Migliore amica - provo RANCORE e INVIDIA e sto male - rapporto morboso e atipico

  • Ciao a tutti, scrivo per parlare di un sentimento che mi attanaglia da tempo, qualche anno ormai, cioè un sentimento di invidia/risentimento nei confronti della mia migliore amica.

    O meglio non è invidia in sé stessa per delle qualità che lei ha e che io non ho, ma è una specie di ansia che mi viene in situazioni in cui ho paura di mantenere il primato che, rispetto a lei, ho spesso (forse sempre) detenuto in molti ambiti.

    Spero di non essere catalogata come menosa o come principessa sul pisello, vi assicuro che deriva tutto da una mia insicurezza di fondo. Sto molto male per questa cosa (anche se con la psicologa sono riuscita ad elaborarla un po’), perché mi sento cattiva, mi sento non giustificata nel provare certi sentimenti e, sapendo che deriva tutto da una mia insicurezza, mi sento ancora più una m****.

    Dunque devo partire descrivendo un po’ la nostra amicizia. Siamo amiche da + di dieci anni, eravamo compagne di scuola alle superiori. Lei è sempre stata una ragazza molto insicura e spesso in preda a pensieri ossessivi che la facevano stare male (credo che soffra di un leggero disturbo ossessivo compulsivo), quindi le capitavano spesso momenti in cui cadeva in preda all’ansia legata ad un determinato pensiero che la faceva (la fa tuttora) piuttosto stare male (es. doc da contagio malattie, doc. omosessuale etc.., lei non li definisce così ma io mi sono documentata abbastanza tra forum vari, quindi credo di avere un po’ inquadrato certe sue sofferenze). Anche io ho le mie insicurezze ma sono un tipo piuttosto orgoglioso che fa molta fatica a confessare le proprie debolezze e fatiche, anzi tendo sempre a pormi nel modo + perfetto possibile senza voler fare trasparire troppe debolezze (purtroppo sono fatta così, faccio fatica a tollerare le mie debolezze e quindi non voglio che nemmeno gli altri ne vengano a conoscenza), ovviamente nei limiti del possibile, non è che non parlassi dei miei problemi sentimentali, o lavorativi etc.. ma senza voler apparire troppo “debole”. Insomma sono sempre stata + quella che consola piuttosto che quella che si confida e/o chiede aiuto. Lei, al contrario, è una persona che a me ha sempre mostrato tutte le sue fragilità senza paura di venir da me giudicata, quante volte è capitato che mi chiamasse piangendo, anche + volte al giorno, che mi confessasse cose personali, come appunto le ossessioni legate all’omosessualità, o anche certe sua insicurezze nel non essere all’altezza in certe situazioni sessuali etc.. Faccio questi esempi per far capire che sono argomenti/paranoie che tutti possono avere ma che non tutti hanno il coraggio di dire così apertamente anche ad una persona della quale si fidano. Lei invece con me è sempre stata un libro aperto, a volte però in modo TROPPO PESANTE. Chiamate alle volte anche 4-5 volte al giorno, molto tempo speso a confessarmi le sue paure e le sue paranoie.. Anche se ero con altre persone mi teneva al telefono le mezzore a parlare dei suoi problemi e io mossa dalla tenerezza ci stavo… Con conseguente innervosimento dei presenti. In ogni nostra uscita ci sono sempre dei momenti in cui si confida, si lamenta di alcuni aspetti di sé e della sua vita.. insomma pur essendo mossa da una grande sofferenza è spesso stata molto egocentrica, nel senso che monopolizzava molti discorsi sulle sue problematiche, poi con una persona come me che di mio amo raccontare ben poco.. insomma era un perfetto incastrarsi (anche questa cosa l’ho capita solo ora, prima non è che mi pesasse + di tanto, non ne nero molto consapevole). Io per anni mi sono sempre mostrata molto disponibile perché presa dalla tenerezza, l’ho sempre vista molto bisognosa d’aiuto, probabilmente non + di tanti altri, ma il suo essere così trasparente chiaramente era come se mi ponesse di fronte ad una scelta obbligata: senti la tua amica piangere al telefono disperata perché ha paura di essere lesbica e non riesce a viversi tranquillamente la relazione con uomo.. cosa fai? Le dici che non hai tempo? La ascolti e la riascolti (o almeno io ho sempre fatto così, a quanto pare imboccandola un po’ troppo).

