Ingegneria meccanica: problemi, problemi, problemi.

  • Mia cara Arianna,

    Dunque non ce l'hai fatta e spandi parole biliose sulla tua ex facoltà e su chi, al contrario di te, c'è riuscito. Bene.

    Parole biliose? Ghghghghg
    Ok, raccontiamoci la favoletta che ingegneria è come Highlander e ne sopravviverà soltanto uno, quello dotato di intelletto superiore come te.
    Però ti consiglierei di evitare questa argomentazione, altrimenti si capisce cosa stai facendo. Magari qualcuno si chiede perché sei scattata in questo modo per un mio post che parlava della mia vita, cosa ti abbia smosso dentro.

    Ora che hai finito con la tua solita autopromozione, ti invito a ricordare che questo non è il forum degli ingegneri, dove saresti una tra tanti, ma di persone che hanno problemi e questo è il 3d di una ragazza che ha problemi con lo studio. Che ha dei problemi che non sta a me o a te quantificare, non li ha superati ed è in piena crisi. Mi spiace per il babbo, ma prima di digitare i ditini sulla tastierina dovresti chiederti se magari non hai a che fare con persone che - come te - hanno avuto problemi nella vita. Almeno in un forum così, diciamo che sarebbe il caso di reputarlo plausibile e automoderarsi preventivamente, per chi si pone il problema almeno.

    La tua laurea non ti ha impedito la castroneria di cui sopra, indi ti invito a non usarla (la laurea) per umiliare le persone o sminuirne le opinioni altrui senza entrare nel merito delle stesse, ma ridicolizzando a livello personale. Non è un modo di fare accetto dalla netiquette, se non altro, e una laurea non è un lasciapassare per certe derive. Né sei la sola ad esserti laureata a livello italiano o a lavorare, sei una tra migliaia e migliaia di persone, giusto qui dentro puoi usare un'argomentazione del genere per zittire qualcuno come hai provato a fare con me. Il che non è un titolo di merito, mi spiace tu non te ne renda conto. Poi se vuoi confrontiamo anche i voti delle superiori, delle medie e delle elementari, facciamo una media pesata e stabiliamo chi ha diritto a scrivere nel forum, mi sembra congruo col tuo modo di ragionare, no? :rolleyes:

    Se non te l'ho fatta notare, la castroneria, è perché non è mia abitudine ridicolizzare gli altri come hai cercato di fare tu in questo 3d con me e come è tua abitudine consolidata, tirando in ballo cose tipo i congiuntivi. Dall'alto di quel nick, poi, ci vuole un coraggio (ndArianna). :dash:
    Tra parentesi, non ho mai scritto che sono passati mesi dalla tua castroneria. Evidentemente devi averne scritte due e una deve essermi sfuggita, che dirti.

    Ti ho mai rotto le scatole in questo forum, ingegnere? Non mi risulta. Potevi fare altrettanto, sarebbe stato corretto, diciamo.

    Perché vedi, come lo fai tu possono gli altri, se evitano non è certo perché non ci arrivano. E' che non è il caso, specie qui. E' come sparare sulla croce rossa.

    Se mi dai dell'ignorante che non ce l'ha fatta e che a differenza tua non sa cosa sia la serietà e l'impegno, ti rido dietro. Dieci volte, non una. Non solo per quello che ho visto in facoltà per anni, ma per quello che scrivi: il tuo curriculum non mi impressiona più di tanto, ne ho visti di migliori e da parte di chi castronerie come la tua non le ha mai neanche pensate. Né è la tua stima ad interessarmi a questo punto, mi interessa ricordare di averla avuta da chi a differenza tua ha molti altri titoli nella manica, decine e decine in più di te e a differenza tua, prima di giudicarmi ha esaminato la mia preparazione, e se mi ha stimato è a ragion veduta, voglio sperare. Non per partito preso come te: mica sei un mio prof, sai? Non hai titoli per giudicarmi come hai fatto in questo 3d. Non li hai per preparazione, né per motivi fattuali: non mi conosci, non sai niente di me, stai giudicando un avatar in un forum e parli di serietà e impegno. C'è un che di sottilmente comico in tutto questo.

    Se non eri d'accordo con la mia opinione ed esperienza di vita riportata in questo 3d, potevi entrare nel merito della stessa riportando la tua, invece - e stai continuando a farlo tra le righe - sei entrata nel merito della mia persona cercando di trasformare una testimonianza più che legittima (anche perché non abbiamo frequentato la stessa facoltà) in una stupidaggine che sarebbe tale solo perché tu c'hai la laurea e io no, quindi le mie sono valutazioni biliose per principio, perché tu sei tanto brava e "io non ce l'ho fatta". E' un modo di fare di una meschinità oscena, specie in un forum come questo, e mi spiace tanto tu non te ne renda conto.

