Ansia da discussione tesi di laurea

  • Non ricordo quand'è stata l'ultima volta che ho aperto un topic su questo forum, ma credo sia giunto il momento di ascoltare consigli e pareri su questa piazza virtuale.

    Ho 25 anni, sono tra i pochi privilegiati a poter avere un posto di lavoro stabile, a tempo pieno, ed inerente al percorso di studi universitario che ho intrapreso...Un lavoro che cerco di svolgere con passione, curiosità, entusiasmo e tanto, tanto impegno, che mantengo sia perchè, essendo alla prima esperienza lavorativa in assoluto, ci tengo a fare una buona impressione sui miei superiori, sia perchè, consapevole che mi è capitata una grande fortuna, mi sembra doveroso onorare il mio lavoro al massimo.

    Detto questo, aggiungo che quando ho iniziato a lavorare mi mancava un anno di esami più la tesi per ultimare il corso di laurea magistrale. Ho sostenuto gli esami mancanti come un treno in corsa, con una determinazione e caparbietà che non immaginavo neanche di possedere, alla media del 30 e terminandoli ben prima di tanti altri colleghi studenti a tempo pieno. L'esperienza dell'anno scorso, quando mi dividevo tra lavoro e studio, resterà tra i ricordi più belli della mia vita.

    Ma adesso...e qui casca l'asino :rolleyes: Mi manca solo la discussione della tesi per ultimare il mio percorso di studi. A mente fredda, devo osservare che si tratta di espletare poco più di una formalità, visto che le sedute sono di solito abbastanza brevi, i professori sono tranquilli e anche di manica larga. Inoltre io ho una media molto alta e mi basterebbe una tesi non molto elaborata per conseguire il massimo dei voti e la lode. Senonchè...sono traumatizzato dall'esperienza fatta in occasione della seduta di laurea triennale. Si è trattato di un'esperienza devastante, in quanto tutti gli altri candidati erano circondati da parenti e soprattutto amici festanti, mentre io ero solo come un cane o quasi. Ho sperimentato a quali conseguenze può condurre la solitudine e sinceramente al solo pensiero di dover ripetere un'altra volta l'esperienza di quel giorno mi tremano le gambe, il battito inizia a farsi accelerato, piombo in un cupo sconforto e tutto ciò non mi fa concentrare a dovere sul lavoro di tesi.

    A ben vedere sono in una situazione non del tutto compromessa perchè ho scritto una cinquantina di pagine che, seppur da rivedere e correggere, sono le fondamenta del lavoro. Inoltre, conducendo un'attività lavorativa a tempo pieno, sono più che giustificato se finirò l'università in ritardo rispetto agli altri, che magari si sono laureati prima di me e una volta passata l'euforia dei festeggiamenti non sanno come riempire le loro giornate...

    Il guaio è che il ricordo di quel terribile giorno mi perseguita ed è la causa di pensieri parassitari che si intrufolano quando metto mano al lavoro di tesi...Quando dovevo leggere il materiale per preparare la bibliografia mi incantavo le mezz'ore intere su una singola pagina, ora che devo scrivere al pc, con Internet a disposizione, ogni secondo è una distrazione continua...

    Insomma, sono alla ricerca di una qualsiasi soluzione che possa aiutarmi a vivere meglio questa fase finale del percorso di studi...Voi come avete affrontato il giorno della vostra seduta di laurea?E il periodo precedente?Siete stati vittime di episodi d'ansia ben aldilà della fisiologica emozione che accompagna questi eventi?

  • Che storia.. Io credo che dovresti essere estremamente orgoglioso di ciò che sei, non ti pare? Hai un lavoro a 25 anni e lo vivi con passione, stai per finire la magistrale, in corso e con voti ottimi.. a mio avviso è una situazione più unica che rara.. la media del 30 io non l'ho mai vista neanche in foto, e non ho neanche mai lavorato mentre studiavo..

    Ti racconto com'è stata la mia discussione della tesi triennale: non ho chiamato nessuno (oddio, chi avrei mai potuto chiamare poi? xD) e non l'ho neanche detto ai miei genitori.. sono andato là, ho parlato per un quarto d'ora davanti a sei o sette professori di cui due-tre si sono anche complimentati per il mio lavoro e hanno espresso un gran interesse (gli feci anche leggere parti della tesi in seguito!), mi son preso il mio voto e ciao!

    E' andata da dio proprio perché è andata come io volevo, sarà che sono probabilmente asociale o che sto troppo bene da solo ma non avrei mai sopportato di avere intorno "amici" o parenti vari.. e tutti gli altri erano attorniati da parenti, corone d'alloro e quant'altro.. beh, pazienza! Non ricordo di certo chi erano né mi interessa sapere cosa hanno fatto quel giorno..