    A tutto ciò aggiungiamo che (e questa è una cosa che ho realizzato solo quest’anno), il suo essere così continuamente alla mia ricerca, il suo bisogno di affetto, di comprensione così forte, il suo raccontarmi ogni sua debolezza, ha inconsciamente fatto accrescere una sorta di mio potere/superiorità nei suoi confronti. Io ero sempre a contatto con una persona sempre piena di problemi, quindi per differenza, nonostante anche io abbia le mie insicurezze che mi pesano, non per niente vado da una psicologa, era come se le sue debolezze mi dessero una sorta di forza dovuta al suo dipendere molto da me ed al suo ammirarmi in modo aperto, a volte ammettendo la sua invidia (cosa che pochissimi farebbero!!!!!) per molti miei aspetti, es. bellezza, il fatto di essere una persona molto indipendente, una che non ha bisogno degli altri come ne ha lei, il fatto di riscuotere + successo di lei con i ragazzi etc… Queste confessioni, se da una parte mi mettevano un po’ a disagio, dall’altra ovviamente arricchivano il mio ego (chi non è contento se riceve complimenti e/o apprezzamenti), quindi il nostro rapporto, seppur bellissimo dal di fuori (tutti hanno sempre ammirato la nostra complicità, il nostro legame molto stretto etc..) si è sviluppato in un modo un po’ malato secondo me: io ho sviluppato una specie di sentimento molto materno e protettivo nei suoi confronti, una senso di dovere nell’accudirla, nel consolarla, anche compiacerla. La frase che mi ha sempre un po’ mosso e che davo anche in risposta a chi mi diceva che mi chiamava troppe volte, che era esagerata, che dipendeva troppo da me etc.. era che era una ragazza molto fragile e insicura e che di fronte a così tanta sofferenza palesata non potevo fare finta di niente, mi si sarebbe stretto il cuore a dire “no, cara M. ora sono occupata”. E qui, seppur con buone intenzioni, ho sbagliato, un po’ forse come i genitori iperprotettivi (l’uso di parole fa pensare, lo so, in effetti è come se le avessi fatto un po’ da mamma/sorella maggiore): si è creato uno sbilanciamento, lei insicura, sofferente, egocentrica nel suo raccontare tanto di sé, bisognosa di me, io riservata, poco incline a chiedere aiuto, protettiva, col mio sentirmi in dovere di aiutarla, anche in modo eccessivo. Non era normale sentirsi 8 volte al giorno, non è normale che se ci facciamo un week end al mare lei mi parla spessissimo delle sua paranoie.. Si è creato un clima un po’ asfissiante per me, che però al contempo a quanto pare ha favorito la mia autostima, il mio sentirmi superiore a tante insicurezze di una persona. Io ero abituata a sentirla in difficoltà, anche con gli altri ho sempre primeggiato io a livello di fascino o di sicurezza, lei appariva + come la ragazza carina ma un po’ insicura, un po’ bambina.

    Parlo al passato perché negli ultimi anni (quest’anno soprattutto) anche lei è cresciuta, iniziando a lavorare è diventata + sicura, si veste in modo + sexy, con gli anni ha acquisito + sicurezza.. Il carattere è rimasto lo stesso, però piano piano su certe cose sulle quali prima eravamo molto diverse, ha iniziato ad acqusire + autonomia. Prima era più, come dire, uno scricchiolino bisognoso, anche nel porsi con gli altri, piano piano ha iniziato a diventare + donna. Diciamo che il primato su tanti fronti l’ho sempre detenuto io. Vorrei chiarire che questa cosa ai tempi nemmeno mi interessava, anzi ero imbarazzatissima quando lei mi confessava x esempio di essere gelosa di me perché io piacevo molto e lei meno.. è un meccanismo che si è creato piano piano con gli anni, una sorta di movimento dialettico: lei mi riempiva di complimenti, mi faceva sentire importante, e palesando le sue insicurezze sottolineava molte differenze tra noi due, io mi sentivo un po’ oppressa da questo rapporto un po’ morboso nei miei confronti, ma evidentemente il sentirsi così riconosciuti compensava.

