piacere ricambiato. ti risponderò sul thread che hai postato appena ho il tempo di ragionarci sopra un attimo.

Percepire ostilità anzichè solidarietà nei confronti di persone sofferenti come me
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Wild, perdona le divagazioni, ma sai, una ciliegia tira l'altra.
Poi vedremo di la.A dire il vero ci vedo un'implicazione differente, chiamiamola l'origine, una differenza tra causa ed effetto. A leggere certe definizioni sembra che la simpatia sia il patire con l'altro, quello che non è empatia in senso stretto, un di più rispetto all'empatia, diciamo così, in termini terra terra, per capirci.
Io lo definirei un di meno, perchè la simpatia non presuppone nessuno sforzo di volonta'. O c'e' o non c'e'. Non si puo' farcela venire. Se uno ti e' antipatico, non capisci bene perchè lo e', ma non c'è niente da fare: ti e' antipatico o simpatico o indifferente.
CitazioneQualcosa che necessita empatia, a monte. A leggerne altre, sembra che la simpatia sia un filtro che sta a monte e puo anche essere opposta all'empatia, nel senso che si può essere simpatetici senza essere empatici, cioè si può solidarizzare con chi ci è vicino e condannare ciò che si sente estraneo (cioè essere non empatici in senso stretto). Cioè che la simpatia non richieda come condizione necessaria l'empatia e anzi si possa porre in assoluto contrasto ad essa.
Non e' la simpatia che si pone in contrasto, come non lo e' l'antipatia. Questi sentimenti, o sensazioni a pelle, ci sono e basta. Non contrastano con nulla perchè non prevedono intenzionalità della coscienza, per usare un termine fenomenologico.
L'empatia, invece, prevede una intenzionalità della coscienza. Uno sforzo che va oltre la simpatia o l'antipatia o l'indifferenza e che prevede la capacità di porsi neli panni di un altro, indipendentemente se ti sta simpatico o no.
Un medico puo' provare simpatia o antipatia per un malato, oppure completa indifferenza, ma, nel trattare il suo caso e sentire le sue motivazioni, puo' sforzarsi si mettersi nei panni del malconcio, per cercare una sintonia con lui, e nello stesso tempo, cogliere il suo mondo.
Cosa che non fa una persona che si limita a percepire secondo simpatia o antipatia. Se gli stai simpatico gli va bene tutto e se gli stai antipatico non gli va bene nulla.
La differenza sta qui, e mi pare abbastanza evidente al di la delle definizioni.CitazioneE' su questo discrimine, forse sottile ma per me importante, che la comprensione dei termini si perde, almeno dal mio punto di vista. In ogni caso ti ringrazio sentitamente, e sono seria, per il tentativo di spiegazione. Non scherzo: la definizione di empatia mi sfugge davvero.
Prego.
Perdona il mio modo di esprimermi diretto e lapidario, ma il mio background mi ha forgiato cosi', quando sono nell'Adulto.
Se invece sono nel Bambino sono un lenza e pure simpatico a volte, e se entro nel Genitore posso essere veramente insopportabile.
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