Sicuramente l'età avanzata dei tuoi genitori influisce tantissimo ed hai ragione sul fatto che spesso noi genitori ci "autoassolviamo" pensando a tutto l'amore che abbiamo dato ai nostri figli, ai sacrifici, alla vita passata a crescerli come se non fosse una cosa dovuta ma concessa.
Al di là di tutto ti sento comunque molto ben disposta verso i tuoi genitori, riesci a capire le loro motivazioni, non sei chiusa nei loro confronti. Quindi cerca se posso darti un consiglio, di insistere, di portarli piano piano dalla tua parte, come se fossi tu il genitore e loro i figli.
Forse è proprio ciò di cui hanno bisogno
riuscire a farsi rispettare....
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Già, il fattore età influisce e non poco. Sono anche, immagino, poco inclini al dialogo e alle argomentazioni, ed è davvero probabile che in alcuni casi ci sai davvero incomprensione, e non sia un semplice cavillare in mala fede per tenerti legata. Prova a rassicurarli dicendogli sempre in questi discorsi quanto vuoi loro bene ecc.ecc., e che queste tue richieste non minano minimamente il rapporto tra voi.
In pratica, prova a scindere il piano dei contenuti da quello della relazione. Rassicurali sulla relazione (quindi cerca anche di non inviare segnali non verbali di insofferenza, anche se difficile) e sii ferma sul contenuto. -
Non ho capito qual'è la situazione.Perchè dobbiamo andare a leggerci gli altri thread? Allora scrivila negli altri thread questa cosa, non qua.Oppure fai copia e incolla di un tuo vecchio post che ci fa capire la tua storia.
Dalla situazione generale ho capito che i tuoi genitori non sono abituati a vederti fare quello che vuoi.Ci hanno "fatto il callo" a vederti agire come volevano loro e allora non capiscono il perchè di questo cambiamento.Glielo potresti comunque spiegare, può darsi che capiscano.
E' sempre preferibile fare quello che vuoi fare, invece che driglielo aspettando e sperando che ti diano ragione.
Ho capito bene ? -
penso che l'esito di una discussione in famiglia non dipenda da quello che tu dica, ma da quanto sono radicati certi ruoli (cioè come i tuoi pensano di dover essere) e dalle opinioni preconcette che hanno su di te da anni. Non ti vedranno mai per quello che sei ora, ma per tutto quello che sei stata.(in varie misure)
Questo in linea di massima, esistono anche persone aperte al dialogo, ma in ogni modo ci sono anche sentimenti di protezione che li frenano, amore.
Quindi è difficile ottenere obiettività.
personalmente, ho ottenuto risultati già da adulta quando ho iniziato a far quello che desideravo. Mettendo i genitori avanti al fatto che oramai ero cresciuta e in grado di decidere autonomamente. Mi son beccata qualche schiaffo, ma a loro è servito per capire che forse era il momento di lasciare un po' il freno.
Con questo non parlo di ribellione a tutti i costi, ma anche l'indipendenza e la credibilità bisogna guadagnarseli, non esisterà mai genitore che sarà pronto a vederti come un essere adulto, tutti tendono a pensare ai figli come gli esserini da proteggere, anche se i figli hanno 40 anni.
Quindi, data la difficoltà di lasciar crescere un figlio (che è realmente una cosa difficilissima, non si ha il libretto di istruzioni in mano per capire come e quando permettere di più), dagli una mano tu.
Sicuramente apriranno gli occhi e saranno più disponibili a trattarti come una persona matura, che in certi casi si prende le cose legittime che gli spettano, senza far male a nessuno. Anche il dialogo migliorerà, se riesci a far cambiare il loro punto di vista. (n.b. maturo non significa remissivo al volere dei genitori, ma consapevole di cosa si fa, assumendo e prevedendo i rischi di cosa si fa, subendone le eventuali conseguenze)
Se a te sembrano freddi, prova a pensarli disorientati. Devono abbandonare comportamenti che hanno avuto per anni nei tuoi confronti. Se ti fa male magari taglia i ponti per un po', prima di tutto vien la tua serenità e la tua vita, che è solo responsabilità tua.
(non so in quanti saran d'accordo con questa risposta... ) -
@ vissik: "In pratica, prova a scindere il piano dei contenuti da quello della relazione. Rassicurali sulla relazione (quindi cerca anche di non inviare segnali non verbali di insofferenza, anche se difficile) e sii ferma sul contenuto."