    Mi verrebbe da chiederti: se tu sei tanto brava, qui che ci fai? Ma non te lo chiedo, perché la risposta mi sembra evidente.

    La mia non laurea non rende stupidaggini ciò che ho scritto. Anche perché io la media del 29 l'ho presa non rifiutando MAI un esame, MAI sono stata bocciata: le mie non sono valutazioni basate su incapacità personali e il mio libretto lo attesta. Libretto firmato da gente che a differenza tua ha la competenza e il titolo per esaminare e soprattutto ha avuto con me dei contatti molto più intensi di quanto possibile qui, intensi e mirati a valutare la mia preparazione. Ma evidentemente quel mio post deve averti smosso qualcosa dentro se neanche un minuto dopo ti sei affrettata a giudicarlo sicumera di una che non ce l'ha fatta, che non sa cosa sia impegno e serietà senza neanche interessarti di capire cosa intendessi. Sono cose che ho sempre pensato, anche quando frequentavo e la mia vita era in regola, e se le penso è perché potrei spiegarle con decine e decine di esempi. Ma ovviamente c'è qualcosa che ti urta in tutto ciò e quindi devo essere messa in ridicolo perché non tolleri un'esperienza sul campo diversa dalla tua. Ora: la mia vita è andata a meretrici e per me non è argomento da battutine, anche se a te evidentemente diverte molto e trovi simpatico farci su un po' di ironia gratuita. Anche perché hai dimostrato in questo 3d una certa mancanza di spirito autoironico, se qualcosa ti tocca, sei molto seria quando si tratta di te. Non prendo lezioni di serietà e impegno da te, non da una che apre bocca e dà fiato, forummisticamente parlando, perché nelle tue risposte non ci metti né serietà, né impegno a cercare di capire. Tu hai la tua vita, tu hai avuto i problemi, e gli altri scrivono stupidaggini perché l'uva è acerba, che ci vuoi fare. Non so cosa ti faccia pensare di poterti permettere questo atteggiamento, non di certo il titolone che hai appena sfoggiato: ti ripeto, non mi impressiona, ne ho visti tanti di ingegneri con titoloni meglio dei tuoi e so come hanno passato ogni singolo esame perché me lo ricordo. E oggi - mi spiace ammetterlo - hanno fatto carriera migliore della tua. Giusto qui puoi vantarli, altrove sono normali e io ho frequentato un ambiente dove sono normali, non mi impressiona.

    Pure la data della laurea c'hai messo, come se interessasse a qualcuno sapere se ti sei laureata in sessione estiva o invernale.

    Devo dire che ti avevo sopravvalutato, almeno a livello umano, e non è una considerazione che mi piace fare.

    Ed infatti è proprio ciò che hai scritto. Cito testualmente:

    "A ingegneria si va per studiare, poi se ci escono degli amici e delle uscite bene, ma lo scopo non è quello.
    A te piace ingegneria?"


    Devo dire che hai un concetto della sintesi un po' personale, ma sono contenta che - molto spontaneamente - hai avuto modo di esplicitare ciò che intendessi, eri troppo impegnata a farmi passare come la volpe che svilisce l'uva distante.

    Ritornando al 3d, e sperando di poter parlare in santa pace dell'argomento del 3d senza ulteriori sarcasmi e attacchi personali di chi non tollera lontanamente la possibilità che il proprio pezzo di carta e la propria posizione sociale possano essere messe in discussione, neanche in modo indiretto e non a lei riferito, e quindi scatta e cerca di ridicolizzare un altro utente, senza il minimo tentativo di capire di cosa si parli...

    ripeto, vediamo se si può tornare in 3d:

    direi alla ragazza di cui sopra di non scoraggiarsi se vuole diventare un ingegnere, è il requisito fondamentale. A lezione non capire è assolutamente normale, perché i prof ti bombardano di informazioni e hai a malapena il tempo di copiare ciò che scrivono alla lavagna (e neanche sempre). Capisci dopo, quando studi, e a volte è necessario rileggere più volte e aver integrato con altro per mettere il puzzle assieme. Ovvio che se salti delle lezioni poi diventa difficile: si va per stratificazione di informazioni, se ti perdi le basi non vai oltre. Se poi, come succedeva a me, non hai libri di testo, diventa impossibile.

    Quindi prima regola: darsi una regolata. Andare a lezione, andare a fare gli esami, non rimandare. Tanto male che vada ti bocciano, ma se non ci provi ti bocci da sola. Non hai molto da perdere.

