia il 5° e io non riesco ad andare a scuola, tachicardia, respiro affannoso, paura, lacrime, pianti depressi durante gli attacchi di panico, derealizzazione, totale scollegamento dalla realtà, meditazione ossessiva, asocialità, abbassamento dell'autostima ai minimi storici, insomma, distrutto. Come adesso. Un altro anno della mia vita bruciato.
    Intanto con la crisi l'azienda di mio padre ha incominciato a perdere un sacco di colpi e il rapporto tra i miei si è totalmente declinato tanto che oramai parlano solo di lavoro e litigano per qualunque cavolata.

    Oggi ho 19 anni. Non riesco a parlare con le persone in maniera normale, mi sento in imbarazzo, sono insicuro, sfigato, triste, ansioso e con gli attacchi di panico. Mi sono trasferito in una città completamente nuova (si, perchè mia madre ha deciso che in un momento di crisi, è giusto abbandonare il proprio coniuge nei debiti e nei casini e trascinare una famiglia ad una scissione, adesso, anzichè essere regina in un ufficio, fa la badante e quasi quasi non sbanchiamo il lunario), in una scuola nuova che porta sempre lo stesso indirizzo e dalla quale probabilmente non uscirò bene in cui per andarci ho bisogno di spararmi 15 gocce di xanax, dove gli altri non mi considerano poi granché visto che non gli do occasione e visto che integrarsi in una classe che è insieme da un sacco di tempo è difficile. Inoltre, come se non bastasse, quell'imbecille di mio fratello ha deciso di non studiare e mio zio dice che il responsabile (in senso di tutor sono io) e che se lui non viene promosso quello che si becca le mazzate sono io. IO SONO STANCO. FORSE QUELLO CHE NESSUNO CAPISCE E' CHE MI SONO ROTTO DI TUTTI LORO. Io non riesco più a vedere l'uscita da questo tunnel.

    Chi mi ridarà tutta la felicità che non riesco più a riprendermi?
    E la vita normale senza attacchi di panico?
    E una famiglia normale?
    E chi colmerà le mie carenze affettive?
    Chi mi insegnerà come stare in società?
    Chi mi dirà se farò bene una cosa o no?
    Chi mi insegnerà a star simpatico agli altri?
    Chi mi DIRA' CHI DIAVOLO SONO? CHI?
    NON DI CERTO MIA MADRE E MIO PADRE. NON DI CERTO LORO.

    Grazie Mamma e Papà, mi sorprendo di come nonostante tutto, vi voglio bene... davvero.
    Davvero GRAZIE TANTE PER AVERMI ROVINATO IN QUESTA MANIERA.

  • «Noi diciamo pure di amare i nostri genitori, e in realtà li odiamo, perché non possiamo amare i nostri procreatori non essendo noi persone felici, la nostra infelicità non è immaginaria come lo è invece la nostra felicità, di cui ogni giorno cerchiamo di convincerci per trovare il coraggio di alzarci e lavarci, vestirci, bere il primo sorso, mandar giù il primo boccone [...]
    Vogliamo sfuggire alle loro grinfie, scappare, ma non ne siamo più capaci. Loro hanno (e noi stessi abbiamo) murato ogni uscita. Tutt’a un tratto ci accorgiamo che loro ci hanno (e anche noi ci siamo) murati dentro».


    Lucien sorrise, perché il pensiero gli era soltanto saettato nella mente come l'ombra di un uccello sull'erba.

  • Anch'io ho avuto un infanzia difficoltosa. Stuprata per anni e un aborto spontaneo. Ne sono uscita perché mi sono trovata nuovi scopi nella vita. Concentrazione sulla persona che voglio essere, per cui concentrarmi sul mio cammino. Il passato ormai è già trascorso, cogliere da esso gli insegnamenti e andare avanti prendendolo come una scatola piena di preziosi insegnamenti.


    Grazie alle nostre difficoltà nella crescita saremmo in grado di rendere la nostra vita ricca di principi, piena di affetti e con poco saremmo in grado di rendere gioviale la vita. La vita è davvero travolgente, ci pemette di fare cose magnifiche. La Vita c'è mostrata limitata ma non lo è affatto. Grazie Vita!