è brutto a dirsi ma, non so se voglio scindere i due piani; o meglio, ci ho provato a lungo e quello che ho ottenuto è che loro finché mantengono il piano della relazione, "sono a posto" e continuano a fare come vogliono riguardo ai contenuti. io voglio loro bene ma, non me la sento di mantenere un rapporto con loro quando è fonte per me di continua frustrazione nei confronti delle mie esigenze e dei miei sentimenti.
ramy1989: "Dalla situazione generale ho capito che i tuoi genitori non sono abituati a vederti fare quello che vuoi.Ci hanno "fatto il callo" a vederti agire come volevano loro e allora non capiscono il perchè di questo cambiamento.Glielo potresti comunque spiegare, può darsi che capiscano.
E' sempre preferibile fare quello che vuoi fare, invece che driglielo aspettando e sperando che ti diano ragione"
riassumo velocemente: i miei mi hanno sempre messa in secondo piano rispetto a mio fratello maggiore. loro non lo ammettono e non lo hanno mai ammesso, e sono convinti di essere stati molto "giusti" in tutto ma, sulla mia pelle, io ho spesso desiderato essere lui. perché lui lo vedevano più fragile, più bisognoso, e quindi erano sempre pronti a risolvergli i problemi... non che non mi aiutassero in qualche modo se lo chiedevo ma appunto: a me potevano dare un aiuto, a lui invece come ho scritto, GLI RISOLVONO i problemi, senza che lui debba fasciarsi mai la testa per affrontarli.
la cosa ha assunto dimensioni enormi ( sia morali che economiche) nel tempo, tanto che quando sia io che lui ci siamo fatti una famiglia, abbiamo raggiunto il punto di non ritorno.... solo per fare degli esempi: mia madre voleva fare fideiussione per il suo mutuo (lasciando me senza la possibilità, visto che mio padre è over 65), a mio fratello quando si è guastata la macchina hanno regalato la loro, a me no (mi hanno dato dei soldi, ma lui ha dovuto né cercarsi la macchina usata, né è rimasto a piedi un giorno, gli si guasta e due ore dopo aveva in garage quella dei miei), ora a loro è nata una bambina e i miei "devono" trovarsi qui una casa in affitto perché mio fratello non vuole mandarla al nido (badate bene: non è che non se lo può permettere, non ce la vuole mandare), spendendo un sacco di soldi al mese; nel frattempo, io vivo in affitto, e fra pochi mesi mi scade il contratto di lavoro (sia a me che al mio compagno) che non so se mi rinnoveranno (loro hanno il "posto fisso" entrambi)... potrei andare avanti per giorni.
io ho detto ai miei (ma forse non sono stata chiara?): se le cose stanno così, per me possiamo chiudere. io ho evidenziato i comportamenti loro che secondo me sono scorretti nei miei confronti, e loro non fanno che ripetermi che io ce l'ho con mio fratello e voglio il suo male. cioè, si rifiutano di mettere in discussione il loro operato. più comodo pensare che sono cattiva io....
4horsemen: "Devono abbandonare comportamenti che hanno avuto per anni nei tuoi confronti. Se ti fa male magari taglia i ponti per un po', prima di tutto vien la tua serenità e la tua vita, che è solo responsabilità tua."
finora non ci sono riusciti. forse non sono stata io abbastanza incisiva in questo, proverò a dire loro che per me un rapporto con loro è possibile solo se abbandonano questi comportamenti, altrimenti amen. ho già provato a tagliare i ponti, loro sono tornati dicendo che erano cambiati, ma non era cambiato un bel nulla. -
vorrei aggiungere qualche precisazione: il mio problema non è che i miei siano freddi, o che mi tengono in qualche modo legata. il problema è che per loro non è concepibile che io e loro non abbiamo un rapporto genitori/figlia, nonostante il profondo disagio che io cerco di comunicare loro in ogni modo. ho smesso di parlare con loro, dopo avergli spiegato a voce e per scritto le mie motivazioni, ma mi scontro con il muro: nel senso, loro dicono "ma noi ti abbiamo cresciuta con amore, non ti è mancato niente (di materiale), comunque volevamo agire per il meglio, quindi tu DEVI passare sopra ai tuoi sentimenti di disagio, DEVI perdonarci e DEVI volerci vicini". qualsiasi discussione diventa futile, perché per loro è inconcepibile mettere in discussione quello che hanno fatto, in questo vedendomi come una bambina che può sì, sbattere i piedi, ma non potrà mai fare a meno dei genitori. rifiutano di accettare che il mio allontanamento sia frutto di un loro agire errato: tirano fuori che ce l'ho con mio fratello, in questo legittimandosi nel loro agire ("la colpa non è nostra, sei tu che ce l'hai con lui, noi continuiamo a fare quello che facevamo").