    Perché quanto ho scritto significa che ce la puoi fare, anche partendo da zero in questo momento, se dai un taglio completamente diverso al tuo approccio: meno pippe, più pelo sullo stomaco. Non sei stupida, è normale avvertire il desiderio di rapporti sociali e soffrirne se non ne hai, non c'è niente di sbagliato in te. Devi solo tirare la carretta e non scoraggiarti. Puoi fare figuracce ad un esame, può capitare: non sarai la prima e la sola, anzi è pratica comune, anche di chi a posteriori se la tira. Anzi, la mia esperienza personale è che se la tirano proprio quelli che hanno un conto in sospeso con le figuracce. Rimozione, così si chiama.

    Non è un caso che ingegneria sia considerata selettiva, e se lo è è proprio perché gente viene continuamente bocciata, anche quelli che si laureano.

    Però quando poi l'esame te lo sei preso, non conta neanche come (se a fortuna o meno), alla fine ti ritrovi col pezzo di carta e tanti pezzi di carta sono stati costruiti proprio così. Se ti metti in discussione in modo deleterio, se vai in crisi, se perdi il ritmo, se cominci a sentirti ignorante o stupida non vai da nessuna parte. Le capacità contano fino ad un certo punto, la cosa più importante è tenere botta e ridimensionare le tue aspettative sulla vita sociale e ciò che pretendi da te. Non devi essere intelligente o meglio, semplicemente non devi scoraggiarti a priori. Non pretendere una conoscenza puntuale degli argomenti, perché la materia è così complessa che se ne sfiora solo la superficie. La maggiorparte degli studenti di ingegneria non ha la minima idea di come muoversi non appena si esce dagli esempi ben modellati, di interesse tecnologico, o si rimuovono alcune condizioni semplificative, ed è normale che sia così. La differenza è che alcuni neanche si rendono conto che c'è tanto altro rispetto a quanto da loro studiato, pensano di sapere. Ingegneria non è una facoltà che premia lo studio, perché se vuoi capire, se vuoi approfondire e farti domande, per laurearti ci metti 30 anni.

    Il discorso è: te la senti? Se è quello che vuoi, formatta il cervello e riparti da zero, senza riflettere più sugli anni passati perché è un pensiero deleterio, che non aiuta, anzi ti danneggia. Una zavorra mentale che ti allontana dalla meta. Cancella tutto e riparti da zero in modo diverso. Se non te la senti, lascia perdere e prova a cambiare facoltà o a dedicarti a cercare lavoro. Questo è il mio consiglio spassionato, fanne quello che reputi.

  • Tu hai dei problemi seri.

    Oltre al fatto di non essere riuscita a traguardare i tuoi obiettivi, intendo.

    Auguro invece a ValeHikari di superare la crisi e arrivare velocemente al titolo, se è ciò che desidera per se'.

    Buona giornata, Arianna, ti lascio alla tua solita esacerbante emorragia di parole.

    A tutta manetta in vespa e in lambretta!

  • Tu hai dei problemi seri.

    Oltre al fatto di non essere riuscita a traguardare i tuoi obiettivi, intendo.

    Complimenti.

    Devi essere esperta di problemi, ma proprio pratica, per riconoscerli al volo e fare diagnosi in base ad un post su internet. Non ti chiederò da dove tiri fuori questa sicumera, perché è evidente.

    L'ingegnera del forum, la dietologa del forum, la podista del forum, la psichiatra del forum.

    Di questo passo hai tutte le carte in regola per diventare la PIppa Bauda del forum. :thumbup:

    Ora che hai capito, finalmente, che ho problemi e hai diffuso il tuo bollettino ufficiale sul mio stato di salute mentale, ritornano le due domande di cui sopra:

    Tu in questo forum che ci fai? E in questo 3d che hai fatto?

    Volevo dirti che il tuo curriculum è in parte lacunoso. Mancano particolari fondanti, tipo l'ora in cui hai discusso la tesi e il colore della sua rilegatura. Non vorrai lasciare il forum con questi inquietanti interrogativi, a qualcuno potrebbe venire una crisi d'ansia all'idea di non avere risposta.

    Citazione

    Auguro invece a ValeHikari di superare la crisi e arrivare velocemente al titolo, se è ciò che desidera per se'.

    Eh, perché altre parole per questo 3d non è che ne hai avute. A parte dare per scontato che ingegneria non le piaccia e che non stia lì per studiare, ovviamente. Cosa mai non si fosse capito su cosa hai concentrato la tua attenzione e su cosa stai continuando a focalizzarla.

    Citazione

    Buona giornata, Arianna, ti lascio alla tua solita esacerbante emorragia di parole.