    Okay io non ho studiato psicologia e non posso dirti come affrontare questo episodio dato che mi pare di aver capito che tu dai più importanza di me alla "vita sociale" e penso tra l'altro che sia anche un modo meno morboso di vivere la vita, ma tant'è; io l'unica cosa che posso consigliarti è parlare con uno psichiatra e farti consigliare qualcosa, se per te è proprio un blocco così insormontabile. A me il Tavor ha salvato la vita e mi sono laureato in corso e come ti ho scritto non ho avuto il minimo problema durante la seduta di laurea, anzi. Tanto bisogna comunque rendersi conto del fatto che più o meno a nessuno importa sapere chi siamo, cosa facciamo o quanti amici abbiamo; credo sinceramente che nessuno dei presenti alla mia seduta di laurea si ricordi di me e del fatto che ero da solo!

    Per me se proprio non riesci a superare questo problema devi parlarne con qualcuno - io dico psichiatri perché uno psichiatra mi ha salvato la vita e invece con gli psicologi ho avuto rapporti non proprio stupendi, ma per te può andar bene comunque chiunque, ognuno ha esigenze diverse, anche il medico di base può aiutarti tranquillamente, o anche qualche amico particolarmente sensibile forse! In ogni caso non sei certo in una situazione compromessa, quasi tutti i tuoi (quasi miei, io ho due anni in meno di te) colleghi sono o fuori corso (se studenti/lavoratori sono fuori corso il 90% alla magistrale) o hanno voti ben minori, quindi puoi prenderti anche due anni per finire la tesi! Buona fortuna e complimenti ;)

  • In effetti sono condizionato da alcune sovrastrutture sociali legate alle sedute di laurea, come la corona in testa che hai citato tu, o i coriandoli, o le foto ricordo e via discorrendo, che in realtà non derivano da una precisa esigenza personale, quanto da alcuni modelli che vivono nell'immaginario collettivo...Se riuscissi a imporre al mio cervello che devo considerare quel quarto d'ora come tempo trascorso a sostenere un qualunque altro esame, probabilmente sarei molto più tranquillo e sereno. La solitudine e l'autoreferenzialità purtroppo conducono a ritenersi il centro dell'universo...Probabilmente a quasi nessuno importa sapere chi ho invitato ad assistere alla seduta o come mi sono comportato. Complimenti a te per essere riuscito a vivere quel giorno come avresti voluto, senza condizionamenti sociali di sorta. E' proprio quello che vorrei riuscire a fare io.

  • Anche io non ho voluto nessuno alla discussione, né per la triennale né per la magistrale. C'erano i miei genitori ma li ho fatti aspettare fuori, perché avere spettatori alla discussione me l'avrebbe resa ancora più orribile di come è stata. Scrivere la tesi è stato un problema enorme entrambe le volte (ovviamente, più grande la tesi, più enorme il problema), ci ho perso i capelli e la voglia di vivere, sono stati i mesi più brutti della mia vita universitaria, e arrivata in fondo avevo voglia di dormire sei mesi, non certo di vestirmi in grande spolvero e fare finta di essere contenta. Non aveva senso nulla, mi sarei sentita solo una cretina, invece presentarmi da sola, in jeans e scarpe da ginnastica, con la tesi rilegata nel cartoncino con la spirale (che ovviamente ho buttato nel primo cassonetto della differenziata appena finito) è stato liberatorio e meravigliosamente sovversivo :)

    Questo non per augurarti di viverla male come me... ma per invitarti a viverla come ti pare!!!!

  • In effetti sono condizionato da alcune sovrastrutture sociali legate alle sedute di laurea, come la corona in testa che hai citato tu, o i coriandoli, o le foto ricordo e via discorrendo, che in realtà non derivano da una precisa esigenza personale, quanto da alcuni modelli che vivono nell'immaginario collettivo...Se riuscissi a imporre al mio cervello che devo considerare quel quarto d'ora come tempo trascorso a sostenere un qualunque altro esame, probabilmente sarei molto più tranquillo e sereno. La solitudine e l'autoreferenzialità purtroppo conducono a ritenersi il centro dell'universo...Probabilmente a quasi nessuno importa sapere chi ho invitato ad assistere alla seduta o come mi sono comportato. Complimenti a te per essere riuscito a vivere quel giorno come avresti voluto, senza condizionamenti sociali di sorta. E' proprio quello che vorrei riuscire a fare io.