    E' bello inneggiarti ogni giorno, anche quando è solo sofferenza, lacrime e dolori che lacerano l'anima. Grazie ai dolori laceranti si riesce ad accogliere ogni attimo della vita con un qualcosa di particolare... con colori accesi, sfavillanti, luminosi. Con odori dolci, amari, piccanti, profondi... Profondi perché essi ci trasportano in mete meravigliose, in luoghi impenetrabili, in luoghi che per la nostra mente non esistono nemmeno nelle nostre fantasie. Solo le emozioni ci portano in queste terre sperdute.

    La Vita E' Emozione.

    Sono consapevole che: questo nostro corpo è solo un involucro; la nostra natura reale è l'anima e il nostro vero habitat naturale è il cosmo; il nostro alimento principale è l'energia perché noi siamo fatti di questo elemento; ad ogni nostro problema o esigenza ci viene richiesta esplicitamente in base al nostro stato psicofisico: dalla salute del corpo; dai nostri sogni.

  • Grazie Mamma e Papà, mi sorprendo di come nonostante tutto, vi voglio bene... davvero.
    Davvero GRAZIE TANTE PER AVERMI ROVINATO IN QUESTA MANIERA.

    Difficile essere genitori.
    Piu facile essere nonni o zii.
    Inoltre sono gli unici che abbiamo, e c'è un legame che è difficile da interrompere, almeno fino ad età avanzata.
    Anche se in certi momenti ci fanno schifo,...non possiamo fare altro che stare a guardare e farci meno male possibile. ;(

    Solitamente chiusa l'adolescenza, cioè verso i 22- 24 anni, si comincia a vedere le cose più chiaramente, e mettere ognuno al suo posto. Fino a quel tempo vediamo la vita con degli occhiali deformanti, in continua evoluzione [crescita psico-fisica] per cui non siamo in grado di valutare razionalmente.

    Poi verrà anche il tempo di tirare le somme.

    Per ora ti conviene pensare a te, e cercare di mettere fondamenta alla tua persona. Guardati attorno. Modelli buoni ce ne sono sempre. Se quelli naturali non funzionano, scegli un modello positivo che soddisfa le tue esigenze. Che sia in carne ed ossa, oppure anche solo ideale [quelo ideale è meglio, perchè non delude], non importa. L'importante è avere un modello che ci dia risposte quando siamo nel bivio:- Lui cosa farebbe ?-. :hmm:

    Magari suggerisco un libretto fra il serio e il faceto: Alla ricerca delle coccole perdute, di G. C. Giacobbe, Ed Ponte delle grazie.[6 euro] :hi:

  • Dovresti smetterla di attribuire colpe e dovresti iniziare a pensare che lo hanno fatto in buona fede. Sicuramente non si sono resi conto delle conseguenze. Non puoi pensare che sarebbero dovuti essere perfetti.

    Sono eventi e situazioni che sì ok ti hanno reso così, con caratteristiche che magari non tanto ti piacciono, e ora hai capito le eventuali cause, ma essere arrabbiato e dare le colpe a loro non ti serve a niente. Ora sei al punto in cui hai capito "i perchè", ti sei dato delle spiegazioni e puoi iniziare ad essere responsabile dei tuoi cambiamenti perchè tu puoi essere come vuoi.

    Cerca di metterti nei loro panni, anche loro hanno avuto delle difficoltà e lo sai bene. Pensavano di fare la cosa giusta per voi, rispettando i vostri desideri di non cambiare città ecc.mAffidandoti ad una zia di cui potevano fidarsi ed erano tranquilli nel saperti con lei...

    I tuoi genitori sono innanzitutto persone e poi genitori.

  • Si dare colpe è sbagliato,io lo faccio quotidianamente.è vero nessuno insegna come fare i genitori ma per me i figli sono un priorità davanti a qualsiasi cosa...e aggiungo,data la mia situazione,che i figli sono tutti uguali...se finisci per curarti di quello che al momento ti sembra più debole,finirai per indebolire gli altri!Certa gente meriterebbe la sterilità al 100%!

  • Sarà che ho odiato davvero tanto i miei genitori... Ora non li sopporto ancora ma riesco a vederli con altri occhi...e mi rendo conto che sono proprio loro i più fragili.