    Stai rilanciando in realtà. ;)
    La mia solita esarcerbante emorragia di parole da te provocata. Io avevo semplicemente espresso la mia opinione basata sulla mia esperienza di vita ma a quanto pare in questo 3d possono rispondere solo gli ingegnericolbollinoblu e solo cose che esaltino la figura degli ingegnericolbollinoblu. Peccato che a loro non interessi partecipare in altro modo.

    Ah, ti comunico che dopo questo scambio dal mio libretto son spariti 3 esami e la media è scesa al 25. Se continui così riuscirai a trasformarmi in una che parla senza sapere di cosa. Se vuoi ti lascio un paio di congiuntivi sbagliati a casaccio su cui appigliarti per fare bella figura e continuare l'opera di demolizione che stai attuando. Le iconcine che fanno la ola sai dove trovarle. Ogni tanto mettine un paio, commenti come il precedente sono meno vincenti, fidati.

  • Ciao a tutti :)
    Vi renderete subito conto del problema che espone questo post, perché è classico e immagino che molti ci si ritrovino prima o poi... Questo topic parla di crisi universitaria.
    Io studio ingegneria meccanica, orientamento Veicoli, al politecnico di Milano; ho 22 anni. Dovrei essere oramai alla fine del terzo anno, ma inutile dire che la situazione è del tutto differente... è una facoltà dura, e l'ambiente in cui mi sono trovata è particolare. Per prima cosa, il 98% della gente è maschio e io sono una ragazza. So che questo non dovrebbe influire sulla mia vita, ma l'ha fatto negli anni credo. Non ho trovato mai degli amici veri e sinceri, e alla fine sono sempre stata sola.

    Ciao Vale
    penso che questo paragrafo sia molto importante per spiegare le tue difficoltà: molte persone come te hanno la necessità di percorrere la strada insieme ad altre persone... è molto più normale sentire la necessità di avere amici all'università che rinchiudersi da soli in camera per anni a studiare e fregarsene della vita sociale!
    E' necessario trovare un equilibrio in cui tu possa frequentare persone del tuo corso, che siano almeno sufficientemente simpatiche (dai infondo frequenti ing. meccanica... mica ing civile!), con le quali ti senta a tuo agio a studiare insieme... Non aspettarti necessariamente che diventino tuoi amici, ma vivi serenamente in loro compagnia, e magari con il passare del tempo riuscirete a formare tra di voi un legame speciale, oltre la solidarietà tra studenti...

    Citazione

    Dopo la fine del primo anno che ho completato senza problemi e in tempo, ho cominciato il secondo anno e ho preso la malsana abitudine di rimandare. All'inizio andavo a lezione sempre, poi piano piano ho smesso quando ho cominciato a capire sempre meno, e alla fine ho rimandato gli esami, e li ho rimandati ancora... Le poche persone che ho conosciuto si sono dileguate quando hanno passato gli esami che io ho lasciato indietro perché i loro corsi erano differenti, hanno smesso di farsi sentire e sono rimasta sola. Mi sono attaccata molto a diversi ragazzi, (NON in senso amoroso eh, ma di amicizia), ma lentamente credo di aver capito che per loro non conto nulla. Non mi chiamano, si fanno sentire solo se lo faccio io per prima, non parlano con me e quando lo fanno hanno solo parole di compassione ("Ce la farai", "Dai su", "la prossima volta è quella buona", "non sei stupida" etc.)...

    Rimandare è molto pericoloso, specialmente quando si comincia a giustificarsi con frasi tipo: "voglio capire meglio", "non mi va di essere come i miei compagni di corso che imparano a memoria e non capiscono un c..o di quello che studiano", "alla fine il tempo che impiegherò a capire perfettamente la materia sarà un ottimo investimento"... per questo mi sento piuttosto d'accordo con i consigli un po' "brutali" :punish: di Arianna ;-)

    io non ho studiato ingegneria, ma chimica... ed io sono stato per anni vittima di questo circolo vizioso... figurati che per preparare un esamucolo opzionale da 4 crediti ho studiato su due libri di 400 pagine, perché pensavo che poi avrei fatto il figo col prof... risultato mi trovavo a sempre a due settimane dall'esame che avevo studiato superapprofondiamente un terzo del programma, e del resto non sapevo una cippa!!!!!... ma io continuavo imperterrito, volevo creare la situazione in cui avrei dimostrato le mie capacità che venivano sempre denigrate dall'università...
    Un mio piccolo consiglio: non devi dimostrare niente a nessuno. Non devi giustificarti per le tue difficoltà con gli esami davanti ai tuoi compagni, vai per la tua strada, rialzati dopo ogni caduta, e fai un passo dopo l'altro.... Ecco adesso con questi miei consigli mi daranno il nobel in fuffologia :pinch: .... però è vero!!! Più o meno la verità sta in queste piccole cose... :thinking_face:

    Citazione

    Io ho dei problemi in famiglia per cui ho cominciato anche a lavorare un po', e questo è stato la mia rovina. Ho smesso completamente di dare esami, e sono quasi due anni che non ne do nemmeno uno. Tento di studiare sola e vado alle sessioni, ma mi rendo conto di non essere preparata, e le poche volte che arrivo all'orale panico, balbetto o peggio, mi viene da ridere se non so niente e vengo presa per una mezza scema e ovviamente bocciata.

    anche per quanto riguarda il lavoro, pensa bene se in effetti è qualcosa che ti impedisce di studiare o se è soltanto una giustificazione che cerchi dentro di te... io sono un maestro nel trovare scuse per i miei insuccessi, e ho un buon fiuto per questo genere di argomenti... ;-) Anch'io ho lavorato durante l'università, e quando ho smesso per seguire i consigli dei miei e concentrarmi solo sull'università mi sono trovato molto peggio... all'impegno del lavoro si era sostituita la pressione psicologica terribile di vivere sulle spalle della mia famiglia... letteralmente non riuscivo a fare niente, molto peggio di quando lavoravo... la soluzione potrebbe essere un lavoro nei fine settimana, idealmente in qualcosa che ha a che fare con i tuoi studi, ma non necessariamente...

    A quanto ho scritto sopra aggiungo che difficilmente ci può essere motivazione in una persona che non riesce a volersi bene e ad accettarsi per come è, con i suoi limiti e le sue debolezze e le sue capacità e potenzialità...

    Se ti può interessare posso consigliarti alcuni libri che mi hanno aiutato ad accettarmi un po' e a finire l'università...

    Ciao e in bocca al lupo!

    Fanciulla, dimmi di nuovo cosa può crescere senza pioggia? cosa può ardere per molti anni? cosa può bramare e piangere senza lacrime?

  • per questo mi sento piuttosto d'accordo con i consigli un po' "brutali" di Arianna ;-)

    Hai ragione, in realtà volevo essere caustica e smitizzare la famosa figura dell'ingegnere in gamba che tanto fa sentire fallito chi non regge il botto, perché è tutto un grosso bluff. Solo che i toni in rete non sempre sono facili da rendere e quindi porgo l'altra guancia volentieri e cerco di spiegarmi meglio.

    Ingegneria è una facoltà in cui ti insegnano ad essere competitivo più che collaborativo, ad essere "quadrato", sviluppare la mentalità da mulo che non si ferma davanti a niente e ad essere anche un po' "snob" verso chi resta indietro. Sarà la frustrazione di vivere qualche anno della tua vita in modo meno spensierato, con meno svaghi, o la perenne sensazione - che TUTTI vivono e che è normalissima - di non riuscire a reggere botta, si diventa un po' - come dire - insensibili verso chi resta un po' indietro, così come si tende a legarsi agli altri in modo orientato alla preparazione. Questo per dirti che ad ingegneria è possibile fare amicizia, ma il filtro base non è tanto la simpatia o piacevolezza reciproca, quando parametri tipo: è bravo o meno, quindi studiarci assieme può essere costruttivo o una perdita di tempo; è intelligente o meno, quindi parlare con lui può servire a chiarirmi le idee oppure mi ritroverò sempre io a spiegare le cose a lui...etc etc etc... non è che non si possa fare amicizia, ma almeno ai primi anni quando si è in tanti a seguire un corso, si sviluppano meccanismi da gruppetto che tendono ad escludere altri in vista del voto dell'esame. Chi viene facilmente escluso? Le persone non "affidabili". Quelli che non vanno a lezione, che non seguono, che non ci sono, con cui non puoi studiare assieme perché non reggono il ritmo etc etc. In pratica, Vale, ritirandoti dalla vita universitaria ti sei ritirata anche dalla vita amicale universitaria, molto orientata alla preparazione.

    In più hai il problema che ben conosco di essere donna in un gruppo di maschietti. Per cui spesso ti puoi ritrovare - specie se sola - in situazioni sgradevoli in cui magari i tuoi colleghi pensano che siccome ci studi assieme ci stai e ci provano, ma è anche comprensibile, dato che la loro vita sociale è ugualmente limitata. Però è un parametro che può creare problemi di relazione all'interno dell'università.