non so se riusciranno mai a fare diversamente: mi dispiace anche pensarli tristi perché sicuramente lo sono, ma non posso ingoiare sempre io fango (per non dire di peggio) per non dare a loro il dispiacere di capire che hanno sbagliato. come dire, se uccidi uno investendolo per errore, non è che ti dicono "oh poverino, mica l'hai fatto apposta, ti perdono"...ti processano per omicidio colposo! invece una volta parlando di questa cosa, mio padre ha detto "eh ma se non c'è dolo, non c'è colpa!"... loro pensano proprio così. è triste, ma non credo che riusciremo a superare questo ostacolo... -
Ho letto tutti i post e mi trovo d'accordo con la maggior parte dei consigli che ti hanno dato però, se posso, vorrei staccarmi un attimo dal tutto e ricominciare da capo.
Percepisco in te un senso di frustrazione per l'atteggiamento dei tuoi genitori che ancora non hai superato e, chissà poi perchè, focalizzo mia madre al posto dei tuoi.(magari non ho capito un accidenti!!!)
Sarebbe bello pensare che "certi" genitori, mediante il dialogo, prima o poi si ravvedano e tutto si risolva per il meglio...purtroppo non è così.
Anch'io mi sono scontrata spessissimo con i miei figli però, da parte mia c'è stata anche la volontà di ascoltare, capire e modificare, a volte completamente, la mia visione delle cose. Ritengo di essere cresciuta con loro.
Purtroppo tanti genitori non hanno questa voglia di rimettere in gioco le proprie posizioni: su di un piedistallo si sono messi e su quel piedistallo vogliono rimanere, convintissimi delle proprie posizioni.
A questo punto darknight il mio consiglio è: pensa a stare bene con te stessa, cerca di superare dentro di te questo malessere perchè non ti porterà a niente.
Io ho rinunciato, non l'ho ancora superata completamente e quando ci penso soffro ancora come un cane, ma ho preso la mia strada; viceversa avrei continuato a sentirmi una nullità perchè loro mi hanno sempre trattata come tale.
Sai cosa mi hanno sempre detto? taci tu che sei l'ultima ruota del carro e se ho capito cos'è che ti fa stare male ti chiedo "sai cosa si prova a vivere con questo macigno che ti schiaccia?"
Quindi ti auguro con tutto il cuore di riuscire a recuperare te stessa come identità e guardare con distacco l'atteggiamento dei tuoi genitori; il rapporto con loro prenderà la giusta piega e la tua crescita personale migliorerà i rapporti con gli altri. In bocca al lupo -
grazie anamaya per le tue parole...ti rispondo un passo alla volta
CitazionePercepisco in te un senso di frustrazione per l'atteggiamento dei tuoi genitori che ancora non hai superato
la frustrazione c'è ed è qualcosa di irrazionale, che faccio fatica a dominare. anzi, a dirla tutta, non credo di doverla dominare, è la mia parte inconscia, infantile, che vede ancora i genitori sul piedistallo, e ogni volta pensa "ma loro sono tanto buoni, vedrai che se gli spiego le cose, si riscatteranno" e ogni volta sbatte il muso sulla verità. credo che sia giusto legittimare questa componente, e riconoscere a me stessa il diritto di soffrire e essere triste perché i miei genitori non riescono a darmi quello di cui avrei bisogno. detto ciò, la parte razionale prende la cosa in mano e decide di darci un taglio perché è inutile cercare di combattere contro i mulini a vento: si rischia di passare la vita nel rancore e perdersi tutte le cose e le persone "belle" che sono intorno a noi.
CitazioneSarebbe bello pensare che "certi" genitori, mediante il dialogo, prima o poi si ravvedano e tutto si risolva per il meglio...purtroppo non è così.
Anch'io mi sono scontrata spessissimo con i miei figli però, da parte mia c'è stata anche la volontà di ascoltare, capire e modificare, a volte completamente, la mia visione delle cose. Ritengo di essere cresciuta con loro.
