Buonasera a tutti. Mi sono iscritta a questo forum perché non ho nessuno con cui parlare dei miei problemi e a cui chiedere consiglio. Ho vent'anni e non ho mai vissuto un'infanzia né un'adolescenza serene. Mio padre è letteralmente fuggito di casa quando ero ancora abbastanza piccola, dopo anni e anni di violenze e litigi. Benché odiasse mia madre e i miei parenti diceva di volermi bene, ma non ha esitato a sparire ogni volta in cui ne avessi veramente bisogno. Ora non ci sentiamo mai. Ho sempre invidiato dal profondo del cuore tutte le mie compagne di classe che potevano dire di avere un padre e una madre su cui contare. Io non ho mai avuto nessuno, sono cresciuta completamente sola, allo sbando. Dato che abito in aperta campagna, molto lontano dalla città, non ho avuto molte occasioni di socializzare con i miei coetanei: queste occasioni sono sorte solo a scuola, ma è quasi inutile dire che vivendo in ambiente chiuso, ostile, retrogrado, bigotto, senza possibilità di dialogo io sia diventata timidissima e totalmente incapace nei rapporti con gli altri. Ciò dipende anche dal legame altamente conflittuale che ho sviluppato con mia madre: non posso parlarle, è egocentrica, cambia umore da un giorno all'altro, è apprensiva fino ai limiti della follia, prepotente, nervosa, perennemente stressata e insoddisfatta. Non le basta mai quello che faccio, nonostante i risultati raggiunti fino ad ora nello studio; inoltre mi tratta da bambina nonostante la mia età. Quelle due volte in cui ha scoperto che mi piaceva un ragazzo ed ero riuscita a vederlo, nulla più (ovviamente tramite sotterfugi e bugie perché per la mia famiglia è inaccettabile che si esca con una persona dell'altro sesso se non è il proprio marito) mi ha catapultato in un inferno più terribile di quello dantesco. Mi lancia sguardi di disprezzo e urla, cerca in tutti i modi di farmi sentire in colpa e non esita a definirmi con epiteti ingiuriosi che preferisco non riportare; fa una vera e propria opera di terrorismo psicologico, dice che devo pensare solo a studiare per l'università e non a uscire, che l'amore è una sciocchezza, che se ho intenzione di fidanzarmi devo farlo solo dopo aver terminato gli studi, trovato un lavoro ed un ragazzo serio e ricco. Capisco che molte di queste idee dipendano dalla brutta esperienza che lei ha vissuto, ma è giusto che la mia vita venga soffocata nel fiore degli anni? Non si fida di me e per questo non esita a spiarmi e a pedinarmi: basti pensare che quando torno dall'università e lei mi aspetta fuori alla stazione conta quanti minuti impiego per raggiungere la sua macchina e se tardo un po' mi sgrida immaginando chissà quali cose losche! A proposito di macchina: l'unica cosa che poteva rendermi più indipendente, ovvero la patente, mi è stata espressamente negata. Dice che con me al volante avrebbe ancora più preoccupazioni di quante ne ha ora e perciò preferisce accompagnarmi personalmente ovunque per vedere cosa faccio e con chi sto. Negli ultimi due anni, dopo pianti, crisi isteriche, pedinamenti e indagini si era relativamente ammorbidita e mi aveva concesso di uscire con un ragazzo, ma solo una volta a settimana e sotto stretta sorveglianza. Le discussioni sono comunque continuate: "è brutto, è stupido, è povero" "Che futuro hai?" "Ti tradirà sicuramente!" "Niente dura per sempre!", tutto detto con tono fatalista mentre mi vedeva scrivere un messaggio o stare al computer. Le cose tra di noi si sono complicate e alla fine abbiamo deciso di prendere strade diverse. Con amarezza mi sono resa conto che non era amore. In fondo, cercavo solo di alleviare egoisticamente la mia disperante solitudine. E' passato un po' di tempo da questa separazione e ho scoperto di provare un sentimento fortissimo per un'altra persona