    Beh tornando al presente negli ultimi tempi lei è cresciuta, e questa cosa mi provoca un risentimento molto forte, accompagnato da una forte ansia. E’ come se io ce l’avessi con lei per tutti i sacrifici/tempo che le ho dedicato, è come se il mio sentirmi oppressa stia uscendo solo ora e se la prenda con la sua evoluzione. Aggiungo che lei per molti versi mi ha molto emulata, nel modo di fare, nello stile, nei vestiti… cose che prima non le piacevano ora le piacciono, insomma ha preso molto da me ed anche per questo ha ora uno stile + appariscente, forse + femminile etc… Ed io mi detesto perché invece di essere felice per la sua evoluzione (ovviamente mi chiama ancora tanto etc… però su certe cose è + matura, + donna) mi sento usurpata, derubata di alcune cose che erano un po’ mie. E’ come se volessi urlarle “dopo tutto quello che ho fatto per te, tu mi ricompensi così? Mi ricompensi diventando femminile e affascinante anche grazie a me? Quello stile era solo mio, quel tipo di orecchini li usavo io, quei pantaloni a te non piacevano etc…!!!” Mi sento un po’ prosciugata sia nel mio tempo sia nel mio stile. Perché ho così tanto risentimento? Quando usciamo magari mi rovino la serata pensando a quanto è carina, pensando che se prima ero io quella che piaceva di +, ora lei potrebbe farmi concorrenza. La cosa credo mi faccia molta rabbia sia perché per certi versi ha preso esempio da me (come se io debba avere l’esclusiva su certo stile, lo so è infantile, ma mi irrita), sia perché è come se forse mi senta privata di tanto tempo che le ho dedicato/le dedico. Mi rendo conto solo ora che la nostra amicizia è sempre stata un po’ sbilanciata, non è normale che un’amica (io) si senta così in dovere di aiutarne un’altra. Lei mi ha sempre buttato tutti i suoi problemi addosso ed io ho agito forse troppo per dovere, non sono stata capace di tenerla un po’ a distanza, ed ora questo suo evolversi mi irrita, mi sento in un certo senso abbandonata?? (me lo chiedo) Tu mi prosciughi e poi diventi anche come me o + di me. Percepisco emotivamente una specie di senso di ingiustizia. Così mi sento forse privata di troppe cose.

    La mia appunto non è proprio invidia, non invidio cosa che lei ha e che io non ho, mi irrita e mi angoscia l’assistere ad una sua evoluzione a mio discapito, nel senso che in tutto ciò è come se mi sentissi sacrificata. E sto ancora + male perché mi sento uno schifo a pensare queste cose, se fossi evidentemente + sicura di me, sarei solo contenta per lei, sarei contenta di avere contribuito anche io al suo essere + donna, + femminile (non mi sto accaparrando tutto il merito, però non ci piove sul fatto che ha copiato molto il mio stile di vestirsi), invece mi da fastidio.

    La mia conclusione è che il rapporto era diventato talmente stretto che i confronti (un po’ come tra fratelli-sorelle) erano proprio lì sottomano. Il suo essere insicura alimentava la mia sicurezza ed il vederla prendere un po’ il volo, fa venire meno una delle basi che prima mi riconosceva (per chi ha studiato Hegel, mi ritrovo molto nella dialettica servo-padrone, in cui il riconoscimento si sposta da un polo all’altro). Forse è po’ come il rapporto vittima e crocerossina? La vittima ha bisogno della crocerossina, ed anche se apparentemente la persona messa peggio è appunto la vittima, la crocerossina ha bisogno della vittima per sentirsi in importante, per essere appunto crocerossina.