Purtroppo tanti genitori non hanno questa voglia di rimettere in gioco le proprie posizioni: su di un piedistallo si sono messi e su quel piedistallo vogliono rimanere, convintissimi delle proprie posizioni.esatto, non è così. quello che loro non accettano (ma c'è poco da accettare, non è una decione loro) è che io possa decidere di tagliare i ponti a causa del loro non voler abbandonare le loro posizioni. in casa mia su certe questioni lo scontro costruttivo non è possibile, perché loro sono SICURI che hanno agito nel modo migliore; tu DEVI FIDARTI del fatto che grazie al loro operato, tutto andrà sempre per il meglio. se metti in dubbio le loro decisioni genitoriali (riguardo la gestione delle risorse e come smistarle fra i due figli), non ci sentno e dicono "non capisci perché non sei mamma, quando sarai mamma farai come noi" di fatto impedendo qualsiasi passo avanti. devi accettare quello che dicono loro e stop. e anzi, già che ci sei, perdonarli in tutto e per tutto perché qualsiasi cosa abbiano fatto che ti abbia ferito era a fin di bene, quindi non grave (anzi, sono anche infastiditi dalle mie rimostranze, tacciandole come "complesso di cenerentola").
CitazioneA questo punto darknight il mio consiglio è: pensa a stare bene con te stessa, cerca di superare dentro di te questo malessere perchè non ti porterà a niente.
Io ho rinunciato, non l'ho ancora superata completamente e quando ci penso soffro ancora come un cane, ma ho preso la mia strada; viceversa avrei continuato a sentirmi una nullità perchè loro mi hanno sempre trattata come tale.sul malessere ci lavorerò. anche io non posso fare a meno di stare male quando penso alla situazione, e a come invece mi immaginavo che sarebbe stata; ma è necessario andare avanti, altrimenti resterò incatenata in una vita di sensi di colpa e di inadeguatezza, e nel forzarmi di essere sempre come loro vorrebbero nella speranza vana che facciano come vorrei. in effetti, loro hanno vissuto così, e non capiscono come io possa "smarcarmi" da questo vincolo psicologico. non hanno mai capito ( e hanno 70 anni) che non c'è niente di sbagliato nel pensare che i genitori sbagliano, e che sbagliando ci feriscono. per loro, dire a un genitore "mi hai fatto del male" oltre ad essere la peggiore delle offese, è praticamente un abominio. meglio cercare di giustificarlo in ogni modo, con la motivazione magari del "troppo amore". ma secondo me, per quando la dimensione emotiva sia importante, alla fine la vita è un susseguirsi di eventi materiali; se a parole mi vuoi tanto bene, ma nel pratico invece sistematicamente favorisci qualcun'altro, sapendo che questo comportamento mi ferisce, giustificandoti con "ma fidati che l'avrei fatto anche per te", non c'è più molto altro da dire, da parte mia.
Citazionese ho capito cos'è che ti fa stare male ti chiedo "sai cosa si prova a vivere con questo macigno che ti schiaccia?"
sì, lo so bene. a me non hanno mai detto di essere l'ultima ruota, ma, in maniera sottile e strisciante, mi è stato fatto intendere che tutto quello che facevano per lui (mio fratello) ci sarebbe stato anche per me, se solo fossi stata più "ben disposta" nei loro confronti, la colpa era mia che amavo farmi le cose da me e tenerli fuori dalla mia vita. cosa che io invece facevo perché tanto, qualsiasi cosa mi succedesse, non era mai abbastanza importante da distogliere la loro attenzione da quello che succedeva a lui, per cui ho imparato ad arrangiarmi.
per carità, mi piace aver vissuto così, ogni cosa ottenuta è una conquista, e amo poter dire di non dovere niente a nessuno. però non venirmi a dire che le cose stanno così per colpa mia... -
Sai, quando ti ho risposto speravo veramente di essermi sbagliata su tutto, per quanto ho sofferto e soffro ancora. Io ho aperto gli occhi su questo mio malessere soltanto a 42 anni, per favore tu aprili prima!
"credo che sia giusto legittimare questa componente, e riconoscere a me stessa il diritto di soffrire e essere triste perché i miei genitori non riescono a darmi quello di cui avrei bisogno."
Hai assolutamente ragione ma è anche verissimo che, come hai detto tu, è inutile combattere contro i mulini a vento: se non c'è la capacità di ascoltare ed interpretare nel modo corretto da parte loro i tuoi disagi, è un'inutile perdita di tempo e di salute da parte tua.
E' bellissimo ascoltare le opinioni di chi ha ed ha avuto genitori meritevoli di amore, rispetto, stima ma non possono capire che ce ne sono altri che questa fortuna non l'hanno avuta ed altri ancora che hanno subito violenze anche peggiori.
Posso solo ribadire quanto ti ho già detto: tolti che tu li abbia da quel piedistallo dove i genitori di una volta erano stati posti perchè era nostro dovere portargli rispetto (a che titolo poi?) riuscirai pian piano a superare la cosa.