    Oddio, grazie dei complimenti (okay sono merito anche del Tavor in quell'occasione, così ero proprio iper tranquillo e senza pensieri che non si sa mai che ogni tanto tornano xD) ma ripeto, ammiro un sacco uno in una situazione come la tua e credo anche che ce ne siano pochissimi in tutta Italia..! io per preparare un esame devo starci mesi.. comunque ho imparato con gli anni a vivere tutta la vita così (= a fare tutto da solo), e sto un sacco bene, penso che tu partendo da una situazione intellettuale decisamente più elevata della mia non dovresti avere poi tanti problemi quando comincerai a metterti in questo ordine d'idee!
    A me la solitudine invece mi ha fatto rendere conto di quanto non valiamo nulla (d'altronde a parte il fatto che potremmo morire in qualsiasi momento, la nostra stessa vita è cortissima, quindi non vale certo la pena di ammazzarsi di lavoro o di pensieri, non siamo immortali e se muoio tra vent'anni preferisco aver vissuto la mia vita al meglio che averla buttata via), e poi anche, appunto, di quanto a nessuno importa di nessun altro.. forse è cinico o misantropo non so, comunque sono convinto del fatto che più o meno di quel che faccio io non interessa a nessuno, quindi se vado alla seduta di laurea da solo, se vado da solo ai concerti o ad eventi vari (il che mi ha anche tremendamente aiutato contro gli attacchi di panico quando ero messo proprio male anni fa).. non cambia niente a nessuno! Di certo quelli che si sono laureati con me non hanno certo detto "guarda quello sfigato che è lì da solo" o, se l'hanno detto, io non li ho mai più rivisti e dunque mi cambia ben poco.. anche perché dopo tre minuti mi avranno dimenticato senza problemi!

    Io credo che non sia così difficile viverla un po' meglio, o quantomeno inquadrare bene come sarà il giorno della tua discussione e dargli la reale importanza.. per me è stato così almeno: mi sono laureato per me stesso, ho studiato ciò che mi piaceva, ho scritto una tesi interessantissima (che ovviamente nessuno leggerà ma ripeto l'ho fatta per me!) e sono andato là a prendermi il voto, sono uscito ho fatto qualche giro e la sera me ne sono tornato a casa e l'ho detto ai miei genitori xD
    intanto buona fortuna! :)

    Anche io non ho voluto nessuno alla discussione, né per la triennale né per la magistrale. C'erano i miei genitori ma li ho fatti aspettare fuori, perché avere spettatori alla discussione me l'avrebbe resa ancora più orribile di come è stata. Scrivere la tesi è stato un problema enorme entrambe le volte (ovviamente, più grande la tesi, più enorme il problema), ci ho perso i capelli e la voglia di vivere, sono stati i mesi più brutti della mia vita universitaria, e arrivata in fondo avevo voglia di dormire sei mesi, non certo di vestirmi in grande spolvero e fare finta di essere contenta. Non aveva senso nulla, mi sarei sentita solo una cretina, invece presentarmi da sola, in jeans e scarpe da ginnastica, con la tesi rilegata nel cartoncino con la spirale (che ovviamente ho buttato nel primo cassonetto della differenziata appena finito) è stato liberatorio e meravigliosamente sovversivo :)

    Questo non per augurarti di viverla male come me... ma per invitarti a viverla come ti pare!!!!

    Wow, che strano..! Io invece scrivendo la tesi ho vissuto uno dei periodi più belli di tutta la mia vita.. devo dire però che era una tesi in ambito storiografico e immagino che una tesi di "laboratorio" o in materie come chimica, informatica ecc. può essere tutta un'altra cosa.. io comunque l'ho vista proprio come il coronamento del mio percorso di studi che ho fatto solo per me (anche per questo non avrei mai voluto nessuno alla discussione), concluso con una ricerca mia personale.. in ogni caso il risultato è identico: bisogna viverla come ci pare :D

  • Anche io non ho voluto nessuno alla discussione, né per la triennale né per la magistrale. C'erano i miei genitori ma li ho fatti aspettare fuori, perché avere spettatori alla discussione me l'avrebbe resa ancora più orribile di come è stata. Scrivere la tesi è stato un problema enorme entrambe le volte (ovviamente, più grande la tesi, più enorme il problema), ci ho perso i capelli e la voglia di vivere, sono stati i mesi più brutti della mia vita universitaria, e arrivata in fondo avevo voglia di dormire sei mesi, non certo di vestirmi in grande spolvero e fare finta di essere contenta. Non aveva senso nulla, mi sarei sentita solo una cretina, invece presentarmi da sola, in jeans e scarpe da ginnastica, con la tesi rilegata nel cartoncino con la spirale (che ovviamente ho buttato nel primo cassonetto della differenziata appena finito) è stato liberatorio e meravigliosamente sovversivo :)

    Questo non per augurarti di viverla male come me... ma per invitarti a viverla come ti pare!!!!