    Dice tiziano ferro "chi non ha talento insegna". È vero, dai loro errori possiamo imparare ad essere migliori.

  • Pensate ai vostri genitori quando erano bambini,chissà che vita hanno avuto?Forse non se la sono passato meglio,non sanno come far crescere i figli senza complessi.Perciò non e colpa loro.Pensate solo al presente di guarire ed avere una vita migliore!

  • Innanzitutto grazie a tutti per le vostre risposte e scusate se c'ho messo un pò a rispondere.

    Purtroppo i genitori non possiamo sceglierli, ma possiamo scegliere la strada che intraprenderemo una volta diventati adulti

    In effetti è così, il problema è che non riesco più a vedere la strada che ho di fronte... e come se mi sentissi con le spalle al muro mentre sto inseguito da dei cani randagi. Insomma: senza speranza.

    Per ora ti conviene pensare a te, e cercare di mettere fondamenta alla tua persona. Guardati attorno. Modelli buoni ce ne sono sempre. Se quelli naturali non funzionano, scegli un modello positivo che soddisfa le tue esigenze. Che sia in carne ed ossa, oppure anche solo ideale [quelo ideale è meglio, perchè non delude], non importa. L'importante è avere un modello che ci dia risposte quando siamo nel bivio:- Lui cosa farebbe ?-.

    Magari suggerisco un libretto fra il serio e il faceto: Alla ricerca delle coccole perdute, di G. C. Giacobbe, Ed Ponte delle grazie.[6 euro]

    Il libro di Giacobbe ce l'ho già...anche se l'ho letto un po' di tempo fa e adesso a causa dell'ansia (mi ha mangiato completamente la memoria) non riesco a ricordarne il contenuto. Forse gli ridò una spolveratina. Ho anche acquistato "Come smettere di masturbarsi mentali e vivere felici" anche se mi ha deluso abbastanza.
    Riguardo al trovarsi un "idolo da imitare" (per così dire) non saprei quale scegliere sinceramente...quando mi sono ispirato a qualcuno mi sono ispirato a mio padre. Paradossale, non è vero?

    Dovresti smetterla di attribuire colpe
    e dovresti iniziare a pensare che lo hanno fatto in buona fede.

    Hai ragione, infatti dopo quel post sono un po' sbollito e quindi mi sono sentito meglio e anche con dei sensi di colpa per averlo scritto.
    Solo che la mia vita è cambiata così drasticamente per le cose che hanno fatto e come ho già detto sopra adesso mi sento con le spalle completamente al muro.
    Ho paura di non riuscire a diventare qualcuno... e io, come D'Annunzio, non voglio essere un uomo comune.
    Sicuramente lo hanno fatto in buona fede, ma questo non vuol dire che abbiano fatto la scelta giusta.
    Non lo so, sono confuso...forse le mie sono tutte scuse..non capisco.

    Pensate ai vostri genitori quando erano bambini,chissà che vita hanno avuto?Forse non se la sono passato meglio,non sanno come far crescere i figli senza complessi.

    Hanno fatto sicuramente tutto in buona fede, questo si. Ma fin ad un certo punto.
    Comunque voglio bene ai miei genitori, tanto che l'ho scritto anche nel primo post...solo mi sento come un infante indifeso e non capisco più qual'è il mio posto nel mondo, nella vita...mi sento disperso e non riesco ad adattarmi alle cose, alle persone...non so...a volte mi viene da piangere pensandoci.

  • «Noi diciamo pure di amare i nostri genitori, e in realtà li odiamo, perché non possiamo amare i nostri procreatori non essendo noi persone felici, la nostra infelicità non è immaginaria come lo è invece la nostra felicità, di cui ogni giorno cerchiamo di convincerci per trovare il coraggio di alzarci e lavarci, vestirci, bere il primo sorso, mandar giù il primo boccone [...]
    Vogliamo sfuggire alle loro grinfie, scappare, ma non ne siamo più capaci. Loro hanno (e noi stessi abbiamo) murato ogni uscita. Tutt’a un tratto ci accorgiamo che loro ci hanno (e anche noi ci siamo) murati dentro».

    Molto bello come testo... da dove è tratto?

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