che conoscevo da tempo, così simile a me e tuttavia piena di quella gioia di vivere, di quella sicurezza che mi sono sempre mancate. Per la prima volta sento di amare davvero e sono totalmente ricambiata. Ci completiamo. Unico problema: è più piccolo di me di due anni. Questa differenza non si nota affatto, dato che è un ragazzo maturo e intelligente, e io stessa non ci avevo mai pensato più di tanto. Quando mia madre è venuta a sapere di questo interesse reciproco (non sa però che stiamo insieme) mi ha esplicitamente intimato di lasciar perdere: quasi folle dalla furia ha trascorso un'intera giornata ad ammonirmi, a minacciarmi di cacciarmi fuori di casa, ripetendo che sono una vergogna per la mia famiglia, un disonore. Non so più cosa fare, questa tensione mi distrugge. Non riesco neppure a studiare, l'ansia è troppo forte. Non posso uscire perché ha giurato che se mi coglie in flagrante sono finita. Se qualcuno ha un consiglio da darmi sarò ben felice di prenderlo in considerazione. Grazie in anticipo per la disponibilità!
In cerca di un consiglio
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Se qualcuno ha un consiglio da darmi sarò ben felice di prenderlo in considerazione.
Consiglio?!
Qui l'unico consiglio è di fuggire a gambe levate!
Mi sorge spontanea la domanda: ti lascia andare al bagno da sola?!
Purtroppo esistono madri(?!?) che fanno di tutto, di tutto, anche vendersi l'anima al diavolo, pur di tarpare le ali ai propri figli ed impedire in tutti i modi che questi lascino il nido.
Mi spiace dirtelo ma andrà sempre peggio, urge che ti stacchi.
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Come posso fare? Non ho la patente, non ho un lavoro perché sto ancora studiando. Purtroppo dipendo totalmente da lei.
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Quanti anni hai?
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Ho 20 anni.
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L'adolescenza è ormai al tramonto (almeno in termini biologici) quindi, parlando in termini militareschi: ti serve un piano ma ho bisogno prima di farti alcune domande:
- la sfera delle amicizie come sta?
- il tuo atteggiamento nei confronti di tua madre è del tipo: Sì, mamma oppure rispondi di no ma poi fai sempre ciò che vuole lei?
- rendimento universitario; difficoltà di concentrazione?
- giornata tipo
- qual è il tuo problema attualmente e cosa vuoi.
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Il punto è che senza un'indipendenza economica, ben poco si può fare, se non contare sull'appoggio degli altri.
Ovviamente la cosa più sensata da fare è fuggire da questo soggetto che sembra essere più un orco che una mamma. Anche se posso capire che tali suoi atteggiamenti saranno sicuramente determinati (in gran parte) dalla brutta esperienza che ha avuto con tuo padre.
Questo ragazzo con cui attualmente hai una relazione, lavora o studia? Potrebbe eventualmente essere un appoggio?
Fuggire è la cosa più drastica che puoi fare, ma devi avere un piano. Sicuramente dovrai tralasciare gli studi e trovarti un lavoretto che ti consenta un minimo di indipendenza economica. E anche lì, sono alte le probabilità che tu non ce la faccia.
Hai per caso qualche parente, zia o cugina con cui confidarti ed esporre la tua situazione? -
summertime, dunque, ho già tentato di dirle che vorrei intraprendere un lavoretto, invano. Il ragazzo con cui sto studia. Appoggio in che senso? Non ho nessun parente a cui dirlo. Anni fa parlai con mio zio che ha solo qualche anno più di me, ma non sembrava minimamente toccato dai miei stessi problemi. D'altronde, nella nostra famiglia se sei un uomo ti è concesso tutto, se sei una donna non puoi neppure mostrare segnali di indipendenza che vieni subito bollata come prostituta.