    Darsi un tono ad Ingegneria è fondamentale, darsi una regolata, presenziare, andare a lezione anche se dormi in piedi o non capisci niente. Non è un problema del singolo, è così per la maggiorparte degli studenti e tutti si danno un tono per non far vedere che non hanno capito etc etc... proprio perché hanno paura di essere esclusi o svalutati. A me è capitato raramente di parlare con qualche collega di corso che ammettesse candidamente di avere problemi a comprendere quanto spiegato dal prof (casi in cui ti si chiedeva aiuto a parte) e ovviamente la cosa faceva sentire scemi se tu avevi difficoltà. Solo che poi ci parlavi con tutti questi intelligentoni e capivi che non c'avevano capito niente lo stesso, solo che non lo ammetterebbero neanche sotto tortura.
    Stesso discorso per gli esami: sai quanta gente ho visto quasi pietire un 18 o fare penose scene mute ed essere bocciati e ribocciati e ribocciati... poi, fatti i primi esami, riempiendo il libretto e dandosi un tono, tutti con l'amnesia dei problemi passati. O in quanti venivano bocciati ad esami di indirizzo perché con seri problemi a risolvere cose che avevano collegamenti con insegnamenti precedenti, che avevano studiato male e quindi si portavano dietro come lacuna. Eppure sono quelli che si laureano. Perché se pensi di dedicare un tempo non dico sufficiente, ma non esageratamente scarno alla preparazione dell'esame, andando oltre l'imparaticcio, resti indietro. E ti deprimi, perché vedi gli altri andare avanti e tu sei fermo; gli altri ti allontanano perché non reggi botta; cominci a farti tante pippe e sentirti fallito...

    Ingegneria è una facoltà dura in cui è normalissimo sentirsi sempre perennemente indietro e incapaci di padroneggiare la materia, ed è ovvio che sia così, perché la materia la sfiori solo, non puoi condensarla in uno o più corsi. Ti resterà sempre, per ogni esame, la sensazione di aver capito giusto quello che ha spiegato il prof e avere enormi interrogativi non appena esci dal seminato (o almeno quelli intelligenti lo capiscono, perché se va bene è così), ed è normale che sia così. Solo che ti ritrovi in un ambiente in cui sembra che sei il solo a non aver capito, perché tutti reggono botta, e vai nel pallone.

    Il liceo classico è un'ottima scuola di base per ingegneria perché ti porti come base la "precisione", il metodo di studio, non dai per scontato tutto come fa chi ha fatto lo scientifico o periti industriali vari, solo che ovviamente - e giustamente - all'inizio parti con difficoltà enormi, perché per te è tutto nuovo. Ma è normalissimo, non c'è niente di strano o anomale, funziona così. Certe cose devi prenderle come un passaggio obbligato, qualcosa che non puoi evitare e ti tocca.

    Non ti deprimere, è tosta per tutti, anche quelli che fanno finta di essere bravi e se la tirano. Poi li senti parlare, specie negli anni successivi, e capisci che è tutto un bluff. Ma specie se hai fatto il liceo classico e sei ancora all'inizio non puoi avere questa consapevolezza, perché non puoi confrontarti alla pari coi tuoi colleghi. Capisci dopo, quando entrambi avete fatti gli stessi esami e vi ritrovate in condizione di parità, è allora che puoi valutare le differenze di preparazione oltre la facciata.

    Però è fondamentale andare avanti tipo mulo, senza farsi problemi, senza tentennamenti, senza perfezionismi che ti fanno perdere tempo (inutili perché tanto, anche se ci metti un mese in più a studiare, non è che diventerai onnisciente su una materia) e quindi deprimerti per risultati scarni. Ci vuole solo pelo sullo stomaco e preventivare una serie di figuracce/difficoltà da prendere come un passaggio obbligato. Non puoi evitarle, è così per tutti. E se riesci ad evitarle, tanto meglio, ma forse preventivarle e avere una visione realistica di ciò che ti aspetta è meglio: è difficile per tutti, ripeto. Anche per quelli che fanno i fighi. Se fanno i fighi c'è un motivo. ;)

  • I gruppetti degli studenti possono essere anche un ambiente "tossico" per chi ne è parte e li prende troppo sul serio... bisogna prenderli per quello che sono: un gruppo di ragazzini brufolosi con calvizie incipiente sempre alla ricerca di qualcuno più sfigato di loro da bersagliare con esercizi di sarcasmo riciclato...

    ma a piccole dosi e con un certo distacco, frequentare queste persone così competitive può anche essere una buona molla per dare il meglio di sé nello studio...

    Fanciulla, dimmi di nuovo cosa può crescere senza pioggia? cosa può ardere per molti anni? cosa può bramare e piangere senza lacrime?