    Il mio stato d'animo è simile al tuo, è un malessere profondo che a volte incide sulle altre cose belle della vita e ti fa fare pensieri irrazionali, come abbandonare completamente l'università oppure cambiare relatore e materia. Si tratta davvero della parte peggiore dell'esperienza universitaria...Non capisco come ci siano persone che vivono ogni esame come una tragedia e poi si presentano in seduta di laurea arzille e smaniose di mettersi in mostra :rolleyes:

    Hai centrato in pieno una variabile che influisce molto sulle mie ansie, ovvero i genitori. Non che siano cattive persone, anzi, Dio solo sa quanto ci tengono a vedermi laureato, il punto è che la loro presenza, in tutte le occasioni sociali che ho vissuto fin da piccolo...mi ha inibito fortemente e sapere che non potrò fare a meno di comunicargli il giorno della seduta non fa altro che complicare le cose. Ecco perchè gli esami sono filati meravigliosamente bene, non dovevo dar conto a nessuno di ciò che facevo e nessuno si curava di me.

    Comunque...che praticità discutere la tesi in jeans e scarpe da ginnastica! :thumbsup:

  • che questa tendenza a sottolineare fermamente ma con una sicurezza che fa acqua da tutti i buchi, di essere orgoglioso perchè a 25 anni si ha il lavoro e la media alta , RISPETTO A QUEI POVERETTI CHE INVECE NON SANNO COME RIEMPIRE LE PROPRIE GIORNATE DOPO ESSERSI LAUREATI VERGOGNOSAMENTE IN RITARDO, ha a che fare con il tuo malessere? perchè invece di farti falsi complimenti a cui non credi fino in fondo ( se stai così male ) non ti focalizzi su cose più semplici ma più importanti.
    è chiaro che il fatto che tu sia ( o ti senta ) in gamba non sta alla base del tuo problema. Potresti avere il mondo ai tuoi piedi, staresti male lo stesso. soluzione? magari prova ad agire in modo diverso quando ti laurei la prossima volta. Non stare da solo.

  • che questa tendenza a sottolineare fermamente ma con una sicurezza che fa acqua da tutti i buchi, di essere orgoglioso perchè a 25 anni si ha il lavoro e la media alta , RISPETTO A QUEI POVERETTI CHE INVECE NON SANNO COME RIEMPIRE LE PROPRIE GIORNATE DOPO ESSERSI LAUREATI VERGOGNOSAMENTE IN RITARDO, ha a che fare con il tuo malessere? perchè invece di farti falsi complimenti a cui non credi fino in fondo ( se stai così male ) non ti focalizzi su cose più semplici ma più importanti.
    è chiaro che il fatto che tu sia ( o ti senta ) in gamba non sta alla base del tuo problema. Potresti avere il mondo ai tuoi piedi, staresti male lo stesso. soluzione? magari prova ad agire in modo diverso quando ti laurei la prossima volta. Non stare da solo.

    Che dire, hai colto perfettamente nel segno...L'autostima e i progressi fatti sul luogo di lavoro non possono aiutarmi a risolvere questo problema, devo trovare la forza di affrontarlo come se tutto il resto non esistesse. Se attribuisco così tanta importanza all'atmosfera che fa da contorno alle sedute di laurea, due sono i casi: o mi circondo anch'io di qualcuno oppure smetto di dare importanza a questo aspetto.

  • purtroppo mi troverei nella tua stessa situazione solo che a me tutto è un pò diverso ... posso magari consolarti, perchè io prendo voti bassi agli esami e soprattutto per l'ansia, oltre che per i vuoti di memoria. sono vicina alla triennale (mi mancano 3 esami e tirocinio, spero di finire per dicembre o marzo) e avrò un voto bassissimo, mentre tutte le persone che in teoria dovrebbero venire alla mia seduta ma che in pratica non voglio,hanno preso tipo 110 e lode ... ecco perchè sono ansiosa. tu invece, primo prenderai un bellissimo voto, il che ti deve far stare orgoglioso, poi la tua laurea è un ornamento, nel senso che siccome già lavori è una cosa in più ... comunque davvero complimenti, io ho 23 anni e sto a zero .... almeno già lavori, il che è una grande soddisfazione. spero di averti tirato su il morale e fatto passare un pò d' ansia ;)

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