    Se il rapporto non fosse stato così stretto, se lei non avesse in tutti questi hanno mostrato le sue debolezze ed ammirato alcune mie doti, probabilmente l’amicizia sarebbe stata + distaccata e meno connotata da gelosie, paragoni, invidie etc.. Così invece si sono create queste dinamiche che emotivamente non riesco a gestire.

    Con altre amiche non ho questi problemi. Se esco col mio ragazzo e lui conosce una amica e dice chessò- carina e simpatica- sono solo contenta. Se lo dicesse di lei al vivrei come una minaccia e una sconfitta. Questo risentimento mi crea ansia, ho momenti in cui sento proprio il cuore battere forte, mi sento nervosa e irritata.

    Sono così insicura da aver basato parte della mia sicurezza sull’insicurezza altrui? Mi fa star male questa cosa, mi sento maligna un po’ perversa. Ho letto molto a proposito dell’invidia ultimamente. E’ un sentimento umano che tutti provano, devo accettarlo, lo so. Eppure mi detesto e me ne vergogno. Perché non possiamo bastare a noi stessi?

    Lo ammetto, ce l’ho con lei per esserle sempre stata dietro, per essermi fatta andare bene situazioni morbose che in fondo non mi andavano bene, per sentirmi copiata per tanti versi. E soffro: se fossi sicura di me non avrei bisogno di primeggiare, mi sento cattiva.

    Non sono assolutamente il tipo che nelle situazioni vuole fare la “prima donna”, anzi sono anche piuttosto timida (anche se tento di mascherare) e riservata. Non vorrei quindi essere fraintesa come quella che “non vuole abbassare la cresta”. Io soffro di questa situazione, credo si sia instaurato un meccanismo un po’ malsano per il quale appunto la sua infelicità ha favorito un po’ la mia sicurezza. Come in tanti rapporti non è tutto o bianco o nero. Io le voglio bene e quando la sento in serie difficoltà mi si stringe il cuore a vederla così. Però al contempo ho del rancore, mi sento come se lei negli anni mi abbia rubato delle cose, e probabilmente, essendomi sempre sentita in DOVERE di esserci per lei in questo rapporto morboso, mi sento privata un po’ della mia libertà e di alcune mie caratteristiche che lei, senza volerlo, ha un po’ ricalcato.

    Vorrei pensare a lei come ad un’amica come tante altre, con le quali passo del tempo piacevole senza rancori o altri sentimenti, però non sempre riesco e sto male.

    Qualcuno ha avuto esperienze simili alla mia? Scusate la lunghezza, spero di aver fornito abbastanza dati per capire l’ambivalenza del ns rapporto. Un saluto

    R.

  • Ciao Stradablu, hai ragione. Alla fine nella mia indipendenza iniziale in un certo senso sono anche io diventata dipendente da lei, dipendente dal suo dipendere da me.

    so di dover crescere e di dovermi abituare, però faccio fatica. Sono emozioni che non riesco a controllare. La testa ci arriva, la pancia un po’ meno. Credo di avere un’analisi chiara della situazione che si è creata, ma mi manca la capacità di gestire certi sentimenti.

  • So che l’invidia è comune nei rapporti di amicizia, ma non credevo potesse essere così forte e che potesse creare così tanto disagio alla persona che invidia. Forse perché di mio non sono mai stata tanto invidiosa. Dici che è così TIPICO?
    Ho letto che nella storia di Biancaneve la matrigna rispecchia l’invidia che le madri provano nei confronti della maturità sessuale delle figlie. Una sorta di concorrenza che inizia ad apparire all’orizzonte della loro femminilità. Che abbia delle analogie con la mia storia, con me che ho avuto un atteggiamento sempre molto materno nei suoi confronti?

  • È tipico particolarmente per le amicizie femminili.

    Ti sembra (giustamente) strano perché non sei abituata a provare questo sentimento nei suoi confronti, ma c'è un motivo se fino a ora non l'hai provato: eri sempre la migliore.