"Altrimenti resterò incatenata in una vita di sensi di colpa e di inadeguatezza, e nel forzarmi di essere sempre come loro vorrebbero nella speranza vana che facciano come vorrei. in effetti, loro hanno vissuto così, e non capiscono come io possa "smarcarmi" da questo vincolo psicologico".
Brava! meno male che hai focalizzato la cosa: sei sulla buona strada!
Quello che però ti sconsiglio è di portarti appresso questa (dico gelosia anche se non è il termine più adatto) per i favori fatti a tuo fratello, altrimenti non ne esci più.
Non serve tagliare i ponti, passeresti ai loro occhi come l'ingrata, limitati a prendere le distanze, evita di guardare le cose che ti fanno soffrire, come se dovessi allontanarti dal fuoco per non scottarti: vedila in questi termini.
In bocca al lupo! -
ti ringrazio per i consigli e le opinioni che mi hai lasciato... sto cercando, con fatica, di trovare la mia strada.
CitazioneQuello che però ti sconsiglio è di portarti appresso questa (dico gelosia anche se non è il termine più adatto) per i favori fatti a tuo fratello, altrimenti non ne esci più.
Non serve tagliare i ponti, passeresti ai loro occhi come l'ingrata, limitati a prendere le distanze, evita di guardare le cose che ti fanno soffrire, come se dovessi allontanarti dal fuoco per non scottarti: vedila in questi termini.non so se la chiamerei gelosia; certo è che un po' di rabbia e amarezza c'è nel vedere come le stesse persone possano comportarsi diversamente nei confronti miei e di mio fratello... ma vabbè, si dice, è la vita. quello che non riesco a superare è il fatto che loro non riescano a vedere come ciò che fanno mi faccia del male, e mi danneggi pure. e quando faccio loro notare che questa o quell'altra decisione vanno evidentemente a vantaggio di lui, loro prima negano, poi forzati a ammettere l'evidenza dicono "eh ma se tu fossi nella stessa situazione lo faremmo anche per te".
ora, vorrei precisare questa cosa: mio fratello non è che si trovi in "situazioni" di chissà quale tipo. è sistemato meglio di me (lui e la moglie sono dipendenti "fissi", e hanno quindi potuto comprare una casa), non ha particolari problemi, mia cognata è pure figlia unica quindi i suoceri li avrebbe "a disposizione". tuttavia è da quando è nato (lui è il maggiore) che le sue difficoltà, sono insormontabili. se lui deve fare una cosa, ah che problema colossale! nessuno al mondo ha dovuto fare una cosa così difficile e quindi prima ancora che ci provi da solo, i miei si sono già precipitati lì prodigandosi in ogni modo. non è un aiuto "normale": non ho niente in contrario che i genitori diano una mano ai figli, ma loro proprio hanno questa "percezione distorta" dei "problemi" di mio fratello mentre invece i miei sono minimizzati. ad esempio, io sono in affitto e sia io che il mio compagno siamo precari, ma non c'è una volta che i miei mi chiedano del lavoro, o si siano mai prodigati per quanto possibile per aiutarmi. se c'è da fare una spesa grossa, i soldi magari me li darebbero, ma glieli devo chiedere. mio fratello no, perché se solo pensa "dovrei spendere...." un dramma! come farà ad affrontare la cosa da solo?? gliela facciamo noi!
non so se ho reso bene l'idea del problema: glielo ho detto e ripetuto, in ogni salsa, che questo atteggiamento mi crea disagio, mi ha indotto a una totale insicurezza nei confronti delle persone che amo (ho sempre paura di essere abbandonata, e cerco con fatica di mantenere rapporti equilibrati e non di dipendenza), e oltretutto mi danneggia economicamente. perché di contro, proprio perché io mi sono sempre "zerbinata" cercando di fare la figlia perfetta, quando i miei avevano bisogno di qualcosa (che ne so, qualcuno si sente male) chiamavano ME, perché lui, poverino, non vogliamo disturbarlo/non è in grado di gestire la cosa/è stanco etc etc etc.
io non voglio ritrovarmi fra 10, 15 anni, dopo che loro hanno lastricato d'oro la vita di mio fratello, i miei genitori anziani alla porta che vogliono essere accuditi da me, perché non vogliono complicare la vita a lui. questo è uno schema ripetuito nella mia famiglia, la figlia che tu ritieni più forte e indipendente, "becca meno" e è quella che deve risolvere le grane.... eh NO!
oltretutto sta subentrando anche una questione di fiducia: siccome sanno che non voglio che facciano determinati favori, li fanno senza dirmelo,come dire, il problema non si vede, quindi non c'è!
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