E' la prima volta che scrivo,non so più che fare, mio figlio che ha 19anni e mi da molti problemi. È un ragazzo intelligente ma purtroppo, dopo la morte del padre, avvenuta nel 2006, non è più lui. Ha iniziato col disinteressarsi della scuola(non era un secchione ma era bravissimo!), col fumare marijuana e bere alcool tutte le volte che esce. Proprio per questo e' finito al pronto soccorso 3 volte. Ho cercato di fargli capire che così sta distruggendo la sua vita, non ne' vuole sapere, dice che lui è così e basta, vuole vivere la sua vita a modo suo e che nessuno può cambiarlo. Ho provato con le buone cercando di essere dolce e comprensiva, ho provato ad essere più severa non dandogli più soldi, non facendogli prendere la macchina per più di un mese ma non ci sono stati miglioramenti. Ieri sera l'ultima volta, e' tornato ubriaco, voleva prendere la macchina, io mi sono opposta e lui ha iniziato ad essere violento sia fisicamente che verbalmente. Sono molto preoccupata non so cosa devo fare! Datemi un consiglio.
Figlio 19enne problematico
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Potresti farlo parlare con una psicologa per elaborare il lutto. Però bisogna vedere se è d'accordo, non mi sembra tanto il tipo.
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Buongiorno Nuvola66,
mi dispiace molto per la brutta situazione, hai tutto il mio appoggio morale.
A quell'età purtroppo è una situazione relativamente comune, molti si buttano a capofitto nello sballo e non gli interessa nient'altro, ho visto molti miei amici e conoscenti fare quella vita con tanto di casini ecc, con il tempo più o meno si sono rimessi tutti sulla propria strada, ma qualcuno purtroppo è scivolato ancora più in basso o peggio, quindi (secondo il mio parere personale) se vedi che la situazione è così grave che è a rischio la sua vita e la sua incolumità, che diventa violento con te, ti conviene forse andare a parlare con qualcuno che si occupa di tossicodipendenze e alcolismo, almeno per valutare la situazione e avere un parere da qualche esperto.
Ovviamente non è detto che lo devi mettere in comunità dall'oggi al domani, ma già andare a parlare con qualcuno del "settore" potrà sicuramente chiarirti le idee e magari darti anche un supporto e dei consigli specifici su come procedere o come comportarti con lui.
Fossi in te li chiamerei oggi stesso, anche solo per un colloquio telefonico.
In bocca al lupo per tutto. -
Ciao Nuvola.
Parlando con tuo figlio sei riuscita a capire se lui si sente in colpa in qualche modo per la perdita del papa' ?
Forse ha dei rimorsi nei confronti del papa', cose che ha fatto o che ha detto e di cui ora si pente ?
Sta cercando di punirsi e di annullarsi, e' importante che cerchi di capire questo prima. -
Grazie a tutti per i consigli! Per prima cosa, volevo precisare che,al momento, sono certa che mio figlio non faccia uso di sostanze pesanti per cui parlare di comunità mi sembra esagerato. Subito dopo la morte di mio marito, il ragazzo, che era legato a lui in modo esagerato, mi ha dimostrato un certo astio in quanto non lo avevo informato delle reali condizioni del padre. Io in effetti avevo cercato di risparmiargli, almeno per un po', quella sofferenza che stavo vivendo. A suo tempo mi disse che se lo avesse saputo, avrebbe capito, e quindi accettato il suo cambiamento, senza fare capricci e storie. In effetti non capendo come il padre, all'improvviso, non giocasse più, non scherzasse più, non avesse piu voglia nemmeno di stare con lui, il ragazzo era molto nervoso, capriccioso e faceva storie che non aveva mai fatto. Sicuramente all'inizio si sentiva in colpa e nello stesso tempo accusava me del suo malessere. Mi ha vista debole, depressa, demotivata, insomma incapace di aiutarlo a superare questo lutto e di essre un punto di riferimento forte come, al contrario, era suo padre.
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il ragazzo, che era legato a lui in modo esagerato, mi ha dimostrato un certo astio in quanto non lo avevo informato delle reali condizioni del padre
E quindi ha cominciato a "vendicarsi" verso di te per questo. Dovete prendervi del tempo, tu e lui, e chiarire bene questo. La soluzione e' li'. Devi fargli capire che lo hai fatto solo per proteggerlo.
Lui invece pensa che tu gli abbia fatto un torto e che non lo ritenevi all'altezza di gestire emotivamente la situazione. Sara' doloroso per entrambi aprirvi, ma farvi comprendere l'un l'altra e' l'unica via per guarire le sue ferite emozionali ... ed anche le tue. -
Grazie a tutti per i consigli! Per prima cosa, volevo precisare che,al momento, sono certa che mio figlio non faccia uso di sostanze pesanti per cui parlare di comunità mi sembra esagerato.
Volevo solo precisare che non ho parlato di mandarlo in comunità, ma di avere un'opinione sulla gravità o normalità della situazione da qualcuno che è esperto e che sa riconoscere a livello professionale queste cose.
Per quanto riguarda il discorso delle "droghe pesanti" sappi che le comunità curano anche l'alcolismo che è effettivamente una droga anche peggiore delle altre, infatti se vuoi approfondire:
"L'alcool è una droga a tutti gli effetti capace di indurre fenomeni di tolleranza e di dipendenza, psicologica e fisica. Nei Paesi occidentali la diffusa tolleranza per il bere accompagnata dalla legalità dell'alcool stesso hanno condotto ad una accettazione socialmente condivisa dell'uso anche quando questo si trasforma in abuso o addirittura in dipendenza.
Per questi motivi la condizione di "alcolista" o "etilista" gode di una maggiore giustificazione collettiva e non è associata al concetto di tossicodipendenza così come avviene per le altre sostanze psicoattive. In realtà l'assunzione cronica di alcool influenza negativamente la qualità della vita e riduce progressivamente gli spazi di autonomia quotidiana. Si tratta di una grave patologia a rilevanza sociale e costituisce la terza causa di morte dopo cancro e malattie cardio-vascolari."
Tratto da:
http://www.carabinieri.it/Inte…Questioni+di+vita/Alcool/
Per il conflitto che si è instaurato fra di voi sul triste evento della morte del padre/marito, dovreste fare un percorso di psicoterapia insieme che possa aiutare te a capire meglio lui e lui a capire meglio te, e quindi avvicinarvi, ma c'è bisogno di una volontà comune, se lui è in una fase di totale ribellione e di chiusura sarà difficile.
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