    Ti sei accorta di quanto questo contasse solo dopo averlo perso, come capita sovente per ciò che si da per scontato.

    Attenzione che non sto dicendo che sia una cosa "giusta" questa invidia: ho solo detto che nelle amicizie femminili è normale.

    Non per niente un torto fra amiche è per sempre, mente fra amici dura il tempo di raffreddare gli animi.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Sì, questa invidia mi è caduta addosso come un macigno totalmente inaspettato. Probabilmente non mi sono mai considerata invidiosa perché non ho mai avuto modo di percepire differenze. Mi fa rabbia il pensare che tutto deriva da un’insicurezza: altrimenti non avrei nulla da temere. Invidiosa e insicura!!

  • Citazione da mimetica

    Credo di avere un’analisi chiara della situazione che si è creata, ma mi manca la capacità di gestire certi sentimenti

    Infatti sei stata bravissima a analizzarla e capirla, complimenti! molta gente manco mette il piede sul gradino iniziale, anzi, non vede neanche che c'e' una scala che puo' salire per stare meglio.

    Senti: non avresti modo di uscire un po' meno con lei? senza troncare la vostra amicizia, solo di allentarla un pochino, in modo da avere un po' piu' di respiro, un po' meno il pensiero fisso.

    Hai bisogno di conferme sulla tua bellezza? sicuramente le avrai nelle tue giornate, nei luoghi e nelle persone che frequenti, non hai bisogno per forza di averle da lei, o che lei sia inferiore a te.

    E' il momento di lavorare su te stessa... e la tua "pancia" starebbe meglio staccando un po' la spina dal rapporto.

  • Il rapporto l’ho un po’ allentato, prima ad ogni chiamata e ad ogni richiesta di aiuto ero lì pronta, non so come mai ma mi sentivo appunto in dovere-obbligata. Ora ho allentato un po’ la corda, siamo sempre super amiche, usciamo sempre insieme, ma non c’è + quella morbosità di prima.

    Mi scoccia dirlo ma a volte, da una parte, vorrei quasi che questa amicizia finisse, ma solo per togliere fine a questi tormenti mentali che mi faccio.

    Sicuramente non ho bisogno della sua inferiorità per apprezzarmi, lo so bene, però spesso questi sentimenti saltano fuori.

    Sto lavorando su me stessa e la cosa è + controllabile rispetto a un tempo, ci sono state delle volte in cui venivo letteralmente travolta dall’ansia, ora, dopo chiacchierate di mesi con la psicologa anche su questo argomento, riesco a controllarmi di +, nonostante quel pizzico di fastidio rimanga lì L

    Grazie molte per la tua risposta.

  • Sei una ragazza davvero matura e questo l'ho capito leggendo già le prime righe. Hai analizzato perfettamente la situazione e questo significa che, nonostante le tue insicurezze, hai una profonda conoscenza di te e non è da tutti. Il tuo è un sentimento che in un certo senso mi è familiare, anche se al contrario. Io mi sono sempre considerata quella "inferiore", col risultato che manco mi mettevo in competizione. Non ho mai avuto vere amiche, se non quelle che consideravo oggettivamente a me "inferiori", non in senso cattivo, ma tali da non causarmi conflitti interiori. Ho sempre evitato questo tipo di confronti perché ho sempre temuto di essere "sconfitta".
    Tu invece ti sei messa in gioco molto più coraggiosamente di me e questi tuoi sforzi hanno portato frutti inaspettati.
    L'invidia è naturale, perché come hai detto ti alimentavi in un certo senso dell'insicurezza di questa tua amica, che era più profonda della tua, e ti faceva di conseguenza sentire meno "sbagliata".
    E' successo anche a me, con tutte le amicizie che ho avuto. Ma appena captavo il sentore che la cosa potesse ribaltarsi scappavo a gambe levate.
    Cerca di non farlo anche tu, è tipico delle persone insicure trovarsi amiche più insicure di loro.

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