  • Riporto il post di Mad per la frase che ho sottolineato: a ingegneria si studia e parecchio. Essendo ingegnere elettronico-telecomunicazionista, io sfiderei chiunque a passare esami come Campi Elettromagnetici e Telerilevamento (e questi sono solo alcuni esempi di esami in cui ci si deve fare il c∙∙o studiando e ripetendo teoria pesante per gli orali, ragionando e facendo montagne di esercizi se si vuole passare in modo umano l'esame) semplicemente studiando il professore e facendo strategie, ma che vuol dire?? Sono oltremodo scioccata da certe affermazioni! 8|

    Sul fatto di presenziare a lezione anche se dormi o non capisci nulla, anche qui trovo la cosa un po' assurda se non anche controproducente perché è uno spreco di tempo che potrebbe essere impiegato studiando in gruppo o autonomamente, io ho passato più esami al primo/secondo colpo seguendo sì e no un paio di lezioni piuttosto che gente che si seguiva anno dopo anno le stesse lezioni spesso pure inutili, scaldando la sedia e facendo numero in aula, e che passava l'esame al decimo tentativo. Non ha molto senso occupare un banco se non si è in condizioni di seguire.

    Non voglio far polemica, ma essendo in ingegneria e sapendo molto bene quanto impegno e studio ci voglia, leggere certe cose mi ha dato fastidio. Detto ciò pace e bene a tutti! :)

    sono d'accordo, ma non tutti gli esami sono uguali;

    io non essendo ingegnere posso solo parlare della mia esperienza da chimico: ad esempio è impossibile studiare le chimiche organiche o chimiche fisiche senza frequentare e studiando solo sui libri. Certi argomenti sono molto vasti e ci può stare che in alcuni casi sia più importante passare l'esame ed andare avanti piuttosto che spendere troppo tempo a cercare una preparazione perfetta.
    E' vero però che sulle materie dei primi anni si dovrebbe essere comunque molto sicuri... Un chimico non può avere dei buchi in chimica generale o in fisica 1 e 2... un ingegnere allo stesso modo deve avere delle solide basi, e certamente deve impegnarsi molto per costruirle...!

    Fanciulla, dimmi di nuovo cosa può crescere senza pioggia? cosa può ardere per molti anni? cosa può bramare e piangere senza lacrime?

  • Citazione da Ladyofdark

    Riporto il post di Mad per la frase che ho sottolineato: a ingegneria si studia e parecchio. Essendo ingegnere elettronico-telecomunicazionista, io sfiderei chiunque a passare esami come Campi Elettromagnetici e Telerilevamento (e questi sono solo alcuni esempi di esami in cui ci si deve fare il c∙∙o studiando e ripetendo teoria pesante per gli orali, ragionando

    Ecco un'altra che si sente piccata per qualcosa che neanche la riguardava e vanta titoli per rendere credibile la sua preparazione che nessuno ha messo in dubbio.

    Posso sapere dove ho scritto che NON si studia? Ho scritto che puoi tranquillamente laurearti ed essere IGNORANTE. E non ho detto che TU sia ignorante. Ma in generale, tu pensi che la conoscenza sia proporzionale alle ore di studio che si impieghi per acquisirla? Io no. E credo, a questo punto leggendo certe risposte, che i canoni di secchiaggine siano molto personali, ci sarebbe da entrare nel merito.

    Questo è ingegneria: secchiare capendo poco e niente, provare e riprovare finché non va bene. Una forma mentis più che apprendere qualcosa.

    Secchiare.

    Citazione

    e facendo montagne di esercizi se si vuole passare in modo umano l'esame) semplicemente studiando il professore e facendo strategie, ma che vuol dire?? Sono oltremodo scioccata da certe affermazioni! 8|

    E chi ha parlato di strategie? :D

    Mi ricito testualmente:

    Citazione

    4) devi studiare il tuo professore, non la materia. Ingegneria non è sapere un qualcosa, ma intuire quello che piace al prof, quali siano le sue domande tipo e come si vuol sentire dire ciò che chiede. Questa è la differenza tra il prendere essere bocciati e un 30.

    Parlo di differenza tra essere bocciati e prendere 30. Perché studiare "come vuole il prof" è più che studiare, significa calibrare il proprio studio non a sapere semplicemente un argomento, ma ad esporlo esattamente come lo vuole il prof, che è più che averlo studiato. E se fai così prendi 30, al primo colpo, risparmiando tempo perché l'esame non lo ripeti 3 volte perché hai la presunzione di impostare l'argomento come credi tu e quindi studi in modo dispersivo. Ma non perché si è studiato di meno, semplicemente non si è disperso tempo, perché se poi all'esame un prof ti fa una domanda... e non sai rispondere.... beh, scusami, allora avrai studiato anche mesi, ma non eri preparato, e non lo dico ma lui che ti boccia. Significa capire cosa è fondamentale sapere perché è più probabile che ti venga chiesto, cosa il prof reputa imprescindibile, che non significa non studiare il resto, ma avere quel quid che ti porta al 30. Significa avere la capacità di ritrovare in esercizi apparentemente differenti, nuovi, mai affrontati, il modello di sistema che il prof trova imprescindibile e che al corso ti ha presentato sotto altra veste, che per "traccia" sembra che parli di cose apparentemente differenti. E' la differenza tra saper gestire velocemente un sistema apparentemente "nuovo", ma che nuovo non è, e fare scena muta. Il 30 o la bocciatura.