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Seeeeeeeeee, buonanotte
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SylviaPlath, rispondo a tutto in ordine:
- La sfera delle amicizie è in pessimo stato. Ho svariati conoscenti ma nessun vero amico. Ultimamente ho legato con una coetanea che sembra capirmi e più volte mi ha coperto quando dovevo uscire con il mio ragazzo. Peccato che mia madre, da falco quale è, abbia intuito tutto. Non si fida di lei perché ha la macchina e di conseguenza può portarmi "in giro a fare cose losche" (sue testuali parole!!).
- Il mio atteggiamento verso di lei è del "no", ma poi sono comunque costretta a fare ciò che vuole. Ogni volta in cui ho tentato di ribellarmi alle sue decisioni ha sfruttato l'affetto che provo per i miei nonni facendomi sentire in colpa con frasi del tipo: "Tuo nonno non vuole più parlarti perché sei una cattiva ragazza e dici le bugie. Smettila e scusati con quel povero vecchio. Non vorrai mica che ti volti le spalle per sempre? E' grazie alla carità dei tuoi nonni se abbiamo un tetto sulla testa. Comportati bene."
- A scuola sono sempre andata bene, infatti divento improvvisamente sua figlia soltanto quando deve vantarsi dei miei voti. Negli ultimi tempi, però, ho difficoltà a concentrarmi, mi sembra di non voler più fare niente perché la mia vita è vuota e priva di affetto e la sua presenza mi irrita. Non mi ha mai incoraggiato. Per frequentare la facoltà dove studio ho dovuto combattere tutta l'estate.
- La mia giornata tipo è così: mi sveglio, faccio colazione, studio (o almeno cerco di studiare) con lei e i miei parenti che urlano tutta la mattinata nella stanza accanto - non ho una cameretta -; pranzo coi nonni e lei che inizia subito a spettegolare su quanto siano prostitute le donne che conosce, mentre lei è santa, casta e pura. Spesso mi guarda in cagnesco e mi sgrida per cose senza senso, mentre altre volte è amabile e dolce: sembra che abbia una doppia personalità e non riesco mai a capirla! Sto al computer per distrarmi un po' fino alle quattro circa e poi riprendo a studiare, ogni tanto mando qualche messaggio al mio ragazzo. In tutto ciò devo anche aiutare mia sorella più piccola coi compiti. Non ho parlato di lei perché non ha un vero e proprio ruolo in questa faccenda, mi ha coperto qualche volta e come al solito mia madre ha iniziato a sospettare e a farle interrogatori per intimidirla. Ad ogni modo dopo aver studiato ceno, sto un altro po' al computer ma senza fare troppo tardi perché inizia a sbraitare e vado a letto, nella stessa camera dove dorme anche lei.
- Il mio problema attualmente è che vorrei frequentare questo ragazzo, ma dato che è più piccolo di due anni a lei non va affatto a genio. Inoltre sono già stata fidanzata una volta e questo per la mia famiglia è un grave deterrente, perché qualsiasi ragazza che abbia avuto più di una storia è automaticamente - indovina un po' - una prostituta! Il loro giudizio negativo grava su di me e mi soffoca. Mi sento un essere spregevole, dato che non corrispondo al loro ideale di ragazza casa e chiesa che si fidanza solo una volta a trent'anni e con quell'uomo passa il resto dei suoi giorni. Inizio ad avere complessi su tutto, non mi trovo a mio agio con le altre persone perché mi sento costantemente giudicata male. Per me lei sta diventando un'ossessione..quando esco la vedo ovunque, mi fa paura, mi incute timore e terrore, sono sempre assalita dell'ansia. E' come se fosse l'incarnazione di una coscienza morale rigidissima che mi impedisce in tutti i sensi di avere una vita, anche affettiva e sessuale. Non so come fare a convincerla e non so come fare a liberarmi di questo tormento.
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