    Per te sono strategie? No, è capire che chi stabilisce se hai appreso è il tuo prof, non tu. E che puoi passare mesi inutilmente sui libri senza cavarci un ragno dal buco, perché non sei tu che stabilisci cosa significa essere preparati, ma il tuo prof. Ma sai, spesso si dice: ho studiato tanto, ero preparato ma il prof mi ha bocciato. E chissà, perché forse studio-studio ma alle sue domande non si è saputo rispondere.

    Tra parentesi, fortunata tu che all'orale ti chiedevano la teoria. A me a parte gli esami di Analisi non è mai successo. Magari mi avessero chiesto "dimmi il teorema tot" ;)

    Citazione

    Sul fatto di presenziare a lezione anche se dormi o non capisci nulla, anche qui trovo la cosa un po' assurda se non anche controproducente perché è uno spreco di tempo che potrebbe essere impiegato studiando in gruppo o autonomamente, io ho passato più esami al primo/secondo colpo seguendo sì e no un paio di lezioni piuttosto che gente che si seguiva anno dopo anno le stesse lezioni spesso pure inutili, scaldando la sedia e facendo numero in aula, e che passava l'esame al decimo tentativo. Non ha molto senso occupare un banco se non si è in condizioni di seguire.

    Beh, però li passavano, dai. Si son laureati i tuoi amici che a sentirti scaldavano la sedia?
    Ps. ironia questa sconosciuta.

    E tra parentesi, beata te che potevi studiare senza andare ai corsi, significa che avevi libri di testo/appunti del corso distribuiti. Io se non andavo a seguire o non avevo qualcuno che mi passasse gli appunti, potevo pure aspettare l'anno successivo per fare l'esame. Ah, sbobinare, che bei ricordi. :rolleyes:

    Citazione

    Non voglio far polemica, ma essendo in ingegneria e sapendo molto bene quanto impegno e studio ci voglia, leggere certe cose mi ha dato fastidio. Detto ciò pace e bene a tutti! :)

    Chiediti perché, non te lo devo spiegare io.

    E più che altro mi chiedo perché, in un 3d in cui si cerca di dare qualche dritta per rimettersi in carreggiata a chi ne è fuori ed è demoralizzata, saltino ingegnericonlalaurea a specificare che loro hanno studiato, eh. Eppure nessuno ha contestato loro niente.

  • Non ho molti consigli da dare all'utente che ha aperto il post, poiché anche io faccio parte di quegli ingegneri senza il bollino blu che si sono persi per strada per problemi di tutt'altra natura, che non sono riuscito fino ad oggi a risolvere ma sto pian piano iniziando a gestire (e non ve ne parlerò, nel caso improbabile ve ne importasse qualcosa).

    Mi premeva solo scrivere quanto ciò che ha scritto Arianna sia a mio avviso la migliore descrizione delle facoltà di ingegneria che abbia mai letto, da ogni punto di vista, quello didattico e quello relazionale.

    Soprattutto la questione dei laureati ignoranti è qualcosa che quando senti la gente mitizzare la figura dell'ingegnere ti fa prima ridere e poi piangere. Gente che, conseguita la laurea quinquennale, se gli chiedi l'interpretazione geometrica dell'integrale di Riemann oppure cosa significa indipendenza lineare fa scena muta. Perché è proprio vero che spesso supera l'esame chi studia in modo meccanico. E con meccanico non intendo mnemonico, ma proprio l'allenamento nel risolvere correttamente gli esercizi dell'esame scritto nel minor tempo possibile, senza magari avere la minima curiosità di capire cosa quelle equazioni implichino. In breve, c'è tanta gente che ti calcola una derivata terza od un integrale triplo in poco tempo, ma non sa spiegarti cosa siano né perché li si usi in quel contesto ed a quel preciso scopo.

    Non dico che siano tutti così, ma già il solo fatto che il sistema permette la laurea di gente con una tale preparazione e neppure con voti mediocri dovrebbe far sorgere qualche dubbio.

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